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Autore: auroralovesonedirection    27/02/2013    10 recensioni
Ormai era troppo tardi per tornare indietro, anzi la verità era che potevo se davvero lo avessi voluto ma non ne avevo nessuna intenzione. Mi sorrise di nuovo e quella volta da così vicino il mio cuore perse un battito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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20 Liam

Quando mi svegliai era ancora buio. Lanciai una rapida occhiata alla sveglia infastidita dalla luce al led, non erano ancora le sei. Mi rigirai su un fianco tirandomi le coperte fin sopra la testa portandomi le gambe al petto. Avevo ancora tempo prima di dovermi iniziare a preparare per partire per Cambridge. Durante l'ultimo giorno non avevo fatto altro che pensare che quando sarei tornata Liam sarebbe già stato dall'altra parte del mondo. Avevo rifiutato ogni sua chiamata fino al punto di staccare il telefono. La consapevolezza che dovevo stargli lontana era tanta quanta la voglia di vederlo. Non riuscii a riprendere sonno così mi alzai e andai in bagno per farmi una doccia, lasciai i vestiti sul pavimento prima di infilarmi sotto il getto di acqua bollente, mi insaponai dalla testa ai piedi con un bagnoschiuma alle fragole, non volevo partire, non volevo allontanarmi più di quanto avessi già fatto. Mi stavo imponendo da sola di stare male, non ci avrei messo niente a correre fino a casa sua, ero così stupida a negarmi la felicità dopo tutto il tempo che l'avevo cercata. Quale idiota si negava l'amore?

Dopo essermi stretta nell'asciugamano per impedire al calore sul mio corpo di andarsene mi passai una crema fresca sulla pelle liscia, completamente depilata e trattata il giorno prima. Anche le unghie delle mani e dei piedi erano state perfettamente messe a nuovo. Se fosse dipeso da me ne avrei volentieri fatto a meno ma Jess aveva insistito tanto e farle compagnia non mi costava niente. Indossai l'intimo e poi con cura asciugai e stirai con la piastra i capelli, spazzolai i denti con scrupolo e poi mi vestii. Feci scivolare sulle gambe il tessuto freddo dei jeans, una volta abbottonati mi resi conto che stavo perdendo peso. Passai sul viso e sul collo uno strato di fondotinta e lasciai gli occhi struccati mentre passai sulle labbra un rossetto dalla tinta tendente al fucsia. Dalla finestra vidi che il terreno e le macchine erano ricoperte di ghiaccio così scelsi una sciarpa e un cappello di lana. Infilai nel trolley le ultime cose e poi lo portai fino all'ingresso, i miei genitori stavano facendo colazione in cucina e decisi di fare colazione con loro.

“Buongiorno tesoro, ho fatto le frittelle con lo sciroppo d'acero, tieni.” mi disse mia madre porgendomi un piatto. La guardai piuttosto sorpresa, credevo non avesse mai toccato una padella in vita sua. Le sorrisi e iniziai a mangiare, erano straordinariamente buone.

“Ti accompagno io con la macchina fino a scuola.” mio padre stava sorseggiando un caffè caldo mentre guardava distrattamente il notiziario.

“No grazie, voglio camminare.” risposi cercando di sembrare affabile.

“Sei sicura? Fa freddo fuori e non è tanto vicino.” mia madre cercò di dissuadermi.

“Si sono sicura.” dissi alzandomi da tavola. “Ci vediamo domenica.” lasciai a entrambi un bacio sulla guancia e dopo aver preso il mio trolley me ne andai. Per una volta ero io a lasciarli soli. Mi tirai la sciarpa sopra la bocca e cercai di accelerare il passo per scaldarmi. I miei piedi stavano congelando nonostante gli stivali. Una macchina improvvisamente mi sbarrò la strada, non mi mise sotto per un secondo. Nell'istante in cui la riconobbi iniziai a correre nel verso opposto.

“Kate aspetta, non scappare.” Liam mi afferrò per i fianchi e poi mi fece voltare verso di lui, i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza.

“Liam come devo farti capire che devi starmi lontano?” spinsi i palmi delle mani contro il suo petto cercando di allontanarlo ma con scarsi risultati.

“Lo so che non è quello che vuoi, te lo leggo negli occhi.” smisi per un secondo di combattere contro di lui.

“Invece si, anche se ti amo devi andartene.” mi lasciò andare ma io rimasi immobile.

“Se mi ami vieni con me, non partire per quello stupido College, vieni con me.” il suo sguardo disperato mi spezzava il cuore.

“Venire dove Liam? Per cosa poi, per andartene di nuovo?” ci fu un silenzio che sembrò interminabile prima che mi rispose.

“Posso rimanere se vuoi, posso rinunciare a qualsiasi cosa se torni.” gli afferrai entrambe le mani per poi portarmele al petto, erano fredde.

“Non voglio che tu rinunci a tutto, voglio che non rinunci a me, è diverso.” soffiai un respiro caldo tra le sue dita. Si avvicinò tanto che la mia fronte sfiorò il so petto e poi sussurrò nel mio orecchio.

