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Autore: LADY ROSIEL    24/02/2013    9 recensioni
{ EUNHAE }
Per quanto siamo vicini, continuiamo a camminare senza nemmeno più sfiorarci.
Stiamo diventando sconosciuti, l’uno agli occhi dell’altro.
Giorno dopo giorno, ti sento inesorabilmente più lontano.
Con il cuore in gola mentre il mio corpo trema insicuro, corro verso di te e senza darti l’opportunità di scansarmi, mi tuffo sulla tua schiena, cingendoti da dietro.
Sei tutto quello che ho, non ti lascerò abbandonarmi ancora.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Become Strangers
I need to shake your hands

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Le nostre mani saldamente strette fra loro, i nostri corpi intrecciati l’uno accanto all’altra fra candide lenzuola stropicciate. Il tiepido calore di tremanti raggi di sole che s’infrangono sui freddi vetri della finestra, riflettono il loro splendore su questo letto, forse troppo piccolo per ospitare due persone. 
Morbidi sospiri, leggermente contrariati, sgorgano dalle tue così rosee e piene labbra.   
  
Svegliarsi la mattina è sempre così difficile.

Alzi le palpebre, cercando di destarti da quell’incantato mondo dei sogni, e  i tuoi occhi, ancora stanchi, si soffermano a scorgere il mondo attraverso i miei.
Sono trascorse solo poche ore, dall’ultima volta che ho incrociato i tuoi occhi, eppure, mi sembra sia trascorsa un’eternità.  
Accoccolati fra le braccia del sole e stretti dall’unione dei nostri corpi, restiamo così, immobili e quieti a osservare l’immensità che si nasconde negli occhi dell’altro. 
Mai due occhi sono riusciti a donarmi tanto desiderio come i tuoi.

Prendendo coraggio, riscaldato dalla profondità del tuo stesso sguardo, sfioro il tuo braccio con delicatezza, giocando con le dita percorro la linea del tuo corpo, risalendo verso il collo, soffermandomi ad ammirare la perfezione di quel tuo viso così stranamente spigoloso e asciutto. Lineamenti così unici e particolari che imparo ad amare ogni giorno di più. E senza un motivo apparente, finisco per schiudere le labbra, abbandonandomi ad un sorriso sincero. 
L’abbagliante luce che ti avvolge riesce a scaldarmi il cuore, come mai nessuno è riuscito a fare.
«Non ti manca mai l’energia per poter sorridere.» dichiari in un flebile sussurro che giunge ugualmente al mio orecchio. 
«Sono felice. – asserisco gioendo. – Sono semplicemente felice di poterti stare accanto.» aggiungo in un soffio, premendo il tuo corpo contro il mio. Cullandomi di quel magico contatto che riesce a donarmi pace e serenità.
Ti stringo con più foga, senza mai farti male e rido con soddisfazione.

«Donghae, è ora di svegliarsi. – una voce familiare scuote i miei pensieri. – Se non ti alzi, faremo tardi.» E come d’incanto il sogno si dissolve, lasciando spazio alla semplice realtà. 
Con fatica apro gli occhi, maledicendo mentalmente me stesso, quando una luce sin troppo intensa m’invade completamente. 
«Dai, forza… Donghae!» strabuzzando la vista, fortemente indebolita sia dalla luce che dal sonno arretrato, metto finalmente a fuoco il volto della persona che tanto desidera che mi risvegli: è Leeteuk-hyung.
«Hyung…» farfuglio, con la bocca impastata dal sonno. 
«Niente ma, Donghae. Ti ho lasciato dormire più del solito. Ora devi svegliarti.» afferma con pacatezza, scompigliandomi i capelli, ma alle mie orecchie la sua voce risuona ugualmente autoritaria e capisco immediatamente che è meglio ubbidire silenziosamente. 
Dopo qualche istante, perso nel tentativo di metter a fuoco la stanza e gli oggetti che mi stanno intorno, mi soffermo a scorgere quel letto vuoto –  il tuo – e quelle lenzuola perfettamente adagiate su di esso. 
«Dov’è HyukJae?» chiedo debolmente, leggermente rattristato nel non vederti accanto a me.
«E’ in cucina a far colazione già da un pezzo. E se non ti spicci, ho dato ordine a Shindong-sshi di spazzolare anche la tua porzione!» esclama il leader, lasciandosi andare a una sonora risata divertita. 
«Eh? Ma come?! Hyung, sei insensibile!» lo riprendo, fingendomi offeso e, con grande fatica riesco ad alzarmi dal letto, dileguandomi velocemente in bagno.

