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Autore: madoka94    22/02/2013    1 recensioni
"Lovino amava stare solo, come gli piaceva guardare tutto il giorno le fiction alla TV fino a notte tarda stravaccato sul divano.
Gli dava fastidio gente come Antonio o suo fratello che parlavano fino allo sfinimento, quando ci si mettevano erano due macchinette.
Eppure quel giorno di Febbraio, anche quando era bloccato a casa con la neve che scendeva, il silenzio della casa e il vociferare dell' elettrodomestico erano il suo più grande fastidio..."
Salve a tutti, questa è la prima fiction di hetalia che faccio. ^^
è incentrato sull' itacest, spero che vi piaccia!
Buona lettura!!!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Lovino amava stare solo, come gli piaceva guardare tutto il giorno le fiction alla TV fino a notte tarda stravaccato sul divano.
Gli dava fastidio gente come Antonio o suo fratello che parlavano fino allo sfinimento, quando ci si mettevano erano due macchinette.
Eppure quel giorno di Febbraio, anche quando era bloccato a casa con la neve che scendeva, il silenzio della casa e il vociferare dell' elettrodomestico erano il suo più grande fastidio.
Aveva provato a chiamare a casa dello spagnolo ma era fuori con il resto del Bad Trio.
Feliciano invece era uscito per andare a casa di Ludwig.
Romano non aveva mai approvato l' amicizia tra quei due, pensava che quel crucco di un tedesco gli montasse la testa, che un giorno l' avrebbe portato a vivere a Berlino e non l' avrebbe più rivisto.
Se Veneziano se ne fosse andato da quella casa in cui erano cresciuti insieme, l' idea di stare da solo per sempre l' avrebbe presa in odio, non poteva proprio sopportarlo.
Lui però era cocciuto, aveva promesso dopo l' ultimo litigio con il fratello (dopo molte insistenze di quest' ultimo) che non avrebbe tentato di chiamarlo ogni decimo di secondo per sapere se il tedesco gli avesse messo le mani addosso o no e le promesse le manteneva sempre.
Ma un altra cosa che Lovino sapeva di se stesso era che alcune promesse, quelle che dovevano essere le più importanti, non le sapeva proprio mantenere.
Guardava di tanto in tanto il cellulare posato poco distante dal divano sul comodino, la tentazione di premere i tasti e chiamarlo era tanta.
-"No, ho promesso di non farlo.Sta bene!"-
Cercava di autoconvincersi più che poteva con quelle parole, le mani gli tremavano ogni minuto scandito dal ticchettio dell' orologio a pendolo. Anche quell' oggetto era insopportabile e in quella situazione lo era ancora di più.
-BASTA! LO CHIAMO!-
Ruggì facendo rimbombare la casa con la sua acutissima voce, così spense subito la TV, si precipitò al comodino prendendo il cellulare e premette i tasti nella rubrica.
Cercò il suo nome e appena lo trovò il coraggio e l' impazienza che aveva avuto pochi attimi prima stava andando a sciemare appena sfiorò il tasto verde per la chiamata.
Quanto odiava quei momenti in cui sapeva che avrebbe fatto vedere di essere nel torto e di aver ceduto facilmente alle sue debolezze. Anche se cercava di far vedere che era un tipo che non si lasciava soppraffare dalle sue paure, alla fine, l' Italia del Sud era come l' Italia del Nord.
Premette il tasto accidentalmente, almeno cercava di giustificarsi in quel modo.
-Veee! Prontooo?- la zuccherosa voce di Feliciano echeggiava nella cornetta.
A quel punto Lovino dovette rispondere per forza, mandando giù per la gola un gran boccone di saliva.
-Fe...Feli?-
-Oh, Lovi, ciao! Come mai mi hai chiamato?-
-Ecco...-
Una scusa, gli doveva servire una scusa all' istante! Altrimenti non avrebbe sopportato ad una delle battute di Veneziano.
-...mi...mi chiedevo a che ora tornavi a casa. Ho fame, sai? Devo sapere cosa preparare anche per te, zucca vuota!-rispose cercando di essere il Lovino di sempre.
Sembrava che funzionasse quando sentì le solite scuse del fratello, fino a che l' altro non disse:
-Scusami nii-chan, ma sta sera c'è la partita in televisione e Germania mi ha chiesto se volevo restare a dormire da lui.-
