Crossover
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Autore: whitemushroom    17/02/2013    3 recensioni
Il Legame Cremisi è la prova che ogni Cavaliere dei Pesci deve affrontare per dimostrarsi degno di vestire la Gold Cloth, l'armatura d'oro che contraddistingue i migliori guerrieri della dea Athena. Ma il Legame Cremisi ha un prezzo. Un prezzo che Crona, giovane apprendista del Gold Saint Lugonis, non è disposto a pagare ...
Una fanfiction crossover tra l'universo di Saint Seiya (The Lost Canvas) e Soul Eater.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Sage, la pazienza. Cosa scorgono gli occhi verdi che vegliano sul Santuario?


L’uomo anziano scese le scale; nonostante il passo fermo ed autoritario che aveva imparato ad acquisire nel corso degli anni, un qualsiasi spettatore vi avrebbe letto fretta e preoccupazione.
Ma non c’era alcuno spettatore, e mai ve ne sarebbero stati sui gradini della Scala Sacra, la lunga serie di gradini che conduceva all’osservatorio del Santuario, suo piccolo regno e rifugio; il profumo delle rose rosse che crescevano lì poteva indurre chiunque ad una morte rapida. Chiunque, ma non il Grande Sacerdote.
Sage arrivò all’ultimo gradino e camminò nel giardino che conduceva alla Casa dei Pesci; vi erano centinaia di rose del color del sangue, bellissime e letali, il cui colore esplodeva anche in quella notte poco rischiarata dalla luna. Erano la vista più bella che si potesse godere dal suo osservatorio, quella che rendeva ogni giorno degno di essere salutato con gioia, e scendere lì dentro aveva sempre rinvigorito di speranza il suo vecchio cuore. Al suo passo i fiori si scansarono, mentre lungo i rami dei roseti più anziani le spine si ritraevano con un certo rispetto, attente a non ferire la sua pelle, imprigionarne i capelli chiari o strappare la lunga tunica scura.
L’uomo anziano era abituato a quel prodigio, e più di una volta si era sorpreso di ringraziare ad alta voce le piante. Il meraviglioso giardino su cui in quel momento si poggiavano i suoi passi non era soltanto un capriccio del custode della Dodicesima Casa, ma anche l’ultimo e più potente baluardo che qualsiasi invasore avrebbe potuto incontrare prima di raggiungere l’osservatorio, l’ultimo tempio in cui da centinaia di generazioni regnavano i Grandi Sacerdoti e si incarnava la preziosa dea Atena. Gli anni avevano insegnato a Sage il rispetto per ogni creatura o cosa, e non trovava né folle né stravagante il gesto di riverire e salutare quei roseti.
Eppure da diversi giorni qualcosa non andava.
I petali di più di un fiore avevano venature color dell’oscurità.
Sarà forse perché… il Cosmo di Lugonis sta sparendo?
Non ne era così certo, ma non lo avrebbe mai saputo rimanendo ad osservare le stelle rinchiuso nelle sue stanze.
Entrò nella Casa dei Pesci senza farsi annunciare, scostando i rampicanti che decoravano l’ingresso, certo che il custode del luogo avesse più di un modo per sapere del suo arrivo.
“G … G … Grande Sacerdote!”.
Sage si voltò: da un’ombra uscì un ragazzo pallido e magro, fin troppo per la sua età. Si inginocchiò davanti a lui con una deferenza esagerata ed un terribile nervosismo di fondo, facendo cadere a terra un candelabro d’oro che stringeva come fosse una lancia. Erano anni che l’uomo anziano non vedeva i capelli rosa del piccolo e timido Crona, l’apprendista di Lugonis e futuro custode di quel luogo e del giardino. Se possibile si era fatto ancora più introverso e nervoso di quanto ricordasse.
“Il … il mio maestro la attende, Sua Eccellenza! E … e … mi dispiace terribilmente di non aver fatto ritirare le rose per la sua venuta, e poi … e poi non so come comportarmi quando …”
“Non hai nulla di cui scusarti. Ora fai strada”.