Raggiungo in fretta la cucina e mi siedo all’unico posto ancora libero, fingendo un raggiante sorriso quando Siwon mi rivolge parola. Non sono particolarmente arrabbiato, ma ritrovarti seduto al tuo posto, proprio accanto al mio, intento a trangugiare la colazione senza neppure rivolgermi uno sguardo, mi rattrista a tal punto da farmi sentire un groppo alla gola. 

Non mi parlerai nemmeno oggi, Hyukkie?

Leggermente deluso, tento ugualmente di non perdere il buon umore per non far preoccupare i nostri amici, ma senza rendermene conto assumo un’espressione sin troppo inconsueta e, senza aggiunger parola, termino la mia colazione assorto fra i miei stupidi tormenti
Poi, d’un tratto, la tua mano penzola a mezz’aria lungo il tuo fianco, e a quel punto tento di allungare la mia mano verso la tua, cercando d’agguantarla nella penombra che quella tovaglia di stoffa ricrea appena sotto la tavola. Mi sporgo ancora di più, ma proprio in quell’istante ti vedo alzarti con noncuranza e darmi le spalle, per poi raggiungere Siwon-sshi e conversare amabilmente con lui. 
Rimango senza parole. 
Mi sento perso, vulnerabile e amareggiato. 
Qualcosa d'importante si è rotto per sempre – sono giorni che me ne sono accorto, ma ho preferito fingere di non vedere, piuttosto che sbattere la testa contro questa verità distruttiva. Uno schiaffo in pieno volto farebbe meno male.

Soggiogato da sentimenti di sconforto, lascio vagare la mia mente nei viluppi del mio subconscio, perdendomi in mille differenti congetture.
E’ colpa mia, Hyukkie?

Un caldo abbraccio. 
L’intreccio di due anime e quel senso di libertà che continua a farsi strada nel mio cuore.
Sono sempre stato convinto che solo restandoti accanto potessi sentirmi felice.
Sono sempre stato convinto che solo sfiorandoti la pelle potessi sentirmi vivo.
Sono sempre stato convinto che solo abbracciandoti potessi sentirmi amato.
Ne sono convinto ancora adesso, davvero; da tanto.
Ma per quanto siamo vicini, continuiamo a camminare senza nemmeno più sfiorarci.
Stiamo diventando sconosciuti, l’uno agli occhi dell’altro.
Giorno dopo giorno, ti sento inesorabilmente più lontano.

Se chiudo gli occhi posso ancora avvertire la gioia che scaturiva quando camminavamo insieme, mano nella mano, come se quel calore potesse darci la forza per affrontare le avversità del futuro. 
Posso ancora percepire il tuo sguardo vigile ed irrequieto quando cercavo di allontanarmi dai tuoi occhi, fingendomi offeso e ricercando il calore di due braccia che non erano le tue. In quegli istanti, il tuo volto si faceva serio e venivi a cercarmi, tentando in tutti i modi di farmi sorridere, alleggerendo la tensione creata e sperando, in cuor tuo, di poter far pace. 
Sono un ragazzino così capriccioso…
Forse è per questo che ti sei stancato di me, Hyukkie?

