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Autore: Blue_moon    25/02/2013    3 recensioni
Terzo libro della trilogia Similitudini.
Per la comprensione della storia è necessaria la lettura delle prime due parti, Prigioni e Spie.
Sono passati tre anni da quando Loki è scomparso nuovamente con il Tesseract.
Nè sulla Terra, nè ad Asgard si sono più avute sue notizie.
Apparentemente le cose sono tornate alla normalità.
Ma nell'ombra antichi nemici stanno preparando la loro mossa, dritta al cuore.
Avvertenza: nella trama sono presenti forti SPOILER riguardo Thor: The Dark World e Iron Man 3, se non volete rovinarvi la sorpresa, non leggete.
AGGIORNAMENTI MOLTO LENTI
Genere: Angst, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Similitudini'
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AVVERTENZA IMPORTANTE:
Nell'elaborare la trama di questa terza parte ho tenuto conto di molti SPOILER riguardanti  Thor: the dark world e Iron Man 3 che ho letto gironzolando su vari siti di cinema. Non so quanto siano attendibili alcuni di essi, ma per non rovinarvi la sorpresa, non vi dirò quali eventi prendono spunto da questi spoiler. Solo non credetemi un genio se vedrete nei film delle cose che avete letto qui XDXD 


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Venature di ghiaccio correvano nelle crepe delle rocce, brillando nell'esigua luce della luna morente.
Il respiro di Thanos si condensò nell'aria gelida, oscurando per un attimo gli occhi accesi da un innaturale luccichio azzurro.
Il silenzio era di piombo, nella notte eterna di quel sistema solare senza soli e con troppe stelle.
Il calore era un concetto del tutto sconosciuto alla razza che lo abitava, cresciuta nutrendosi di freddo ed oscurità. Thanos l'aveva scelta per quel motivo, oltre che per la loro primitiva attitudine ad un patetico e suicida onore.
Adirati per antiche offese ormai perse nei millenni, attendevano solo un'occasione per prevaricare i loro presunti nemici. E lui li avrebbe usati per colpire a fondo l'universo nella sua stessa fibra. Per accedere a un potere talmente immenso che il solo pensiero gli faceva venir voglia di sorridere.
Un ghigno indistinto gli si formò sulle labbra, dure e scavate come le roccia intorno a lui.
Passi leggeri annunciarono l'arrivo della persona che attendeva.
Non era sola, come pronosticato.
«Il nostro alleato è giunto», annunciò la voce cavernosa del chitauro.
Thanos si voltò e osservò da capo a piedi il possente guerriero che gli stava dinanzi. Quella razza non aveva nulla da invidiare agli asgardiani in quanto a potenza, erano solo stati meno accorti nella gestione delle loro alleanze e delle loro risorse, nonché poco inclini a giocare sporco, come invece gli asgardiani sapevano fare molto bene.
«Qual'è il tuo nome?», domandò Thanos, facendo un passo avanti.
Il guerriero lo osservò con calma, senza mostrare timore. «Malekith», replicò, la voce simile al rumore di unghie sulla lavagna.
Thanos sorrise. «Il tuo esercito è pronto?».
«Il mio popolo non ha mai smesso di essere pronto per dare ad Asgard ciò che merita», rispose con orgoglio il guerriero, ostentando una posa marziale. «Gli Elfi Oscuri sono al vostro servizio».
Thanos rise di gola, divertito. «Vedremo», mormorò, con fare sibillino, per poi rivolgere la sua attenzione al chitauro.
La luce si rifletté in scaglie frastagliate sull'elmo dorato indossato dalla creatura deforme, mentre si prodigava in un inchino.
«Cosa mi sai dire dell'altra questione?», chiese Thanos.
«Abbiamo sfruttato tutte le nostre risorse, mio signore. Ma del Tesseract e del Portatore non ci sono tracce. Il suo potere è cresciuto e non siamo in grado di trovarlo», illustrò l'alieno, con tono dimesso e spiacente.
Thanos ridacchiò nuovamente, scuotendo appena la testa. «Vuol dire che lasceremo che sia lui, a venire da noi», disse, dedicando uno sguardo intenso a Malekith.
«Dimmi, elfo, qual'è il punto più debole di un asgardiano?», domandò, avvicinandosi alla parete di roccia alla sua destra.
Il guerriero sembrò confuso per un'istante, poi rifletté e rispose senza esitazione. «Il cuore».
Thanos sollevò una mano e la poggiò su una sporgenza rocciosa, tranciandola di netto. Osservò per un secondo il masso di una ventina di centimetri nel suo palmo, sorridendo tra sé e sé. «Esattamente», mormorò.
Strinse le dita sulla pietra, aumentando la pressione gradualmente. Sbuffi di polvere si sollevarono nell'aria immobile. «Saremo spietati e veloci, dritti al suo cuore», aggiunse, mentre con uno schianto secco la roccia si polverizzava nella sua mano.
Malekith ghignò, eccitato dalla prospettiva di agire.
«Radunami un contingente dei tuoi guerrieri migliori, elfo», ordinò Thanos, sorridendo apertamente e mostrando una fila di denti candidi e grossi.
Oltre la figura imponente di Malekith, con un lampo nero, era comparsa Lei.
Sperava di vederla. Ogni volta che succedeva, i suoi piani avevano completo successo.
La guardò dritto negli occhi azzurri.
«Faremo la nostra mossa molto presto».
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Non si capisce assolutamente nulla, lo so, ma è questo il bello dei prologhi XD

La Lei menzionata da Thanos altri non è che la Morte in persona, ormai un po'tutti sappiamo che il personaggio della Marvel ha una vera e propria ossessione per la personificazione della Morte, ritenendola l'unica persona degna della sua stima, e desidera compiacerla in ogni cosa.
In questa terza parte la vedremo spesso, ma specifico fin da ora che non è un personaggio reale ma solo una proiezione mentale di Thanos.

Ci vediamo presto con il prossimo capitolo!

Nicole

  
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