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Autore: Changing    27/02/2013    2 recensioni
Decidere liberamente del proprio futuro, anche se può sembrare difficile, non è sempre concesso a tutti.
C'è chi deve lottare per conquistarsi tale liberta e c'è chi, come Draco, trova comodo lasciare che gli altri prendano le decisioni più importanti. Ma ci sono scelte che si possono fare solo con la propria testa ed il proprio cuore ed il giovane Malfoy lo inizierà a scoprire, lentamente, grazie ad Astoria, che gli è sempre rimasta accanto nel bene e nel male.
Vincitrice del premio "Miglior coppia" e quarta classificata al contest Disney & songs di GiuliHermy96
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Alla fine della notte




Prologo
Dolce notte




Nella sua vita non c'era niente di buono, nulla per cui valesse la pena lottare. Il suo corpo e le sue idee venivano trascinate alla deriva come un relitto dalle onde dell'oceano, senza che egli avesse la possibilità, o il coraggio, di pronunciarsi. Questi erano i pensieri che nei momenti più bui assalivano la mente di Draco.
Quella sera era uno di quei momenti, di quelli in cui ti sembra di essere entrato in un tunnel senza uscita, senza speranza, quando si arriva a pensare anche di togliersi la vita. Ma lui era troppo codardo persino per far quello, o non abbastanza disperato, chi poteva dirlo.
Il giovane Malfoy se ne stava appoggiato alla ringhiera della torre di Astronomia, con il viso pallido illuminato dalla bianca luna piena. Si riempiva i polmoni con grosse boccate d'aria per rilassarsi; quell'aria così tersa era molto diversa da quella che si respirava nei suoi sotterranei umidi e polverosi. Ultimamente gli capitava spesso di passare notti insonni, troppo preoccupato per ciò che lo attendeva per potersi abbandonare tra le ignote braccia di Morfeo; così quella sera era salito lassù, solo per poter respirare.
Improvvisamente sentì un tocco leggero alla spalla. Draco trasalì, ma quando si girò riconobbe il bel viso amico di Astoria, ornato da un piccolo sorriso.
- Sei ancora sveglio? - Gli chiese lei. Il ragazzo si irrigidì, come spesso accadeva in sua presenza negli ultimi tempi.
- No, pensavo di passare la notte qui fuori - Rispose, non potendo evitare quell'aspro sarcasmo, la sua unica arma nei momenti peggiori.
Allora l'espressione della ragazza si fece più seria e con sguardo penetrante lo osservò intensamente, tanto che lui non poté fare a meno di darle le spalle e tornare ad osservare l'orizzonte.
Astoria gli si avvicinò e poggiò, con la sua innata grazia, le mani sulla ringhiera di pietra.
- Nemmeno io riuscivo a dormire. Ti ho visto da lì - Disse indicando la torre dei Corvonero, dalla quale si poteva intravedere parte della balconata della torre: - Avevo brutti pensieri -
- Io non ho nessun brutto pensiero! - Inveì Draco, sentendosi minacciato. Era abituato a sentir parlare Astoria per enigmi e allusioni di questo tipo. Lei era quel genere di persone che, prima di dire le cose chiare e tonde, si preparavano con sottili preamboli, per poi scoccare la loro sentenza con rapido e crudo realismo.
- E allora perché sei qui? - Chiese lei calma.
- Perché... - Draco sperò di potersi inventare qualcosa all'ultimo secondo, ma non gli venne in mente nulla.
Prima che passasse qualche attimo di troppo, spirò nel silenzio un fredda brezza serale e il ragazzo rabbrividì. Allora Astoria allungò il braccio verso di lui e gli toccò delicatamente la guancia con il dorso della mano, in un gesto spontaneo.
- Hai il viso congelato - La sua mano invece, pensò Draco, era calda e liscia come il velluto. Tuttavia si girò e rispose inacidito
- Non ho freddo - la ragazza sospirò profondamente.
- Che razza di cocciuto - disse a bassa voce. Gli angoli della bocca di Malfoy si piegarono impercettibilmente all'insù.
Per un po' non parlò nessuno dei due.
- Sai, a volte mi capita di avere paura – esordì Astoria d'un tratto.
- E allora? -
- E allora - Continuò la ragazza, marcando queste due parole con voce decisa:- cerco di capire se davvero vale la pena di fare ciò che sto facendo -
- Non ti seguo –
- Voglio dire che non ha senso affrontare qualcosa che non si è ancora pronti a combattere – Draco sapeva a cosa si stesse riferendo. Da giorni ormai, si respirava nell'aria il presagio di una battaglia. Nessuno sapeva né come, né quando sarebbe scoppiata, ma la tensione e la paura gravavano su tutta l'Inghilterra come una spada di Damocle.
- Mi stai dando del codardo?! - Entrambi erano coscienti della mancanza di coraggio del ragazzo, ma per fortuna non era di questo che voleva parlare Astoria.
- No - Rispose lei:- sto dicendo che dovresti abbandonare i Mangiamorte -
