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Autore: Sophos_    19/02/2013    0 recensioni
Avevo promesso di mettere per iscritto qualcosa di più consistente, che necessitava un impegno maggiore.
Beh, l'ho fatto.
Tutto è scritto in prima persona, i protagonisti sono due, ognuno con una visione diversa delle cose,specialmente dell'amore. I capitoli si alternano in base ai punti di vista. Lo stesso giorno o la stessa situazione verrà raccontata dalla visione di lui e di lei.
Due morali troppo diverse, lui cinico e spietato, lei sognatrice sfrenata. Lui non si accorge del mondo circostante, lei riesce a cogliere ogni dettaglio.
Spero che in uno dei due vi rispecchierete.
Spero che apprezzerete i miei sforzi sul cambiare quasi radicalmente modo di scrivere.
Tutto è un esperimento!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Giorno 3 Alpha/Beta.
-Isabella, non sono convinto di volerci andare-
-Non mi interessa, tu entri-
Lo scenario che mi si presenta avanti non è dei miei preferiti. Attraversiamo un lungo corridoio e ci mettiamo in fila per il timbro. L’odore di alcool di coloro che stanno uscendo per prendere una boccata d’aria mi dà la nausea. Trattengo a stento un conato e proseguo.
-Senti Giulio, non mi va di tenerti a carico. Quindi datti una svegliata-
-Sì, scusami-
Mi faccio timbrare la mano da un omaccione, lo guardo dal basso verso l’alto e la cosa mi incute un po’ timore, mentre mi timbra la mano mi fa un occhiolino e la cosa mi terrorizza alquanto. Agli antipodi è sicuramente Isabella che accorgendosi di tutto comincia a ridere.
-La serata si prospetta interessante, hai già fatto conquiste- sbeffeggia.
-Non cagarmi il cazzo-
Continuiamo a camminare finchè non entriamo nella sala, e le mie orecchie iniziano ad essere martellate da una musica troppo forte per il mio post-sbornia.
Isabella mi guarda e muove le labbra, ma non capisco nulla di quello che dice, quindi annuisco come un ebete e sorrido. Lei si allontana e mi lascia da solo.
“Credo che non avrei dovuto annuire”
In quelle situazioni mi hanno insegnato che o ti butti nella mischia ed inizi ad essere a tuo agio o fuggi a gambe levate. Nella speranza di essere ritrovato da Isabella mi butto tra la folla e comincio a ballare, pur non sapendolo fare.
“Tanto, qui nessuno si accorge di un cazzo”
Ballando con un mal di testa che continua a trapanarmi il cranio punto gli occhi su una ragazza di spalle.
“Piscione, spero di non sbagliare come te”
Mi avvicino e continuo a ballare, lei non si gira ed io continuo imperterrito a muovermi come una gallina zoppa.
Lei lentamente comincia a girarsi, mi guarda e spalanca gli occhi.
“Che cazzo c’ho che mi guarda così?”
Appena riacquista un’espressione facciale abbastanza nella norma se ne va, lasciandomi da solo come un coglione.
“Quando si dice culo..”
Dopo un po’ comincio a rompermi di quei movimenti compulsivi a ritmo di musica e decido di fare il più grande errore che una persona con i postumi di una sbornia possa fare: andare nuovamente a bere.
Mi accosto a fatica al bancone, dando spallate alle persone intorno a me e chiedo una vodka liscia. Comincio a bere lentamente. Il sapore della vodka è ancora più pungente del normale. Mentre alzo il gomito per fare un altro sorso una mano ferma il bicchiere, lo prende e lo poggia sulle labbra.
Mi scappa un sorriso. Claudia mi ha trovato.
Mi mostra l’indice e il medio della mano sinistra ed indica la vodka, per poi puntare l’indice verso un tavolino libero. Mentre vado ad ordinare nuovamente mi stupisco di come io sia riuscito a capire cosa qualcuno mi stesse dicendo in tutto quel casino.
“Isabella, perché sei l’unica stronza che non capisce che qui non si sente un cazzo?”
Torno con i due bicchieri di vodka e noto che Claudia ha già finito il suo. Un po’ scazzato le porgo l’altro bicchiere e mi siedo dirimpetto a lei. Senza alzarsi completamente sfila verso di me e mi si mette vicina. Ad ogni sorsata che fa mi rivolge degli sguardi troppo intensi a cui tener testa. Per  rendere meno difficoltosa la battaglia scolo tutto il bicchiere senza prendere fiato.
