Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Funeral of Hearts    27/02/2013    6 recensioni
Spoiler. Fan fiction ambientata dopo la saga di Punk Hazard. Con l'andare avanti della storia, probabilmente cambierò anche il genere e il rating.
Le streghe esistono. La loro è una storia di tormenti e persecuzioni, vite vissute senza pace, sempre in fuga da chi si vuole impadronire del loro potere per sfruttarlo - oppure per schiacciarlo definitivamente. Su di loro grava una maledizione che le ha quasi portate all'estinzione. Quasi, perché ancora qualcuno resiste. E non smetterà finchè non avrà posto fine al maleficio. Perché soltanto in quel momento si potrà dedicare alla realizzazione del suo sogno, messo a lungo - troppo a lungo - da parte.
Ma da soli è difficile. Sarà l'incontro, fortuito, con una delle ciurme più ricercate dei mari, potenziate dall'alleanza di pirati altrettanto famosi, a squarciare con un fascio di speranza un cielo rimasto per troppo tempo oscuro.
Dal capitolo sei:
“Dicci chi sei.”
“Luotisade Lilith, la 'Strega Rivoluzionaria'.” la voce di Trafalgar Law risuonò su tutto il ponte.
“Law...” sussurrò la ragazza chiamata Lilith, smettendo di accarezzare Bepo e guardando dritto negli occhi il capitano degli Hearts, accennando un sorriso.
“Tervetuloa laivalle, Miss Lilith.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO QUINDICI

 

 

IL GIARDINO DEI FIORI. MAGNUS.

 

 

She lives in the clouds
and talks to the birds
hopeless little one
she's not like the other girls I know.
No more shame, she has felt too much pain, in her life
in her mind she's repeating the words
all the love you put out will return to you.
The Rasmus, Not like the other girls, 2003

 

 