Il tuo sorriso nei miei ricordi è così radioso e sincero, che non posso far finta che tutto scorra con la stessa armonia di allora. Anche se i nostri cuori sono distanti, continuo silenziosamente ad osservarti. Non posso far altro che sorridere timidamente, se ti vedo scherzare con serenità assieme a Shindong-ssi e a Leeteuk-Hyung. 
Se nonostante tutto sei felice, allora devo farmelo bastare. E’ questo che dovrei pensare, però, non sono una persona così equilibrata, almeno non come credevo. E in verità, il vederti sorridere e scherzare con qualcuno che non sia io, mi ferisce e mi addolora ogni volta. 
Perché non mi parli, HyukJae? 
Sono stato così tremendamente insensibile da non meritarmi nemmeno la tua rabbia?

Ti vedo passarmi accanto con disinteresse per l’ennesima volta, proseguendo avanti senza nemmeno fermarti o rivolgermi uno sguardo.
Quando è iniziato tutto questo? 
Quand’è stata l’ultima volta che ho potuto sfiorare le tue mani o le tue braccia, senza sentirmi rifiutato? Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo guardati negli occhi con la convinzione di poter essere l’uno parte dell’altro? 
Perché non mi dici nemmeno una parola?
Se sono io ad aver sbagliato, perché non me lo fai capire? 
Prima di diventare qualunque altra cosa, non eravamo forse amiciMigliori amici.
E allora, perché?

Simulandomi assorto t’osservo mentre le nostre truccatrici, con sapienza e molta pazienza, rimodellano quelle piccole imperfezioni dell’ovale del tuo viso. 
Sono geloso e non riesco nemmeno a nasconderlo. 
Sì, geloso che loro possano toccarti. 
Geloso che le loro esili e soffici mani possano sfiorare e massaggiare il tuo volto, mentre io, relegato quasi in un angolo di questo camerino, non possa avvicinarmi a te nemmeno di un metro. Se potessi dar sfogo alla rabbia che covo nelle profondità del cuore, probabilmente ogni oggetto di questa stanza finirebbe per infrangersi a terra, dilaniato dalla mia irruenza; ma nemmeno così, riuscirei a placare i sentimenti che stringo al petto.

Quanto deve andare ancora avanti questa situazione? 
Io non so neppure se avrò ancora la forza di sopportare un’altra giornata così.
Devo parlarti, Hyukkie…
Mi ascolterai, questa volta?


Saliamo sul palcoscenico nel nostro, appena iniziato, nuovo tour e senza neppure avere il tempo di pensare o di comprendere tutte quelle diverse emozioni che invadono i nostri cuori, le urla scalpitanti dei fans giungono alle nostre orecchie. E prima che possa voltarmi ancora una volta verso di te, le luci s’abbassano e la musica si alza. Ora non c’è tempo per pensare a quello che è stato o a quello che sarà, la concentrazione è talmente alta che l’adrenalina scorre veloce nel mio corpo, e sopraffatto dalla sinfonia di quelle note, non posso far altro che cantare a squarciagola e danzare – preda di quelle massacranti e al contempo divertenti, coreografie. 

Probabilmente nulla potrà tornare com’era un tempo. 
Primo o poi devo farmene una ragione, ma proprio in quell’istante, con mia grande sorpresa, ti avvicini a me e mi prendi per mano, scatenando un oceano di ragazze in acclamazione. 
Credevo che ai tuoi occhi fossi divenuto invisibile, ma forse mi sbagliavo. 
La gioia che mi suscita il solo poter toccare ed accarezzare la tua morbida pelle, percependo il calore del tuo corpo, m’infonde un’energia nuova e allegra, un’energia che credevo ormai perduta, assopita da tempo nel mio cuore.
Stringo la presa con forza, accertandomi che tutto questo non sia solo un sogno e alzando la testa finalmente incrocio, ancora per una volta, il tuo sguardo.
Cercando una risposta fra le mille illusioni che ormai albergano nella mia anima, ti sorrido del tutto incredulo, facendo spazio a sentimenti di riconciliazione e d’amore. 
Perché sì, io ti amo, da tempo immemore. 
Non te ne sei scordato, vero HyukJae?

