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Autore: herm88    13/09/2007    3 recensioni
Putrido odore di melma rappresa.
Genere: Commedia, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Untitled

Zombies

Putrido odore di melma rappresa.

Scricchiolare di grumi sanguigni.

Budella, cuori ancora palpitanti, immani schifezze insozzano il tunnel.

Che orribile spettacolo.

No anzi, orribile è un complimento.

Passo dopo passo, mentre mi tappo naso e bocca con una mano, avanzo spavalda nel malefico covo del mio nemico.

Imbraccio il fedele fucile a canne mozze, modello un po' vecchio, ma che con un solo colpo è capace di mandare in pezzi la creatura più grossa, grassa e cattiva.

Splatch, splatch.

Non ho nemmeno degli scarponi adatti, ma delle normalissime scarpe da ginnastica, cosicchè i miei piedi sono praticamente inzuppati di roba verde, presumo il sangue di quegli orribili scherzi di natura.

Mi sento quasi svenire tanta è la puzza, ho uno sgradevolissimo sapore nella bocca, che mi invade la gola e mi fa respirare affannosamente.

Le gambe mi bruciano dalla stanchezza.

Mi passo una mano tra i capelli, trovando resti di cose non ben definite.

Cammino ancora, osservando come quel posto sia un nascondiglio perlomeno perfetto per un diabolico piano di un professore pazzo.

Bisogna proprio avere una buona dose di instabilità mentale per inventarsi un qualcosa capace di far rivivere i morti.

Eppure, era così.

Nemmeno il tempo di dire, "ma io..!" che mi sono ritrovata nella, perdonatemi il termine, merda.

***

"Ti dico che non ha senso, accidenti!"

"Per me ne ha eccome, invece. Secondo me aveva una scopo per inventarsi tutta questa roba."

"Io penso che sia solo pazzo." disse l'uomo, facendo una smorfia e un gesto di stizza con la mano, per poi alzarsi furioso, dando calci alla parete sporca di sangue, che assomigliava curiosamente a un quadro di arte moderna.

"Calmati."

"Calmati un cazzo!" rispose, prendendosi la testa fra le mani. "Moriremo qui, in questo buco schifoso! Sempre se non arrivino quelle cose ovviamente!"

"Non arriveranno. Sono troppo impegnate a cercare carne fresca che noi. Siamo sporchi e anche magri. Si sicuro non merce di qualità" disse la donna, con un sorrisetto, appoggiandosi alla parete chiudendo gli occhi.

L'uomo la fulminò con lo sguardo, e le chiese, in tono sarcastico "Come mai sei così calma tu, eh? Come cazzo fai ad essere così calma?!"

La bionda si limitò a sbuffare. Dopo pochi secondi, si alzò anche lei. Prese un pacchetto tutto sgualcito dalla tasca, con dentro un accendino e un'ultima sigaretta.

"Forse sarà l'ultima della mia vita. Meglio godersela." L'accese, sotto lo sguardo disgustato del tipo.

"Ho sempre odiato il fumo." disse, con tono da moralista.

"Ma stai zitto." disse lei, tirando una boccata, in estasi "Sei più puritano del più becero e presuntuoso dei preti, e poi ti scopi la tua segretaria e ti fai di erba. Finiscila".

L'uomo non rispose, ma si poteva sentire lo stridere dei suoi denti nel silenzio di quella stanza, dalla mura colorate di rosso.

Un rosso innaturale, e con piccole macchie verdi che lo interrompevano.

Arti di vario genere giacevano negli angoli, e un curioso odore di pesce si diffondeva nell'aria.

***

Accidenti. Siamo proprio a cavallo.

Passi affrettati. Si fermano. Ricominciano.

Dio santo, che odore insopportabile, non ce la faccio più.

Mi strappo un pezzo di stoffa dalla manica, e me lo lego dietro la nuca. Ora ho l'aspetto di un mezzo bandito, ma almeno non mi intossico.

Avanzo lentamente, a passi veloci, puntando il fucile prima a destra e poi a sinistra, circospetta.

Ho sentito qualche rumore. Qui c'è qualcuno. Anche se la definizione "qualcuno" si addice a una persona viva e vegeta di solito, e in questo caso sarebbe alquanto inappropriato.

SBAM!

All'improvviso una botola si apre sopra la mia testa e qualcosa di non definito mi si catapulta addosso, qualcosa di grosso, di cui ho appena il tempo di intravedere il bianco scintillio degli occhi.

Cado a terra, finendo quasi sommersa dalla melma, mentre mi dimeno cercando inutilmente di liberarmi di quella creatura assetata della mia carne.

Bastardo! Schifoso bastardo!

Ho il fucile tra le dita, ma il mostro a quanto pare non è stupido, e mi ha bloccato un braccio per trattenermi a terra mentre io, con il mio libero, lo spingo lontano da me.

Si avvicina centimentro dopo centimetro, con la sua dentatura affilata, al mio collo.

La mia mano affonda nella carne putrefatta, e trattengo un conato di vomito.

Adesso devi finirla!

Con un colpo di reni riesco a mandarlo via e a recuperare l'uso del braccio destro, lo alzo, e premo il grilletto facendo partire un colpo dritto dritto nel suo petto, con ancora la forma della mia mano sopra.

La creatura cade a terra, ma dopo pochi secondi si rialza con un'atletica mossa.

