Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: FRC Coazze    20/02/2013    2 recensioni
Qualcuno ha sempre vegliato su Severus. Qualcuno che a lungo ha atteso il suo sorriso.
Storia scritta per il Gioco Creativo n°13 "Un anno di sorrisi per Severus" del forum "Il Calderone di Severus".
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ennesimo sorriso per Severus. Questa storia è stata scritta per il Gioco Creativo n°13 "Un anno di sorrisi per Severus" del forum "Il Calderone di Severus".

Questa storia è narrata dal punto di vista di qualcuno molto particolare, leggere per capire ;)




Padre di pietra

 
 
 

Ti ho visto crescere, sai?

Ogni istante del tuo viaggio io ho osservato. Io ho vegliato. Su di te, come su ognuno dei miei figli. Nessuno viene abbandonato, nessuno da me viene lasciato da parte.

Ho visto crescere molti ragazzi. Ho lasciato in silenzio che la loro via e le loro scelte si esprimessero di fronte a loro come poesie, foglie d’autunno che cadevano da alti rami. Io ho visto tanti autunni. Tanti, così tanti che anche se immagini di comprendere la mia vecchiaia ne rimarresti soggiogato, incapace di fendere con i tuoi giovani occhi i secoli plumbei che io ho vissuto.

I miei occhi hanno visto tanto. Le mie orecchie udito molte storie. Storie di ragazzi, vedi. Come te. Non diversi da te. Nessuno è diverso, perché voi tutti siete diversi. Le vostre storie sono perle di un’infinita collana... pagine infinite d’un libro di pietra ed io quel libro, con solerte e discreto amore, compilo. Pagina dopo pagina. Ogni capitolo un nome. Ogni vicenda un uomo. Ricordi registrati nella memoria di un saggio immemore. Tanti intrecci, tanti dolori... ma anche tante gioie, tanta quotidiana semplicità, e le emozioni di uomini e donne che vivono.

Ho visto crescere molti ragazzi.

La crescita è un mistero che mai mi è riuscito di sondare, io che sono nato così come sono, io che la vecchiaia ha colto imperituro e inalterabile. In me, crescono solo le storie. Ma siete voi a crearle, quelle storie. Io non sono che un umile amanuense che scrive e scrive e registra ogni cosa, ma senza di voi, le mie pagine sarebbero vuote. Il tuo crescere è stato un lungo cammino, una lunga storia.

Ho udito molte storie. Ho visto molte cose... ma tu, mio caro ragazzo, tu hai carpito il mio interesse annichilendo in un solo, triste sguardo, le storie di molti intorno a te. Esistono uomini così. Uomini, che nel loro costante nascondersi ignorano quali occhi hanno attratto. E tu, Severus, tu hai attratto i miei.

Sono vecchio, io, vedi. Un imperituro baluardo. Tu... tu sei una luce nascosta. Una giovane fiammella che s’agita nell’oscurità. Ed io, io ti ho visto crescere. Ho seguito i tuoi passi, gustato i tuoi talenti, ho udito gridare la tua solitudine. Ho percepito il freddo che intorno a te era sceso, non per dolore, non per odio, ma per paura e mai, come in certi momenti, avrei voluto proteggerti. Più di quanto già non facessi. Più di quanto avessi protetto altri. Perché, vedi Severus, tu avevi bisogno di me.

Un ragazzo abbandonato.

Io sono la casa per tutti voi.

Non c’è preconcetto nelle mie mura, né le mie corti fanno differenze. Io sono la casa. E la casa è di tutti e di ognuno di voi, soprattutto ed in particolar modo per coloro che non ne hanno una. Per chi è perduto. Per chi è solo. Per chi è bisognoso d’aiuto. E tu, mio piccolo figlio, tu eri nel bisogno più grande.

Non avevi nulla, quando per la prima volta varcasti le mie porte.

Nulla.

Non avevi una famiglia.

Non avevi una casa.

Non avevi un sorriso.

Ti accolsi tra i miei figli. Sereno e sicuro che qui avresti trovato ciò di cui avevi bisogno... sicuro che qui, in questa mia grande famiglia, avresti trovato quel sorriso che mai dovrebbe mancare sul viso di un bambino. Ero così sicuro...

Mai, mai avrei voluto esser fonte di dolore per te. Mai avrei voluto che anche qui, qui tra queste mie braccia, tu fossi abbandonato. Mai avrei voluto udire certe parole... mai avrei voluto sentire il dolore di un figlio sbrecciare le mie pietre e intridere le mie pagine di lacrime.

Volevo il tuo sorriso.

