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Autore: nephylim88    21/02/2013    3 recensioni
Quando si parla di case maledette acquistate, il nostro pensiero va immediatamente alla sorte dei poveretti che hanno acquistato gli edifici in questione. Ma come vivono la situazione quelli che vendono queste case? Ho voluto mettermi nei panni di un giovane agente immobiliare, che si ritrova a vendere una della case più famose di Venezia, almeno da questo punto di vista...
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non posso dire di essere mai stato un accanito credente. Proprio per niente. Ma ora che anche un'altra persona è morta, ora che lei è morta, e io ne sono in parte responsabile... come faccio? Davvero, ora sono terrorizzato per la mia anima immortale.

Lo so, nel 2013 tanti trovano assurdo credere nell'anima, quell'inutile suppellettile che ci portiamo dietro per tutta la vita, e che poi, una volta morti, andrà archiviata in uno dei due grandi schedari dei due grandi Signori dell'universo: Satana e Dio Padre. Ma ora, non sono più così sicuro che sia così inutile, quel suppellettile.

Mi chiamo Giorgio. Mi sono laureato cinque anni fa in architettura a Venezia. Ma, con la crisi che c'era, mi sono ritrovato a fare l'agente immobiliare per l'agenzia “Borgia & figli”, agenzia con filiali in tutta Italia, specializzata nella vendita di case antiche, per lo più con una fama sinistra, anche se i proprietari, Rodrigo Alessandro e suo figlio Cesare, sostengono che si tratti di un puro caso. All'inizio trovavo alquanto ridicola l'omonimia tra i miei datori di lavoro e la famiglia più incline agli intrighi nella storia italiana, tanto più che pareva che Cesare avesse anche una sorella di nome Lucrezia, ma ora questa coincidenza non mi sembra più una coincidenza, e mi fa rabbrividire. Mi sono dovuto licenziare. La cosa che mi fa più schifo è che una parte di me concorda con i miei amici e parenti, che sono stato scemo a mollare un lavoro così ben retribuito in questi tempi così tormentati. In fondo, le case che vendevamo erano straordinariamente costose, e interessavano un sacco di ricconi eccentrici che spesso arrivavano a pagarle anche più del loro prezzo! Di conseguenza, la mia percentuale era molto alta. E pare che, se avessi dimostrato i requisiti richiesti, nel corso degli anni non solo la mia percentuale si sarebbe alzata, ma sarei addirittura diventato socio! Ma i miei amici e familiari non sanno cosa sono quei particolari requisiti. E nemmeno io sono sicuro di saperli tutti.

Cominciò tutto sei mesi fa. Ormai era da tre anni che lavoravo per quell'agenzia. Che non assomigliava per niente ad un'agenzia: l'edificio della sede era un palazzo veneziano del 1700, con le decorazioni del soffitto in oro, e un enorme lampadario a gocce nella sala principale. Ero in ritardo, così praticamente corsi fino alla sala principale, dove trovai Rodrigo che parlava in francese con una bella signora sulla cinquantina. Già a vederla, mi resi conto che quella donna era speciale. Mi sentivo già legato a lei, in un certo senso. Non c'era stato il classico colpo di fulmine, ci mancherebbe! E tuttora non posso dire di essermene innamorato. E se lo ero, beh, ero (sono!) abbastanza disilluso da sapere che una storia tra un uomo di trent'anni e una donna di cinquanta difficilmente funziona.

Si voltarono entrambi verso di me.

Oh, Giorgio!” esclamò Rodrigo, vedendomi “Ben arrivato! Madame, voici l'agent qui vous accompaignera à la maison!”

Lei mi sorrise.

Bonjour, madame. Je vous demande pardon, je ne parle pas bien français...” le dissi, impacciato.

Oh, non si preoccupi” rispose lei, sempre con quel sorriso stampato in volto “Parlo abbastanza l'italiano. Anzi, preferisco parlarlo, con lei, visto che devo venire a vivere qui!”.

