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Autore: TeddySoyaMonkey    17/02/2013    3 recensioni
"Il suono dolciastro della voce della sorella lo accompagnò come un'eco carezzevole e insistente fuori dal corridoio e poi, più tardi, in quella notte passata senza chiudere occhio:
-Buona notte, Zuzu.-"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Azula, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'Improbabilità in pillole'
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Confusione

 

Niente arresta tutti questi pensieri
e la sofferenza legata a lor
o.

A volte mi domando perchè questo stia accadendo.

 
Le tende del palazzo erano tutte tirate e non un solo raggio di luna illuminava gli alloggi regali, rischiarati unicamente dalle torce affisse alle pareti.
Stesse torce che gettavano ombre minacciose sul viso del principe ereditario, già segnato da un'ustione che gli divorava da tre anni la parte destra del volto.
Il ticchettio dei suoi stivali sul pavimento dei corridoi ampi del palazzo gli risultava snervante e non faceva altro che accrescere di rabbia tutto quel vortice di emozioni che, non comprendendolo, lo irritava immensamente.
Zuko, dopo aver raggiunto l'apice della sopportazione durante il tanto agognato colloquio col padre, ora era diretto verso l'unica fonte di risposte possibile: Azula, quella sorella infima e cattiva che con i suoi interventi e le sue domande degli ultimi giorni non aveva fatto altro che gettare legna nel fuoco dei suoi dubbi. Stessa sorella che, inoltre, di certo aveva un qualche tipo di spiegazione per la situazione venutasi a creare.
Arrivato davanti alle porte della stanza della ragazza strinse le mani a pugno e, senza curarsi dell'ora tarda o della privacy della sorella, spalancò le porte.
- Perchè l'hai fatto?- Tuonò, fissando distrattamente l'ombra scura che il suo corpo gettava sulla sagoma supina nel letto al centro della stanza.
-A volte dovresti essere un po' più specifico.- Rispose quella. Se non avesse parlato con il suo consueto tono mellifluo, Zuko avrebbe detto che Azula stesse ancora dormendo, dato che non aveva fatto un solo cambio di espressione e i suoi occhi rimanevano tenacemente chiusi.
-Perchè hai detto a nostro padre che ho ucciso io l'Avatar?- Replicò allora il ragazzo, avanzando inesorabilmente nella stanza.
-Non puoi aspettare domani mattina?- Gemette Azula, e Zuko si chiese quanto potesse fidarsi del suo tono supplichevole; era forse un modo per ritardare la conversazione, quello? Zuko l'aveva forse colta alla sprovvista?
-No, non posso.- Dichiarò quindi, sperando irragionevolmente che l'irruenza della sua domanda, sommata all'invasione nella stanza, riuscissero per una volta a farle sputare la verità o, per lo meno, farle rivelare le sue vere intenzioni. Cosa che, Zuko lo capì solo col senno di poi, Azula aveva già fatto in parte quel pomeriggio al laghetto delle anatretartaruga.
-E va bene.- Sospirò la ragazza, aprendo finalmente gli occhi e mettendosi seduta in una posa elegante per guardarsi con non curanza le unghie curate. Zuko constatò con rammarico che, malgrado le circostanze, come sempre era Azula a detenere il controllo della situazione e fu propriò capendo ciò che tutto un tratto si sentì a disagio nel guardare la veste da camera della sorella e le forme che vi si intravedevano sotto. Fortunatamente Zuko ebbe il tempo di trovare un'espressione dura, contando sull'aiuto della luce che, proveniendo dalle sue spalle faceva cadere il suo volto nell'ombra.
-Sembravi così preoccupato di come ti avrebbe trattato nostro padre perchè non avevi catturato l'Avatar che ho pensato di dare a te il merito così non ti saresti più preoccupato.-Dichiarò infine Azula e Zuko, anche sforzandosi, non riuscì a carpire l'inganno nelle sue parole, anche se, ovviamente, sua sorella era una straordinaria bugiarda.
-E perchè?- Chiese allora, compiacendosi brevemente per il tono neutro che era riuscito ad usare.
