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Autore: Sashuras    18/02/2013    2 recensioni
"- Dimenticami Billie. Torna da lei, torna da Adie, ha bisogno di te! –
- Tornare? Adesso l’unica cosa che vorrà è uccidermi – ridacchiò, con un lieve tono di amarezza, ma la ragazza continuò a fissarlo con sguardo severo
- Torna a casa, fallo per me. – e l'agro-dolce sorriso di Billie Joe scomparve, lasciando posto ad un espressione seria, da uomo maturo, sicuro. Consapevole di ciò che doveva fare, annuì."
ZAN ZAN (?) Questo sarebbe il mio ipotetico 'regalo di compleanno' per il nano egocentrico (viva la mia puntualità).
Auguri e wish you the best Billie!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I'm Coming Home"


Ormai era fermo sullo stesso punto da più di un’ora. Con la chitarra in mano, continuava a strimpellare le stesse note e gli stessi accordi. Un punto della melodia non quadrava; sentiva ch’era quasi perfetta, ma mancava ancora qualcosa, e non aveva la più pallida idea di cosa fosse. Prese a grattarsi nervoso i capelli corvini, così come faceva sempre quando cercava l’ispirazione. Ritornò a suonare sempre lo stesso giro di accordi, ma niente, l’illuminazione sembrava non arrivare.
- Perché suoni sempre la stessa melodia? – gli chiese una voce femminile. Lui non rispose. Billie Joe la guardò negl’occhi, a volerla fulminare col pensiero. Mai avvicinarsi a lui quando la musa ispiratrice non era dalla sua parte.
- Okkey okkey, ho capito, sto zitta! – disse lei, addentando una mela. Prese a muovere qualche tasto a caso sul mixer, pur di smorzare l’ansia che si avvertiva tra i due. Nel frattempo, si dondolava sulla sedia, provocando un fastidioso scricchiolio.
- Ti stai ferma, per favore? Cerchiamo di concludere questa faccenda una volta e per tutte! – rispose ringhiando Billie Joe, prima di tornare al tormento della sua melodia. Lady Cobra non sopportava essere sgridata, né da sua padre né tantomeno da quel nano egocentrico. Ma d’altronde, ciò che Billie stava cercando ci comporre era proprio il suo pezzo. Non poteva far altro che eseguire gli ordini, chiudere il becco e restare ad osservarlo.
Passò una buona mezz’ora infertile, ormai era sera tardi e lo studio di registrazione era vuoto. Lady Cobra e Billie Joe sedevano uno di fronte all’altro nella control room da diverse ore, ma quel dannato duetto non sembrava prender forma. Lady Cobra era stufa di starsene lì come un suppellettile, così si alzò di scatto, tolse la chitarra dalle mani del moro e sedette sulle sue gambe. Poggiò una mano sulla guancia dell'uomo, regalandogli una carezza, ed i loro occhi si incontrarono.
- Cos’hai Armstrong? Ti vedo perso, distratto, qualcosa non va? – chiese la ragazza. Billie ammutolì, segno che si, effettivamente c’era qualcosa che non andava.
- C’entra per caso la band? Sono io forse il problema? – ma egli, con un cenno di dissenso del capo, negò queste ipotesi.
- Ho capito – disse lei. – E’ Adrienne il problema. – Un lampo di tristezza investì gli occhi del ragazzo; Lady Cobra aveva fatto centro ancora una volta.
- Sono io il problema. – ribattè – sono io il fottuto problema! –
- Avete litigato? – chiese lei, cercando di cavargli le parole da bocca.
- Si, di brutto. Abbiamo urlato, i ragazzi si sono svegliati, Jakob s’è spaventato. Era furiosa, non voleva neanche che mi avvicinassi a lei o ai miei filgi. E’ convinta che io l’abbia tradita, ma non è vero … non è vero … - rispose, mentre il suo tono di voce calava sempre di più.
- Bille Joe, da quel poco che ti conosco non posso dire che tu sia uno stinco di santo … -
- Non ho mai tradito mia moglie! – ripetè.
- Abbiamo fatto sesso. – esortò lei, con un tono di ovvietà.
- Ero ubriaco fradicio, solo, triste, depresso e comunque non ricordo assolutamente niente! E’ stato solo un divertimento, un gioco, niente di più. –
- A giocar col fuoco si finisce per bruciarsi, lo sai Billie Joe? – e gli regalò un’altra carezza che lui evitò. Lady Cobra si lasciò sfuggire una risata, staccò i suoi occhi da quelli smeraldini del cantante per posarli sul mixer di fronte a lei. Allora si alzò, imponendo la sua figura femminile davanti al corpo del front-man.
- Ti invidio Billie Joe. Invidio te ed Adrienne. Invidio voi e il vostro rapporto. State insieme ormai da vent’anni; e quante volte avrete litigato, non oso immaginarlo, eppure è come se voi foste indirettamente legati. Potrete allontanarvi, odiarvi per un motivo o per un altro, ma tornerete sempre e comunque insieme. Vi amate, come solo il vero amore può unire due persone. Vorrei che qualcuno amasse così anche me – disse infine, abbassando lo sguardo. Billie si alzò e le strinse forte le mani.
- E lo troverai, ne son certo. – fece per abbracciarla, ma lei si scansò.
- Dimenticami Billie. Torna da lei, torna da Adie, ha bisogno di te! –
- Tornare? Adesso l’unica cosa che vorrà è uccidermi – ridacchiò, con un lieve tono di amarezza, ma la ragazza continuò a fissarlo con sguardo severo.
- Torna a casa, fallo per me. – e l’agro-dolce sorriso di Billie Joe scomparve, lasciando posto ad un espressione seria, da uomo maturo, sicuro. Consapevole di ciò che doveva fare, annuì.
- Alla prossima, ‘Lady Cobra’ – la salutò, si mise giaccone e sciarpa e scomparve nella penombra dei corridoi dello studio di registrazione.
- A presto Billie Joe Armstrong – sussurrò lei, rimasta già sola nella control room.
 