“Allora vieni, passa tre giorni con me prima che me ne vada. Nessuno saprà dove saremo, solo io e te Kate. Ti amo.” mi pietrificai. Nascondermi con lui, passare tutto quel tempo insieme senza preoccuparci di nessuno.

“Non lo so Liam...” le parole mi morirono in gola, non ero in grado di dirgli di no.

“Ti prego, ti chiedo solo di amarmi. Sai già come si fa, non è mai stato difficile per te.” chiusi gli occhi concentrandomi su quello che dovevo fare, senza proferire parola lo oltrepassai camminando come niente fosse successo, poi aprii lo sportello del lato del passeggero e mi accomodai sul sedile di pelle, gli sorrisi da oltre al vetro. Il suo viso si rilasso e scoprendo i denti in un sorriso contagioso prese il mio trolley per poi sistemarlo nel portabagagli e raggiungermi nell'abitacolo.

“Non ho mai voluto andarmene davvero.” mormorai prima che mettesse in moto. Liam stava per rispondere qualcosa ma fu interrotto dal mio telefono che squillava, era Adam. Guardai titubante lo schermo, appena avrebbe saputo dove e con chi ero sarebbe andato su tutte le furie.

“Adam?” mi morsi l'interno della guancia.

“Dove sei? Il pullman sta partendo.” non sapevo che dirgli, guardai verso Liam e lui mi fece gesto di rispondere.

“Mi passeresti Jessica?” lo sentii sbottare dall'altra parte.

“Che succede Kate?”

“Sto con Liam, sto andando con lui.” gli sorrisi mentre parlavo.

“Che cazzo significa che stai andando con lui?” mi chiese ancora Jess, visibilmente infastidita.

“Significa, che non parto per Cambridge con voi, inventati una scusa. Passerò questi tre giorni con lui.” mi sentii invadere da una strana sensazione. “Dillo con calma ad Adam.” aggiunsi poi.

Quando torniamo me la paghi. Potevi avvertirmi prima di una fuga d'amore, comunque... divertitevi.” sentivo che anche se cercava di tenere la sua facciata dura era davvero felice per me, come io lo ero per lei.

Ti voglio bene.” aspettai una sua risposta e poi riattaccai spegnendo il telefono. “Dove stiamo andando?” chiesi a Liam guardando fuori dal finestrino, ci stavamo allontanando sempre di più dal centro e ormai il solo si stava levando nel cielo pallido.

Nella mia casa al mare.” lo guardai inarcando un sopracciglio.

Dici sul serio? Non ti sembra una cosa un po' troppo da film?”

Kate tutto quello che c'è stato fin'ora tra noi è stato un po' troppo da film, e poi cosa c'è, non ti va di venirci?” sbuffai alzando gli occhi al cielo, poi gli accarezzai il braccio.

Sai perfettamente che verrei ovunque con te.” baciai il punto che stavo sfiorando con le dita e poi accesi la radio.

Alza, mi piace questa canzone.” il suo indice picchiettava sul volante a tempo di musica.

Non ti ho mai sentito cantare, è strano.” mi ero tolta le scarpe per poter mettere i piedi sul cruscotto pulitissimo, scivolando con la schiena lungo il sedile.

Non ti preoccupare, ti farò sentire.” la sua mano destra abbandonò la presa per permettermi di stringerla. Rimanemmo in silenzio mentre lui continuava a guidare e io cercavo di catturare ogni singolo dettaglio. Baciai ogni singolo millimetro di pelle, la sfiorai, morbida al tocco, poggiai il suo palmo sulla mia guancia stringendolo tra la mia spalla, mentre sentivo il suo pollice accarezzarmi la tempia mi addormentai, sicura ora che era con me. Mi svegliai mentre Liam mi portava in braccio fuori dalla macchina, ero buio e da poco lontano si potevano sentire le onde infrangersi contro la costa. Richiusi subito gli occhi facendo finta di dormire. Lo sentii camminare, poi aprire un cancelletto e richiuderselo alle spalle, poi si fermò sussurrandomi di svegliarmi.

