Era una calda mattina d’estate, e Kate aveva deciso di mettere in ordine la soffitta; dopotutto, era una splendida giornata,e non aveva voglia di uscire.

Guardò la piccola creatura che stava dormendo accanto a lei. Aveva i capelli biondo scuro, e dietro  le palpebre si celavano dei profondi occhi azzurri.
“ehi piccolina, svegliati, oggi mettiamo a posto la soffitta”
A quelle parole gli occhi si spalancarono, e la creatura mostrò un sorriso a trentadue denti.
“Dai, Jess, vado a preparare la colazione e poi iniziamo”

Kate adorava Jess, era una delle migliori cose che le fossero mai capitate. Era una bambina solare, e sensibile, era … magica. La sua grazia era insuperabile, e l’amore per la musica si era già manifestato in tenera età; d’altronde, come non avvicinarsi alla musica in una casa in cui una chitarra acustica è l’oggetto di arredo principale? Nella casa di Kate, tutto ruotava attorno a quell’oggetto. Era la sua vita, segno di una musica che l’aveva accompagnata  in ogni momento della sua vita, anche nei momenti più bui. L’aveva salvata, più di una volta.

Quando arrivarono in soffitta, Kate iniziò a mettere in ordine uno scaffale, mentre Jess spolverava una vecchia cassa.
In quella soffitta c’era di tutto: il vestito del matrimonio di Kate, qualche vecchio mobile comprato a qualche strana fiera dell’usato, dovevano esserci anche molti oggetti di suo marito, i vecchi trofei, i vecchi libri di medicina ..Kate  vedeva suo marito nello stesso modo in cui lo vedeva qualche anno prima, tra i banchi di scuola, con quegli occhi blu ghiaccio che solo lei aveva imparato a capire.


Un rumore la riportò alla realtà. Jess aveva aperto una grossa cassa di legno, che aveva fato cadere alcuni oggetti circostanti.
Kate si alzò e raggiunse la bambina, che tirò fuori qualcosa di tulle e pizzo nero e rosa antico. A quella vista,  gli occhi di Kate si offuscarono di lacrime. Tolse il vestito dalla cassa, e sotto di esso trovò quegli oggetti di cui si era quasi dimenticata, ma i cui ricordi ora tornavano vividi nella sua mente.

Erano gli oggetti di quando era ragazza. C’erano poster, album, diari segreti, tutto quello che aveva fatto nella sua adolescenza, tutti gli errori, gli eventi, la speranza di scappare da una realtà che ormai le stava stretta, era tutto lì. Ricordi di una vita bellissima, non sempre facile, ma che lei aveva imparato ad apprezzare, anche grazie alla musica, ma soprattutto a lei .
Prese un pacchetto che era stato incartato con cura, lo aprì,  trovò quei magnifici cd. Sfogliò i libretti dei testi, guardò le immagini, il palco, i vestiti luccicanti, fiabeschi, li sfogliò tutti avidamente, mentre una lacrima le rigava il volto.
Si immerse nei ricordi.

Si ricordò di quel concerto. Il concerto della sua vita, si sarebbe potuto dire. Aveva risparmiato per una anno, compleanni, festività varie, tutti i soldi confluivano in un vecchio barattolo di balsamo.
Aveva pregato i suoi genitori, che avevano acconsentito, e aveva dormito nel più squallido albergo che avesse mai potuto trovare. Eppure era stata la cosa più bella che avesse mai fatto.  Non sentiva né il caldo, né la ressa, quel giorno, no, era troppo emozionata. Il desiderio di vedere la sua cantante preferita era più forte di qualsiasi altra cosa.


Si ricordò di tutte quelle canzoni, di Love Story, di Fearless, di Mean. Si ricordò tutto.
Poteva sembrare sciocco, anzi, molti lo giudicavano così. Legarsi a una persona che nemmeno si conosce.. Perché? Quale senso ha? Beh, per Kate lei era stata tutto. Anche quando non c’era più nessuno lei era rimasta sempre.
Riguardò il vestito. Ricordò benissimo perché lo aveva messo assieme a quei ricordi. Grazie a quel vestito, adesso quella bambina dagli occhi azzurri era lì con lei.
 
 
Kate non voleva andare a quella dannata festa, che aveva lei stessa organizzato, in un luogo incantevole, quasi nello stile della sua cantante preferita.
Si era appena lasciata alle spalle l’ennesima storia d’amore vuota e senza senso, e non aveva particolarmente voglia di festeggiare; inoltre, per che cosa festeggiavano? Per la fine di un percorso di crescita che avrebbe portato tutti su strade diverse, in mezzo a nuovi guai, depressioni, snervanti routine?
Si odiava quando faceva così, eppure quella sera non riusciva a vedere nient’altro nel futuro che vuoto e incertezza.  Quando improvvisamente ecco  che la melodia ormai familiare si fece strada tra quel luogo.
“long live the walls we “crashed through,  I had the time of my life with you.”


 Ecco che ancora una volta Taylor veniva a salvarla.

Ecco che gli amici di sempre arrivarono da lei.

Ecco Stephen – come adorava chiamarlo lei- che le si avvicinava.

Ecco il cuore batterle all’impazzata, ecco i suoi occhi su di lei.

Ecco l’adrenalina nel corpo, ecco il “mi sei sempre piaciuto”

Ed ecco il bacio che tolse ogni preoccupazione,ogni dubbio, il miglior bacio di sempre.

Ecco l’inizio della Magia.

Una tenera voce si fece largo tra i ricordi, era Jess, che teneva in mano una fotografia.
Quella fotografia Kate l’aveva scattata sotto il palco, perché era riuscita a convincere un membro della security. Ed era proprio il momento in cui Taylor stava passando tra la folla. Ed fu proprio i momento in cui, cantando “…tell them how I hope they shine…” quegli occhi verdi si erano fermati su quelli marroni di Kate.

“Chi è questa, mamma?”



“Questaè taylor swift, tesoro. Sai, non ti ha mai vista, ma spera che tu un girono brillerai."





Note dell'autrice
Salve! questa è la mia prima ff, non è molto carina, me ne rendo conto, ma volevo scriverla :) kate e jess sono personaggi puraente inventati. inizialmente volevo mettere come protagonista un membro della band,e può darsi che lo farò in una seconda versione, quindi. beh, fatemi sapere e criticate ;)
Alice