A quel punto non sentì più la terra sotto i suoi piedi.Ancora una volta quel mangia patate gli stava portando via la sua unica e sola famiglia, l' unica persona che sapeva di amare sin dal profondo.
-Pensavo che la guardassimo insieme.-disse con la voce resa roca dalla rabbia.
-Mi dispiace!! è che io e Germania non ci vediamo da un pò, quindi...-piagnucolò l' altro dall' altra parte del telefono.
Lovino strinse il pugno lungo il fianco, quel maledetto biondo tedesco...l' avrebbe perso ancora.
-E va bene!Resta lì con lui!Fatti infinocchiare per bene dalle sue belle parole e non tornare!-gli gridò e sentì Feliciano mugolare qualcosa innocente, non capendo cosa stesse succedendo.
-Che stai dicendo Lovino?-
-Non capisci Feliciano?Tsk, quando mai lo hai fatto?Sei sempre stato un credulone, idiota di un fratello che non capisce niente! Ma tanto è questo che desideri, giusto?! Vuoi restare con quel crucco tutto muscoli e senza cervello?Ok!Rimani con lui per sempre! Non insisterò più a separarvi!!-
Ci fu un lapidale silenzio dopo quel grande sfogo, mentre riprendeva fiato Romano sentiva che si era tolto un macigno dallo stomaco e allo stesso tempo si immaginava il volto di Veneziano travolto dalle lacrime.
Che lo stesse odiando? Tutte le volte che aveva immaginato suo fratello a odiare qualcosa o qualcuno gli veniva da ridere, non riusciva ad immaginarselo ad odiare e disprezzare una persona, tanto meno lui.
Quel dubbio, però, lo stava attanagliando in una gelida morsa che lo faceva soffocare nonostante il salotto fosse ampio.
Dopo vari ed interminabili secondi sentì Feliciano sospirare, un segno che gli fece intendere di non avergli attaccato in faccia.
-Ho capito.-
Furono due semplici parole, piatte, senza alcuna emozione nella voce, cosa che gli mise ancora più in agitazione. Poi il suono della chiamata interrotta.
Allontanò l' apparecchio telefonico dall' orecchio guardando il pavimento, che cosa voleva dire?
Aveva deciso davvero, dunque? Sarebbe rimasto a casa di Ludwig per sempre?Non si sarebbero più rivisti?L' odiava?
Scagliò quello stesso oggetto con cui aveva interagito pochi istanti prima a terra con violenza, tormentandosi il ricciolo tra le dita in movimenti circolari, frenetici. Gli rilassava farlo quando era nervoso, Feli glielo faceva quando dormivano insieme e lui con il suo.
Si fermò bruscamente a quel pensiero e andò a rovesciare le colonne di libri d' arte che teneva l' altro, a scaraventare i quadri che era solito dipingere da una parte all' altra.
In pratica mise a soqquadro tutta la casa.
Gli ci volle più di un ora  per sbollire il tutto, un ora passata ad urlare, tirare bestemmie a destra e a manca ad un interlocutore invisibile, rompere e tirare qualsiasi oggetto sotto mano.
Appena si calmò si accucciò in un angolo prendendosi le gambe a nascondere il viso macchiato dalle lacrime che avevano già preso a scorrere molto prima.
L' aveva perso, come quando erano piccoli ed erano sotto il potere del Vaticano, quando furono separati da Austria e Spagna per la loro debolezza. Questa volta era per sempre.
Feliciano era tutto per Lovino, era la sua cima, la sua ancora di salvezza, il suo migliore amico, suo fratello, l' amore della sua vita.
Dopo tanti anni che le due Italie erano state separate credeva di essersi ritrovati, ma arrivò Germania che portò la seconda guerra mondiale e cercò di portarsi via anche Veneziano. Lui, però, era troppo buono e gentile da non accorgersi che quel biondo in un modo o nell' altro ci provava spudoratamente con lui, eppure il fratello credeva ciecamente alla loro amicizia nonostante i continui avvertimenti. A quanto pareva avrebbe continuato a farlo.
Veneziano non lo sapeva, ma stava causando molto dolore a Romano.
Rimanere solo non gli piaceva più.
Non sapeva quanto tempo era passato, dato che anche l' orologio era andato a quel paese sembrava fossero passati secoli.
All' improvviso, a destarlo da quella posa statuaria, qualcosa di caldo gli prese le mani facendogli alzare di scatto il capo verso l' alto.
