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Autore: pearl    14/09/2007    4 recensioni
La strinse più forte al suo petto. Lo strinse più forte a se. “Il nostro tempo è finito...” “Ora il tempo è suo...”
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non Pensarmi...


Labbra che si toccavano...


Che si bramavano...


Mani in capelli biondi, che stringevano quei fili dorati disperatamente.


Braccia attorno alla schiena, come a non voler far scappare quella figura minuta.


Lacrime che cadeva da gli occhi.


Un pianto represso che scoppiava.


Mentre erano legati ancora in quel momento


Ormai il tempo a loro concesso stava per scadere.


Il tempo della felicità ormai era scaduto.


Le labbra che si staccano.


La ragazza fuggì via dalla sua tortura.


Il ragazzo che s'allontanò dalla sua vita.


Voltò le spalle al suo desiderio.


Voltò le spalle alla donna della sua vita.


Lacrime che scivolavano giù dagli occhi nocciola.


Lacrime che non riusciva a fermare.


Ti prego...”


Voltati...”


Mani chiuse a preghiera sul petto.


Dolore, le mani che si chiudevano a pugno con forza.


Va da lei...”


Va da lui...”


Parole che erano costate la sua vita.


Parole che erano state pagate con il suo futuro.


No...aspetta...”


No! Non voglio!”


Braccia attorno al collo.


Un abbraccio da dietro.


Fu come morire.


Morire per la seconda volta.


Sentire le lacrime di lui bagnarle i capelli.


Sentire le sue lacrime bagnargli la schiena.


Chiuse gli occhi, disperata.


Si morse il labbro a sangue, disperato.


Devia andare...”


Ti aspetta...”


Scosse il capo come un bambino distrutto.


Scosse il capo come una bambina indifesa.


La strinse più forte al suo petto.


Lo strinse più forte a se.


Il nostro tempo è finito...”


Ora il tempo è suo...”


Parole che erano uscite in un sussurrò, mentre si portava le mani al volto distrutta, lui che la stringeva ancora più forte.


Voce strozzata, mentre sentì le braccia di lei stringerlo ancora più forte, il cuore che sanguinava.


La voltò e la baciò, con tristezza e passione.


Lui si voltò e si baciarono di nuovo: Con disperazione e desiderio.


Si strinsero per l'ultima volta.


Si toccarono, in quel modo, per l'ultima volta.


Ti prego...adesso va da lei...”


Va da lui...ti supplico...”


Gli presi il viso con le mani, il viso bagnato di lacrime mentre gli parlava.


Appoggiò la fronte su quella di lei, mentre disperato, le parlava.


Come posso farlo? Come?”


Come posso dimenticarmi di te?


Come posso dimenticare la donna della mia vita?”


Come posso dimenticarmi di te? L'uomo della mia vita?”


Urla disperate, mentre si scostava dalle mani di lei, e s'allontanava da lei , per guardarla addolorato.


Si scostò da lui, mentre urlava e si portava le mani al cuore, e i suoi occhi lo supplicavano.


Non pensarmi...”


Non pensarmi...”


Un pugnalata nel cuore d'entrambi.


Il cuore dei due urlava.


Non pensarmi nuda vicino a te...”


Non pensarmi, mentre di coccolo nel nostro letto...”


Lacrime che calavano, mentre continuava.


Mano in mezzo ai capelli, distrutto.


Non pensare al mio viso...mentre godo sotto di te...”


Non pensare al mio sorriso mentre ti guardo dopo una notte d'amore...”


Mani sul viso, il corpo che trema.


Occhi chiusi, come a voler cancellare il dolore.


Non pensare al mio sorriso quando ti svegli o ci vedevamo...”


Non pensare a quel mio abbraccio...”


Non devi più pensarmi!!”


Non devi mai più pensarmi!!”


DEVI PENSARE A LEI!!DIMENTICAMI!!”


PENSA A LUI!!DIMENTICA TUTTO DI ME!!!”


DIMENIICA I NOSTRI GIORNI!!”


DIMENTICA QUELLO CHE ABBIAMO FATTO!!”


PENSAMI COME AMICA...”


...NON COME AMANTE!!”


Urla disperate, mentre il mattino era arrivato.


Urla di dolore, mentre la fine era ormai compiuta.


Occhi che fissavano la figura di lei, ormai sfogatasi, che tremava, sembrava che fra un po' sarebbe caduta, le gambe ormai non la reggevano più.


