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Autore: deliriums    20/02/2013    7 recensioni
“Harry, mi fai vedere le foto che hai fatto?”.
Annuii e spostandola di lato -facendo attenzione a non urtarla- mi alzai.
Presi dalla libreria un album di foto intitolato Life.
Ritornai sul divano e la bionda si aggrappò al mio bracciò allungando il collo quanto poteva per vedere mentre sfogliavo la prima pagina, “Questa è del primo mese.” dissi dolcemente facendo scivolare il dito sulla foto: c'era lei di profilo, con la pancia piatta scoperta che sorrideva.
“Il secondo mese..” continuai strusciando il dito fino ad arrivare alla seconda foto; questa volta il ventre sporgeva più in fuori, “Il terzo..” continuai ad elencare i mesi mentre Wendy ridacchiava commentando quanto era 'ingrassata' in così poco tempo e continuò fino all'ultima foto.
“Ottavo mese.” dissi tornando serio e aprendo la mano vicino la foto, guardai Wendy che continuava a sorridere, evidentemente non era spaventata quanto me.
“Manca il nono.. Harry, prendi la macchinetta!” disse raggiante cercando di alzarsi dal divano.
L'aiutai, lei si posizionò al centro del salone tirandosi su la maglietta a maniche corte e mostrando la pancia, sorridendo.
Premetti il dito sul pulsante grigio, la macchinetta fece 'click'.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“No! Ho detto che voglio restare!” gridai in lacrime mentre il dottore mi spingeva fuori dalla porta, “Deve uscire, subito!” disse a tono lui sbattendomi la porta in faccia.
Rimasi alcuni secondi a fissare la porta bianca con il viso completamente bagnato dalle lacrime poi mi andai a sedere con le gambe tremanti su una delle sedie eccessivamente bianche affiancate alla parete.
Mi strusciai il polso sulle guance appiccicose cercando di asciugare invano le lacrime.
Non feci in tempo ad asciugarmi la seconda guancia che già ero scoppiato in un pianto isterico.
Mi portai il viso alle mani singhiozzando, mentre le lacrime mi scivolavano dal palmo fino al gomito per poi impregnarsi nei miei jeans.
Sentivo degli sguardi su di me e una bambina chiedere alla mamma perchè piangevo ma non mi importava.
Non mi importava più di nulla.
Era come se tutto fosse svanito da un momento all'altro, il mondo mi era improvvisamente scivolato da sotto i piedi facendomi cadere nel vuoto.
L'unico motivo per cui ero ancora lì -non in quell'ospedale, lì in vita, sospeso fra lo spazio e un punto impreciso di terra- era lei.
Lei mi aveva sempre dato una buona ragione per vivere, era lei la mia buona ragione per vivere.
E se non avevo lei non avevo nulla.
L'unico motivo per cui ero ancora lì era perchè la sentivo ancora, sentivo che il suo cuore batteva e sentivo che continuava a resistere.
“Harry..” sentii il mio nome in un bisbiglio e cercai di alzare il volto accorgendomi che le mie mani tremavano come non avevano mai fatto.
Mi volta e vidi Zayn, seduto vicino a me, guardarmi preoccupato.
Abbassai lo sguardo cercando di calmare i singhiozzi e riprendendo a respirare regolarmente.
Il moro frugò con una mano nella tasca e ne tirò fuori un fazzoletto sgualcito ma non usato per poi darmelo.
Cercai di bisbigliare un 'grazie' ma dalla mia bocca non uscì alcun suono così rinunciai e mi asciugai la faccia.
“Stai bene?” “Lei..” strozzai un singhiozzo strizzando gli occhi, “.. ha perso molto sangue, mi..” altri singhiozzi e altre decine di lacrime, affondai il volto nel fazzoletto che si inzuppò in un secondo mentre sentivo una mano di Zayn posarsi sulla mia schiena.
“.. mi hanno detto di uscire, qual.. qualcosa è.. i-io non so..” vidi Zayn frugarsi di nuovo nella tasca senza tirarne fuori niente, avrebbe potuto tirar fuori centinaia di fazzoletti ma in quel momento non avrebbero risolto assolutamente nulla.