-Consideralo un atto di generosità.- Rispose la ragazza, scostando la coperta leggera per scendere con grazia dal letto. Zuko non potè che irrigidirsi a quel gesto, perchè, seppur non avesse mai davvero considerato Azula una sorella, quella volta, nella penombra della stanza, le apparve per quel che era: una ragazza in veste da camera nel fiore degli anni. -
Volevo ringraziarti per il tuo aiuto.- Continuò poi lei, facendo un pericolo passo verso il ragazzo. -Ed ero felice di condividere la gloria.- Concluse infine, appoggiandosi ad una delle colonne che reggevano il baldacchino.
Zuko, che si era concentrato ossessivamente sulle parole della sorella per non farsi incantare dal modo in cui la luce del corridoio indugiava sulle sue forme, notò subito il tono carezzevole che aveva usato e vi carpì, all'interno, la bugia; ma apparte ciò era ovvio che Azula non potesse desiderare di condividere qualcosa, tantomeno la gloria.
-Stai mentendo.- Dichiarò infine Zuko con espressione corrucciata.
-Se lo dici tu.- Commentò l'altra, avanzando verso di lui con il naso all'aria. Zuko temette per un istante che la sorella si fosse accorta delle reazioni che aveva suscitato in lui quella sera, ma poi lo superò per dirigersi verso la porta e il ragazzo non riuscì più a carprire l' espressione.
-C'è un motivo per cui l'hai fatto.- Disse quindi. -Solo che non ho ancora capito quale sia.-
Azula si bloccò, sempre senza permettere al fratello di vederla in faccia.
-Ti prego, Zuko.- Gemette, portando le braccia al cielo e tendendo i muscoli per stirarli.
Quindi si voltò con un mezzo sorriso sulle labbra e portandosi una mano al mento aggiunse:-Quale altro motivo protrei mai avere? Cosa potrei guadagnarci nel lasciare a te la gloria per aver sconfitto l'Avatar?-
Zuko la seguì con sguardo torvo mentre gli si avvicinava con il sorrisetto sghembo e arrogante che risultava stranamente seducente in quel contesto bizzarramente intimo in cui i due si trovavano. Quando infine Azula gli mise una mano sulla spalla e ricambiò l'occhiata insistente con cui il fratello l'aveva seguita, Zuko distolse lo sguardo per puntarlo dritto davanti a sè, poco felice della caparbietà che il suo cuore aveva messo nel pulsare.
-A meno che,- Sussurrò allora la ragazza, in tono dolce, fissando intensamente il profilo del fratello. -se l'Avatar fosse ancora vivo,-
Zuko sentiva il suo respiro caldo sul collo e stava chiedersi quanto avrebbe potuto ancora resistere a quella situazione prima che degenerasse, quando Azula passò oltre, tornando verso il letto. -la gloria si trasformerebbe all'improvviso in vergogna e stoltezza.- Concluse infine.
Il ragazzo, tornato a seguirla con lo sguardo, trovò finalmente il modo per sfogare la frustrazione che l'aveva invaso, aggrottando le sopracciglia e lasciando trasparire lo sconcerto che le parole di lei, sommate a quella situazione a dir poco bizzarra avevano evocato.
Azula tornò ad acciambellarsi sul letto e Zuko non capì mai se l'assunzione di quella posa che aveva fatto sì che la veste le si aprisse poco più leggermente del normale sul petto fosse volontaria.
-Ma,- Commentò Azula davanti alla sua espressione accigliata, tornando a sdraiarsi.- l'hai detto tu stesso che questo è impossibile.-
Zuko digrignò i denti e non trovò altro da fare che voltare i tacchi e uscire dalla stanza, frustrato.
Il suono dolciastro della voce della sorella lo accompagnò come un'eco carezzevole e insistente fuori dal corridoio e poi, più tardi, in quella notte passata senza chiudere occhio:
-Buona notte, Zuzu.-

 

Ho preso ciò che odiavo e ne ho fatto una parte di me.
E ora

sei diventata una parte di me,
sarai sempre qui,
sei diventata una parte di me.
Sarai sempre la mia paura.

 

 

 

Angolo di Ted:

Questa non è una song-fic; anche se ho preso le parole in corsivo dalla traduzione di "Figure 09" dei Linkin Park ho scritto la storia senza basarmi su di esse e le ho aggiunte dopo.
Detto questo, ho sempre avuto un debole per questa coppia, anche se è incesto, e volevo omaggiarla.
E, be', sono consapevole che, di fatto, nella storia non si conclude nulla, diciamo, ma non volevo che fosse un momento totalmente campato per aria, così ho proposto questo missing moment della prima puntata del libro III.
-Teddy

 

  
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