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Autore: Mrs C    19/02/2013    6 recensioni
Le luci sono abbassate, e i computer quasi tutti spenti. Quentin si muove come una gazzella, saltando da uno schermo all'altro, scribacchiando su un taccuino che tiene in una mano, e digitando parole e numeri con l'altra.
James si prende il suo tempo, per ammirare la schiena del suo ragazzo e sospira di piacere per la bellezza non comune che porta con sé.
Il suo ragazzo.
James quasi non può credere di poterlo davvero chiamare così né al fatto che possa pensarlo come tale senza apparire un idiota.
Pairing: 00Q
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se ci sarai









Quando è nervoso, Quentin lavora più di quanto dovrebbe. Non che di solito non lo faccia, ma in questo periodo rimane in ufficio anche sedici ore al giorno.

Sedici ore più, ovviamente, gli straordinari da casa - che non sa davvero a quanto ammontano.

Mallory ha cercato di mandarlo a casa più di una volta - senza risultati, bel lavoro, M - ma Quentin ha sempre risposto con un sorriso.

Dieci minuti e stacco, boss. Non preoccuparti.
I dieci minuti che poi diventano mezz'ora, una, due... James ha il terrore, un giorno, di entrare nel suo laboratorio e vederlo riverso sulla tastiera del computer o, in alternativa, annegato nella sua tazza di caffè - perché quella non manca mai, in ufficio.

Sono le tre di notte, e all'MI6 non c'è nessuno. Nessuno a parte James e Quentin, ovviamente.

Le luci sono abbassate, e i computer quasi tutti spenti. Quentin si muove come una gazzella, saltando da uno schermo all'altro, scribacchiando su un taccuino che tiene in una mano, e digitando parole e numeri con l'altra.

James si prende il suo tempo, per ammirare la schiena del suo ragazzo e sospira di piacere per la bellezza non comune che porta con sé.

Il suo ragazzo.

James quasi non può credere di poterlo davvero chiamare così né al fatto che possa pensarlo come tale senza apparire un idiota.

- Hai intenzione di guardarmi tutta la notte?

James ghigna, avanzando di qualche passo nell'ufficio. Quentin non si volta neanche quando gli sfiora la pelle del collo con due dita.

- Credi sarebbe una cattiva idea?

- Credo che tu debba riposarti. La tua prossima missione non sarà come le altre.

James fa scivolare una mano sullo stomaco di Quentin che sussulta appena, senza però scostarsi e continuando a scribacchiare per tenere a freno la tremarella.

Bond trova delizioso il suo cercare di non fargli vedere la paura di questa nuova evoluzione fra loro, quando lui per primo non sa bene come muoversi.

Ha sempre il terrore di fare un passo di troppo, o un passo di meno. Con nessuno ha mai avuto questo genere di riguardo.

E anche se lo sembra, Quentin non è un ragazzino. È più come un cristallo di cui deve prendersi cura, ed evitare a chiunque di incrinarlo.

Anche a se stesso.

- Anche tu dovresti.

- Non sono stanco.

- Hai appena scambiato la tazza di caffè per il portapenne, ragazzino. Sei decisamente stanco.

Quentin fissa il portapenne come se stesse guardando una persona con evidenti problemi psichici. La posa, con un colpo di tosse, e batte sulla tastiera in maniera nervosa.

James nota che è più lento del solito. E che trema un po' di più.

- Devo finire qui, così domani potrai partire tranquillo.

- Puoi finire domani mattina.

Quentin scuote la testa, decidendosi finalmente a voltarsi. Le mani di James vagano sulla sua schiena e fianchi. Intenerito, per l'imbarazzo e il mutismo del suo compagno, affonda il viso nei suoi ricci scomposti e ci deposita un bacio leggero.

Quentin gli respira sul collo, e questa volta è James a tremare.

- Non è un consiglio, ragazzino. Vai a dormire.

Annuisce appena, ma non si sposta. James è fin troppo intelligente per non sapere che cosa sta per chiedergli, ma aspetterà il tempo che serve al suo ragazzo per abituarsi all'idea.

Holmes fino al midollo, gli è ancora difficile questo grado di confidenza. Questo affetto fra loro... questa situazione. James cerca di essere il più sicuro fra i due, ma in realtà è quello più impaurito.

Quentin non ha mai permesso a nessuno di avvicinarsi così tanto a lui. James è onorato dal fatto che la scelta sia ricaduta su un agente dei servizi segreti, con evidenti problemi d'alcool e che non esiterebbe a uccidere un passante, se questo osasse minacciarlo anche solo con lo sguardo.

Quentin non ha paura di lui, più di quanto non abbia paura di se stesso.

- Vieni... con me?

- Devi riposare.

- Possiamo farlo insieme.

James sorride, al palese nervosismo del suo ragazzo. Gli deposita un bacio sulle labbra e gli sussurra un 'va bene' a fior di bocca. Quentin si calma, e sorride.

James pensa sia bellissimo.



La casa di Quentin è carina. Isolata dal centro di Londra - ha scelto di proposito un monolocale di periferia per non attirare l'attenzione - e mimetizzata fra decine di altre, in un angolo di strada in cui non passa nessuno se non obbligato. Quentin sale le scale stringendo forte la mano di James, e tremando un po' più di prima. Non esattamente per la stanchezza, e questo James lo sa ma non fa commenti. Ci mette un po', il giovane genio, ad aprire la porta e a far scattare la serratura, per poi rivelare un piccolo appartamento spoglio, con almeno quattro computer, tre schermi lcd e due ipod sul tavolo della cucina. James ridacchia, ma anche in questo caso non dice niente.