Il moro rimase in silenzio aspettando che mi calmassi.
Posai le mani sulle ginocchia che presero a tremare pure quelle.
“E' nato?” chiese poi lui con voce tenera, evidentemente cercava di farmi pensare a qualcos'altro.
Involontariamente alzai gli estremi della bocca tremante e mi passai un mano nei ricci sudati, “E' nata, si.” sentii Zayn ridacchiare da come l'avevo corretto al femminile, “E' bellissima.” aggiunsi.
Quel momento di leggerezza durò poco perchè calò il silenzio e ritornai a singhiozzare silenziosamente.
Sentii un movimento vicino a me e capii che Zayn si era alzato, avvicinò il volto al mio e mi poggiò una mano sulla spalla, “Vado ad avvertire i ragazzi..” esitò un attimo per poi sospirare tristemente, “Harry, stai tranquillo, andrà tutto bene.” mi sforzai di annuire, in quel momento mi accorsi che tutto il mio corpo stava tremando.
Rimasi di nuovo solo.
Quando fui certo che i miei occhi mi avevano dato un po' di tregua per aver finito le lacrime mi accasciai allo schienale della sedia e poggiai la testa sul muro per poi chiudere gli occhi.
Cercai qualcosa di piacevole a cui pensare, come una della solite barzellette di Louis, o una figuraccia di Niall.. qualcosa che mi potesse far sorridere.
Ma l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era lei.
Molto bene, se la mia mente voleva obbligarmi a pensarci allora avrei fatto come voleva, ma a modo mio.

“Colore preferito?” lei sorrise giocando con la forchetta nel piatto, “Rosso.” rispose, feci un sorriso malizioso, “Rosso? Rawrh.” lei ridacchio per poi bere un sorso di vino, “Il tuo?” scossi la testa, “Ora tocca a me, poi sarà il tuo turno.” rimasi a pensare ad una domanda, “Cibo preferito?” continuai, Wendy guardò il suo piatto poi me e sorrise, “Pollo.” “Sul serio?” “Si, che c'è di strano?” feci una smorfia, “Pensavo avresti detto cioccolata, tutto le ragazze dicono cioccolata.” “Non mi piace la cioccolata.” schioccai la lingua sul palato, “Si, certo.” lei corrugò la fronte, “Sul serio.” io la squadrai con espressione indecifrabile, “Ma da che razza di pianeta vieni?” chiesi, ormai traumatizzato a vita nel sapere che c'era una ragazza a cui non piaceva la cioccolata.
Rise poi abbandonò il mento sui palmi delle mani guardandomi divertita, “Ora tocca a me?” chiese, mi incantai totalmente al suono della sua voce e annuii.
La bionda sorrise mostrando due lunghe file di denti bianchi, poi afferrò il mio bicchiere ancora totalmente pieno -a differenza del suo- e bevve un sorso di vino rosso.
Strizzò gli occhi grattandosi il mento per pensare alla domanda giusta da fare e ridacchiai, “Il tuo primo bacio?” disse riaprendo gli occhi e sbattendo le lunghe ciglia, “Quattordici anni.” risposi accennando un sorriso.
Socchiuse gli occhi color nocciola “D'accordo.. la tua prima volta?” mi morsi il labbro guardando il tavolo per ragionare, “Umh..” rialzai il volto ed alzai un sopracciglio mentre lei sorrideva soddisfatta, “Sedici anni.” strabuzzò gli occhi, “Davvero?” “Penso di si.. perchè?” lei scosse la testa, “Così.”.
Ci fu un periodo di silenzio mentre Wendy continuava a scansare ogni cosa che trovava nel suo piatto.
La rimasi a fissare seguendo i suoi piccoli gesti e il suo respiro, annusavo il suo profumo che mi stava inebriando completamente, quanto mi sarebbe piaciuto affondare il volto nei suoi capelli biondi.
Ci conoscevamo da tre giorni e già ne ero rimasto incantato.