I suoi occhi dorati si specchiarono in altri simili ai suoi, increduli e spaesati.
-Fratello...sono a casa.-gli mormorò dolcemente Feliciano che gli carezzò il viso.
-Cosa...?-
Lovino era scosso dalla sua presenza. Stava sognando?
-Che è successo qui? Sono entrati i ladri?-chiese titubante Veneziano guardandosi in torno.
-Tu... non dovresti stare con quel mangia patate?-chiese con tono acido tentando di asciugarsi le lacrime di nascosto.
Feli gli sorrise solare tralasciando il bordello e concentrandosi sul fratello.
-Gli ho detto che ci sarebbero state altre occasioni, ora tu hai bisogno di me.-
Il ragazzo più grande spalancò gli occhi colpito, arrossendo vistosamente guardando altrove.
-Non ho detto niente del genere! E poi ti ho detto che potevi rimanerci, hai fatto tutto l' incontrario come al tuo solito!!-
-Non l' hai detto, ma dalle tue parole si capiva che avevi bisogno di me. Ormai ti conosco, quando dici che non hai bisogno di me invece lo vuoi.-
Romano era sempre spiazzato quando il fratello minore evidenziava quei particolari della sua malatissima personalità che conosceva a meladito, un altro fatto che non sopportava perchè in quei casi, a malavoglia e vergognosamente, sapeva che aveva ragione.
-Sei uno stupido fratello minore.-bofonchiò imbronciato, la pelle bruciava quanto un falò.
-Semplicemente ti conosco, ve!-rise sincero con le guance rosee.
Alla fine lo adorava anche quando non capiva niente, quando era uno stupido e innocente. Lui era il suo stupido e innocente.
Istintivamente lo prese di sprovvista abbracciandolo fortemente a se, non lo avrebbe mai più lasciato andare.
-Non ti voglio più perdere...-bisbigliò al fratello minore soffiandogli sull' incavo del collo.
Feliciano, semplicemente, ricambiò l' abbraccio accarezzandogli dolcemente i capelli. Le vicissitudini che li avevano portati alla separazione di secoli orsono non ce ne sarebbero più state. Se lo era ripromesso.
-Non sarai più solo- gli prese il viso premendogli un leggero bacio sulle labbra-sono qui con te ora. E ci sarò sempre .-
-Per sempre?-
-Sempre.-
Lovino sorrise sincero e rassicurato, sapeva che Feli lo amava quanto lui. Ancora una volta confermò che tra il fratello e il tedesco c' era solo pura amicizia.
D' un tratto prese lui l' iniziativa, approfondendo il bacio facendolo diventare più intimo. Si staccò con un sorriso provocatorio, facendo sedere Veneziano sulle sue gambe a cavalcioni.
-Allora, cosa vuoi mangiare?-
-Pasta, ovvio!-
-E dopo?-chiese malizioso baciandogli avidamente il collo.
-Non volevi guardare la partita?-mugolò l' altro sotto il suo tocco.
-Non ne ho più voglia. Voglio fare qualcosa di più "stimolante".-
Romano era molto viziato quando voleva, peccato che Feliciano non lo accontentava come faceva Antonio ai tempi in cui era il suo sottoposto.
-Allora ci rimbocchiamo le maniche e rimettiamo tutto a posto! Avere una casa in disordine non sta affatto bene.-
Il fratello maggiore sentì un macigno sulla testa, perchè quello sciocco non capiva i doppi sensi?
Si alzarono andando verso la cucina mano nella mano, uno sorridente e l' altro strasognato ad osservarlo.
Di quello che era successo quella sera, Lovino, non glielo avrebbe mai raccontato.

Sei uno sciocco, credulone e innocente, ma è per questo che ti amo. Rimanere in tua compagnia non è mai stato così bello come adesso.

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

 

Buona sera a tutti quanti! Sono madoka94 e, come già detto, questa è la prima fiction che posto su Hetalia. Ho voluto cominciare con l' Itacest perchè mi piacciono un sacco loro due insieme e anche altre coppie come la prungary ( in assoluto *-*) e amo fin troppo Spagna *ç* ...ahem, cooomunque, tornando a noi, spero che la lettura sia stata di vostro gradimento e di ricevere molte recensioni per sapere le vostre opinioni, accetto  anche di gran lunga quelle negative.

Baci bacioni e alla prossima!!!

madoka94

  
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