- Scusa per... il vuoto. Non c'è quasi niente.

- Ci faremo bastare il niente.

Quentin sorride, senza lasciare la presa sulla sua mano e portandolo in camera da letto. Il letto è di una piazza e mezza, ma abbastanza accogliente per avere entrambi. James, comunque, anche se fosse da mezza piazza non se ne lamenterebbe. Quentin mugugna qualcosa quando chiude le finestre, e abbassa le tapparelle. Nervoso com'è, non si accorge che James si è sfilato di dosso i vestiti ed è già scivolato sotto le coperte, in attesa che lui faccia altrettanto.

- Rimani lì in piedi a fissarmi, oppure vieni qui anche tu?

Quentin deglutisce. James è quasi onorato di riuscire a fargli questo effetto solo sdraiandosi nel suo letto. Le lenzuola hanno l'odore della pelle del suo ragazzo, e l'eccitazione già presente si accentua quando Quentin si sfila il cardigan, la camicia e i pantaloni, tenendo comunque i boxer.

- Sei nudo. -, constata Quentin una volta sul letto, arrossendo un po'.

- Speravo lo fossi anche tu. - risponde James, con un ghigno.

Quentin fa uscire dalle labbra un sospiro tremulo. James gli accarezza la bocca con il pollice.

- Hai paura?

- Per te. Non di te.

- È una missione come tante altre.

Quentin gli blocca la mano con una delle proprie. Accarezza il palmo e il dorso, posandogli un lieve bacio sopra.

- Sai che non è così. È pericoloso... non potrò seguirti nemmeno con l'auricolare questa volta perché c'è la possibilità concreta che le trasmissioni radio vengano captate. Mi disturba non poterti seguire.

- Non è la prima volta che succede.

Quentin ringhia piano, stringendo appena la presa e facendogli male. Nessuno dei due ci fa caso.

- Non potrò sapere dove sei per più di settantadue ore, con il terrore probabile e possibile che tu possa essere vivo, morto, ferito o moribondo in qualche landa desolata del Kazakistan! Se hai la minima idea di come mi sentirò, smettila di fare così... come se non fosse importante.

James non dice niente per qualche secondo. Quentin è inquieto e non ha più voglia di parlare. La sua mano è fredda contro il materasso, adesso.

- Non sto cercando di fartela passare come una cosa poco importante, - dice James - sto cercando di farti capire che ho un motivo per tornare questa volta. E che, per questo, non devi preoccuparti.

Quentin si avvicina, quel tanto che basta per sfiorare la fronte di James con la propria. I suoi occhi bassi, scorrono sui suoi pettorali, e la sua mano si posa fra i capelli biondicci del compagno.

- Le altre volte non avevi un motivo per farlo?

- Non così importante.

Quentin ridacchia piano, posando un bacio lieve sulle labbra dell'altro. Capita raramente che sia lui a prendere l'iniziativa, e James rimane sempre sconvolto di come diano dipendenza le sue labbra, e le sue dita fredde riescano a mandare in cortocircuito il suo cervello solo sfiorandogli la pelle.

Gli bacia la bocca, inspirando forte il suo profumo, sovrastandolo con il suo corpo. I respiri irregolari di Quentin si riversano direttamente nel suo cuore. Lo abbraccia stretto e forte. Vorrebbero entrambi rimanere lì per tutta la vita.

Ma domani e per le prossime settimane, non sarà così. James rischierà la vita più di una volta e Quentin sarà nell'ufficio dell'MI6, non dormendo né di notte né di giorno, cercando di non pensare ai possibili se. Quentin rimarrà in stand by, finché James non tornerà.

James lotterà solo per rivedere lui. Quentin sopravviverà per poterlo riabbracciare.





- Torna a casa, James. Per favore.

- Se ci sarai tu ad aspettarmi...

- Sempre.











Ps. I'm a Serial Addicted



Saaaalve fandom di Skyfall et James Bond, come va? Bene? Benissimo? Bene prima di leggere 'sta cosa? Mi fa piacere! Io scrivo principalmente nel fandom di Sherlock [adesso, praticamente solo in quello] e questa è la prima oneshot 00Q che posto da 'ste parti.

Da quando ho visto il film, mi sono innamorata prepotentemente di questi due - e a me Bond nemmeno piace [come personaggio] - e... non mi sono potuta esimere dallo scriverci sopra, ispirata da questa fanart.

Ben Whishaw è sldskldjskd e io me l'immagino troppo come fratello di Sherlock e Mycroft [da qui, il riferimento a "Holmes"]. Quello più dolce... diciamo. L'ho caratterizzato un po' come mi pareva, lo ammetto [anche se ho cercato comunque di mantenere il personaggio].

Il nome "Quentin" è perché io amo Tarantino, e secondo me gli calza a fagiuolo 8D la dedico a Mrs TellerFusterya perché sono persone speciali e senza di loro, molte delle cose che posto non ci sarebbero.

Bon, spero non vi faccia troppo schifo, è senza pretese u_u tanto amore!





Jess





   
 
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