Anche se il primo giorno che ci eravamo visti -quando Niall me la aveva presentata come sua cugina- avevo avuto la voglia assurda di insultarla in turco.
Me ne era venuta la voglia soprattutto quando il suo cane ha fatto i suoi bisogni sulla mia scarpa.
Non aveva scelto il giorno giusto per presentarsi visto che era il giorno in cui ero venuto a sapere che non avevo superato l'esame di guida.
Alzò lo sguardo sentendosi osservata e mi sorrise arrossendo, “Tutto bene?” chiese toccandosi nervosamente le punte dei capelli con le dita.
Guardai il movimento delle sue labbra e dopo due secondi di attesa lo spostai sui suoi occhi ricambiando il sorriso, “Benissimo.”.

Le passai una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi far scivolare i polpastrelli fino il collo, tutto mentre continuavo a fissarla negli occhi.
Sentii una sua mano posarsi sul mio petto nudo ed avvicinò ancora il viso al mio.
“Harry..” soffiò sulle mie labbra.
Le baciai il piccolo naso passando la mano dal collo alla nuca coperta dai capelli.
“Si, Wendy?” bisbigliai, una sua gamba si attorcigliò alle mie sotto il piumino, chiuse gli occhi e mi baciò premendo il suo petto contro il mio e sollevando la mano per incastrarla fra i miei ricci.
Si stacco ma rimasi ad occhi chiusi abbandonandomi alla sua mano che si muoveva massaggiandomi i capelli e al suo volto che si incastrava perfettamente nell'incavo del mio collo.
Premetti il viso contro i suoi capelli respirandone il profumo, “Ti amo.” sussurrò contro il mio collo, “Ti amo anche io, Wendy.”.
Dopo che ci fummo preparati uscimmo ed andammo al bar sotto casa di Liam dove ci aspettavano i ragazzi.
Louis fu il primo a notarci e sorrise divertito per poi battere le mani, “Un applauso a Harry e Wendy che sono riusciti a smettere di scopare per venire a fare colazione con noi!” urlò e tutti i clienti del bar si girarono perplessi.
Mentre mi avvicinavo agli altri -rosso in viso e mano nella mano con Wendy- sentii una vecchietta mormorare 'ubriachi di prima mattina' fare una smorfia e uscire velocemente dal bar.
“Louis, caro Louis.. ti sei reso conto che questo è un posto pubblico?” chiesi con un tono di voce che si usa per i neonati, lui scosse la testa ridacchiando.
“La tratti bene la mia cuginetta?” chiese Niall facendo sbuffare Wendy, “Non so, chiedilo a lei.” bisbigliai e la bionda arrossi di colpo sotto le risate di tutti.
Mentre ridevo guardai il suo volto coperto dai capelli ma notai una lacrima passare lungo il collo e sentii un singhiozzo.
Le scostai i capelli dal viso e vidi che stava piangendo, “Ehi.” sussurrai per poi abbracciarla e avvicinarle il volto al mio petto, “Wendy, perchè piangi? Era una battuta.” gli sussurrai all'orecchio mentre gli altri rimanevano in silenzio e in imbarazzo.
Lei singhiozzò sulla mia maglietta per poi darmi il pugno sul braccio e farmi gemere, “Merda, Wendy!” dissi alzando la voce e massaggiandomi il punto dove mi aveva colpito, “Non farlo mai più!” gridò lei in collera, rimasi ad occhi spalancati, “Cosa?” chiesi incredulo, “Non prendermi più in giro!” gridò ancora, rimasi a fissarla poi deglutii, “Emh.. o-okay.” mi girai verso il bancone lanciando una veloce occhiata ai ragazzi incredulo che loro ricambiarono nello stesso modo.
“Vuoi fare colazione?” chiesi titubante per paura di una sua strana reazione.
Ma sorrise sporgendosi sul bancone e facendo segno al tipo dall'altra parte di venire.
