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Autore: iwashere    17/02/2013    2 recensioni
It's the St. Berry week 2013, babes!
Perchè le storie su queste due meraviglie scarseggiano, e noi cerchiamo di riempire il vuoto.
Day 1: NYADA.
Day 2: Vocal Adrenaline.
Day 3: Student / Teacher.
Day 4: Different time period.
Day 5: Power couple.
Day 6: Library.
Day 7: Hello.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Jessie/Rachel
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sabato 16 Febbraio: Hello.
AU, primo incontro tra Rachel e Jesse.

 
 

I love you, won’t you tell me your name?

 
 
Rachel aveva sempre preso la metropolitana alle sette e trentacinque del mattino, tutti i giorni della sua vita da quando viveva a New York.
Una mattina era così in ritardo che stava ponderando di non andarci proprio, al lavoro. Poi si era ricordata che faceva straordinari e lavorava ad orari improponibili per comprarsi quella bellissima chitarra che aveva visto al negozio qualche mese prima e si era vestita più in fretta possibile.
Quando era riuscita a trovare un posto si era meravigliata e era corsa verso la banchina, prima che una signora anziana si sedesse. Sconsolata si era guardata un po’ intorno, poi un bellissimo ragazzo le aveva chiesto “Vuoi che ti lasci il posto, dolcezza?” Rachel era arrossita, aveva ringraziato e gli aveva sorriso.
Sul momento aveva pensato a quanto gentile e carino e gentiluomo e carino fosse stato, ma mai aveva pensato che l’avrebbe rivisto, quindi a quale pro chiedergli il nome?
 

* - * - *

 
La seconda mattina che Rachel si era svegliata in ritardo aveva lanciato qualche imprecazione contro la sua sveglia, aveva salutato Kurt con un abbraccio veloce augurandogli buona giornata e si era catapultata verso la metro.
Arrivata lì ogni posto era occupato, e Rachel aveva cercato inutilmente di mettersi il più lontano dalle porte per non intralciare nessuno. Poi una mano l’aveva leggermente tirata per una manica del lungo cappotto ocra e lei, dopo essersi girata, aveva visto di nuovo quel bellissimo ragazzo.
Le stava indicando il posto si cui era seduto, e Rachel era riuscita a balbettare un “No, no, sei troppo gentile, stai pure seduto!” prima che si alzasse a la costringesse, quasi, a mettersi dove prima si trovava lui stesso.
“Perché ogni volta che mi vedi mi lasci il tuo posto?” Aveva chiesto ridacchiando, prima di rendersi conto che probabilmente quello sconosciuto non la ricordava nemmeno.
“Perché sei carina, dolcezza.” Aveva sorriso – e come ho fatto e non notare il suo sorriso? – e poi era sceso velocemente dalla metro.
 

* - * - *

 
Rachel da quella mattina prende sempre la metro in ritardo di dieci minuti, e incontra tutti i giorni il suo sconosciuto che le lascia sempre il posto prima di scendere. Ormai parlano di qualunque cosa, perché alla fine, chi meglio di uno sconosciuto può aiutarti se hai dei problemi?
Le loro conversazioni sono brevi per natura, perché condividono solo tre fermate totali, ma quella mattina, quando il ragazzo le lascia il posto, le da’ anche un pacchetto. Poi scende, salutandola con la mano e le mima un cellulare con le dita.
Quando Rachel apre il pacchetto, crede di poter svenire lì, in quel preciso momento. All’interno del sacchetto bianco e nero che ora riconosce come quello del suo negozio di musica preferito, c’è la chitarra che ama tanto e di cui ha parlato per due settimane intere.
Attaccato alla cassa c’è anche una lettera, scritta con una calligrafia leggere e impeccabile che recita: “Ciao dolcezza, io mi chiamo Jesse. Ti ho regalato anche lo spartito di una canzone che devi assolutamente imparare a suonare, mentre sarò via. Torno tra un paio di settimane, cerca di sederti sempre la mattina!”
 

* - * - *

 
Due settimane dopo – durante le quali Rachel ha dovuto lottare per trovare un posto a sedersi e non sempre è riuscita a vincere la battaglia – quando sale sulla metropolitana, il viso sorridente di Jesse è lì ad aspettarla.
Quando fa per alzarsi però, Rachel lo blocca e intona il verso della canzone che Jesse le ha chiesto di imparare.
“Hello, I love you won’t you tell me your name?” poi sorride e Jesse non può fare altro che aprirsi in un sorriso di rimando.
“Tecnicamente sai che dovrei chiedertelo io, vero dolcezza?” Rachel gli lancia un occhiataccia e ride sommessamente.
“Sei pazzo, Jesse. Non sai nemmeno come mi chiamo e mi hai fatto un regalo splendido. Io non so davvero come ringraziarti.” Arrossisce e Jesse alza appena le spalle.
“Hai imparato la canzone, no?” Rachel annuisce. “Allora siamo a posto. Oh, devo scendere, ci vediamo domani!”
Si alza di corsa, e un secondo prima che possa scendere lo sente forte e chiaro: “Mi chiamo Rachel, comunque.”


* - * - *

Eccoci, ho finito. (Con un giorno in ritardo ma who cares?)
Grazie mille a tutti quelli che hanno letto silenziosamente e a Itsamess che mi ha lasciato un parere ad ogni shot.

Alla prossima,
Tatiana. *che vi ama tutti un sacco*

   
 
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