Poter scorgere il sorriso e l’allegria nei tuoi occhi è il più bel dono che tu possa farmi, soprattutto se rivolti unicamente a me.
Potrei mettermi persino ad urlare tanta è la felicità che sto abbracciando. 
Non è troppo tardi per tornare indietro, vero Hyukkie?

Nelle mie orecchie, sature dalle urla dei fans e di quelle fangirls che invocano i nostri due nomi intrecciati insieme, sorrido appagato e chiudo leggermente gli occhi, imprimendomi nella mente quanta forza e quanta dedizione quelle ragazze provino gridando: “EUNHAE!”
Sorrido ancora, continuando a stringere la tua mano sino a quando le luci di quel palcoscenico non si abbassano definitivamente, ricordandoci d’aver appena terminato un’altra tappa di quel grandioso tour che altri non è il nostro Super Show. 
E mentre la soddisfazione e l’entusiasmo si fa strada nei cuori di ognuno di noi, avverto distintamente una leggera brezza scontrarsi sulla mia pelle, ma non faccio nemmeno in tempo a rendermi conto di quanto stia accadendo, che intravedo la tua mano lasciare la mia. 
Non c’è alcuna delicatezza nel tuo gesto, posso tranquillamente avvertire un forte disinteresse impossessarsi nuovamente di te. 
Hai abbandonato lentamente le mie mani ancora una volta, ed io, per quanto abbia tentato di riavvicinarmi e di sfiorare le punta delle tue dita, non sono riuscito a raggiungerle.

 Nella confusione generale, mentre i nostri compagni, la nostra amata famiglia, sì rincuora a vicenda e scherza con i membri dello staff e il corpo di ballo, ti allontani di qualche passo, oltrepassandomi con la stessa freddezza che avevi prima di salire su quello stesso palcoscenico che ora abbiamo alle nostre spalle. 
Possibile che quest’intensa emozione che abbiamo appena condiviso, non possa bastare per farci tornare com’eravamo?  Possibile che persino il contatto delle nostre mani, sia stato solo una stupida farsa per allietare il nostro pubblico? 
Arriveresti a tanto, HyukJae?

*Il mondo si sta fermando. Ti ho già perso.
Perché fa così male? Perché sta accadendo tutto questo?
Ci accingiamo a diventare estranei.


Rimango immobile stretto nella morsa del mio solito silenzio. Alzo appena le palpebre, quel tanto che basta per rendermi conto che te ne stai andando.
Stai fuggendo da me, ancora una volta.
Ti prego, parliamone Hyukkie…

Ma questa volta no, non posso lasciarti andare. Finalmente l’ho capito. 
Se ti lascio andare ancora, questa volta lo sarà per sempre. E’ solo una mia folle percezione, ma non posso aspettare che si tramuti in realtà. Non stavolta. 
Ci sono voluti così tanti giorni prima che potessi sfiorare le tue mani, non lascerò che accada una seconda volta. Ne morirei – ne sono certo. 

Con il cuore in gola mentre il mio corpo trema insicuro, corro verso di te e senza darti l’opportunità di scansarmi, mi tuffo sulla tua schiena, cingendoti da dietro. 
Sei tutto quello che ho, non ti lascerò abbandonarmi ancora
Senza rivolgermi parola comprendi da solo che l’unica persona che possa abbracciarti in quel modo tanto infantile possa essere solo io, e allora cerchi di allentare la mia presa, tentando più volte di fuggire. 
No, stavolta non ti lascio, HyukJae.