“Dimmi pure.” Wendy si grattò il mento -come faceva sempre per pensare- infine mostrò uno dei suoi migliori sorrisi e rispose “Un caffè.” l'altro ricambiò il sorriso ma non fece neanche in tempo a girarsi che la bionda lo fermò, “E una brioche.” il tipo annuì, “Anzi, un cornetto.” continuò Wendy, “No, no.. la brioche va bene, ma non un caffè, un cappuccino.” si posò ancora le dita sul mento, “Ho cambiato idea, latte, solo latte. Ma caldo.- tamburellò i polpastrelli sul bancone corrugando la fronte- La brioche la voglio semplice, però il cornetto alla crema.” vidi il suo viso corrugato dalla confusione cominciare a bagnarsi -ancora- lentamente di lacrime.
“.. avete dei muffin?” il tipo annuì continuando a guardare Wendy come fosse appena scesa dalla luna.
Wendy sorrise e le lacrime cessarono, “Allora ne voglio due!” si passò una mano fra i capelli, “Emh..-si asciugò il sudore sulla nuca, poi sorrise ancora- semplice, anche quelli.”.
Mossi lentamente il collo verso i ragazzi con gli occhi spalancati e notai che anche loro avevano la mia stessa espressione.
Il tipo si grattò la fronte completamente a disagio poi disse “Latte caldo, una brioche semplice, un cornetto alla crema e due muffin semplici.” ripetette, Wendy annuì sorridente ed il tipo fuggì prima che potesse aggiungere qualcos'altro.
La bionda si girò verso di noi e il suo sorrise sparì di colpo, “Oh, forse volevate anche voi qualcosa.” disse ricominciando a piangere e buttandosi su di me, la circondai con le braccia baciandogli i capelli per poi guardare di nuovo i ragazzi cercando aiuto.
“Forse è meglio che andiamo, vi lasciamo fare colazione da soli.” parlò Zayn alzandosi dalla sedia seguito dagli altri per poi uscire dal bar.
“Wendy, ma che ti prende oggi?” le chiesi alzandole il viso dal mio petto, lei rimase a fissarmi per alcuni secondi ed in quello sguardo ritrovai la mia Wendy.
“Harry, devo dirti una cosa.” disse prendendomi le mani e giocando con le dita, feci un cenno col capo, “Ti ascolto.”.
La bionda fece un respiro profondo che si trasformò in uno sbuffo seguito da altri sbuffi.
Si prese i capelli con le mani alzandoli e si guardò in torno ansiosa, “Non fa caldo qui?” chiese guardandomi, spalancai gli occhi, “Siamo a Dicembre, amore.” risposi con un sorriso incerto.
Lei di tutta risposta mi afferrò la mano correndo verso l'uscita e continuò a correre finchè non arrivammo ad un parco obbligandomi a sedermi su una panchina davanti la fontana.
Si avvicinò ad essa e prendendo un po' d'acqua si bagnò la nuca.
Spalancai gli occhi allontanandola, “Wendy, ma che ti prende? Vuoi stare al letto con quaranta di febbre?” lei mi guardò accigliata ed ebbi un fremito per paura che ricominciasse a picchiarmi ma subito scoppiò ancora a piangere abbracciandomi e affondando per l'ennesima volta il viso nella mia maglietta.
La dondolai un po' per poi alzarle il volto, “Mi dici che sta succedendo?” chiesi dolcemente.
Rimase a fissarmi con i suoi occhioni lucidi, “Prometti che non ti arrabbi?” sorrisi, “Certo che te lo prometto.” lei sciolse l'abbraccio infilandosi una mano fra i capelli.
“Harry, io..” lasciò la frase in sospeso mettendomi ancora più in ansia, poi si passò impercettibilmente la mano sulla pancia, “Però non ti arrabbiare, okay?” annuii serio, “Amore, sono.. -mosse la punta della scarpa su e giù strusciandola sull'erba- .. sono incinta, Harry.”.
Spalancai gli occhi e rimasi paralizzato sul posto.
A quelle parole il silenzio cadde sul parco, come se ci fossimo solo Wendy -che mi fissava aspettando una risposta o un cenno di vita- e me.
