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Autore: _Best    25/02/2013    0 recensioni
Tremava, su tutti i tetti imbiancati, un sospiro di vento. Lo squassare delle cavallette in contemporanea, c’era quel pianto di morte: era quello dell’assiuolo.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Dov’era la luna? Il cielo era illuminato dalla luce della luna bianca come una perla che sembrava nuotare nelle nuvole, e le ombre di un mandorlo e di un melo sembravano alzarsi per vederla meglio.
Si vedevano lampi lontani come ad annunciare un temporale, simili a soffi delicati e silenziosi che provenivano da grandi e nere nuvole in lontananza.
Se si faceva attenzione, e ci si metteva ad ascoltare, un verso proveniva dai campi: era il verso dell’assiuolo.
Poche e rare stelle brillavano in mezzo al cielo ormai coperto di nuvole, con una nebbia bianca come il latte.
Si sentiva il mare in lontananza, il rumore delle onde che sbattono sugli scogli, il cullare di un mare che non si vede.
Si sentiva un fruscio tra i cespugli, un sussulto invadeva il cuore, come l’eco di un grido in lontananza,
Un grido insopportabile. Suonava lontano un singulto: era quello dell’assiuolo.
Tremava, su tutti i tetti imbiancati, un sospiro di vento. Lo squassare delle cavallette in contemporanea, c’era quel pianto di morte: era quello dell’assiuolo.
Le fresche foglie delle acacie che suonavano in bocca.
Un ragazzo, di età e statura indefinibili, vista la fitta nebbia, camminava sul letto del torrente Cinghio, inspiegabilmente asciutto; qualche ramo più lungo gli accarezzava la faccia gelida e impietrita e allora, spostando il ramo, quasi per inconscia vendetta, lui si spogliava di una manata delle sue tenere foglie.
Il ragazzo le raccoglieva e ne sceglieva una. La appoggiava sulle labbra e fece una cosa che era rara vedere in un paese come quello. La appoggiava sulle labbra e cominciò a suonare camminando, dimenticando della bufera, dimenticando della notte.
Un pianto di morte, un verso fastidioso proveniva dai campi: era quello dell’assiuolo.
 
Il ragazzo camminava rigido, senza smettere di suonare, con fare a volte agitato e spaventato.
Ma proprio quando sembrava impaurito, sembrava euforico, a volte addirittura tranquillo!
Camminava con passo lento, nell’ormai burrone che si era andato a formare nel letto del torrente (inspiegabilmente) asciutto.
Aveva ancora la foglia sulle labbra, sempre la stessa, quella rubata al ramo fastidioso, e continuava a suonare una strana melodia.
D’improvviso si fermò, e rimase immobile, nella flebile luce che la luna creava, quella flebile luce che sembrava non vedesse l’ora di fuoriuscire dalle oscure nuvole.  

Di: _Best  




 

  
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