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Autore: Neko no Yume    20/02/2013    2 recensioni
Quando il frastuono diventava insopportabile lui faceva la stessa cosa che faceva davanti alle liti dei suoi genitori, si ritirava nel suo mondo.
Ci si chiudeva a riccio, annegava in un mare di placido, silenzioso, immobile azzurro.

Ma l'azzurro era senza nome e il rumore ancora lì.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era una casa per bambini “speciali”, dicevano.
Era una villa con tanto spazio per giocare, un enorme giardino con le magnolie e i ciliegi e i pruni, tante infermiere sorridenti e materne.
Per chi la vedeva da fuori.
Per lui la Casa di Fianna non era niente del genere.
Era enorme e nessuno poteva negare la presenza di alberi e infermiere, ma sul loro amore materno Leo avrebbe avuto molto da dire.
In realtà non è che se la prendessero coi bambini, anzi, ma il solo fatto di essere stato rinchiuso lì dentro dai suoi assieme ad altri psicopatici col moccio al naso gli faceva vivere le cose da una prospettiva leggermente più pessimista.
Specialmente se i detti mocciosi disturbati passavano le giornate a urlare, sbattere oggetti e porte, far gridare le infermiere, rumore, rumore, rumore.
Quando il frastuono diventava insopportabile lui faceva la stessa cosa che faceva davanti alle liti dei suoi genitori, si ritirava nel suo mondo.
Ci si chiudeva a riccio, annegava in un mare di placido, silenzioso, immobile azzurro.
E senza rendersene conto imbrattava muri e pavimenti di quel colore.
L’unica cosa a essere cambiata da quando stava lì era che aveva più pastelli a disposizione, ma anche più urla nella testa.
Sognava esplosioni di azzurro a ricoprire quei muri bianchi accecanti di luci al neon e strida.
Sognava di poter dare un nome a un colore così bello, ma un nome non ce l’aveva ancora.
Poi un giovedì una delle infermiere portò suo figlio a lavoro.
Non aveva nessuno a cui lasciarlo, la babysitter le aveva dato buca.
Leo alzò uno sguardo indolente su quella zazzera di paglia, quel naso perennemente arricciato per l’odore del disinfettante e due iridi perfettamente azzurre.
“Hey”.
Avrebbe giurato che persino la sua voce fosse azzurra.
Avrebbe giurato che il cielo fosse colato sulle pareti attorno a loro, soffocando ogni suono che non fosse quella voce azzurra.
Da quel giorno un nome per il colore lo trovò, riuscì a scovarlo nelle ore di silenzio e voci smorzate passate tra i libri a tirarsi aerei di carta azzurra (i fogli li aveva colorati lui) tra fortini di libri e sedie, o in giardino sotto i ciliegi a catturare farfalle incaute.
Sempre immersi nel silenzio, nell’azzurro, in quel bambino dai capelli di paglia e il naso arricciato che si chiamava Elliot e aveva gli occhi azzurri.





Yu’s corner.
Waah, da quanto tempo non scrivevo sulla mia otp delle otp.
Troppo tempo, mi sono mancati tanto. Comunque, questa flashfic nasce dalla noia cosmica mia e di Sion.
Il prompt l’ha dato lei (“Silence is a great healer” e la canzone http://www.youtube.com/watch?v=NxnyZKU-B7c) e poi entrambe abbiamo lasciato vagare l’ispirazione.
Spero vi sia piaciuta e bye bye,
Yu.
  
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