1
-
Scegli un personaggio, una coppia o un fandom: Liam/Louis;
2
- Apri la tua cartella di musica, seleziona la
modalità di riproduzione casuale e fai partire;
3
- Scrivi una drabble/flashfic che sia
collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della
canzone
per terminare la drabble: dall’inizio fino alla fine, niente
esitazioni! Non
importa quanto scombussolata è la drabble;
4
- Scrivine 10, poi pubblicale.
Ringrazio blue
drop per
l'idea!
American idiot
– Green Day
«Adesso mi
senti, coglione», urla Niall
inseguendomi per
tutto il piano. «Louis
Tomlinson, sei così
fottuto che non ti potrai sedere per due settimane!», lo
sento gridare da tre
porte di distanza. Sto correndo come non mai, dopo avergli abbassato i
pantaloni di fronte alla sua nuova fiamma - una truccatrice carina e
simpatica. Ma di cui non mi piace lo sguardo.
Quindi ora sto correndo come un pazzo, ansimando – sentendo
le sue urla sempre
più vicino. Finalmente, una porta. E un corridoio vuoto,
senza nulla. Cazzo.
«Qua!» si sente un sussurro
eccitato. Vengo strapazzato per un braccio e improvvisamente mi ritrovo
in uno
sgabuzzino delle scope. Con Liam spalmato addosso. «Cosa
cazzo fai, Daddy?» Gli
chiedo tra l’eccitato e lo
spaventato. «Ti salvo da te stesso, idiota».
«In uno
sgabuzzino?». «In uno sgabuzzino».
Ghost
on
the dance floor – Blink 182
Una situazione
del genere non mi creerebbe problemi – Liam dovunque addosso
a me, il suo
dopobarba uno schiaffo in pieno viso – se due settimane fa
non l’avessi visto diverso,
in discoteca. Un momento prima
era la mia coscienza, la mente malefica dietro i miei scherzi perversi,
la
spalla per sfogarmi, il mio compasso morale. Eppure - cinque minuti
dopo - era
un tizio che non avevo mai visto, il cui sorriso divertito mi faceva
esplodere
lo stomaco, e cui le ombre irreali dei fari rendevano quasi un
fantasma. Un fantasma degli amori passati.
Perché Eleanor
è uscita di scena un po’ di tempo fa, ecco. E
adesso, tra i miei pensieri, c’è
lo stesso tipo che ora si sta trattenendo dal ridere a fatica. E mi
ritrovo con
il viso nascosto nel suo collo, una ramazza in posizione scomoda vicino
alla
gamba e il suo respiro come lava bollente. Ridacchio per
sdrammatizzare,
cercando di scacciare l’immagine irreale di quel Liam, che volevo, dalla mia testa. Ma il suono mi
esce strozzato. Ed è allora
che mi chiede se qualcosa non va. E io
non so rispondere.
This means war -
Nickelback
«Tu
non capisci, cazzo», rispondo dando un calcio a una lattina.
«Cosa minchia
dovrei capire, Louis?».
Non Lou, non un diminutivo
affettuoso. Louis.
Così formale, così secco.
«Io…». Le mie parole muoiono nel
silenzio della
stanza. Hazza mi si avvicina sicuro, chinandosi verso di me e
afferrandomi per
le spalle. «Stai impazzendo da una settimana a questa parte,
Louie. Da quando…».
Si ferma, folgorato. Mi lascia le spalle, come se scottassi.
«Da quando si è
rifatta viva Danielle». Oh cazzo,
gemo a voce alta. «Non dire quel nome, per favore».
«Tu…», mormora ora
delicatamente, come per non ferirmi. «Tu le stai dichiarando
guerra. A modo
tuo. Perché tu vuoi Liam tutto per te».
A thousand years
– Christina Perri
Uhm,
come passano in fretta i mesi. Sorrido,
afferrando la coca-cola passatami dalla cameriera, Eleanor
che mi fissa comprensiva dall’altro lato del tavolo.
«Louie, devi capire che
forse… non capisce». La guardo, mezzo
sorridendo e mezzo afflitto. Non vorrei affrontare
l’argomento, ma Malik mi ha
minacciato di morte - lunga e dolorosa - se non avessi parlato di
tutto… questo con
qualcuno. «Incredibile come
da fidanzata sei passata al ruolo di psicologa, Ellie».
«Confidente, prego», risponde lei con tono
fintamente
indignato, il sorriso che la smentisce. «Hai aspettato
così tanto a darmelo?
Perché? E lo stai ancora aspettando? Sei riuscito a fingere
così bene per tutti
questi mesi, perché ora…?».
«Perché… perché si sta per sposare, cazzo». O almeno,
è quello che ha fatto capire la stronza.
E io… io annego ogni giorno in
un mare di saluti mancati, e abbracci rubacchiati e fintamente casuali,
e
sguardi che cambiano appena lui mi nota. «Sembrano mille
anni, che lo sto
aspettando. Per non vedermelo arrivare mai più, ecco tutto.