Lei lo guardava, indifeso e distrutto, aveva urlato il suo dolore, pareva che fra un po' sarebbe scoppiato, talmente era distrutto.


Ma non poteva abbracciarla, sostenerla.


Ma non poteva corrergli incontro, consolarlo.


Ormai non poteva più baciarla.


Non poteva più baciarlo.


Non avrebbe più potuto stringerla, mentre facevano l'amore.


Non avrebbe più potuto stringersi a lui mentre erano legati.


Non avrebbe più potuto fare l'amore con lei!


Non avrebbe più potuto fare l'amore con lui!


Il suo sorriso, la sua bocca, il suo corpo, il suo carattere...Non avrebbe più potuto averla!!


I suoi occhi, il suo sguardo, le sue braccia, il suo petto, le sue parole dolci...Non avrebbe più potuto essere sua!!


...Vado da lei...”


...Vado da lui...”


Quanto dolore a dire quelle semplici tre parole.


Quanto furono difficili quelle misere parole.


Guardò ancora la sua figura con gli occhi azzurri distrutti.


Lo guardò, mentre il vento scompigliava i capelli di lui, lo sguardo distrutto.


Le voltò le spalle, strinse un ultima volta le mani, poi se ne andò, lasciandola lì...in quel parco.


Gli voltò le spalle, chiuse un ultima volta gli occhi, poi se ne andò, lasciandolo lì...in quel parco.


Cadde distrutta, le gambe non l'aveva retta.


S'accasciò a terra, non ce la faceva a stare in piedi.


Gridò, gridò dal dolore.


Urlò, scoppiando finalmente.


Capo chino, era finita.


Capo all'indietro, era finita.


Ora sarebbero stati solo amici.


Lei sarebbe stata solo la sua amica d'infanzia.


Lei non sarebbe più stata la sua donna.


Lui non sarebbe più stato il suo uomo.


Semplicemente era finita.


Finita per sempre.


Non l'avrebbe più pensata come amante.


Non avrebbe pensato a lui come amante.


L'avrebbe pensata come amica.


Pensato come amico.


Forse non l'avrebbe neanche più pensata.


Forse non l'avrebbe neanche più pensato.


Troppo occupato nella sua relazione con lei.


Troppo occupata nella sua relazione con lui.


L'avrebbe dovuta trattare come una amica.


L'avrebbe trattato come un amico.


Amici, solo questo.


Amici, solo questo



Era ancora per terra, ormai era mattino inoltrato, il capo chino, rivolto verso l'erba.

Gli uccellini che avevano incominciato a cantare e a volare allegri. Il cielo limpido, azzurro senza una nuvola.

Un ragazzo camminava per il parco, l'espressione ancora triste e distrutta. Alzò il viso e notò davanti a se una figura che conosceva bene.


Mimi...”


Lei alzò il volto, dove si potevano intravedere ancora gli occhi rossi e gonfi dal recente pianto, cercò d'alzarsi, anche se le gambe le tremavano.


Taichi...”


Si guardarono negli occhi, capendo quello che era successo all'altro, come avevano previsto infondo nel loro cuore, perché ognuno dei due sapeva che relazione aveva l'altro.


Sai che doveva succedere...”


Lo so...”


Gli occhi fissi su quello dell'altro, mentre cercavano di consolarsi a vicenda. Taichi abbracciò Mimi, che gli mise le braccia attorno al collo, come un appiglio, mentre lui la stringeva di più a se, come a voler sentire il suo cuore sollevarsi.


Tutto è finito...”


Si lo so...”


Non penserà più a me...ma quando lo farà, mi penserà solo come amica...”


A me lo farà come amico...”


Dio...Ma quanto è ingiusto il mondo?”


Molto...troppo...”


Come farò a vedere che lui abbraccia e bacia lei? E sapere che la notte fanno sesso?”


E come dovrei fare io Mimi? Sapere che lei non sarà mai più mia...ma diventerà sua?”


Sconsolati si strinsero di più e fecero un gesto pazzo, ma che li consolò entrambi: Si baciarono, un bacio che durò, fino a che non presero il respiro.


Questo amore ci farà morire...”


Lo so...ma dovremo provare lo stesso a vivere...Adesso andiamo...”


Si...”


Sempre abbracciati i due amici s'incamminarono fuori dal parco, con il cuore ancora spezzato, ma con il viso alto pronti per affrontare la loro nuova vita.


Anche se sarebbe stata dura.

Fine.






  
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