Il viaggio dallo studio di registrazione a casa Armstrong era breve, talmente breve che in men che non si dica Billie si ritrovò sulla soglia di casa, col mazzo di chiavi in mano e un cuore colmo di sensi di colpa. Entrare o non entrare? Non avrebbe retto altri insulti di lei, non avrebbe retto un’altra litigata e, soprattutto, non avrebbe sopportato lo sguardo inqusitore dei suoi figli, che violentemente lo incolpavano, in silenzio, di tutto ciò ch’era successo. Inspirò a fondo, prese coraggio e, con un gesto secco e deciso, aprì la serratura di casa. Aveva certo paura di ciò che sarebbe potuto accadere se la moglie avesse visto ancora quel suo viso da sporco bugiardo, forse questa volta si sarebbe lasciato schiaffeggiare e le avrebbe chiesto perdono con i suoi occhi smeraldini. O almeno ci avrebbe provato.
Entrò nel salone della dimora completamente buio e si sorprese di trovarlo completamente vuoto. Sentì il rumoroso orologio a pendolo rintoccare la mezzanotte. Quella sera aveva fatto davvero tardi. Cosa avrebbe pensato Adrienne? Avrebbe creduto alla storia dello studio di registrazione? O gli avrebbe dato dello stupido incosciente pessimo padre ecc. ecc. ? Probabilmente più la seconda opzione.
- Ssssh! –
Dei bisbigli fermarono il suo monologo interiore. Incuriosito da quello strano vociare, si mise in ascolto e sentì provenire quel baccano dalla cucina. Si diresse allora verso la stanza e si fermò proprio sulla soglia. Stupito, sentì una lacrima rovente bagnargli le guance.
- Tanti auguri a teeeeee, tanti auguri a teeeeee, tanti auguri a papà, tanti auguri a teeeee! –
Adrienne, il figlio Joey e il più piccolo Jakob, intonavano questa dolce canzoncina. I volti erano illuminati dalla leggera luce delle candele piazzate su di una grande torta di compleanno. Era magnifica, grande e bianca; il dolce profumo di panna e di cioccolato riempivano completamente la stanza buia, arricchendola di un buon odore zuccherato .
- Buon compleanno amore mio – disse Adrienne, sorridendo, mentre i due figli abbracciavano il padre e gli consegnavano i loro regali. Billie era commosso, di solito era difficile vederlo piangere o cedere alle emozioni, ma quella volta non riuscì a trattenersi e, con una febbrile risata, si lasciò sfuggire un’altra leggera lacrima di gioia.
 
Joseph e Jakob, poco dopo, erano ognuno nel proprio letto, immersi nel sonno più profondo. Così rimasero solo Billie Joe ed Adrienne in cucina, pulendo i piatti sporchi di crema pasticcera e panna. Nessuno dei due parlava e neanche accennava a farlo, almeno fin quando Billie chiuse di scatto il rubinetto, frenando così il lavoro di entrambi.
- Adrienne … io … - balbettò, ma ella non gli diede il tempo di continuare. Bloccò con forza le spalle del marito contro il muro e gli diede un leggero schiaffo sulla guancia destra.
- Questo è per quando mi hai dato della stronza ieri. –
Poi prese a carezzargli le labbra ed aggiunse:
- E questo è per essertene pentito – e gli stampò un caldo e delizioso bacio sulle labbra. Billie non capiva, avrebbe dovuto picchiarlo a sangue, non solo un piccolo schiaffetto, ma chiuse lo stesso gli occhi, ricambiando l’attenzione.
-Tu non mi devi niente – aggiunse lei - Entrambi abbiamo delle colpe ed entrambi abbiamo patito abbastanza. Ti perdono, amore mio, ti perdono di tutto. Tu potrai mai perdonarmi? – Si guardarono negli occhi per un lungo e silenzioso lasso di tempo.
- Non ho niente di cui perdonarti – rispose lui con una dolce voce – se non la colpa di aver sposato un completo imbecille! – risero all’unisono e si baciarono ancora, con più forza e dolcezza.
 
Passarono insieme l’intera notte, scambiandosi effusioni nel silenzio e nel buoi della sera. Certo, la cucina era un po’ scomoda, ma quella sera tutto era magia, tutto era amore. Si persero i pregiudizi, le menzogne e le colpe, in un perdono comune fatto solo d’amore. La notte del 17 febbraio non era mai stata così magica.

 

** Angolo autrice**
ZAN ZAN (?)
Ditelo che vi mancava la storiella romanitco-malinconica per il compleanno del nano!
Ho dato un po' di giustizia a Lady Cobra che, almeno nelle mie fantasie, dimostra di essere una donna matura oltre che a una bellissima ragazza. Non picchiatemi çç
Che dire, se vi piace recensite, lasciate un cenno del vostro passaggio e ve ne sarò eternamente riconoscente *inchino*
Così auguro un buon compleanno al caro Billie Joe, sperando per lui meglio (anche se con un pizzico di ritardo ewe, ma chi sanfuten (?) in America è ancora Domenica 17 Febbraio!).
Un caloroso abbraccio e bacio a todos!
Rage and love!

*Sashuras
  
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