Sanji, che aveva sentito la domanda idiota del suo capitano, era tornato indietro a prenderlo per la collottola e trascinarlo via. Quando si riunì al gruppo, non poté credere a ciò che aveva davanti agli occhi.
Superati Una e Monos, i pirati si trovarono in cima ad una collina, sotto la quale si estendeva un paesaggio ancora più desolato dell'anello boschivo che aveva appena percorso.
Era una vasta pianura, completamente bruciata. Non vi era traccia né di alberi né di arbusti. Soltanto la nuda terra, scura, spaccata, sofferente. A Lilith sfuggì un gemito. Si portò una mano alla bocca e cominciò a respirare profondamente, per non scoppiare in lacrime.
“Lilith... ti senti bene?” chiese Chopper premuroso. La ragazza annuì. Poi inspirò e indicò un punto in lontananza:
“Dobbiamo andare laggiù, dove vedete quell'albero...” Shachi rubò dalla tasca di Bepo il piccolo cannocchiale.
“Mi sembra di vedere anche una pozza d'acqua...” disse il pirata, allontanando con una mano l'orso che voleva a tutti i costi il suo oggetto indietro.
“È... era un lago... Laggiù troveremo Magnus.” rispose la strega, lo sguardo fisso davanti a sé.
“Bene! Andiamo da Mangius, allora!” esclamò Rufy.
“Magnus.” corresse Bepo, di nuovo col suo cannocchiale; dietro di lui Shachi si massaggiava la testa e pronunciava parole di vendetta a mezza voce.
“Un momento!” interruppe Nami. “Anche se i Capi Guardiani ci hanno detto che l'isola non è più sorvegliata, non bisogna correre rischi, giusto?” chiese, cercando l'approvazione di Lilith. La strega si domandò dove volesse andare a parare.
“Ah, Nami-san, pensa di usare la stessa tecnica di Beroea?” domandò Brook.
“Di che si tratta?” intervenne Law.
“Una forma potenziata del Mirage Tempo. Creerò una nube che ci renderà invisibili, basta che mi stiate vicino. Mi riferisco soprattutto a voi due!” puntò un indice accusatore verso Rufy e Zoro.
Una volta pronta la tecnica, i pirati si incamminarono, in silenzio.
“Che cos'è questo posto?” chiese Law a Lilith.
“Il Giardino dei Fiori.”
“Ma qui non c'è ness...” Usopp si morse la lingua in tempo. Temeva di conoscere la risposta, e non la voleva sentire.
“Questo tipo da dove stiamo andando, Mangius...” cominciò Rufy.
“Magnus.” corresse nuovamente Bepo.
“... è una creatura magica?”
“Sì.” fu la breve risposta della strega. Avendo un po' capito come era il carattere del giovane capitano, aggiunse: “Se è vero quanto Una e Monos hanno detto, allora ci dovrebbero essere anche altri esseri magici...”
“Che figoooo!!” gli occhi di Cappello di Paglia erano due stelle luminose.
Il cammino proseguì, l'atmosfera era un po' più leggera, con Rufy che fantasticava e faceva le imitazioni dei suoi compagni, Sanji che corteggiava incessantemente le sue Dee e Zoro che lo prendeva in giro, Shachi e Penguin che avrebbero voluto commentare le qualità fisiche delle tre ragazze ma, temendo di essere scoperti, si limitavano a tirarsi le gomitate.
Camminarono ancora a lungo, quando riuscirono finalmente a scorgere l'albero.
“È un salice piangente, giusto?” domandò Penguin.
“Sì. Si tratta dell'albero più antico di tutta Syvään Valoon.” spiegò Bepo.
“Però, sembrava più piccolo dal cannocchiale...” commentò Shachi.
Erano arrivati vicini alle fronde, immense. Si estendevano per alcune centinaia di metri, ed erano così fitte da non lasciar intravedere cosa nascondessero. Sulla sinistra vi era la pozza con ciò che rimaneva del lago, in parte nascosta dall'imponente chioma del salice.
Lilith scostò una fronda e fece cenno agli altri di passare. Una volta dentro, disse a Nami di sciogliere la tecnica.
“Siamo al sicuro, adesso.”
Il paesaggio era diverso da quello che avevano visto sino ad allora. La terra era più morbida rispetto a quella del Giardino che avevano appena percorso, qua e là comparivano addirittura dei timidi ciuffi d'erba. I raggi solari, quelli che erano riusciti a penetrare tra la chioma, carezzavano le foglie del salice, non in perfetta salute, ma perlomeno vitali. L'aria era fresca e pervasa da un lieve profumo di fiori. Alcune creature – forse uccellini, o forse insetti – si spostavano da un ramo all'altro, in alto, facendo suonare le foglie. Lo spettacolo era surreale e malinconico allo stesso tempo.
