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Autore: _MariU_    25/02/2013    5 recensioni
Si dice che i sogni son desideri e chi non ha mai desiderato che si trasformino in realtà?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okkey è la prima volta che scrivo le note prima della storia...
Inanzitutto volevo dedicarla a Fipsi, colei che mi ha sempre aiutata quando non ero convinta di quello che scrivevo (anche in questo caso).
Inoltre volevo consigliarla di leggerla mentre ascoltate "Echo" di Jason Walker.
Ho detto tutto (tranne che Tony potrebbe risultare leggermente OOC) quindi vi auguro una buona lettura (e spero in un vostro commento)!









Le 02.23.

Il sonno questa sera non vuole proprio venirla a trovare.

Si gira sull’altro fianco, abbracciando il cuscino e stringendo gli occhi in un vano tentativo di togliere di fronte a se le immagini di quella serata.

Quelle stesse immagini che, prepotentemente, ritornano nei suoi pensieri come attratti da una calamita: il suo cuore.

Allora si lascia andare ai ricordi.

Il vestito blu.

La serata di beneficienza.

Le chiacchiere con i suoi colleghi.

Il suo arrivo inaspettato.

Lui che si avvicina.

Che le fa i complimenti.

Loro che ballano insieme.

Che escono sulla terrazza mano nella mano.

Che si guardano negli occhi continuando a parlare.

Che si avvicinano.

Sempre di più, fino a sfiorarsi.

Lei che si allontana di scatto notando una scintilla di delusione nei suoi occhi.

Lei che gli chiede di andare a prenderle un Martini secco con molte olive.

Lui che si allontana e poi…?

Poi nulla, visto che non è più tornato.

L’ha lasciata da sola su quella terrazza.

Lo ha aspettato per interminabili minuti, ma poi ha chiamato Happy chiedendogli di riportarla a casa.

Era delusa, triste o arrabbiata?

Non lo sapeva neanche lei cosa provava.

Sapeva solo che tutto quello che era successo era sbagliato.

Finalmente il sonno vince permettendole di sognare.

E sogna.

Sogna un cielo stellato di una calda sera di fine estate.

Sente dei passi.

Si avvicinano sempre di più a lei.

Si fermano.

Un’ombra si avvicina.

Una mano si accosta su i suoi capelli sparsi sul cuscino.

Una mano grande e forte ma al contempo delicata e leggera.

Si sposta sulla tempia percorrendo un percorso immaginario fino alla sua guancia per poi fermarsi.

La guarda.

Gli occhi chiusi, le labbra socchiuse, i lineamenti del viso rilassati.

Si china su di lei avvicinandosi.

Ripete gli stessi movimenti fatti su quella terrazza qualche ora prima, senza però fermarsi.

Senza fermarsi e chiedersi se è giusto o sbagliato.

Il respiro contro il suo.

Le labbra sempre più vicine fino a incontrarsi in un bacio puro e casto.

Si lascia inebriare dal sapore di quelle labbra tanto bramate.

-Scusa- comincia a parlare dopo essersi allontanato.

-Scusa se me ne sono andato, ti ho lasciato lì da sola. Ma dovevo capire tante, forse troppe, cose: il motivo del mio rapimento in Afghanistan, perché la compagnia dei Dieci Anelli possedeva tutte quelle armi e soprattutto dovevo capire quanto tu vali per me.
Mi credi se ti dico che ancora non lo so? Ci sono tante domande a cui non riesco a dare una risposta. Ma una cosa la so. So solo che se tu non ci fossi stata, io non sarei qui, non sarei qui a parlarti, a dirti che mi sono innamorato di te-.

Sorride contento per essere riuscito a parlarle, ma il problema era: aveva sentito? Aveva capito che era tutto vero?

Fa per rialzarsi quando una mano lo blocca.

Si gira vedendo che è sveglia.

-Non andare via- gli dice semplicemente.

Si sdraia accanto a lei abbracciandola.

Morfeo li prende sotto la sua custodia.

Le mani unite.

Le teste che condividono lo stesso cuscino.
 

È l’alba quando si sveglia.

La guarda ancora profondamente addormentata.

Sorride prendendo quel piccolo cerchietto di metallo e mettendoglielo al dito.

Lei, ancora addormentata, si gira verso di lui.

La guarda ancora per qualche istante per poi alzarsi e andarsene.
 

Sono le sette quando apre gli occhi di scatto mettendosi seduta.

Ha fatto un sogno, forse il più bello della sua vita.

Sente un leggero peso sull’anulare sinistro.

Solo ora nota un piccolo cerchietto argentato cingerlo.

Incuriosita lo sfila notando una piccola incisione al suo interno:

“Non era un sogno. Ti amo”.

  
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