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Autore: Sole_    19/02/2013    0 recensioni
"Erano –o almeno lei era- in quello strana situazione in cui non sapevi bene cosa potevi dire e come potevi dirla, quando potevi chiamare, ogni quanto e quando invece non chiamare; insomma era tutto troppo confuso, da troppo tempo, per i suoi gusti."
Giulia ed Eugenio, speranza, adolescenza, la "Festa degli Innamorati" (ribrezzo nda); in 337 parole.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Perché tanto gli innamorati festeggiano ogni giorno - San Valentino 2013
Perché tanto gli innamorati festeggiano tutti i giorni. – 14 febbraio 2013
 
Solo in quel modo ci si può ritrovare quando si esce con un ragazzo che ci piace molto di più per volerlo identificare solo per quello-con-cui-esco. Per ciò Giulia era seduta alla sua scrivania e pensava, fissando il muro, che lei aveva sempre trovato fosse una emerita cazzata San Valentino, eppure… eppure se Eugenio avesse voluto passarlo con lei, sarebbe stata felice, felicissima; ma lui non si era fatto neppure sentire.
Giù, se passo dopo l’allenamento? Ti va di vedermi?
Sì, cazzo!, sì. Certo che ti voglio vedere.” Ma cancellò: non poteva rispondergli così, poco femminile, poco educato… troppo entusiasta!
Ehi! :) Certo che mi va! A doooopo!” Erano –o almeno lei era- in quello strana situazione in cui non sapevi bene cosa potevi dire e come potevi dirla, quando potevi chiamare, ogni quanto e quando invece non chiamare; insomma era tutto troppo confuso, da troppo tempo, per i suoi gusti.
Così era stata in attesa le due ore successive saltellando come un’idiota scatenando le risa dei suoi genitori che uscivano fuori a cena e ridendo anche lei per il solletico che sentiva dentro allo stomaco, quasi come se ci fossero davvero le farfalle. Passò il tempo cantando a squarciagola ma stonata come un gatto le canzoni che davano su MTV e ballando, male.
Ormai erano le dieci e venti e a Giulia stava crollando tutta la gioia che aveva montato dalle otto, quando il campanello di casa suonò e il cuore –aspettando che l’ascensore arrivasse al piano- freneticamente batteva, svolazzando di qua e di là insieme alle ormai certe farfalle colorate.
Eugenio aprì la porta in ferro dell’ascensore e lei gli saltò in collo baciandogli il viso e poi, finalmente le labbra.
«Giulié!» le sistemò una ciocca che interferiva nel bacio, passò le braccia dietro la schiena a sorreggerla e continuò a baciarla. Da qualche parte nell’ascensore un girasole se ne stava al sicuro.
 
E poi Giulia lasciò cadere la Bic dalla mano e con un singhiozzo si accorse delle lacrime nere che scorrevano sul suo volto.
 
Non so se in realtà mi vada di scrivere queste note, cioè questa flashfic -ed io che pensavo di aver scritto la mia prima drabble! D:-  potrebbe benissimo vivere senza.
E quindi questo è tutto ciò che scrivo, perché –alla fin fine- non so che scrivere, se non DI GETTO:è così che è uscita ed è così che voglio mantenerla.
Lasciatemi un pensiero, se vi va; e scrivetemi cosa avete fatto questo San Valentino (Mary fagocitatrice di amore altrui -spero che non sembri terribilmente malato e spaventoso-) e soprattuttoche ne pensate  di questa “festa”.
Mary.
ps. ovviamente sono in ritardo (nell'essere in ritardo sono sempre bravissima!, yeeee), ma vaaa be'
  
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