Il blu che domina negli sguardi di Bond, di M.
Follie, sofferenze e il fascino di un uomo che deve saper uscire da ogni situazione, sino alla fine. "Io sono l'ultimo topo rimasto".
E poi c'è solo l'abisso.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Titolo:British in blue Autore:Princess Monster Fandom: 007 Skyfall Personaggi: James Bond,M,Silva Paring:James/Silva Genere:Introspettivo, triste Rating: giallo Tabella:blu Prompt:"Blu" (a scelta). Note:E'... boh,davvero: è la seconda storia che mi esce in modo tanto spontaneo da risultarmi strana.
Il blu è un colore che lo ha ossessionato per molto tempo.
Gli occhi di M, i suoi occhi.
Li ha immaginati molte volte da quando Severine gli ha comunicato il suo arrivo: iridi fredde, indagatrici e senza l’ombra di tenerezza o umanità.
Lui non ha mai visto occhi così.
Gli passa una mano sul viso, sfila i bottoni della sua camicia dalle asole, ha una mano sulle cosce dell’agente.
Deglutisce, ha il fiato corto.
Ritorna a incrociare lo sguardo di Bond: impenetrabile, distante, provocatorio.
Ha le labbra stese in un sogghigno, è sexy ed è costretto a riconoscerlo.
Silva gli lascia un piccolo bacio sul collo.
Non ha mai voluto nulla e nessuno così tanto.
James viene strattonato fuori dall’edificio, l’ennesima prostituta, l’ennesima disposta a vendersi per la libertà lascia questo mondo.
*
Che rabbia, la mamma continua a scappare (come se fosse possibile uscire dal dannato barile in cui s’è infilata) e nessuno gli impedirà di confrontarsi con lei, di liberarla e liberarsi dai pesi che opprimono la sua anima.
Anche lei ha gli occhi di un blu intenso, ma meno fosco di quello del più famoso 007 dell’MI6.
Ha uno sguardo adamantino.
Sta sanguinando fra le sue braccia, non voleva morire senza di lei, dovevano andarsene insieme con la pistola, sarebbe bastato uno sparo se lui non si fosse messo in mezzo.
Ecco, lasciare questo piccolo barile pieno di topi che è la Terra sarebbe stato più facile se avesse potuto vedere un’ultima volta quelle iridi cupe, in cui il ciano si è sporcato del sangue.
Un ultimo desiderio coi controfiocchi.
E invece è stato pugnalato alle spalle e s’è girato con le ultime forze che gli son rimaste, trascinandosi in ginocchio fino al cospetto di James Bond.
Alza lo sguardo, M perde lentamente lo spazio che stava occupando sino a una manciata di secondi prima nella sua testa.
Non ha più forza per fare nulla, sente l’aria mancargli, i polmoni si dilatano in misura sempre minore.
Sa bene chi lo sta osservando senza muovere un muscolo.
Ha desiderato quello sguardo per molto tempo.
Si lascia cadere contro il pavimento, con le palpebre calate.
Gli viene in mente una frase.
“L'estremo del dolore, come l'estremo della felicità, muta l'aspetto di tutte le cose.”
E se la morte ha un aspetto così bello, forse Goethe non ha sbagliato poi tanto.