I pirati erano a bocca aperta. Non si aspettavano certo un cambiamento di paesaggio così repentino.
“Seguitemi.” sussurrò appena Lilith, mettendosi a capo del gruppo.
Proseguirono il cammino. Più si inoltravano, più trovavano vita: la terra era leggermente umida, l'erba più folta e verde, l'aroma dei fiori più intenso, ma sempre delicato. Law ebbe l'impressione che tutti stessero camminando in punta di piedi, per non sciupare ciò che quell'isola, resa miserabile, aveva miracolosamente salvato. Lilith poi gli sembrava una ninfa, tanto il suo passo era leggero: pareva che sfiorasse appena la terra dove poggiava i piccoli piedi, e lanciava ogni tanto occhiate a destra e a sinistra, quasi come se temesse l'apparizione di qualcuno che la rimproverasse per la sua intrusione. Una visione quasi onirica, in stridente contrasto con quella del Giardino dei Fiori.
Tutto ciò fu spezzato da una sensazione. Qualcuno li stava seguendo, li osservava. E il chirurgo non era il solo ad averlo percepito. Anche lo spadaccino e il cuoco dei Mugiwara se ne erano accorti, e si guardavano attorno circospetti. Al contrario, la strega continuava a camminare tranquilla.
Fu Rufy il primo a parlare:
“Cosa sono quelle lucine?”
Istintivamente, tutti alzarono lo sguardo. Tante piccole luci colorate li stavano circondando.
“Ci hanno scoperti!” sibilò Usopp, tremando di paura. Chopper si aggrappò ad una gamba di Robin.
Si fermarono, i sensi all'erta. Chi aveva con sé un'arma, la impugnò.
Tuttavia, le luci misteriose si mantenevano ad un certa distanza dal gruppo.
Poi, sebbene flebili, i pirati udirono delle voci.
“Chi sono?...”
“Come si sono permessi!...”
“Che imprudenti, osare avventurarsi fin qui!...”
“Ma questi sembrano diversi dal solito...”
“Ho sentito dire che è arrivata una nave!...”
“Sono nemici, allora!...”
“Ma sembra che sul pennone sventoli una bandiera pirata!...”
“Come hanno fatto dei pirati a passare dall'anello boschivo?...”
“I Capi Guardiani hanno ormai poco potere...”
“E lo Snualo?...”
“Che brutti, però...”
I pirati continuavano a guardarsi attorno, senza capacitarsi da dove provenissero le voci.
Nel frattempo le luci si erano timidamente avvicinate.
“Saranno stati mandati da Bafometto?...”
“Ma lui non può evocare i morti...” una lucina dalle sfumature arancio-marroni si era avvicinata a Brook, per scappare subito dopo.
“Che brutto! Che brutto!”
“Non avevo mai visto un umano col naso così lungo...!”
“E quell'animale?”
“Ma guarda, ha il naso blu!...”
“No, l'altro! Non vi è familiare?...”
“Mmm...”
“Ma da dove diavolo arrivano queste voci?!?” sbottò Shachi. Le luci si ritrassero tutte insieme.
“Che insolente!”
“Che maleducato!”
“Come si permette...?”
“Non è possibile...!” era stato Law a parlare. Aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa, anche quando si voltò verso Lilith.
“Ci sei arrivato, finalmente... Eppure, da piccoli, ti raccontavo spesso di loro!” la strega, con una mano poggiata sul fianco, lo guardava divertita. Si era scostata i ciuffi dagli occhi, che sembravano brillare sotto la luce filtrata dalle fronde del salice.
Le lucine le si erano avvicinate.
“Quegli occhi...!”
“Ma chi è...?”
“Non ci posso credere!”
“ È proprio lei!”
“ È Lilith! È Lilith!”
“La sorellina di Selene?”
“La piccola Lilith!”
“È tornata! È tornata!”
“Oh, che gioia!”
“Allora quell'orso bianco dev'essere Bepo!”
“Sì, sì, e proprio lui!”
“Ve l'avevo detto che aveva qualcosa di familiare!”
“Venite, presto, venite!”
“È tornata Lilith!”
“Lilith è qui! Lilith è qui!”
La strega era attorniata dalle lucine, e sembrava perfettamente a suo agio. Sanji, temendo il peggio, si era lanciato per toglierla di lì, ma un braccio di Law gli aveva impedito di proseguire. Il chirurgo aveva riacquistato la sua fredda compostezza quando le rivolse parola:
“Perché non spieghi a tutti questa curiosa situazione?” la invitò con il suo solito ghigno.
Lilith si voltò verso il gruppo. Sulle sue mani, vicine al viso, col palmo rivolto verso l'alto, teneva una lucina verde.
“Le voci che avete sentito provengono da queste creature.” La ragazza portò le mani davanti a sé, mostrando cosa teneva.
Dalla lucina si vedeva ora una piccola figura umana. Stava seduta con le gambe piegate sui palmi della strega, e muoveva delicatamente delle ali di farfalla, di colore verde.
“Queste sono fate.”