Amore svegliati, siamo arrivati.” lentamente sollevai le palpebre e poi gli sorrisi mentre mi baciava la fronte, mi resi conto che ancora non ci eravamo mai baciati da quella mattina. “Devo metterti giù per aprire la porta.” mi disse mentre mi faceva appoggiare i piedi a terra, continuai ad appoggiarmi a lui mentre infilava la chiave nella serratura e apriva la porta. Quando accese la luce vidi una grande sala dalle pareti bianche, lunghe tende azzurre permettevo debolmente alla luce della luna di penetrare all'interno. In fondo c'era una scala che portava al piano di sopra, accanto a me un divano chiaro posto di fronte a una televisione, una libreria riempiva il muro rivolto verso ovest e proprio al centro troneggiava un pianoforte a coda. Liam si diresse subito verso quest'ultimo e si sedette sul piccolo sgabello nero, poi si voltò verso di e sorridendo mi fece segno con la testa di raggiungerlo. Obbedii mettendomi in piedi accanto a lui, i gomiti poggiati sulla superficie liscia del piano e la testa tra le mani aspettando che iniziasse a suonare. Lui prima sfiorò delicatamente i tasti poi iniziò a suonare una melodia ricca di note. Amavo il modo in cui muoveva velocemente le dita sui tasti, in cui la sua mascella si contraeva per la concentrazione. Poi iniziò a cantare, la sua voce era la più bella che avessi mai sentito, sprigionava sentimenti a ogni singola parola, quella canzone che non avevo mai sentito prima era perfetta. La vena sul suo collo sporse dalla pelle chiara per lo sforzo di un acuto, i suoi occhi si chiusero mentre piegava appena la testa all'indietro. Era bellissimo, non riuscivo a capacitarmi di come fosse possibile, eppure era lì, per me. Non avevo mai pianto ascoltando una canzone eppure le lacrime mi pungevano gli occhi, stava cantando con il cuore, lo sentivo perché era arrivato dritto al mio, era come se volesse condividere con me ogni cosa che aveva dentro, rabbia, paura, amore. Aveva smesso di suonare, il capo chino, le mani ancora sulla tastiera, andai dietro di lui, gli lasciai un bacio tra i capelli toccandoli, poi scesi lungo il collo, sentivo la sua schiena alzarsi e abbassarsi contro il mio petto a ritmo del suo respiro, feci scivolare le mie mani sulle sua braccia fino ad arrivare le sue e a intrecciare le nostra dita.

L'ho scritta per te.” mormorò “Perché non ho mai smesso di amarti, forse se fossi venuto a suonarla sotto casa tua mi avresti perdonato prima.” lo strinsi più forte lasciandomi sfuggire un sorriso.

Anch'io non ho mai smesso di amarti.” spostai le mani sul suo petto per sentire il battito del suo cuore. Velocemente con un gesto afferrò le mie cosce facendomi stringere le gambe attorno ai suoi fianchi sollevandomi da terra. Per la sorpresa strinsi la presa attorno al suo collo, poi poggiai la testa sulla sua spalla mentre mi portava al piano di sopra. Aprì la seconda porta alla nostra destra mostrando un enorme letto matrimoniale dal legno scuro, fasciato da lenzuola azzurre, dello stesso colore delle pareti, c'era solo un armadio dalle ante scorrevoli. Mi fece scendere dalle sue spalle facendomi sedere sul letto, si tolse le scarpe, i miei stivali erano ancora in macchina. Si sfilò la felpa e io feci lo stesso, mi misi a cavalcioni su di lui, intrecciai le dita con i capelli dietro la sua nuca, poggiai la mia fronte sulla sua. Il suo respiro bollente soffiava sulle mie labbra, i nostri nasi si sfioravano, le sue mani si spostavano dalle mie cosce alla mia schiena e ai miei fianchi, sentii i brividi ricoprirmi, le sue dita solleticavano attentamente la mia pelle. Mi baciò la guancia, poi il mento, non volevo si allontanasse dalla mia bocca. Si stava dedicando al mio collo prima di risalire, feci aderire la mia pancia alla sua sollevandomi sulle ginocchia, poi lo baciai. Le nostre lingue si accarezzarono, senza accorgermene gli morsi con forza il labbro inferiore, sentii in bocca il sapore del suo sangue. Mi fermai allontanandomi di scatto, aspirai stringendo i denti.

Scusa.” lo guardai mentre si passava la lingua dove lo avevo morso.

Non fa niente lo capisco, hai ragione.” sapevo che si riferiva al fatto che pensasse fossi arrabbiata con lui, forse il mio inconscio ancora lo era un po'. Come per farmi perdonare lo feci sdraiare sul letto, baciai e accarezzai il suo petto, con tanta delicatezza come se la sua pelle fosse stata ferita e le mie labbra avessero potuto curarla. Gli tolsi i jeans e lui mi fece rotolare sotto di lui per fare lo stesso.

Cos'è questa? Prima non ce l'avevi.” mormorò contro la mia coscia, stava toccando la mia piccola ferita circolare, quasi cicatrizzata.

Me la sono fatta con una sigaretta.” gli risposi.

Dopo che abbiamo litigato?” non dissi niente e capì che era così. Come io poco prima avevo fatto con lui iniziò a baciare la mia pelle, solo che la mia era davvero ferita. La stanza era piena dei nostri gemiti e respiri, echeggiavano al buio tra lo schioccare delle nostre labbra, al buio, con solo la pallida luce della luna a permettermi di ammirare in ogni suo dettaglio la sua bellezza.

Furono i tre giorni più belli della mia vita, giorni che non tornarono mai più e che portai dentro di me fino alla fine.

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Eccoci alla fine, non so se vi aspettavate che questo fosse stato l'ultimo capitolo non escludo che più in là potrei continuare ma per ora è finita. Siete state fondamentali per me, senza voi e Giorgia questa storia non sarebbe andata avanti. Non tornerò presto con un altra storia, almeno fino a questa estate, mi mancherete tutte. Vi amo <3

  
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