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Autore: daemonlord89    20/02/2013    1 recensioni
Due anni dopo gli avvenimenti di Landam, Kemoria è sconvolta dalla guerra civile. I Petali Neri si sono sciolti e i ribelli hanno quasi preso il controllo della capitale. Il governo, però, non può accettare questa situazione; ha un piano che non può fallire. Ma deve sbrigarsi ad attuarlo, perché la Maschera sta per essere distrutta...
[Secondo capitolo della trilogia, il primo è Eredità di sangue]
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
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PROLOGO
-Volti-

 

---Roccaforte dei Draghi, sala dei troni---

Le immense arcate della sala incombevano sull'uomo, adagiato sul trono. Lo stile architettonico gotico, un tempo amato, ora sembrava chiudere le pareti intorno a lui. Il respiro era affannoso e le mani gli tremavano leggermente. Sintomi dell'età avanzata, avrebbe detto qualunque medico. Ma lui sapeva che c'era ben altro, dietro. Da tempo temeva quel momento.

Rumori di battaglia lo indussero a voltare il capo verso una grande vetrata, situata non lontano, alla sua destra. Non aveva bisogno di aprire la finestra e uscire sul balcone, per sapere cosa stesse succedendo. Da ormai due anni infuriava la guerra civile. Un tempo era stato convinto che si sarebbe risolta in niente, ma le sue aspettative erano state tradite. In quei due anni aveva visto palazzi e monumenti crollare sotto la furia dell'onda ribelle, che solo a sento poteva essere contenuta dai soldati dell'esercito. All'inizio, erano i ribelli ad essere confinati in poche aree; ora, la situazione si era ribaltata. Il governo e i suoi soldati avevano ancora il controllo delle zone più importanti della capitale, ma numericamente erano ridotti all'osso. La fine sembrava essere vicina, ma la resa non era un'eventualità da prendere in considerazione.

In lontananza si aprì e si richiuse la porta che dava sulla sala. Il tonfo dei quaranta chili di legno e ferro rimbombò tra le colonne, mentre l'uomo sul trono notava una figura, vestita esattamente come lui, avanzare nella navata centrale.

“Lord Bereth.” lo salutò, chinando il capo. L'altro imitò il gesto.
“Lord Krass.”
“Cosa ti porta qui?” domandò Krass, alzandosi dal seggio per sgranchirsi la schiena. Il viso dell'altro reggente era segnato da un dolore simile al suo, gli occhi sottili adombrati. I due sguardi si incontrarono.
“Credo tu lo sappia bene.” disse Bereth.
“Non manca più molto tempo, vero?”
“No.”
“E la Maschera?”
“Vieni, guarda con i tuoi occhi.”

I due percorsero scalinate e corridoi, fino ad arrivare in una sala sotterranea, una cripta ornata di raffigurazioni e rilievi di draghi e mostri leggendari. La pianta della camera assomigliava ad un sole. Uno dei raggi era il corridoio d'ingresso, gli altri mostravano, affrescate, scene di un'era antica e dimenticata. Al centro della cripta, però, si trovava l'oggetto più importante: un piccolo scrigno, che poteva facilmente essere preso con le mani unite. Bereth si avvicinò ad esso e lo aprì, in modo che Krass potesse vedere. Al suo interno, il Lord vide una maschera, la rappresentazione di un uomo senza tratti somatici, completamente bianca. La maschera era danneggiata e certi punti erano ridotti in polvere.
“Il tempo è scarso, davvero.” commentò Krass.
“Domani terremo un consiglio.” informò l'altro “La guerra continua e, a breve, potremmo non essere più in grado di proseguirla.”
“Dobbiamo trovare qualcuno che ci succeda.

---Piazza della Nuova Vita---

La piazza era gremita di gente. L'atmosfera era rilassata e allegra; alcuni uomini e donne improvvisavano balli e canti, mentre Emerick, l'oste del Boccale Stracolmo, spillava e serviva birra gratis a chiunque la richiedesse. La gente lì raccolta, i ribelli che stavano sbaragliando le ultime linee difensive del governo, avevano due motivi per festeggiare: il primo era la distruzione di un avamposto militare governativo, avvenuta qualche ora prima, che aveva aperto una breccia nella capitale, la quale avrebbe permesso ai soldati di assaltare i quartieri nobiliari. Il secondo era l'arrivo di un nuovo uomo, che si era inserito tra le fila della ribellione e che era subito stato nominato generale.

“Ehi, Thalia!” chiamò un ragazzo di ventidue anni, alto e magro, cercando di attirare l'attenzione dell'amica che si stava facendo strada tra la folla verso il palco.
“Che c'è, Franc?” rispose lei, voltandosi. I suoi occhi azzurri, incorniciati da una massa di capelli castani che le scendeva solo fino alle spalle, lo cercavano. Ci mise un attimo ad individuarlo nella massa di gente.
“Aspettami, per l'amor di Maat!”
“Sei lento!” rise lei, continuando a sgusciare tra un uomo e l'altro.
“Uff.” si lamentò Franc, riuscendo infine a raggiungerla.
Si trovavano davanti ad una casa e Thalia indicò il tetto con un sorriso. Entrambi erano svelti ed agili, perciò non ebbero problemi ad arrampicarsi. Da lassù, la vista sul palco era invidiabile. Franc, comunque, dovette inforcare gli occhiali che aveva tenuto nascosti per evitare di perderli in mezzo alla folla o durante la scalata.

Un uomo era appena giunto sul palco ed era stato accolto con un'ovazione. Tutti battevano le mani e brindavano in suo onore, mentre lui si godeva il bagno di folla aprendo le braccia in un gesto teatrale. Sul suo viso giovane ma segnato dalle battaglie spiccava un enorme sorriso. Annuì compiaciuto e il ciuffo nero di capelli più lunghi, in cima alla testa quasi rasata ondeggiò.


Mentre un annunciatore elencava i dettagli delle operazioni andate a buon fine negli ultimi giorni, Franc e Thalia si concentrarono su quel nuovo arrivato.
“Ha un volto conosciuto.” disse il ragazzo. L'amica si girò e soffocò una risata. Franc la guardò interrogativo.
“Per forza!” spiegò lei “L'avrai visto un milione di volte, su un milione di libri!”
“Ah, ecco!” si ricordò l'amico, dandosi una pacca in fronte “E' quell'eroe, vero? Quello che viene dal nord, e che ha avuto un ruolo centrale nella storia di quella cittadina... Come si chiamava?”
“Landam. Si chiamava Landam.” disse Thalia “E sì, è proprio lui. Hayst M'auget. L'uomo che ci porterà alla vittoria.”


 

   
 
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