 

“Che figoooooooo!!! Ne voglio una!!!” Rufy, eccitatissimo, allungò la mano per prendere la creatura che Lilith teneva. La fata, impaurita, spiccò un breve volo, posandosi sulla spalla della ragazza, nascondendosi tra i capelli.
“Rufy, bisogna essere delicati con le fate...!” la strega soffocò una risatina, mentre la creaturina faceva una linguaccia al capitano.
“Non riesco davvero a comprendere come abbia fatto a viaggiare con questa gente, mademoiselle Lilith!”
“ 'Questa gente' saremmo noi?” chiese poco convinto Usopp ad un rassegnato Penguin, che si limitò ad alzare le spalle.
“Aisling, le apparenze ingannano... sono pirati, è vero, ma sono molto valorosi e coraggiosi, e hanno promesso di aiutarmi...” la fatina non sembrava tuttavia convinta.
Mademoiselle Lilith, è tornata per liberare l'isola, non è vero?” una fata fucsia si era lanciata in velocità vicinissima alla strega.
“Inge! Non essere così insolente!” la rimproverò la fatina di nome Aisling.
“Il motivo è quello.” il tono della ragazza si era fatto più grave. “Una e Monos ci hanno detto che da Magnus sono radunati gli ultimi ribelli.”
“Sì, è così. E lo siamo anche noi!” la fatina chiamata Inge fece vedere il piccolo muscolo del suo braccio. La strega non poté fare a meno di sorridere.
“Siamo rimasti davvero in pochi, mademoiselle.” sospirò tristemente Aisling, inginocchiata sulla spalla della bruna. “Oltre a noi Fate e ai Fiori, ci sono solo Magnus e Gérard. Penso che non ce la faremo a resistere ancora a lungo...”
“Oh, sciocchezze! Mademoiselle è tornata coi rinforzi, e insieme libereremo l'isola!” replicò Inge decisa. Volò vicino al viso di Lilith e le tirò una ciocca di capelli.
“Andiamo! Vi scorterò personalmente da Magnus!” Aisling sospirò rassegnata al comportamento della compagna.
Si incamminarono. Inge era in testa al gruppo con Rufy. Confabulavano tra loro di incantesimi, di creature magiche, della battaglia che speravano essere imminente, dell'incredibile velocità della fata, e del cibo – anche Inge era una buona forchetta.
“Dovresti provare quello che cucina Sanji!”
“È buono?”
“È squisito! Specialmente la carne!”
“Carne?”
“Sì! Non mangi carne?”
“No... Noi fate ci nutriamo solo del polline dei fiori. Ma sarei molto curiosa di assaggiarla!”
Altre fate, avendo capito che quelle persone non erano una minaccia, si erano avvicinate. Una di loro, di colore rosa cipria, si era adagiata sulla spalla di Bepo e si era addormentata.
“Questa gente non è poi così male, vista da vicino...”
“Pen-guin. È davvero il tuo nome?”
“Hai mai pensato ad un incantesimo per ridurre la lunghezza del tuo naso?”
“Venite qua! Anche questo animaletto è molto soffice!”
“Uh! Non avvicinatevi troppo al ragazzo biondo, diventa strano...!”
“Ma siamo sicure che lo scheletro non sia un infiltrato?”
Mesdemoiselles, siete davvero molto graziose!”
Aisling continuava a stare sulla spalla di Lilith. Le sussurrò in un orecchio:
“Chi è?”
“Di chi parli?” le bisbigliò.
“Del ragazzo che continua a fissarti... Quello con lo sguardo freddo e intenso...” Lilith sorrise maliziosa.
Un vieil ami...!”
Aisling avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma in quel momento una lancia si conficcò nel terreno, a pochi centimetri dal malcapitato Usopp. Le fate scapparono, sparpagliandosi.
“CI ATTACCANO!” strillarono il cecchino e la renna.
“Ci voleva un po' d'azione!” Zoro aveva già estratto una delle sue katane. Gli altri erano tutti all'erta.
“ALL'ATTACCO!” gridò una voce. Quello che i pirati videro fu solo un'ombra che scendeva a gran velocità da un ramo e colpiva con una poderosa gomitata il povero Usopp; che naturalmente stramazzò a terra.
“Perché proprio io...!”