E come se non
bastasse io… io sono il testimone». Sospiro.
Rolling in the
deep - Adele
Mi
stringo il polso con l’altra mano fino a farlo dolere.
È un tic che ho
sviluppato da poco, da qualche mese. Che sembrano anni anni.
«Io non capisco»
mormora lui, una maschera di sbigottimento in cui iniziano a vedersi i
primi
bagliori di dolore. E incazzo.
Harry
striscia un piede a terra, afflitto. «Dovevamo dirtelo.
È mesi che questa
storia tra loro due va avanti, e non ci sembra giusto per
nessuno», conclude,
mentre Zayn annuisce e Niall massaggia le spalle di Liam. Io mi
allontano dalla
porta, intervenendo finalmente. Gola secca, cuore in gola.
«Cosa state dicendo?»
chiedo. Per beccarmi uno sguardo tra l’attonito e il
comprensivo di tutti. È Niall
a rispondermi, a bassa voce. «Non lo sapevi neppure tu, vero?
Che Danielle… con
Josh… da un po’». Si zittisce quando
Liam scatta in piedi, il viso una maschera
di rabbia. Per poi uscire dalla stanza a grandi falcate, sbattendo la
porta con
un boato. «Bloccalo, cazzo!» mi gridano gli altri
in coro, mentre sono già
oltre la porta.
Found you
– The Wanted
Corro
come non ho mai fatto in vita mia, il cuore che batte come un tamburo,
cercando
il suo viso tra i corridoi. Sempre gli stessi, come mesi fa’.
Senza che lo
trovi, questa volta. Sbuco in un corridoio familiare, e lo vedo che
corre in
direzione di qualcosa. Che ignoro, perché
gl’impedisco di avanzare placcandolo
per le ginocchia, finendo entrambi a terra. Per un miracolo, attutisco
la
caduta con il mio corpo, ma sbatto la testa con un tonfo secco.
«Dio, Louie!», sento
la sua voce dal buio, mentre mi contorco per il dolore. Sento le sue
braccia
afferrarmi, stringermi, portarmi la testa al suo petto. E se non stessi
per
vomitare l’anima per il colpo, potrei anche baciarmelo per la
gioia di sentirlo
di nuovo umano, in sè.
«Cosa credevi
di fare, Tomlinson?», mi chiede con voce strozzata,
accarezzandomi la testa
alla ricerca di danni. «Nulla», mormoro,
«solo essere io la tua coscienza,
questo giro». E continuo, prima di svenire: «Payne,
non fare cazzate. Non fino
a quando non ti darò l’ok io, per una
volta».
If
I’m
James Dean then you’re Audrey Hepburn– Sleeping
with Sirens
La
prima cosa che mi accoglie quando riemergo dal buio, è il
suo dopobarba. Lo
sento vicino, così vicino che non è una sorpresa
sentirlo muovere piano sotto
di me, mentre mi tiene seduto in grembo. Poi, sento il freddo
dell’impacco di ghiaccio.
E mormorii sommessi. «Cosa significa, quello che mi ha detto
prima?». «Oh, che…».
«Zitto, Zayn. Non sta a noi dirlo. Niall, fer-».
«Hazza, o tu o noi», li sento
coalizzarsi contro Harry. E, improvvisamente, capisco cosa stanno per
dire. Cazzo, no,
la sua amicizia è tutto quello che ho, non possono, non
possono… come
amico sarebbe stato a rimanere per sempre con me, ma se
sveleranno… «Voleva
che tu non facessi cazzate perché sembravi pronto a
uccidere, poco fa». «Beh,
scoprire che la tua futura sposa…». «Non
lo metto in dubbio. Chiediti –
chiedigli - solo perché
lo ha fatto,
Liam». Per favore, no.
«Cosa c’è,
Louie?», lo sento chiedermi concitato. E mi rendo conto che
ho parlato a voce
alta.
I
want
to hold your hand – Across the Universe, Colonna sonora
«Io
non…». «Spiegati. O ti
costringerò», mi sorride divertito. Sta ancora
abbracciandomi e tenendo l’impacco sulla fronte, ma gli altri
si sono
dileguati. Deglutisco, a vuoto di parole. «Harry aveva
ragione» cerco di
glissare spudoratamente, «non volevo facessi cazzate. Non
come quelle che mi
aiutavi a combinare, ecco». Inarca un sopracciglio, non
credendomi neppure per
un minuto. «‘Sti cazzi, Louis» mormora,
accarezzandomi la fronte. Chiudo gli
occhi, il mal di testa che pulsa. Però è bello
stare qui, così,
sentirlo respirare piano, e il suo calore al di là della
maglietta. Sospiro, perché non ho parole da dire. Quindi mi
limito a cantargli
con un tono flebile “I want to hold your hand”, dei
Beatles. «Oh yeah,
I'll tell you something… I… I think you'll understand…
When I say that
something, I want… I
want to hold
your hand…».