Forse, all'esterno, non si vedeva quello che stavo provando dentro.
Ero completamente scoppiato, completamente scoppiato di gioia.
Volevo urlare e saltare ovunque.
Volevo fermare i passanti e dirgli che sarei diventato papà.
Dentro di me stavo gridando.
Molto probabilmente all'esterno non si vedeva quello che provavo dentro perchè Wendy abbassò lo sguardo e sospirò, “Sapevo che ti saresti arrabbiato..”.
Si girò e si allontanò strusciando i piedi, “Mi dispiace..” mormorò andandosene.
Finalmente riuscii a legare il cervello ai muscoli del corpo e corsi verso di lei fermandola, “Da quanto?” chiesi impaziente, “.. da cinque giorni.” la mia gioia svanì, “Perchè non me lo hai detto?” chiesi deluso, lei abbassò il volto, “Perchè non volevo che te ne andassi..” sbuffo toccandosi i capelli, “Avevo paura che te ne saresti andato.” disse alzando il volto.
La rimasi a fissare per alcuni secondi, “Perchè hai pensato questo, Wendy?” “Non lo so, io..” esitò, “Non lo so, mi dispiace.” mi sorpassò accelerando il passo.
Non riuscii a fare a meno di sorridere, speravo davvero che fosse uno di quei ragionamenti contorti che facevano le donne incinta perchè io non me ne sarei mai andato.
Corsi verso da lei per poi afferrarla per la vita e farla girare.
“Harry!” urlò lei diventando pallida in volto quando le rifeci toccare terra, “Dio mio, ma che ti prende?” io sorrisi e la baciai prendendola per le guance.
Lei sorrise mordendosi il labbro, “Wendy, cazzo, avremo un bambino!” urlai stringendola a me.
Lei rise contro il mio petto ricambiando l'abbraccio, “Grazie al cielo.. cominciavo a credere che te ne saresti andato davvero.” bisbigliò ridendo e lasciandomi un bacio sul collo.

“Ehi, ci sei? Sono lo zio Louis!” disse giocosamente Lou poggiando un orecchio sulla pancia di Wendy che rise.
“E dai, Louis, levati, tocca a me!” si lagnò Niall da dietro, l'altro non lo badò e continuò ad accarezzare la pancia rotonda finchè non sussultò, “Oh..”.
“Che succede?” chiesi allarmato sporgendomi dal divano.
In quei giorni ero in un completo periodo di stress.
Ogni piccolo imprevisto mi allarmava.
Cominciavo a dare i numeri se Wendy prendeva un raffreddore o se le veniva la nausea.
Qualunque cosa mi dava una ragione per farmi scattare sull'attenti.
“Ho sentito..” “Che hai sentito, Louis?” il castano sorrise guardando la pancia, “Ha dato un calcetto..” sussurrò quasi, lasciai fuoriuscire l'aria dai polmoni e mi accasciai al divano, sicuro che il pericolo fosse passato.
“Come? Oh, anche io! Louis, levati!” disse ancora Niall tirando per la spalla l'altro che sbuffò e si alzò da terra, il biondo si mise in ginocchio al posto di Louis e fece la stessa cosa del precedente.
“Ecco gli ultimi.” affermò Zayn entrando nell'appartamento seguito poi da Liam che poggiò gli scatoloni a terra, “Grazie ragazzi.” dissi sorridendogli, loro ricambiarono per poi sedersi vicino a me.
“Come va qui?” “Al solito, i due giocano a chi fa meglio lo zio e parlano alla pancia della mia ragazza.” Liam ridacchiò mentre Lou -poggianto con la schiena al muro e le braccia incrociate al petto- alzò gli occhi al cielo.
Vidi Wendy fare una smorfia e far scivolare le mani dalla pancia lungo i fianchi.
Mi alzai di scatto circondandole le spalle con un braccio e prendendole una mano mentre Niall si alzava da terra visibilmente preoccupato.
“Ho fatto qualcosa che non va?” chiese il biondo guardando prima me e poi Wendy che forzò un sorriso, “No, Niall, non preoccuparti. E' solo un giramento di testa.” disse poi rivolgendo le ultime parole a me.
