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Autore: xhelloidols    23/02/2013    9 recensioni
'Il vero amore? Oh,il vero amore non esiste. E' solamente un'invenzione creata per far si che le persone possano credere che ci sia un'altra persona disposta ad amarle con pregi e difetti,quando non sarà mai così.
Il vero amore è una cazzata, un po' come il per sempre: credete che esista quella persona disposta a starci accanto per un periodo di tempo così lungo? Lo credete davvero?'
Poi, un nuovo sole splende su Londra e Violet è costretta a riformulare tutte le ipotesi e le convinzioni che aveva elaborato nella sua vita. E se il vero amore esistesse? E se stesse fiorendo proprio nel suo cuore?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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'I sogni si realizzano. Basta crederci.'

Sono consapevole che sembri una frase da Baci Perugina,nemmeno io ci avevo mai creduto alle tipiche frasi immensamente moraliste e senza senso, ma si sa, a volte, nella vita,bisogna ricredersi. Per esempio, io avevo progettato e fantasticato per una vita intera il giorno in cui finalmente sarei scesa dall'aereo e avrei poggiato i piedi sul terreno londinese.
Ed il momento era arrivato. Strinsi per bene il manico della valigia tra le mani e cominciai a muovere i primi passi sul suolo su cui avevo sognato di camminare per anni, trattenendo una leggera lacrima di gioia che stava tentando di scappare furtiva dai miei occhi. Ma partiamo dall'inizio della storia.
Era una mattina di settembre del 2OO5.
Avevo compiuto i dieci anni da qualche giorno, ormai mi sentivo una bambina grande, credevo di poter scalare le montagne: ormai mi sentivo grande, una donna adulta.
Stavo giocando nel cortile di casa, un piccolo spazio verde in cui trascorrevo la maggior parte delle mie giornate: indossavo un cappellino rosa e lasciavo che i lunghi capelli biondo cenere scivolassero ribelli sulle mie guance. Poi dall'interno della casa sentii la squillante voce di mia madre che mi invitava a rientrare in casa.
Mia madre era una giovane donna dai lunghi capelli neri come la pece e dal sorriso contagioso: era italiana fino al midollo, e aveva sposato un uomo inglese.
Da qualche mese mio padre non era più lo stesso, ma la mamma diceva che si trattava di una banale influenza ed io, da bambina ubbidiente qual ero, credevo alle sue parole.
Quando però quel giorno la mamma m'invitò a recarmi nella camera da letto dove papà giaceva da qualche giorno, capii che qualcosa non andava. Lo capii dal suo sguardo, che nascondeva un'ombra di tristezza che mi fece raggelare il sangue. Il mio papà era il mio eroe, il mio porto sicuro dove rifugiarmi, l'uomo che nessun male poteva sconfiggere.
Ma quando quella mattina entrai in quella gelida stanza, in quel letto vidi quello che era rimasto del mio papà.
La sua forza da super-eroe era stata sostituita da un'immensa vulnerabilità che gli fuoriusciva dagli occhi.
'Papà,non ti senti bene?' gli chiesi con gli occhi bagnati appoggiando il cappellino rosa ai bordi delle lenzuola candide.
'Non molto piccola mia. Ma ben presto starò meglio.' disse accennando un sorriso triste per poi schioccandomi un bacio sulla fronte.
'Perché? I dottori hanno trovato una cura per la tua malattia,papi?'t
'No principessa mia. Ma presto andrò in un luogo bellissimo. Sai là sopra ci sono tanti bellissimi angeli che mi faranno compagnia e lassù non soffrirò più.'
'Oh,che bello papà. Posso venire anchio?'
'No,tu devi stare qui con la mamma su questo pianeta ancora per molto,moltissimo tempo. Ma prima devi promettermi una cosa.'
'Certo papi, dimmi tutto quello che vuoi.' lo ascoltavo con attenzione,poggiando i gomiti sui bordi del letto,gli occhi dentro i suoi.
'Quando sarai grande voglio che tu vada nella mia Londra e una volta lì, voglio che tu visiti l'Hyde Park: è un parco bellissimo e al centro di questo parco c'è una quercia, una quercia grandissima. Lì, alle radici della grande quercia c'è qualcosa per te.'
'Va bene papà, ti prometto che quando sarò grande ci andrò.'
Poi mi schioccò un altro bacio sulla fronte e sorridendo uscii dalla stanza.


Mio padre morì quella sera, poco dopo il nostro incontro.
Da quel giorno ebbi costantemente quelle parole nella testa e nel cuore e l'obbiettivo di raggiungere Londra e l'Hyde Park si faceva sempre più vivo, giorno per giorno.
Cominciai a vagare per l'immenso aereoporto con la valigia ben salda tra le mani e un sorriso stampato sul volto.
Tentavo di immortalare ogni odore, ogni volto come se il mio cervello fosse una macchina fotografica.
Arrivai in una specie di negozio che vendeva diversi souvenir di Londra, libri e musica.
Vi entrai e cominciai a perdermi tra le note della radio e l'odore delle pagine dei libri.
Trovai tra i migliaia di CD quello da poco uscito dei One Direction, Take me Home e lo comprai, quei ragazzi mi piacevano, facevano bella musica ed ero curiosa di comprare il loro nuovo album. Così lo presi tra le mani e mi avviai verso la cassa, ma qualcosa, o meglio qualcuno ostacolò il mio percorso. Urtai contro il ragazzo e il cd mi finì dritto dritto a terra.
Lui lo acchiappò prontamente, estrasse un pennarello nero dalla tasca dei jeans e cominciò a scarabocchiare qualcosa sulla copertina.
Io osservai la scena senza parole, poi il ragazzo si tolse il cappuccio e tutto fu maledettamente chiaro: il ragazzo che aveva appena firmato il cd dei One Direction non era niente meno che un membro degli One Direction. Infatti Harry Styles se ne stava dritto e sorridente di fronte a me, e io, bhe io, non riuscivo a spiaccicare parola.
'Wow' fu l'unica parola che riuscii a pronunciare.
'Spero di essermi fatto perdonare.'
'Tu non di devi far perdonare proprio di niente, Styles.'
Lui scoppiò a ridere e poi , tornando serio, si rivolse di nuovo a me.
'Sei per caso una nostra fan?'
'Diciamo di sì, siete molto bravi.' dissi sorridendo e tentando di rimanere calma, non volevo apparire come una bimbaminchia arrapata.
'E scommetto che io sono il tuo preferito.' disse assumendo un aria vanitosa.
Io scoppiai a ridere e lui mi seguì divertito.
'Ti offro un' opportunità da paura: se mi dici qualcosa di te, per esempio come ti chiami, davanti ad uno Starbuck ne sarei felice.'
'Accetto l'offerta, non ho nulla di meglio da fare.'
Così c'incamminammo verso lo Starbucks più vicino, anche se tutto sembrava essere strano ed immensamente irreale.



Spazio autrice.
Ciao a tutte bellissime, sono Micaela ed eccomi qui con una nuova fan fiction su Harold.
Qualche tempo fa ne avevo cominciata un'altra, ma per mancanza di tempo e di fantasia ho dovuto eliminarla, quindi mi scuso con tutte le persone che la stavano apprezzando e seguendo. Questa ff è un nuovo inizio, spero che questo primo capitolo vi piaccia e se riceverò tanti consensi, prometto che m'impegnerò a continuare questa ff, lo giuro.
Che dire, aspetto recensioni, sia positive e negative.
Insomma, vi aspetto. Baci splendori. x

lei è Violet x

  
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