- Abbandonare?- Disse lui, arrivando quasi a gridare:- Ti rendi conto di cosa stai dicendo? Non si possono abbandonare i Mangiamorte come se fossro un torneo di Gobbiglie. E poi non ne avrei motivo: saranno loro a vincere -
- Questo non può dirlo nessuno... Perché non fuggi? -
- Perché sarebbe un disonore – In realtà il ragazzo sarebbe scappato volentieri:- E poi, anche se fosse, sarebbe inutile. Non saprei dove andare né come sopravvivere. Cosa potrei combinare da solo? -
- Io verrei con te - quella frase lo colpì in pieno petto come un dardo avvelenato. Perché, sentimenti così dolci come quelli che provava in quel momento non potevano che essere veleno per lui.
Da molto tempo, ormai, si era reso conto che le cose tra lui e Astoria stavano cambiando e aveva sempre fatto di tutto per rimandare quel momento.
- Non dire stupidaggini. Mi saresti solo d'intralcio - Mentì lui.
- Sai che non è vero. Sono una duellante migliore di te - Rispose la ragazza abbandonando la sua naturale calma per lasciar libere le sue parole irruenti:- Io sono tua amica, Draco, e non voglio vederti soffrire in questo modo -
Il veleno sembrò scivolar via dal suo cuore, lasciandogli solo dell'amaro in bocca e una fastidiosa stretta allo stomaco. Era vero, Astoria era la sua cara amica d'infanzia, anche se il ragazzo non aveva mai capito il perché del suo attaccamento. Le era sempre stata accanto, anche quando lui la trattava male o la insultava, non come un docile animaletto da compagnia, ma più come un angelo custode. Era stato troppo frettoloso a credere che Astoria volesse dirgli qualcosa di più.
Lei gli si era avvicinata. Era un po' più bassa di lui, ma non di molto.
- Non sono affari che ti riguardano – le rispose.
- Deve essere sempre questa la tua risposta per tutto? – replicò con fermezza. Poi emise un profondo sospiro:- Ci conosciamo da anni, ormai, e so riconoscere quando menti – disse con voce intensa, ferma, piena di musicalità:- non allontanarmi via, come fai sempre -
Ora a separarli c'era solo un respiro. Draco avrebbe voluto rispondere che lei non poteva fare niente per lui, ma dentro gli ardeva un fuoco implacabile, che avrebbe solo voluto spegnere.
La luna illuminava il bel volto della ragazza, sottile e di nobile aspetto, mentre i grandi occhi blu ne riflettevano i raggi.
Draco conosceva la passione, o almeno la sua forma più elementare. Aveva provato simili sensazioni nei suoi momenti di intimità con Pansy, ma quel calore, quel desiderio così trascinante che gli percorreva tutto il corpo gli era del tutto sconosciuto. Quasi non riusciva a pensare ad altro, in quel momento, che alla sua passione e alle immagini che ne conseguivano.
Non si allontanò, né si avvicinò, e proprio quando credette che Astoria si sarebbe allontanata, lei colmò quella distanza, poggiando delicatamente le labbra sulle sue. Anche quel bacio, così semplice e spontaneo, era nuovo per Draco, che era abituato ad intensità ben diverse. Ne rimase così straniato che non fece in tempo a ricambiarlo e la ragazza si allontanò piano da lui, con aria delusa.
Senza dire una parola si girò e fece per andarsene, ma questa volta il ragazzo riuscì a prendere coscienza e la afferrò per un braccio, avvicinandola. Lei non oppose resistenza e si lasciò trascinare. Poi, in un gesto del tutto istintivo e naturale, Draco la baciò. Non nello stesso modo in cui baciava Pansy, ma con molta più dolcezza, che non sapeva nemmeno lui da dove venisse. Non sapeva nemmeno di essere capace di un affetto tanto forte, così impetuoso da fargli dimenticare persino i suoi timori di un attimo prima. Perché era salito lassù, quella notte? Come era arrivato a baciare Astoria?
In quell'istante sembrò che il mondo si fosse fermato. Ma fu proprio quel bacio, l'inizio e la fine di tutto.





Bene bene a dire il vero io non avrei nemmeno voluto pubblicare questa piccola storiella (che sarà di tre capitoli) E' strano, perché di solito sono sempre smaniosa di pubblicare le mie... cose, tanto da fare sempre tutto di corsa e invece questa volta non ero davvero convinta, non tanto per il timore che la storia sia scritta male, quanto per il suo effettivo valore. Poi mi sono messa l'anima in pace: dopotutto scrivo per divertirmi. Ebbene dopo questi discorsi quasi seri (mi sono fermata prima che potessi annoiarvi) vi rassicuro dicendovi che, per quelli che hanno intenzione di seguire questa storiella, i prossimi capitoli arriveranno puntuali (essendo già scritti) tra una settimana o due, dipende da cosa deciderò nei prossimi giorni. Detto questro tra sei ore mi devo alzare, anche se non ho alcuna voglia di prendere i mezzi. E ho sonno x3
A presto,
Changing
  
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