Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: BlazeHope    24/02/2013    2 recensioni
Oddio!!!! S...sstai bene??"
"Ehm.. Si si, tutto bene!"
"Riesci ad alzarti?"
"Si, tutto bene grazie"
"Lo vedo come ci riesci, dai vieni che ti aiuto"
"No"
"Ma se non ti sai muovere, su.."
"Ti ho detto NO"
"Uno cerca di aiutare e tu fai pure la difficile"
"Mi avresti aiutato non mettendomi sotto con la macchina"
Blaze, una ragazza italiana fuorio dal normale.. anche se dalla descrizione semra una dea non è bella... almeno.. questo locredono la maggior parte delle persone... ma non lui...Quel lui...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche anno dopo…

Capitolo 6.

Just gonna stand there
And hear me cry
But that’s alright
Because I love
The way you lie

 
(Love the way you lie- Eminem ft. Rihanna)

 
 

Ero circondato da ballerine ventenni, belle, ed erano tutte li per me. C’erano ragazze di colore, mulatte, cinesi, russe, italiane e chi più ne ha più ne metta. Venivano da tutte le parti del mondo, erano qua, a Londra, solo per queste audizioni. Erano milioni ma ne avrei dovute scegliere solo venti. Panico!
Le osservavo da dietro la porta mentre provavano la coreografia per le audizioni. Erano brave, molto brave, e scegliere non sarebbe certo stato semplice.
Stavano provando le italiane, sentivo la voce dell’insegnante ma non riuscivo a vederla, era nascosta da una colonna.
Le prove finirono e tutte le pretendenti uscirono. Decisi di entrare per conoscere quell’insegnate ma qualcuno mi fermò, Scooter.
“Justin, lo sai che non puoi stare qua. Le ragazze non sanno di quale star si tratti!”
“Lo so Scoot… Infatti non mi ha riconosciuto nessuno!”
“Torna all’albergo, dai.”
“Ok, aspetta tre secondi..”
 
Entrai nella sala, ma l’insegnante non c’era più, la vidi sfilare via dalla porta sul retro. Era magra, altra capelli raccolti da un cappello rosso, portava delle vans rosse, una maglietta bianca e dei pantaloncini di jeans.
“Justin! All’albergo!”
“Se gridi il mio nome lo scopriranno tutti chi sono, genio”
“oh..”
Andai in albergo, cenai e mi misi a letto. Il giorno seguente il grande mistero sarebbe stato svelato.
 
Il grande giorno era giunto. Mi prepara e andai all’accademia. Entrai nella sala dove si sarebbero tenuti i provini. Svariati urli accompagnarono il mio ingresso. Sorrisi, poi tornai serio e feci partire i provini. Camminavo tra loro scrutandone ogni movimento, dovevo sceglierne venti più la protagonista. Passò il primo turno, il secondo e anche il terzo, ma dell’insegnate italiana nemmeno l’ombra, eppure, il suo gruppo aveva già fatto le audizioni.
Uscii fuori a prendere un po’d’aria.
“Salve Bieber, come va?”-chiese sorridente la direttrice italiana
“Salve-dissi- male, sono confuso, troppi talenti.. non sono in grado di scegliere”
Continuavo a parlare con la direttrice quando la vidi passare.
“Ehi, ehi… togliti un attimo quelle cuffie. Senti, le ragazze hanno già provato quindi..”-blaterava Sofia, la direttrice. La ragazza si voltò..
“Blaze!”
“Ragazzo, guarda che lei si chiama Alice..”
“Oh.. lei, assomiglia a una mia amica.. Ma Blaze ha i capelli rossi-le sfilai il cappello, aveva i capelli rossi- e un tatuaggio sul polso con una chiave di violino-le presi la mano e guardai il suo polso, il tatuaggio- ma..ma lei ha un braccialetto u..uguale al tuo, ma sul suo c’è scritto…”
“Justin..io…”
“Ah, ma allora vi conoscete”-s’intromise Sofia
“..”
“Si, Blaze, anzi.. Alice, era la mia migliore amica, la ragazze che aveva ritrovato il vero Justin. La ragazza della quale senza volerlo mi ero innamorato. Probabilmente l’avevo capito troppo tardi, perché quando andai a dirglielo lei non c’era più. Solo un enorme cartello con scritto vendesi su quella porta bianca…”
“Justin.. io..”
“Oh mio Dio, ragazze.. guardate, è Justin!!”
“Ti prego possiamo fare una foto??”
 
***
Cacca cacca cacca! Scappai, andai nella mia camera e mi chiusi dentro. Come ha fatto a trovarmi? E poi, come fa a ricordarsi ancora di me? Sono passati due anni!
 
“Posso entrare??”-chiesi con un filo di voce dopo aver bussato alla sua porta.
“Chi sei?”
“Alice”
“E’ il tuo vero nome o è un’altra delle tue tante identità?”
“Genio sono io, dai. Apri!”
“E’aperto”
“Ciao Jus -fece un cenno col capo-Posso parlarti??”
Annuì. “Scusa, scusa per tutto. No, non mi chiamo Blaze, mi chiamo Alice e sono italiana. Adesso di anni ne ho 19. probabilmente non mi crederai e se non mi vorrai più parlare ti do tutte le ragioni del mondo, ma te lo giuro.. sto dicendo la verità.
Non era mia intenzione ferirti, assolutamente. Nessuno sa che sono stata un anno a Los Angeles, nessuno sa dell’incidente, di Blaze, dei miei gusti, delle mie passioni. La vera me, la conosci solo tu. Quella che hai conosciuto ero veramente io, ok, non avevo il mio nome ma ero me stessa. Hai visto come sono vestita? Jeans, maglia, converse. Niente leggins fantasia, niente anfibi.. bhe, dei capelli rossi non si era accorto ancora nessuno, fino a oggi, quando mi hai intelligentemente tolto il cappello. Per loro sono solo Alice, quella che sostituisce l’insegnante di Hip hop quando sta mele, quella timida, che non può più salire sulle punte a causa di un problema al ginocchio…”
 
“Che ci fai li impalata, davanti la porta?”
“Scusa.. tolgo il disturbo”
“Prima vieni subito ad abbracciarmi”
Sorpresa, mi fiondai su quella figura esile che giaceva sul letto stringendola forte a me.
“Mi sei mancata Sweety”
“Anche tu Justin”- detto ciò ci addormentammo abbracciati.

   
 
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