Devo ammettere che ero impressionato. La sua cadenza francese non era poi così marcata, appena un minimo di erre moscia e un po' di nasali tradivano la sua origine.

Bene, signora! Allora, che case vuole vedere?”

Veramente ne ho scelta solo una. Ca' Dario.”

Una brezza gelida mi sfiorò un orecchio. Forse era un presagio, ma non ci feci molto caso, in quel momento.

Molto bene, signora! Vogliamo andare?”

 

Può chiamarmi Geneviève, se vuole!” urlò la signora, per sovrastare il rumore del vaporetto e della gente che vociava intorno a noi.

Solo se lei mi chiamerà Giorgio e ci daremo del tu!”

Sorrise. Sorrideva sempre.

Come mai ti vuoi trasferire qui, Geneviève?”

Ho sempre amato l'Italia. In particolare Venezia. E quando mio marito è morto, ho deciso di lasciare la Francia e venire a vivere qui.”

Mi spiace molto per la sua perdita, davvero!”
“Erano anni che era malato, lo amavo moltissimo, ma devo ammettere che quando è morto è stato un sollievo, in un certo senso. Vederlo soffrire stava uccidendo anche me.” Assunse un'aria malinconica. Una lacrima scese sulla sua guancia. Decisi di cambiare argomento.

Come mai proprio villa Dario?”

Come? Oh!” si riscosse “beh, in verità ne avevo considerate altre, ma poi il signor Borgia mi ha fatto vedere le foto di quella villa, e me ne sono innamorata!”

Lei conosce la fama di quella villa?”

No, veramente.”

Gira voce che sia maledetta, visto che è stata costruita su un antico cimitero. Tanti dei suoi proprietari precedenti sono andati in bancarotta, per un motivo o per un altro, e tanti di loro si sono suicidati tra quelle mura. In effetti, era già da qualche anno che la villa non veniva occupata, proprio per questo motivo.”

Oh, ma sono superstizioni ridicole!”

è quello che penso anch'io!” risi.

Dio, quanto ci sbagliavamo!

 

 

Ciao a tutti! Allora, volevo fare alcune precisazioni su questo racconto.

Ho basato la storia su una leggenda che chiunque vive a Venezia, o l'ha frequentata, conosce.

Cà Dario è un palazzo rinascimentale la cui costruzione è stata commissionata da tale Giovanni Dario, nel 1400 e rotti. Ma, si vocifera, fu costruita su un antico cimitero (addirittura alcuni sostengono che fosse un cimitero templare). La figlia di Giovanni Dario, la cui dote consisteva appunto in questo palazzo, morì di crepacuore a seguito del tracollo finanziario del marito. Da allora, molti dei proprietari fecero una gran brutta fine: morti violente, suicidi, bancarotta, scandali... per dire, anche uno di quelli coinvolti in Tangentopoli, se non ricordo male, si sparò nel 1993 proprio in quella villa. L'ultima morte risale al 2002, quando un americano che l'ha affittata, è morto di infarto nel giro di una settimana. Pare che lo stesso Woody Allen fosse interessato all'acquisto, ma ha desistito di fronte alla sua sinistra fama (opinione personale: è una grande fortuna per il cinema!).

Altra cosa: se esiste un'agenzia immobiliare Borgia, dico subito che non intendo assolutamente farle cattiva pubblicità, tanto più che non ne sono proprio al corrente, dell'esistenza di un'agenzia con questo nome. Il mio intento era di creare una certa ambiguità e un certo legame fra il mondo presente e quello che succede a Giorgio e Geneviève, e una famiglia estremamente famosa per gli intrighi e gli omicidi. E l'unico nome che mi è venuto in mente è proprio “Borgia”.

Detto questo: Buona lettura! Spero che per ora questo racconto vi piaccia! Fatemi sapere!

Baci,

Nephylim

  
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