Intreccio le mie mani fra loro con più decisione, cercando di mettere quanta più forza ho in corpo, affinché tu non riesca a fuggire da questa mia salda presa. 
«La-lasciami…» sussurri piano, probabilmente irritato. 
«No!»  ribatto con decisione, cercando d’impormi, e dopo qualche altro istante avverto le tue braccia ricadere a peso morto lungo i tuoi fianchi. 
«Ti prego, ascoltami!» esclamo con voce incrinata, stringendoti sempre di più, affogando il mio volto nella tua camicia pregna del tuo inconfondibile profumo e del tuo stesso sudore. 
Non m’importa più di niente: lo giuro.
Non m’interessa se questo non è il luogo o il momento adatto per fare o dire certe cose, è il mio cuore a decidere, e se per lui va bene adesso, in questo fugace attimo, allora sia. 

«Non capisco perché sia iniziato questo silenzioso duello fra noi. Non capisco perché tu continui ad evitarmi. Non capisco perché siano trascorsi così tanti giorni da quando ci siamo parlarti per l’ultima volta. Non capisco così tante cose che mi sembra d’impazzire ogni minuto di più!» ammetto con sincerità, e con la voce spezzata da queste maledette e copiose lacrime che non riesco più a trattenere.
«Se sono stato io a sbagliare, allora dimmelo! Me ne assumerò ogni responsabilità, lo giuro! Se invece è per qualcos’altro, allora parlamene! Ascolterò qualunque cosa scivolerà dalle tue labbra.» imbarazzato tento di nascondere ancor di più il mio volto nella tua camicia, inebriandomi a tal punto del tuo profumo che per poco non barcollo a terra inerme. 
«Qualunque sia il problema, ti prego, non escludermi dalla tua vita…»
A quelle parole, pronunciate con voce tremante ed insicura, ti sento sospirare rumorosamente, abbandonandoti completamente al mio abbraccio. 
«Ho bisogno di te, HyukJae…» sussurro appena, stravolto dagli spasmi di queste lacrime vigliacche e dall’adrenalina che ancora arde in me per il concerto appena sostenuto. 

Rimani qualche minuto in silenzio, immobile fra le mie braccia, ascoltando il mio pianto ormai divenuto violento e senza accorgertene continui a sorreggermi con la tua forte schiena, alla quale continuo ad aggrapparmi per non crollarti addosso. 
Ti prego, dammi una risposta. L’accetterò qualunque essa sia. 
Ti prego, parlami ancora una volta, HyukJae!

Sospiri ancora, forse più pesantemente di prima, ma non percepisco un vero e proprio fastidio nei tuoi respiri, forse ci leggo rassegnazione o sconforto. Non saprei.
Poi però, una risposta finalmente arriva.
Le tue mani mascoline s’appoggiano sopra le mie, che ancora ti cingono la vita. Le sento accarezzare le mie con dolcezza. E in un batter d’occhio rabbrividisco a quel breve ma intenso contatto fra noi. Allento la presa e percepisco le tue mani insinuarsi fra le mie per poi cingerle con forza.

«Donghae…» un sussulto improvviso percorre il mio corpo. Poter ascoltare il suono melodico della tua voce chiamare il nome è il più bel tesoro che io possa scovare.
«Mi dispiace.» aggiungi con voce ferma, ma senza che te ne renda conto ti sento tremare, e mi basta questo per scorgere la verità nel tuo cuore. 
Non m’importa più di nulla, nemmeno del perché sia nata questa situazione surreale che ci ha diviso e ci ha fatto soffrire nel profondo di noi stessi. 
Ora, l’unica cosa che desidero è poterti abbracciare così – ancora a lungo. Sempre.

HyukJae, forse non lo sai, ma desidero poter camminare al tuo fianco continuando ad intrecciare le tue mani con le mie per ogni giorno della mia vita.
Perché, Hyukkie, tu sei quanto di più prezioso mi sia stato donato.
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NOTE D'AUTRICE:
▶ Questo racconto nasce dopo aver ascoltato l'omonima canzone "BECOME STRANGER" di Cyndy Wang. La potete ascoltare e vederne il PV a questo link: http://www.youtube.com/watch?v=3B4fyi-xXzo 
© LADY ROSIEL/ Luna Azzurra

   
 
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