“Sicura?” le sussurrai con la fronte ancora corrugata dalla preoccupazione.
L'ho già detto che in quel periodo tutto mi allarmava?
Lei annuì prendendomi la mano e dirigendosi sul divano vicino a Zayn.
“Chi vuole una camomilla?”.

“Harry.. scusami, ti prego, torna qui.” sentii la sua voce flebile chiamarmi dal salone.
Allentai la presa dal lavandino della cucina e i muscoli delle braccia si rilassarono seguiti dalla mascella.
“Harry.. per favore.” non sopportavo litigare con lei, forse quella era stata la prima vera litigata che c'era stata tra noi.
Sospirai strofinandomi uno straccio sulla fronte e uscii dalla cucina raggiungendola in salone.
La luce fioca della lampada era morta quando aveva toccato il pavimento ed il salone era al buio, solo la luce rimasta accesa della cucina usciva dalla porta aperta ed illuminava il divano.
La trovai di spalle, seduta sul sofà che si stringeva le gambe alla pancia ormai gonfia.
Quando sentì i miei passa alzò il volto e mi guardò con le lacrime agli occhi, “Scusa.” disse solo per poi scoppiare a piangere.
Mi accovacciai a terra per stare alla sua stessa altezza e la circondai con le braccia, Wendy non se lo fece ripetere due volte e mi tirò a se piangendo sulla mia spalla.
La cullai fra le mie braccia sussurrandole a tratti qualcosa all'orecchiò finchè non si calmò.
“Ti prendo una coperta.” dissi, anche se era agosto. Feci per alzarmi ma mi tirò per il braccio scuotendo la testa, “Ti siedi vicino a me? Per favore.” mi supplicò continuando a tirarmi il polso.
Feci come diceva e lei si accoccolò al mio petto appendendosi alla maglietta e poggiando la testa sotto il mio mento.
Cominciai ad accarezzarle i capelli in silenzio poi mi feci scappare un sospiro, “Non dovresti stressarti nel tuo stato, Wendy.” affermai rimproverandomi per averla irritata poco prima.
“Harry, mi fai vedere le foto che hai fatto?” chiese come se non avesse sentito le parole dette da me poco prima.
Annuii e spostandola un po' di lato -facendo attenzione a non urtarla- mi alzai.
Presi dalla libreria un album di foto dove c'era scritto 'Life'.
All'inizio volevo metterci il nome del bimbo -o bimba, che sia- ma Wendy aveva insistito ad aspettare fino all'ultimo per saperne il sesso.
Ritornai sul divano e la bionda si aggrappò al mio bracciò allungando il collo quanto poteva per vedere mentre sfogliavo la prima pagina.
“Questa è del primo mese.” dissi dolcemente facendo scivolare il dito sulla foto.
C'era lei di profilo, con la pancia piatta scoperta che sorrideva.
“Il secondo mese..” continuai strusciando il dito fino ad arrivare alla seconda foto.
Questa volta il ventre sporgeva più in fuori, “Il terzo..” e continuai ad elencare i mesi mentre Wendy ridacchiava facendo commenti su quanto era 'ingrassata' in così poco tempo e continuammo a ridere insieme fino all'ultima foto.
“Ottavo mese.” dissi tornando serio e aprendo la mano vicino la foto, guardai Wendy che continuava a sorridere, evidentemente non era spaventata quanto me.
“Manca quella del nono.. Harry, prendi la macchinetta!” disse raggiante cercando di alzarsi dal divano.
Prontamente l'aiutai ad alzarsi, lei si posizionò al centro del salone tirandosi su la maglietta a maniche corte e mostrando la pancia sorridendo.
Mi guardò ma le dissi di stare di profilo e obbedì subito.
Posai il dito sul pulsante grigio e premetti, la macchinetta fece 'click'.
Cercò di correre verso di me ma la precedetti raggiungendola e le mostrai la foto appena uscita dalla macchinetta, lei fece una smorfia, “Sono davvero così grossa?” ridacchiai e la baciai sulla guancia, “Sei bellissima, Wendy.”.

