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Autore: I am in love with a train    17/02/2013    1 recensioni
[dalla storia]
"Uno scatto, come il rumore della lama di un coltellino.
E poi un urlo, un urlo agghiacciante, e tanto familiare.
Senti il sangue gelartisi nelle vene nell’apprendere il suono di quella voce.
Adrienne."
Fanfiction nata in un noioso pomeriggio di novembre, mi è venuta l'ispirazione e in un ora era bella che fatta. Speriamo solo vi possa piacere :)
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apri gli occhi lentamente.
Ti senti la testa pesante e freddo, tanto freddo.
Dove ti trovi, non lo sai.
Tenti di alzarti, ma vieni respinto all’indietro su quella lastra di ferro sulla quale sei sdraiato.
Solo ora ti accorgi di essere legato mani e piedi.
Ti guardi intorno: la stanza in cui ti trovi è buia, fatta eccezione del faro di luce che punta proprio su di te, e che ti sta accecando.
Senti un ticchettio continuo, scandito come il battito del tuo cuore.
Rimbomba nel vuoto, e solo quando è a pochi metri da te ti accorgi che si tratta di passi.
La figura si avvicina e ti osserva, e tu fai lo stesso.
È un uomo, non sapresti precisare l’età, indossa un lungo cappotto nero con il bavero alzato, che gli copre la bocca, e un cappello tipo fedora.
Ad un certo punto se ne va, ma prima di voltarsi, ti rivolge un ultimo sguardo e un ghigno si dipinge sul suo volto, e ti accorgi che il suo occhio sinistro scintilla con la luce puntata sopra: probabilmente è di vetro.
Passato qualche minuto dall’apparizione del losco individuo, risenti i suoi passi, ma ora sono in “compagnia”.
Sono sconnessi, non più quel preciso battere di metronomo.
Ora è tutto fermo.
Uno scatto, come il rumore della lama di un coltellino.
E poi un urlo, un urlo agghiacciante, e tanto familiare.
Senti il sangue gelartisi nelle vene nell’apprendere il suono di quella voce.
Adrienne.
Che cosa gli sta facendo?
Il panico continua a salire con l’aumentare delle grida d’aiuto e dei colpi netti di quel coltello nella sua carne.
Anche se non puoi vedere cosa sta succedendo, senti precisamente ogni pugnalata, e ad ogni coltellata vorresti morire.
Anche se è quello che ti meriti dopo ciò che hai fatto, devi soffrire.
Ma le conseguenze delle tue azioni non le devono pagare la tua famiglia.
Le urla man mano diminuiscono, e prendono il loro posto dei rantolii disperati: ti sembra quasi di sentire il rumore del sangue della donna che tanto ami che scorre.
L’uomo la lascia agonizzante, tra la vita e la morte, e si avvicina a te.
Ti slega, e subito dopo scompare nell’ombra.
La tua mente non riesce a far altro che pensare ad Adrienne, la tua Adie, che ora molto probabilmente sta morendo.
La luce improvvisamente si accende, e non puoi fare a meno di coprirti il volto con le mani.
Ti riprendi e la vedi: il tuo cuore si ferma, vorresti piangere.
Tremante ti avvicini, ti siedi vicino a lei e gli metti la testa sulle tue gambe.
La maglietta bianca che indossa è ormai color cremisi, e le ferite al di sotto di essa sono molto evidenti.
Ha gli occhi lucidi, sta di sicuro soffrendo moltissimo, ma questo non le impedisce di sorriderti, per quel poco che può, e accarezzarti il viso.
Le carezzi le dread, e ti chini su di lei: le lasci un bacio sulle labbra, ormai non più del loro colore rosa vivo, ma di un bianco pallido.
Mentre la assapori, la senti venir meno tra le tue braccia; la stringi forte, non la vuoi lasciare andar via.
E smette di respirare.
Ti stacchi da lei, e piangi tutte le tue lacrime.
Cadi.
E di colpo apri gli occhi.
Ti metti seduto, respiri affannatamente.
Guardi vicino a te, preoccupato, e trovi tua moglie che dorme con un’espressione serena in volto.
Era tutto un sogno, fortunatamente.
Ti porti le mani alle tempie e le massaggi: sei in un bagno di sudore.
In quel momento senti una vocina provenire dalla stanza accanto, che chiama “papà”.
È Joey.
Ti alzi e strisciando i piedi ti dirigi in camera di tuo figlio, che trovi accovacciato nel suo lettino con uno sguardo preoccupato.
“Cosa succede?”
“Papà ho paura, ho fatto un brutto sogno”
Allora lo prendi in braccio, lo stringi forte a te e gli sussurri “Ci sono qua io, non ti preoccupare”
Ti sdrai sul suo letto, con Joey ancora tra le braccia, e gli fai appoggiare la testa sul tuo petto.
Rimani tutta la notte a vegliare su tuo figlio.
Pensi tutto il tempo: alla litigata della sera prima con Adrienne, a quello che ti aveva detto, che spesso manchi da casa e le poche volte che ci sei torni tardi la notte e ubriaco.
E poi pensi al sogno, o meglio incubo, di questa notte.
Rabbrividisci.
Senti dei passi nel corridoio, e vedi la porta della camera aprirsi: è tua moglie, e sembra inquieta.
“Oh, eccoti, non ti ho visto nel letto quando mi sono alzata e mi sono subito preoccupata”
Sorridi.
“Sono rimasto tutta la notte con Joey”
“Brutto sogno?”
“Già”
La vedi avvicinarsi e sedersi sul letto, accanto a te.
Accarezza i capelli a Joey, il quale si sveglia.
È così buffo vederlo stiracchiarsi, è proprio identico a sua madre.
“Uhm, ‘giorno”
“ Buongiorno”
Ti alzi e ti dirigi verso camera tua, prendi il telefono.
Componi il numero di Mike, dopo esserti accertato che siano almeno le 8.00, orario civile per chiamare le persone.
Dopo il classico “tu-tu” durato qualche secondo risponde.
“Chi è?”
“Ehi Mike, sono Billie, non è che mi faresti un favore?”
“Sì dimmi”
“Oggi puoi dire a tutti che non vengo alle prove?”
“E perché?!”
“Voglio passare un po’ di tempo con la mia famiglia”
“Ah ok. Ciao”
Lo saluti e metti giù: oggi vuoi dedicare tutta la giornata a tua moglie e a tuo figlio, ultimamente li stai trascurando troppo.
Solo ora ti rendi conto di quanto tu li stia facendo soffrire, di quanto Adie avesse ragione ieri sera, quando in lacrime ti aveva detto che stai facendo del male a lei e forse ancora di più a Joey, e di quanto quel sogno ti abbia fatto aprire gli occhi.
Ti rendi conto di come tu li stia uccidendo lentamente, e anche se non letteralmente, fa male lo stesso.
Ora vuoi lavare via il sangue e ricucire le ferite, per quanto profonde esse siano, perché ogni giorno potrebbe essere l’ultimo. 

                                                                                                      ************************************

Bene, se siete arrivati fin qui significa che siete riusciti a leggere dall'inizio alla fine questa cosa. E di ciò c'è da darvene atto.
Non sono certa della sua buona riuscita, soprattutto perchè trovo che la conclusione sia leggermente senza senso. Ma dopotutto da me c'era da aspettarselo u.u
Fatemi sapere cosa ne pensate, e insultatemi pure se ho scritto degli improperi :)

 

  
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