“Avanti il prossimo!” sfidò l'ombra estraendo la lancia da terra. Attraverso la luce filtrata dalle foglie, il gruppo notò che chi li aveva attaccati era un omino piccolo e barbuto, dallo sguardo truce. Un nano.
“Tu! Non mi piaci per niente!” il curioso personaggio stava puntando la sua arma contro Brook.
“Yohohohoh!”
I pirati erano tesi. Di buttarsi all'assalto non se ne parlava, chissà che poteri poteva avere, oltretutto sembrava piuttosto forte. Sarebbe stato meglio aspettare che il nanetto si distraesse e mostrasse il fianco.
“Gérard! Ma è impazzito?!?” le fate erano ritornate e stavano circondando il nuovo arrivato.
“E voi siete troppo ingenue! Fraternizzare col nemico! Tsé!” replicò scontroso il nano, non staccando gli occhi di dosso dallo scheletro.
“Non sono nemici! Guardi bene, c'è anche mademoiselle Lilith con loro!” Inge la indicò. Nel frattempo la strega si era avvicinata.
“Gérard...” lo chiamò, chinandosi e poggiandogli una mano sulla spalla. Il nano fu costretto a voltarsi.
“La piccola Lilith...?” era sorpreso, ma non voleva darlo a vedere. La ragazza gli sorrise.
“Bene, mademoiselle, se questi brutti ceffi non le hanno fatto del male, allora può darmi una mano a cacciarli!” avvicinò minaccioso la punta della lancia a Brook.
“Questa gente, brutti ceffi...!” Penguin stava tenendo il conto delle offese ricevute solo in quel pomeriggio.
“Queste persone stanno viaggiando con me. Mi hanno gentilmente accompagnata fin qui.” Fortuna che miss Lilith era così diplomatica, pensò contento il pirata Hearts.
“Cosa?” il piccoletto era sorpreso. “E lei si fida?”
“Sì. Molto.”
“Non sono cattivi, Gérard! Non sono cattivi!” stavano esclamando le fate. Il nano abbassò l'arma, non molto convinto. Chopper si precipitò da Usopp per curarlo. Fortunatamente, aveva solo un grosso bernoccolo. Gérard sembrò notare solo allora la renna.
“Quello è il sacco di peli che aveva da piccola?”
“Non sia così indelicato! E poi Bepo è lui!” rise la strega, e indicò l'orso, che stava salutando educatamente il nano con la mano.
“È diventato così grosso?!?” il nano aveva gli occhi fuori dalla testa. Lilith e Robin soffocarono una risatina.
Si era avvicinato anche Rufy, con Inge che aveva preso posto sul cappello di paglia.
“Ehi, nanetto, sembri forte... vuoi unirti alla mia ciurma?”
“RUFY!”
“E tu chi diavolo sei?!?” replicò Gérard, preso completamente contropiede da quella domanda.
“Io sono Rufy, il futuro Re dei Pirati! Piacere!” e gli mostrò il suo sorriso a trentadue denti.
“Le persone che mi accompagnano fanno parte di due ciurme pirata: i Mugiwara e gli Hearts. I capitani sono Monkey D. Rufy e Trafalgar Law. Lui invece è Gérard.” Lilith fece le dovute presentazioni.
“E lei si fida davvero di questa gentaglia?” Penguin, nel suo conto, arrivò a tre offese.
Oncle Xavier è apparso a questo ragazzo.” la bruna giocò l'ultima carta, indicando Rufy.
“Cosa?!?” Il nano tossì per ridarsi contegno. Troppe sorprese lo avevano colto in quel pomeriggio.
“Si fida ora?” Il piccoletto fece una breve pausa per pensare.
“Non dovrei neppure fidarmi di lei, se è per questo...!” replicò poi ostinato.
“Suvvia, Gérard, non sarà ancora arrabbiato per quel piccolo malinteso...!”
“Cos'è successo tra miss Lilith e questo tizio?” bisbigliò Penguin in orecchio a Bepo. L'orso rispose ad alta voce:
Miss Lilith, da piccola, lo trasformò in un rospo.”
“Davvero?!? Dai Lilith, faccelo vedere!!!” incitò entusiasta Rufy.
“NO! Assolutamente no!” strillò contrariato il nano.
“Stiamo solo perdendo tempo.” sentenziò Zoro a braccia conserte, mentre una fatina gialla gli tirava i capelli. Stava cercando di mantenere la calma, ma quella creaturina lo stava seriamente seccando.
“Gérard, vorremmo parlare con Magnus. Potrebbe condurci da lui?” chiese la strega. Lui si prese un momento per pensare.
“D'accordo, vi ci porterò. Ma non fate scherzi! Vi tengo d'occhio!”

