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Autore: DarkEvilStiles    24/02/2013    1 recensioni
Benvenuti all'Inferno.
Genere: Drammatico, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Decidere di andare al Luna Park Pranksters Paradise fu l'idea peggiore che potesse venirmi in mente.
Chiesi a due miei amici, Gianni e Pia se quel sabato potessero andarci con me. Loro, entusiasti, accettarono.
Arrivò il sabato mattina. Mi alzai, feci colazione, mi lavai e vestii come di norma.
Uscii di casa per andare a scuola. Durante il tragitto, notai un volantino a terra.
"Questa sarà l'ultima sera per il Pranksters Paradise! Solo in tre potranno accedervi, cioè solo chi troverà questo avviso a terra!"
Raccolsi il foglietto, e questo si trasformò in un biglietto con affisso un numero, più precisamente il due.
Valeva a dire che anche qualcun altro l'aveva trovato prima di me.
Poi squillò il cellulare. Era Gianni.
«Chris, non sai cosa è successo poco fa!»
«Fammi indovinare: hai trovato a terra un volantino del Pranksters Paradise che poi si è trasformato in un biglietto con affisso il numero uno?»
«Sì! Ehi, ma tu come...»
«Io ho il due.»
«Wow. Evvai! Speriamo che a Pia capiti il tre! Dai, io stacco, la campanella è suonata. A dopo!»
Era vero. Ero in ritardo. Lo salutai e riattaccai.
La mattinata procedette regolarmente.
Il pomeriggio, Pia mi telefonò. Stessa storia. Lei aveva il numero tre. Allora eravamo noi i prescelti?

Quella sera ci incontrammo davanti il cancello del Luna Park.
Erano le 21,00.
Il Parco sarebbe rimasto asperto fino alle cinque, anche se dovevamo andarcene a mezzanotte.
Il cancello si aprì. Entrammo, felici. Ma per quanto sarebbe durata quella felicità?
Davanti a noi, si ergeva un gigantesco clown di ferro.
Poi, gli si illuminarono gli occhi. E parlò.
«Benvenuti al Pranksters Paradise! Spero che vi piaccia il soggiorno fino alle cinque di domattina!».
In quel preciso istante, il cancello si richiuse con uno scatto.
«Morirete... dal divertimento!»
Poi la statua cedette e cadde a terra con un tonfo, emettendo un frastuono assordante.
«Ma che cavolo?» dissi.

Attorno a noi c'erano molte attrazioni. Scegliemmo, per prima, la canoa. Era un piccolo tronco da tre posti.
Gianni volle mettersi davanti, mentre io al centro e Pia dietro.
Poi, la salita.
Io avevo un po' paura. Insomma, dopo la caduta del gigante clown poteva succedere di tutto.
Arrivammo in cima, ma proprio all'ultimo secondo le rotelline girarono al contrario, a velocità spaventosa.
Stavamo scendendo in maniera tale che quando avremmo toccato terra ci saremmo schiantati e frantumati in mille pezzi come bambolotti.
Poi, il tonfo assordante. Il tronco però non siera schiantato, anzi, era tornato in direzione giusta, ma sempre a velocità sproporzionata.
Volammo fuori dopo l'impatto.
Per fortuna finimmo su un gonfiabile.
Salvi. Per miracolo.
Scendemmo. Erano le 21,30.
«Voglio andarmene di qui!» dissi.
Ma non potevamo uscire. I cancelli erano chiusi.
Dovevamo rimanere per forza fino alle cinque.
«Cosa facciamo?» chiese Gianni.
Già. Cosa dovevamo fare? Sette ore senza far niente?
No. Dovevamo uscire. Doveva esserci un modo.

Notai dopo un po' un'attrazione molto vicina al cancello.
L'attrazione più pericolosa e spericolata. Le montagne russe.
Sicuramente lì sarebbe successo qualcosa, e forse con un po' di fortuna saremmo riusciti a saltare fuori dal Parco.

Salimmo.
Era una specie di vagone, sempre da tre posti.
Il giro cominciò, e quasi a metà strada sentii un 'tin' metallico.
Un bullone era saltato. Giusto in parallela col cancello.
Andavamo ad alta velocità, ma tentai il tutto per tutto.
Presi la mano di Pia e Gianni, e insieme saltammo.
Il vagone ci veniva addosso.
Nel salto venimmo bloccati da una barriera invisibile.
Cademmo a terra, per fortuna senza ferite gravi.
Dopo un forte ronzio, la giostra esplose in una nube di fuoco.

Erano le 22,10.
Camminammo desolati e disperati, senza meta.
Improvvisamente sentimmo una voglia irrefrenabile di andare su tutte le attrazioni.
Cosa stava succedendo?!
Il Tacatà saltò.
Il Ranger crollò, finendo addosso a Pia.
Negli specchi vidi la morte in faccia a causa di un'esplosione improvvisa dei vetri, che in mille scheggie mi ferirono.
All'uscita del Profondo Rosso, Gianni non c'era. Scomparso. Nel nulla.

E io ora sono qui a scrivere tutto questo, ancora nel Parco.
Sono le 2,55. La voglia mi spinge ad andare su altre giostre.
Ma io non posso. Io non voglio!





RECENSITE, E MAGARI DATE UN GIUDIZIO E QUALCHE CONSIGLIO!
-S.K.


  
  
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