Almeno
fino al punto in cui lui mi zittisce con
un sussurro. Forse
capendo tutto. E ho paura.
By
the way – The Dead Man Theory
Lo sto aspettando
da qualche
minuto, mentre lui è entrato in casa. Di loro?
Di lei, ora? Non riesco a decidermi: in bilico tra ricordi felici e un
presente
d’inferno, a giudicare dalla sua faccia quando è
entrato. L’ho accompagnato a
prendere “due cose”,
dice. E lo vedo
uscire a passo di marcia, con la conseguenza che il mio stomaco
precipita
vicino alle mie ginocchia e mi trattengo a stento dal correre ad
abbracciarlo. Così,
in mezzo alla strada. Alto, forte, con un borsone da boxe carico di
roba e
un’espressione temporalesca che sparisce quando mi vede. «Ehi» gli mormoro
piano, cercando di testare l’umore. «Ehi a te», mi risponde con
lo stesso tono, buttando la borsa nel
cofano e sporgendosi verso di me per piantarmi un bacio a tradimento
sulle
labbra. Arrossisco, felice. «E questo per
che cos’era?», chiedo,
allibito dal suo sprezzo
per i paparazzi. «Per avermi
impedito di fare
una cazzata, immagino», mormora
contro le mia labbra. «Anche
se fossi in te non
mi ci abituerei».
Betty –
Booke Fraser
«Oh, sapessi
tutti i nei che ti ritrovi nei posti più socialmente
imbarazzanti, Payne». Ridacchio contro
il suo collo, mentre mi abbraccia e mi fa
volteggiare in giro per la stanza. Stiamo ballando un lento a casa
Styles, e - mentre
gli altri si premurano di prenderci doverosamente per il culo - lui
ride per
l’imitazione della coppietta sdolcinata che ci sta riuscendo
così bene. «Ma non mi dire», ribatte lui
sornione, «li hai anche
contati?». Gli
risponderei, ma una cuscinata mi arriva dal divano di Niall,
separandoci. E quando mi rendo conto che si sta per buttare su di me al
grido
di “Vendetta,
Tomlinson!” gli corro
incontro. E iniziamo a rotolarci per terra a suon di solletico e
cuscinate.
Fino a che delle braccia forti non mi salvano dalle grinfie
dell’irlandese, e
mi ritrovo stretto al suo petto. «Piano, Horan», lo sento
ridacchiare divertito «che poi non
arriva vivo all’altare». Alle sue parole
cala il silenzio più totale, mentre io
trattengo il fiato. «Ooops. Immagino di
essermi dimenticato
di avvisarti, Louie» mormora contro
il mio orecchio, mentre con un urlo belluino
Harry - e Zayn - e Niall - ci sono addosso, abbracciandoci e
riempiendoci di
auguri. Ed è solo in un secondo momento che riesco a
soffiargli contro l’orecchio
un molto soddisfatto: «ventitrè,
Mr Payne.
Contati due volte». Che lo fa
scoppiare a ridere, per l’incomprensione di tutti
i presenti.
;
Sarò
sincera: mi sto divertendo un casino,
soprattutto perché di solito lo sdolcinato non è
da me. Ma i ragazzi sono le
bambole perfette per questi esperimenti di scrittura, e con questa
raccolta ho
veramente toccato con mano i miei limiti e le mie fisime da fanfic.
Questa,
infatti, è stata più lunga da correggere, e
l’ho sentita più confusa
mentre la scrivevo. Forse perché
il pairing è nato tutto per gioco – la Coscienza e
il Malandro che si scambiano
i ruoli, dovendosi salvare a vicenda -; forse perché mi sono
resa conto che le
canzoni (pur avendo frasi perfette per ogni scena) non avevano il
giusto ritmo.
E io devo avere il ritmo giusto, per scrivere.
E
sì, lo so, Liam è il personaggio perfetto,
da provare in tutte le salse.
E chissà perché, da quando ho saputo della boxe,
adoro immaginarmelo incazzato.
Altro che sorriso svampito!
Ah,
un appunto: essendo totalmente disinteressata alla vita amorosa dei
ragazzi, l’aver tirato in ballo Eleanor e Danielle
è stato per pure esigenze di
copione. Anzi, poverine: con tutto il casino mediatico gli auguro che
vada tutto
bene , zero problemi e bla, bla, bla. Lo stesso dicasi per il povero
Josh, a
cui tocca fare il cattivo nelle mie storie. Non augurerei manco al mio
peggior
nemico di divenire l’idolo delle folle, a quanto ho visto.
Insomma, a voi il
verdetto di
questo secondo tentativo di raccolta Liam/Louis, e a presto! ;)
(P.S:
il titolo è tratto da una bellissima canzone di Gabrielle
Aplin,
“Home”. Fatevi un favore e ascoltatela,
è pura poesia)