Lanciai un'altra veloce occhiata a Wendy che continuava a espirare ed ispirare velocemente facendo a tratti delle smorfie.
“Tutto bene?” “Si, tutto bene, Harry! Continua a guidare!” urlò lei chiudendo a pugno la mano sopra la pancia.
Parcheggiai la volvo davanti l'ospedale e mentre spegnevo il motore aprii la portiera.
Da lì i ricordi si fecero più sfocati.
L'infermiera correndo spingeva la sedia a rotelle su cui era seduta Wendy mentre io continuavo a dirle di respirare e di stare tranquilla, “Harry, porca puttana, smettila di dirmi di stare tranquilla! Mi metti ansia! Taci e stai tu tranquillo che sei più agitato di me, cristo!” dopo quelle parole mi zittii.
Mentre facevano entrare Wendy in sala parto rimasi fuori e chiamai Louis.
“Pronto?” “Oddio, Louis, aiutami!” quasi gridai al telefono mangiandomi tutte e cinque le unghie della mano sinistra, “Calma, Harry, che succede?” “Siamo in ospedale, Wendy è già in sala, non so che fare..” “Rallenta.. sta per nascere?” feci un respiro profondo, “Si.” sentii un bisbiglio dall'altra parte della cornetta, “Oh, porca troia, Harry! Chiamo i ragazzi e arriviamo subito!” urlò lui, “Aspetta, Lou, ti prego, aiutami!” ma aveva già attaccato.
Feci avanti e dietro lungo il corridoio con lo sguardo fisso sul pavimento e le unghie completamente mangiucchiate.
“Signor Styles, deve entrare.” mi voltai e mi ritrovai il ginecologo che con metà corpo fuori dalla porta mi guardava insistente.
Mi morsi a sangue il labbro inferiore sentendo le gambe cedere e le mani tremanti non volevano star ferme.
Presi una boccata d'aria riempiendomi i polmoni.
Non fare il codardo Harry, c'è tuo figlio là dentro.
“Vuole entrare?” chiese dolcemente il dottore vedendo che non davo nessun segno di muovervi, “La signorina Werndy chiede di lei, penso che almeno per lei p..” “Arrivo.” affermai interrompendolo, il dottore sorrise.
Presi un'altra vitale boccata d'aria e lo seguii.

Non avevo la minima idea da quanto ero rinchiuso in quella stanza.
Avevo perso la condizione del tempo, sembravano passati anni interi.
La mia mente vagava da Wendy al bambino.
Non smetteva di elaborare, me la sentivo pulsare in testa e sentivo le orecchie completamente bollenti.
Solo quando l'infermiera mi porse una bambina minuscola fra le braccia il cervello si rilassò completamente contro la base della testa lasciandomi in quei pochi istanti a godermi la pace.
“E' femmina.” bisbigliò l'infermiera, non dissi nulla.
I miei occhi rimanevano fissi su quella testolina così piccola che potevo chiudermela nel pugno della mano.
Gli occhi erano chiusi ed era così tranquilla fra le mie braccia, come se sapesse chi ero.
“Dio..” fu tutto quello che riuscii a dire.
Mi voltai lentamente verso il letto su cui Wendy era sdraiata e mi avvicinai inginocchiandomi vicino al suo viso e mostrandole ciò che avevo fra le braccia.
“Wendy..” sussurrai, lei sorrise prendendo con due dita la manina della piccola, “Sei bellissima.” disse lasciandole un bacio sulla testolina pelata.
Vidi formarsi una smorfia sul viso della bionda che mollò la mano della bimba e lasciò cadere la guancia contro il cuscino, “Wendy, ti senti bene?” le sussurrai, lei non rispose rimanendo ad occhi chiusi, “Wendy.” la chiamai ma neanche quella volta si mosse.
Mi girai di scatto verso il dottore terrorizzato, “Che succede?” lui corse verso la bionda spostandomi, vidi gli altri infermieri imitarlo.