Mai, in quei lunghi anni in cui in queste aule hai imparato i segreti della magia che tanto amavi, ti ho visto sorridere. Mai un sorriso felice, spensierato o sincero... ho visto le tue labbra incurvarsi in smorfie, o in tristi sorrisi sarcastici. No, non era il sarcasmo che cercavo, non era la bugia: era la sincerità. E cercando il tuo sorriso ho visto una verità più tenebrosa e gelida della bugia. Io che volevo essere padre per tutti voi. Io che non desideravo che essere la casa di chi è vagabondo e solo. Ho visto il buio tra le mie mura.

Abbandonasti i miei colmo d’odio e desiderio e rabbia. Sei fuggito da me. Hai cercato un’altra famiglia, un altro luogo in cui sentirti accettato, ma il mondo al di là della pietra è fatuo e colmo d’illusioni. Oltre alla dura e tangibile roccia, v’è solo il nulla, tutto è un sogno, tutto è un illusione. Ma non fu l’inalterabile pietra a ricondurti da me. Fu il dolore. Ancora. La solitudine.

Ancora una volta varcasti i miei cancelli. Ancora una volta abbandonato e solo.

Ancora una volta non avevi nulla.

Né famiglia.

Né casa.

Né un sorriso.

Ancora una volta desiderai proteggerti. Non nutro sospetto, non nutro sfiducia. Vedevo solo un ragazzo solo, abbandonato ed inerme di fronte ad un modo oscuro prospettiva d’un fato altrettanto terribile. Un giovane divenuto pietra tanto quanto, e forse ancor più, queste invincibili mura. Tu, Severus, non avevi trovato la tua casa e te l’eri costruita attorno a te, richiudendoti tra mura invalicabili al mio stesso sguardo. Uno spirito chiuso in un corpo di roccia, più dura e più vera di quella di queste mie torri. La fiammella che fu si era nascosta alla sua stessa storia. Non era più cresciuta. Schiacciata e asfissiata dalla fortezza che avrebbe dovuto custodirla.

Hai portato avanti la tua battaglia. Da solo.

Lo stesso legame che s’agita tra me ed il preside di questa scuola era spezzato. Un lampo di verde e la morte prima. Un muro di roccia e dolore poi.

Per quanto cercassi ti unirmi a te, tu mi fuggivi. Perché? Ancora, avevi paura, figlio mio? Paura che qualcuno ti guardasse dentro e capisse?  Rispetto la dignità dell’uomo e ammiro il coraggio del figlio. Di un figlio che ha ucciso un padre e fuggito una casa.

Amavi Albus. Anche lui ti ha tradito, Severus. É così? Credevi di aver finalmente trovato qualcuno a cui aprire la porta ed hai scoperto di aver fatto entrare un ladro. Un sorriso che avrebbe potuto nascere è morto in un disincanto. Mi spiace. Mi spiace, perché, vedi, anch’io ti ho tradito. Ti ho lasciato a terra, quando un padre dovrebbe chinarsi ed aiutare il figlio a rialzarsi.

Un padre che non ha mai visto il sorriso sul volto del figlio.

Davvero ero così distante. Nemmeno la mia magia ha saputo trovarti. Quel legame che tra noi non si è mai formato mi ha precluso il tuo cuore. Non ho saputo evocare il tuo ricordo, non ho saputo darti il giusto merito, ma ci sono leggi a cui perfino un castello millenario è tenuto a sottostare. Tu stesso nascondevi la tua identità vera e ti presentavi a me come estraneo ed usurpatore. Un’entità vuota e distante, un gargoyle di pietra entro mura di pietra ed io, io ho potuto solo osservare.

Tacere, dovevo, e negarti il tuo posto tra i presidi di questa scuola e per questo, ancora una volta, seppur non per mio volere, ti ho ripudiato. Ma un ragazzo... un altro ragazzo abbandonato, un ragazzo che ho visto crescere, un ragazzo non diverso da te, vedi... quel ragazzo ha saputo fare ciò che io non ho potuto.

Ha saputo darti un sorriso.

Finalmente, Severus, vedo il tuo sorriso. Un sorriso che varca le barriere della morte e si mostra alle mie vecchie pietre attraverso la tela di un quadro. Perché la tua missione è finita, ora. Perché quel ragazzo su cui tu hai vegliato, come io ho vegliato su di te, ha posto fine a tutto. E così, quella che per qualcuno avrebbe dovuto essere una nuova grande avventura, per te è stata l’inizio di un lungo e dolce riposo. La fine del tuo peregrinare. Ora, puoi sorridere.

Finalmente sei a casa. Non è vero, figlio mio?

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: FRC Coazze