Film > Alice nel paese delle meraviglie
Segui la storia  |       
Autore: Anima Evans    24/02/2013    3 recensioni
Può un uomo pazzo diventare pazzo d'amore?
può una ragazza coscienziosa perdere ogni cognizione?
Si, a wonderland
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il cielo plumbeo faceva da cornice a quella tremenda battaglia, Toran con lo sfondo di Wonderland grigia e cupa, suo fratello in trappola in un groviglio di rovi che lui controllava. Alicia voleva urlare

«Mia cara…guarda com’è ridotto il mio fratellino…»

Si avvicinò e gli punzecchiò il costato e lui emise qualche gemito dolorante

«Quanta debolezza…mi irrita…»

E poi diede un ultimo colpo più forte al povero cappellaio che gemette e tossì per il dolore

«Lascialo! »

E lui si avvicinò pericolosamente a lei a tal punto che la ragazza si difese con la lancia ma lui invece disse con un sorrisetto beffardo

«Perché tanto astio Alicia? Vuoi liberarlo? Prego…»

E si scostò con un gesto plateale facendo una riverenza; ovviamente Alicia corse dal cappellaio e tentò di strappare i rovi rampicanti ma più ne toglieva più ne sbucavano e si stringevano intorno al corpo inerme del povero Taran. Pianse di disperazione e rabbia, lo guardò con gli occhi in fiamme.

«Toran, sei veramente meschino. »

E lui come se fosse veramente risentito disse

«Ma come? Ti ho dato anche l’opportunità di liberarlo, non puoi darmi la colpa se non ci riesci…»

E rise sonoramente mentre Alicia prendeva la rincorsa per infilzarlo ma con un gesto della mano lui provocò uno spostamento di energia magica che disarmò la ragazza e  la attirò a se, la schiena di lei contro il petto di lui che le prese anche il viso bloccandola, carezzandole i capelli. Purtroppo Toran era anche affascinante e il profumo pungente, virile oserei dire punzecchiava i sensi di Alicia

«Sai, sei molto bella anche da vicino…che dispiacere ucciderti. »

Poi ci fu un miagolio e un graffio sugli occhi di Toran fece capolino e mentre lui si contorceva allentò i rampicanti sul cappellaio e lasciò Alicia. Lo stregatto lo mise in salvo per il momento mentre la ragazza cercò di svegliarlo dandogli dei buffetti ma Toran furioso com’era tornò su di lei e lo stregatto le fece da scudo ferendosi.

«STREGATTO!»

Miagolò rabbioso e sparì in una nuvola di fumo e solo dopo ad Alicia venne in mente il gesso con cui si sporcò le mani battendole e creando una nuvola di gesso che causò a Toran una serie di starnuti ma non di più, sufficiente a farla scappare ma lui disse

«Sai che c’è? Io infondo voglio solo uccidere mio fratello quindi…»

Detto questo andò verso il cappellaio e lo prese per la collottola, Alicia realizzò appena in tempo per cercare di contrastare il giovane malvagio ma quello con la sola magia la sbatté al muro causandole una bella botta in testa, la giovane poteva sentire il sangue gocciarle dalla testa giù sulle tempie ma si impose di restare lucida e quello che vide fu straziante, Toran lanciò il cappellaio in aria e lo trafisse con una lancia di magia trapassandolo da parte a parte come se fosse un piattello colpito in pieno.

«NO! »

Urlò la ragazza mentre Toran si sistemava il cappello e si puliva le mani con un fazzoletto e schifiltoso aggiungeva

«Che essere inetto…»

La ragazza andò dal cappellaio, aveva sangue ovunque e sembrava una bambola rotta, l’istinto era di non toccarlo e cosi gli poggiò solo la testa sulle sue ginocchia e carezzò i capelli rosso carota pensando a quando erano bellissimi color rame, le sue palpebre erano chiuse non consentendole di vedere i suoi occhi color smeraldo e la sua pelle sembrava ancora più pallida. Le lacrime cadevano come pioggia sul viso di Alicia e inevitabilmente anche sul cappellaio che però non faceva una piega

«Perché, perché cappellaio…se io non fossi mai giunta qui forse si sarebbe potuto evitare tutto questo…»

Intanto Toran tornava alla carica avvicinandosi e caricando un ingente sfera magica grigia piena dell’odio e dell’astio per entrambi. Lei strinse a se il cappellaio poggiandogli una mano sul petto e senti qualcosa di vagamente rigido e cosi mise la piccola mano sotto la giacca e trovò una tasca interna, la apri e ne estrasse un foglio di carta sporco e rovinato fuori ma dentro sembrava ancora leggibile; quello che vide fu sconcertante. Era il disegno del bambino che era in città e che il cappellaio aveva conservato ed erano loro due, in abiti inusuali ma eleganti, che si guardavano come due innamorati e il cappellaio teneva la mano ad Alicia baciandola lievemente e sotto c’era una frase

«Tu sai chi son io e se avessi un cappello più grande ti terrei da quel mondo distante, tra fiori e conigli, non pesa alla gente il segreto di me. »

Solo allora Alicia capì, il segreto del cappellaio ricordando le sue parole, quello che disgustava il suo gemello era la sua follia ma non era solo disgusto, Toran aveva una paura inaudita di ciò che era inspiegabile proprio come la follia e non solo lui aveva sempre avuto paura del nuovo e del bello, dei colori e dei sentimenti perché erano tutte cose che non poteva controllare e dare una spiegazione logica. Cosi la ragazza ripiegò il disegno e lo rimise al suo posto e si alzò e a testa alta disse