“Ho la bocca in fiamme, cazzo”
Lei sorride e comincia a baciarmi, come se volesse dire che lei ora mi spegnerà il fuoco. Ma l’unica cosa che è riuscita a spegnermi con quel bacio è il cervello, la cui capacità di ragionamento è andata a mignotte e non tornerà prima di domattina.
Claudia mi parla all’orecchio “Usciamo fuori, ci divertiremo”.
E per la seconda volta in poco tempo sfoggio di nuovo la risata ebete accompagnata da un movimento dall’alto verso il basso della testa. Lei si alza e mi fa cenno di seguirla.
Quando siamo nel corridoio vedo di nuovo il buttafuori di prima, che nuovamente mi guarda.
“Sto seriamente cominciando ad odiare questi giochi di sguardi”
Andiamo nella sua macchina, e lei mi dice che ha un’amica con lei.
-Va bene, nessun problema-
“Forse sto fraintendendo tutto”
-Io inizio a chiudermi la canna, ma aspettiamo lei per fumarcela!-
“Si, okay, ho frainteso”
-Hai la sigaretta?-
-Se me la dai tu è meglio-
Lei comincia a chiuderla e dopo aver terminato, aspettiamo l’altra ragazza con la radio accesa, mandano “Sono fuori dal tunnel” di Caparezza.
“Che ironia”
Il discrso verte sul rapper Pugliese, cominciando a cantare tutte le sue canzoni,fuorchè quella in radio.
-Povero Salvemini, io mi sarei suicidata se la gente mi avesse visto per la prima volta col nome di Mikimix-
-Claudiamix suona bene- comincio a ridere.
-Abiura di me!-
-Come Galileo-
Il discorso,privo di senso o meno, continua ancora per un po’, ma entrambi cominciamo a constatare che la sua amica tarda ad arrivare.
-Senti, lasciamola stare, ti va se l’accendiamo..? ricordami il tuo nome-
-Giulio- dico seccato.
-Sì, Giulio. Con questa non ti ricorderai neanche il tuo nome-
“Quindi o te ne sei fumate un paio prima di incontrarmi o sei semplicemente una grande stronza,magari entrambe.”
Lei abbassa leggermente i finestrini per far uscire il fumo, e cominciamo a tirare. Con mio dispiacere devo dare ragione a Claudia, quell’erba è proprio buona.
Dopo averla finita, riaccendiamo lo stereo, questa volta dalle casse parte One Day di Asaaf Avidan.
“Sto proprio viaggiando”
Sia io che Claudia incliniamo la testa verso il finestrino, e guardiamo il parabrezza.
-Te l’ho detto che era buona- mi dice.
La nostra “tranquillità” viene interrotta da una serie di pugni sul cofano, a prima vista non riconosco la figura. Poi la sagoma si avvicina dalla parte di Claudia ed apre lo sportello.
-Stronza, ti sto cercando da mezz’ora- le dice.
-Ah,sì?-
-Già, che cazzo, non è che te ne vai a fare i cazzi tuoi senza dirmi niente.-
-Dai, Alessia, rilassati. Sali dietro che ce ne andiamo a fare un giro-
Metto a fuoco la ragazza.
“Ma è quella che ho incontrato prima mentre ballavamo!”
- Chi è questo, un altro dei tuoi…- si interrompe guardandomi. La sua espressione è simile a quella di poche ore prima, ma credo di vedere i suoi occhi più lucidi.
-Accompagnami a casa,Claudia.- dice flebilmente.
-Oh, dai!-
-Ho detto di accompagnarmi a casa.- ripete, questa volta alzando la voce.
-Che palle, Giulio tu che vuoi fare?-
-Se non ti scazza, vengo con voi, poi ce ne andiamo a fare un giro.-
-Va bene, ma io sono fatta e non vorrei guidare- dice Claudia.
-Guido io, mettiti dietro- le dice Alessia.
Io guardo la scena senza intromettermi, non avrei voluto immischiarmi in un problema tra due amiche. Ho già i miei di problemi, io!
Claudia sale dietro, e si mette nel sediolino dietro di me. Ma invece di rimanere seduta si avvicina a me con la testa e comincia a leccarmi l’orecchio. Alessia sembrava scazzata e continuava a battere le dita sul volante, per poi accendersi una sigaretta.
Claudia mi sussurra – stasera voglio divertirmi-
“Credo che mi divertirò anche io”
Mando un SMS ad Isabella
*Vai via senza di me, io sono con Claudia. Poi ti spiego*

  
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