Il ragazzo si profuse in tre inchini consecutivi e si incamminò, fermandosi un istante ad accendere le candele, lanciando costanti e confuse occhiate nella sua direzione; nella luce soffusa, con la testa china ed il passo malfermo, Sage non sapeva come giudicarlo, visto che tra poco quel corpo gracile avrebbe vestito la Gold Cloth del suo maestro: ad essere sinceri aveva in mente un paio di Silver Saint più che adatti a rivestire quel sacro compito, ma Lugonis aveva scelto il ragazzo e la questione era caduta lì, come tutte le volte che provava a discutere con il Gold Saint dei Pesci.
La vocina del ragazzo arrivò flebile, come se per pronunciare quelle parole avesse vinto una lunga battaglia interiore “Lei … può guarire il mio maestro … Eccellenza?”.
Il ragazzo non sa nulla, dunque …
L’arrivo nella stanza del Saint dei Pesci risparmiò a Sage una risposta che non si sentiva pronto a dare; il primo segnale di quello che stava accadendo lì dentro era l’odore acre delle rose venefiche, che avrebbe donato una morte dolce e lenta a qualsiasi mortale che ne l’avesse respirato. Il sacerdote inalò a fondo, usando il suo Cosmo per allontanare la minaccia, assaporando nel naso e sul fondo della gola il profumo mortale dei Cavalieri dei Pesci. La sorgente dell’odore intenso era il corpo di Lugonis. L’uomo non aveva nemmeno la forza di alzarsi; riuscì solo a puntare i gomiti e sollevare la schiena in segno di saluto, continuando però a portare con ostinazione e orgoglio la sua Cloth che scintillava d’oro alla luce delle nuove candele “Grande Sacerdote …”
Crona corse verso di lui, scrollandosi di colpo tutta la sua apatia; gli venne accanto, sistemò il candeliere al posto di lumi ormai spenti e gli versò una coppa d’acqua, ma quando vide che le mani del suo maestro tremavano iniziò a piangere silenziosamente.
“Crona …” l’uomo bevve a sorsi lenti, poi gli scompigliò i capelli e stentò un sorriso che non ingannò nemmeno il suo apprendista.
I cavalieri protetti dalla dodicesima costellazione nascevano dotati di una bellezza particolare, tanto che a prima vista era difficile capire se fossero uomini o donne. Ma negli ultimi tempi Lugonis era cambiato: i suoi occhi blu si erano fatti lattiginosi ed i capelli, un tempo color del sangue, avevano la consistenza della stoppa e gli ricadevano in disordine fino ai fianchi in una tinta indefinibile. L’odore dei fiori proveniva dal suo corpo e da quelli che erano cresciuti spontaneamente ai lati del suo letto.
Una rosa appassita …
“Ragazzo, l'ora è tarda ed il Grande Sacerdote è in gentile visita alla nostra Casa. Saresti così gentile da portarci qualcosa da mangiare?” Sage si rese conto di non aver mai visto il Saint dei Pesci, di solito schivo e scostante, comportarsi in maniera tanto affettuosa “E … non fare quella faccia! Tra un po’ starò meglio, vedrai!”.
Il ragazzo non parlò, ma si inchinò davanti ad entrambi ed uscì con un vassoio tra le mani; non guardò negli occhi nessuno di loro e Sage percepì una disperazione in grado di inghiottire un Cosmo così spaurito. Lasciò che i passi dell’apprendista svanissero nei corridoi, poi si sedette davanti al letto, fissando Lugonis; forse la sua bellezza era sparita, ma poteva veder sbocciare un sorriso “Hai iniziato il Legame Cremisi?”
“Sì. Tra qualche giorno Crona sarà il nuovo Gold Saint dei Pesci. Ti prego, risparmiami i tuoi dubbi: il ragazzo è pronto”.
Sage sospirò; era giunto fin lì anche con l’intenzione di far ragionare Lugonis per l’ultima volta, ma l’uomo era irremovibile. Per essere un Saint dei Pesci era vissuto a lungo, raramente aveva visto un eletto della dodicesima costellazione superare i trentacinque anni di vita; la persona davanti a lui era orgogliosa del suo legame che aveva tanto tardato a creare.