" Questo non è un normale zombie " penso, mentre prendo il fucile a due mani, mirando alla testa.

Il mostro si dimena, fa strani versi e poi corre all'impazzata verso di me, sbavando come un ossesso e puntando alla mia gamba.

Eh no caro, la gamba no!

Faccio un salto all'indietro, merito dei mie allenamenti giornalieri, e lo evito, cadendo ancora nella melma. Ora, decisamente, ho bisogno di una doccia.

Velocemente, appena prima di rivedermelo davanti, miro ancora alla testa e sparo un colpo.

Bingo.

Anche se di striscio.

Un pezzo di cervello vola nell'aria, aggiungendosi a quelli già presenti sul terreno.

Lo zombie cade a terra, si dimena, come in preda a convulsioni, e poi si ferma. Tace.

Sbuffo, e con gesto strafottente ci cammino sopra, facendo ben attenzione a calpestare del tutto la testa e il punto in cui dovevano esserci i suoi genitali.

La segreta non deve essere lontana.

***

Carne.

Sangue.

Pelle.

Fresca, buona, gustosa.

Voglio solo questo. L'istinto mi spinge a desiderarlo. Voglio mangiare, nutrirmi.

Non importa se farò del male, questo è il mio scopo.

Non importa se provano dolore, questa è la mia meta.

Non importa se poi sarà tutto come prima, questo è quello che voglio.

Un temporaneo sollievo all'eterna sofferenza, al dolore lancinante che mi divora le membra.

Sento un tremito. Odore di carne. Si muove. Tutta per me.

Solo mia.

***

"Potrà sembrare buffo, ma questi esseri a mio parere pensano. Non sono stupidi" disse la donna, appoggiandosi al muro, e grattandosi il mento pensosa.

"Ma non dire stronzate! Pensano! Vogliono solo mangiarti il cervello, ecco cosa!"

"Come al solito voi maschi siete tutti uguali. Tanto coraggiosi, tanto spavaldi, e poi alla fine sapete solo urlare come ossessi, senza spiegazione! Stai zitto, fammi questo favore, ok?" rispose la donna, stizzita, cominciando a misurare a grandi passi la cella.

"Puttana..." mormorò l'uomo.

"Tsè. Mai come tua moglie, questo è certo"

Prima che il tizio potesse dire alcunchè, un urlo decisamente non umano squarciò il silenzio.

Un urlo acuto e penetrante, che oltrepassò le pareti spesse della cella giungendo fino a loro, con estrema facilità.

Il tipo si immobilizzò.

"C-cosa è stato?"

La donna si alzò, e tese l'orecchio. "Non lo so. Non ne ho idea."

"Io... io non ce la faccio più! Non resisto! Basta! Basta!"

L'uomo cerca freneticamente a terra qualcosa, tastando come un pazzo. "Ma cosa fai, idiota?"

Alla fine, alza trionfante un pezzo di vetro, guardandolo con intensa adorazione.

"No...no... fermati, fermati!!" urla la donna, cercando di trattenerlo.

Ma è troppo tardi.

Sangue fresco inonda il pavimento.

E lacrime salate condiscono il becero banchetto dei parassiti.

***

L'oscurità mi avvolge.

Quasi mi rassicura.

Ho imboccato un tunnel, non sapendo minimanente dove portasse.

Sembra che il pavimento sia più sgombro in questa parte dell'edificio: la plastica della suola batte contro la pietra provocando un rumore a cui sono abituata, ormai.

Frugo nella tasca in cerca di qualcosa per fare luce. Niente torcia. Niente cellulare. Nemmeno fiammiferi. Cazzo.

Vado alla cieca, e sbatto contro una parete.

Mentre mi massaggio la fronte, con una smorfia, tendo la mano per tastare il muro: legno, sembra uno stipite... maniglia! Una porta.

Giro con cautela, e la spalanco.

Ciò che mi si para davanti è uno spettacolo a dir poco orripilante.

Sembra un enorme, gigantesco, ragno. Appeso al soffitto con un filo, grondante di sangue.

Parecchie carcasse umane giacciono sul terreno.

Alcuni cani, legati a delle catene, abbaiano furiosi.

Creature dalla non ben definita entità sono rinchiuse in gabbie di varie dimensioni: in quella più grande c'è una specie di mostro deforme, con tantissime bocche.

Faccio scorrere lo sguardo, e vedo incroci di ogni tipo, tra umani a animali.
Preferisco non pensare al modo in cui sono stati creati.

I minuscoli occhi acquosi del gigantesco aracnoide mi fissano come per penetrarmi.

Ho un sussulto quando una cosa fredda e ossuta mi si posa sulla spalla, penetrandomi la carne, giungendo fin sotto, e ancora, e ancora...

Ma cosa cazz...

***

"MIO DIO!"

Ansia.

Sto tremando come una foglia.

Sono sudata.

Grondante.

Una figura assonnata vicino a me, si mette seduta. Posso percepire il suo sguardo incredulo anche al buio.

"Te l'ho sempre detto, amore: la peperonata di sera, non ti fa affatto bene."

I miei più sentiti ringraziamenti a tutte le persone che hanno letto questa robetta in anteprima, ovvero Dra, Roby, Giulia, a Suz. E a Clà che l'ha gentilmente betata. Un bacio a tutte :* i commenti sono ben accetti.

  
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