Il dottore disse qualcosa che non compresi, l'unica parola che colsi fu “Un'emorragia.” poi tutto accadde velocemente.
Un'infermiera mi tolse la bimba dalle braccia e mi disse qualcosa con espressione allarmata ma non sentii alcun suono, vidi solo le sue labbra muoversi a rallentatore.
Rimasi paralizzato finchè il dottore non si girò verso di me, “Deve uscire, mi dispiace.” disse con tono grave, rimasi a guardarlo cercando di dare un senso compiuto alla sua frase poi lui mi prese la maglietta e mi portò verso la porta.
Solo quando aprì la porta e cercò di farmi uscire dalla stanza capii cosa stava succedendo.
“No!” urlai dimenandomi, “Voglio restare!” urlai ancora.
“No! Ho detto che voglio restare!” gridai in lacrime mentre il dottore mi spingeva fuori dalla porta, “Deve uscire, subito!”.


Sentii uno scossone farmi traballare sulla sedia e immediatamente aprii gli occhi che sentii fastidiosamente appiccicosi, come le mie guance su cui le lacrime si erano asciugate.
“Signora Styles, è sveglio?” udii una voce familiare e mi guardai attorno cercando di focalizzare il tutto.
“Harry.” una voce ancora più familiare.
Quando finalmente lo stordimento finì di annebbiarmi la mente riuscii a ricordare come ero arrivato qui e che cosa era successo.
“Wendy..” sussurrai solo, “Harry, il dottore vuole che entri.” mi girai e vidi Louis guardarmi preoccupato, “Solo tu.” aggiunse Zayn.
Mi strusciai le maniche della maglietta su tutte e due gli occhi per poi alzarmi traballante, sentii le gambe molli e indolenzite, come non lo erano mai state.
“Mi segua.” vidi il dottore farmi un cenno col capo per poi entrare nella stanza.
Il respiro mi si mozzò in gola e mille pensieri cominciarono ad esprimersi tutti insieme.
“Harry, vai.” mi incitò Liam poggiandomi una mano sulla spalla, lo guardai gravemente e lui colse subito il mio terrore e le mie preoccupazioni.
E se non ce l'avesse fatta?
Se qualcosa fosse andato storto?
Che cosa sarebbe successo?
Avrei cresciuto la bambina da solo?
Ce l'avrei fatta senza di lei?
Avrei sopportato di vivere i giorni successi a questo sapendo che lei non sarebbe più tornata indietro?
Sarei riuscito a sopportarlo?
L'avrei fatto per lei?
L'avrei fatto per la bambina -la mia bambina-?
“Smettila di torturarti, Harry. Entra.” disse Niall guardandomi severamente sapendo che con le buone non sarei mai entrato, “Noi ti aspettiamo qui, qualunque cosa accada, okay?” guardai negli occhi Louis poi feci un passo avanti.
Uno ancora.
Posai la mano sulla maniglia fredda ed aprii così lentamente la porta che la feci cigolare.
Vidi il dottore chino su Wendy non facendomi vedere il viso di lei.
Mi avvicinai al letto sentendo le gambe tremendamente pesanti ma cercai comunque di strascicarle a terra mentre mi chiudevo la porta alle spalle.
Il dottore -sentendo qualcuno entrare- si girò e quando mi vide sorrise.
“C'è qualcuno che la stava aspettando, Harry.” disse solo e si allontanò dal letto.
I miei occhi si riempirono di lacrime annebbiandomi la visuale e il mio cuore riprese a battermi normalmente quando vidi Wendy sorridermi con in grembo la nostra bambina.

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Life.
Mmmh..
Non so che dire, sul serio o:
Penso che questa sia una delle os su cui sono più indecisa, perchè in mente la storia che avevo era perfetta ma ora non so se l'ho interpretata come volevo.
Ditemi voi, vi prego :c
Io ora vi lascio a riflettere :3
So che è un pò lunga ma grazie a tutte quelle che sono arrivate fino alla fine ♥
Ciao, bellezze ♥

  
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