«Toran…»

E lui furioso disse

«Addio Alicia! »

E solo allora lei disse

«Che differenza c’è tra un corvo e una scrivania? »

E lui impallidì dicendo un incredulo

«Cosa? Ma che domanda è? Non ha senso…»

E lei avanzava continuando

«Sapevi che esiste una pozione che ti fa diventare gigante e un pasticcino che ti fa rimpicciolire? »

Lui tremava e disse

«Ma che stai dicendo?! Non è possibile…»

E lei continuava ad avanzare mentre Toran retrocedeva sempre di più

«Sapevi che i fiori possono cantare? Le ostriche ballano e poi esistono i palmipedoni…»

Disse lei mentre lui ripeteva sempre

«Ma cosa dici? Vaneggi…sei pazza…pazza…»

E quando arrivò al bordo del castello lei disse

«Quel matto sono io, che vorrebbe un cappello più grande ed un paio di mani più attente che nasconda il bene perfino la gente è il segreto di quel che son io…»

E poi le lacrime rabbiose, tristi ma cosi coraggiose da non aver paura della paura stessa di Alicia che urlò

« CHE SE AVESSI UN CAPPELLO PIU GRANDE TI TERREI DA QUEL MONDO DISTANTE TRA FIORI E CONIGLI PERSINO LA GENTE SA IL SEGRETO DI QUEL CHE SON IO!»

Toran ormai era terrorizzato e pianse anche lui, non aveva più una parola da dire ma solo

«Ti prego…rinsavisci…»


E lei continuò ripetendo quella frase

«Tu sai chi son io e se avessi un cappello più grande ti terrei da quel mondo distante, tra fiori e conigli, non pesa alla gente il segreto di me»

Poi tirò fuori la boccetta con la polvere di gesso e la sparse su Toran che urlò come se la polvere fosse acido, sulla sua pelle chiazze di colore prendevano vita, uno splendido arcobaleno che lui non sopportava e non si spiegava e poi esausto Toran Hatter si abbandonò all’indietro e cadde nel fossato. Tutto ciò che rimase visibile fu la sua giacca scura che galleggiò per poco a causa di una pioggia improvvisa; successivamente Alicia buttò anche la boccetta da quell’altezza. Si girò verso il cappellaio che non aveva fatto una piega ma notò che stava scolorendo…stava morendo. La ragazza si piegò su di lui e si asciugò una gocciolina di pioggia dalla punta del naso e notò che era gialla, la successiva azzurra, e ma mano Wonderland prendeva colore, lei aveva salvato quel mondo ma poteva salvare anche lui? Cosi si piegò su di lui e esitante gli guardò il volto e infine si soffermò sulle labbra e una lacrima ci finì in mezzo colorandole a malapena e cosi la ragazza posò le sue labbra su quelle di Taran. Era freddo ma più rimaneva su di lui più prendeva colore e calore. Gli strinse la mano sinistra e la destra la poggiò sul suo volto e come per magia Taran prese colore, i suoi capelli tornarono color del rame e la pelle pallidamente rosea, persino i vestiti tornarono colorati di autunno. Un ulteriore prodigio fu che anche Alicia cambiò, il suo abito divenne turchese a pois bianchi e i suoi capelli neri assunsero riflessi rossastri mentre gli occhi verde foresta divennero scheggiati di oro, una creatura meravigliosa. Finalmente Taran riaprì gli occhi e guardò Alicia negli occhi stupito di vederla cosi stupenda mentre il rosso e il fucsia tingevano il cielo; non dissero nulla per buoni 10 minuti ma poi lui domandò

«Alicia, che differenza c’è tra un corvo e una scrivania? »

E lei rispose sincera

«Non ne ho la più pallida idea…»

E risero ancora e ancora tornando a casa per abbracciare poi pinco panco e panco pinco, il Bianconiglio, il leprotto e il ghiro e per curare lo stregatto e il Brucaliffo. Gli anni passarono e la primavera tornò di nuovo colorando Wonderland di nuovo, nel castello Alicia guardava i ciliegi in fiore, era vestita con un lungo abito con i colori di tale stagione, rosa pastello e verde prato mentre un delicato velo sul rosa cipria le copriva il viso. Una voce

«Alicia andiamo…»

Era lo stregatto che accompagnò la ragazza ai piedi di un enorme ciliegio fiorito dove sotto Taran era vestito di azzurro e verde da capo a piedi, solo il cappello era lo stesso di sempre. Lo stregatto uni le loro mani e Taran inginocchiandosi baciò la mano di Alicia per poi portarsela quando si alzò vicino al viso e alle labbra e disse

«Tu sai chi son io e se avessi un cappello più grande ti terrei da quel mondo distante, tra fiori e conigli, non pesa alla gente il segreto di me»

Lei sorrise e baciò la mano del cappellaio mentre lui le scostò gentilmente la veletta e la baciò sulle labbra, un bacio delicato e semplice di puro e vero amore che seppur folle era autentico e valeva più di ogni razionale certezza. Cosi Wonderland fu salva e Alicia visse con il suo folle cappellaio matto fino alla fine del tempo.

 

FINE

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Alice nel paese delle meraviglie / Vai alla pagina dell'autore: Anima Evans