“Noi Pesci siamo padri per natura, Sage. Esistiamo solo per il nostro discendente”.
“Ah, di certo Crona sarà un tuo degno erede: è solitario come tutti i Pesci, e con quei capelli è difficile dire se stai addestrando un sacerdote o una sacerdotessa”.
“Almeno non facciamo come i Saint del Cancro, che si chiudono nella loro corazza e ci invecchiano dentro!”.
Per quello gli piaceva Lugonis: ad un uomo votato alla morte non importava molto fingere eccessivo ossequio per il suo superiore, e non mancava mai di fargli notare alcuni difetti. Dei tanti uomini sotto di lui, quello davanti ai suoi occhi era l’unico con cui aveva stretto qualcosa di molto vicino al concetto di amicizia.
“Sage… c’è però qualcosa che devo dirti … riguardo a Crona”
I suoi occhi si assottigliarono, rivelando di colpo le preoccupazioni che nascondeva al suo ignaro apprendista; sollevò a fatica il braccio destro, portandolo alla vista del Grande Sacerdote. Sage non vi aveva fatto alcun caso, preoccupato solo del viso pallido e del corpo a pezzi, ma ciò che vide lo lasciò senza parole. L’armatura d’oro era sempre splendida e lucente come l’amore di Atena, ma la porzione che copriva l’avambraccio era in frantumi in più punti, e diverse crepe la coprivano.
“Ma cosa …?” chiese, colpito dai più incredibili dubbi.
“Il sangue … il suo sangue …”
Sage si avvicinò, tenendo tra le mani l’oggetto e fissandolo senza più parlare: nulla poteva scalfire una delle sacre Cloth, le armature dono della loro dea, né la forza del Toro né il braccio del Capricorno. E non certo il sangue di un ragazzo. Sembrava che l’oro si fosse distrutto dal suo interno, spaccato da delle venature all’apparenza invisibili; quando ne saggiò la resistenza un nuovo frammento si staccò, friabile come il gesso “E … tu?”
Tra le dita di Lugonis comparve una rosa, e con le sue spine disegnò un lieve tratto sul palmo della mano, ed il sangue si riversò sul letto: quando toccò la stoffa l’anziano sacerdote sentì un odore di morte venirgli addosso, ed osservò con attenzione le poche gocce rimaste accanto alla ferita dell’uomo. Quel sangue era nero come la notte, proprio come le nuove rose che aveva visto nel giardino.
E gelido al tatto.
“LUGONIS, INTERROMPI SUBITO IL LEGAME!”
“No”.
Già. Se davvero lo avesse voluto lo avrebbe fatto da tempo; ma quel sangue nero non era normale. Nelle vene dei Saint dei Pesci scorreva da ere un sangue velenoso per tutti i sensi umani, frutto di anni di isolamento tra le rose sacre, le loro armi predilette. Si addestravano per tutta la vita allo scopo renderlo sempre più forte, ed in ogni guerra sacra il custode della dodicesima costellazione lo aveva usato per abbattere tutti coloro che tentavano l’ascesa della Scala Santa. In oltre duecento anni il Gran Sacerdote aveva visto quel sangue velenoso decine di volte, ma mai esso era stato del colore del cuore di Ade.
“Sage … ascoltami …”
Cercò di rimanere seduto e di fissarlo negli occhi.
“Non interromperlo … non farlo per me. Anche se il sangue di Crona fosse stato rosso, in lui scorre il veleno della mia Casa. Sai bene quanto me cosa accade alla fine del Legame Cremisi”.
“Ma …”
“Ti chiedo solo di guardarlo da lontano quando non ci sarò più. Non so spiegarmi cosa sia questo sangue. Sai quanto me che lo scopo del Legame è quello di donare al mio successore tutto il potere ed il veleno che ho accumulato nel corso degli anni in questo giardino, offrendoglielo sotto forma del mio sangue per rafforzare il suo e renderlo superiore. Ho iniziato lo scambio tre giorni fa, e dal primo contatto il suo sangue ha iniziato a mutare.” sospirò, osservando la porta “Non vi avevo dato molto peso e credevo fosse una normale reazione al mio veleno, ma… da quando una sua goccia ha distrutto la mia Cloth temo per lui”.
“PRENDI TEMPO! COME GRAN SACERDOTE TI ORDINO DI FARLO!”
Lugonis doveva obbedirgli; ma seppe la risposta prima che l’altro aprisse bocca “Non puoi disfare quello che Atena ha voluto per noi. Con il Legame Cremisi ho dato il veleno che scorre in me a Crona, e adesso lui mi sta offrendo il suo. Il suo sangue supera di molto il mio e ne sono orgoglioso” sorrise in modo ancora più flebile “Ho atteso per dieci anni che il mio apprendista arrivasse a questo livello”.
“Lugonis, tu morirai”.
“Come un Saint dei Pesci: con il sangue del mio successore. Dalla morte, la vita”.
Ed io vedrò ripetersi la tragedia per l’ennesima volta…
“Morirei in ogni caso, questa storia del sangue nero non cambierà il mio destino” appoggiando una mano alla parete si sedette sul letto, fissandolo con i suoi ostinati occhi blu. Fu osservandoli con calma che l’uomo anziano comprese di non avere più alcun argomento valido per fermarlo; come d’altro canto, succedeva ogni volta che assisteva al Legame. Non era mai riuscito ad accettarlo nel profondo del cuore. Perché quando tutto era terminato, quando il corpo del maestro giaceva senza vita in un letto di petali, quando per pochi istanti l’intero giardino diventava secco e sterile, allora rimaneva soltanto un ragazzo con un’armatura d’oro che comprendeva proprio in quel momento di aver ucciso con il suo stesso sangue la persona che lo aveva cresciuto ed amato.
“Il ragazzo non lo sa, vero?”
“Come non lo sapevo io all’epoca. E dopo tanti anni mi rendo conto che è la scelta migliore”.
Poi alle loro spalle sentì un rumore di stoviglie in terra e di vetro in frantumi; sulla soglia della porta stava il ragazzo, con gli occhi pieni di lacrime fissi su loro due, incurante della cena sparsa sul pavimento. Per la prima volta Sage percepì il potenziale dell’apprendista dietro un Cosmo debole, spaventato e fuori controllo. Lugonis raccolse tutte le sue poche forze e si sollevò di colpo dal letto, il viso privo di ogni colore.
“CRONA!”
Sage riuscì per un attimo ad incrociare gli occhi azzurri dell’apprendista e vi lesse insieme vuoto ed orrore per tutto quello che non avrebbe dovuto sentire. Poi il giovane diede loro le spalle e corse via; l’uomo anziano avrebbe voluto fare tante cose, ma si ritrovò a sorreggere il peso di Lugonis e della sua armatura che crollarono miseramente su di lui.
“Crona …”
Distolse lo sguardo dal viso dell’uomo.
Nemmeno il Grande Sacerdote avrebbe mai dovuto vedere le lacrime di un Gold Saint.

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Grazie a tutti coloro che hanno letto questa fanfiction! Un paio di note preliminari dell'autrice ...

- Come avete potuto evincere dalla lettura, in questa fanfiction Crona è un maschio. Poiché l'autore non ha ancora specificato il suo sesso (e credo che sadicamente non lo farà mai), ho deciso di trattare questo personaggio come un maschio sia per esigenze legate alla trama di Saint Seiya sia perché personalmente penso che quello sia il suo genere.

- Poiché ho scritto questa fanfiction prima dell'uscita italiana dell'Albafica Gaiden, i nomi di alcuni personaggi fanno riferimento alle vecchie traduzioni fanmade. Per esempio "Lugonis" corrisponde a Rugonis -traduzione discutibile, a mio parere-, mentre il "Legame Cremisi" coincide con il "Legame Scarlatto"
  
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