 

Non camminarono a lungo, ma Gérard ebbe modo di farsi un'idea generale della compagnia alla quale si era unita Lilith. Come avevano detto le fate non sembravano cattivi... ma continuava ad avere dei dubbi su alcuni di loro. Lo scheletro in primis, ma anche lo spadaccino con un occhio solo e quello col cappello maculato non gli ispiravano troppa fiducia. Mademoiselle si fidava, ma per sicurezza non li avrebbe persi di vista nemmeno per un attimo.
Ma nonostante questo, era contento. Contento che la piccola Lilith fosse di nuovo lì, a casa. Mentalmente aveva ringraziato quelle strane persone per averla accompagnata. Ma non era mai stato un sentimentale, si trovava meglio nel ruolo del duro e sospettoso. Ecco perché preferiva non dare confidenza, come facevano sempre le fate, una volta superate le loro paure, ma mantenere una certa distanza.
“Siamo arrivati.” bofonchiò una volta raggiunto il tronco del salice. Come i pirati si aspettavano, anche questo era immenso. Ma quello che più li stupì fu che, vicino alle radici, erano sbocciati dei fiori. Gigli, margherite, primule, ciclamini, bocche di leone, violette: colorati, a gruppi o singoli, sembravano formare una sorta di salottino, da quanto erano vicini. Alcune fate erano intorno ai fiori, sedute oppure svolazzavano tra i petali. A Usopp parve che i fiori si voltassero verso di loro, ma non seppe dire se ciò era dovuto ad un'allucinazione provocata dalla botta del nano.
“Tsé, si è addormentato! Vado a svegliarlo.” detto ciò, Gérard si arrampicò con agilità lungo il tronco.
“Mh! Che odore fastidioso!” Chopper si era ritratto, tappandosi il naso.
“Tu dici? A me invece piace molto...” Nami si era chinata per annusare un'azalea rosa.
“Ma come si permette?!?”
“AAAAAAAHHH!!!”
“Nami-swan, va tutto bene?” Sanji si era già lanciato a soccorrere la sua Dea.
“Il fi... fiore ha... ha p... ha parlato!!!”
“Cosa?!?”
“Davvero?!?” Rufy era ancora più entusiasta dopo quell'affermazione. Quell'isola stava mostrando una sorpresa dietro l'altra!
“Nel Giardino tutti i Fiori parlano. La pianura che abbiamo attraversato poco fa ne era completamente ricoperta.” Lilith si inginocchiò.
“Le fate ci hanno avvertito del suo arrivo, mademoiselle Lilith.” a parlare era stata una rosa bianca, solitaria, bellissima coi suoi petali solcati da qualche goccia d'acqua. Una fatina turchese la sorreggeva.
“Vorrei poterla accogliere meglio, mademoiselle...” si scusò il fiore.
“Va bene così, non preoccuparti. Sono tornata per sistemare le cose.”
“Ci vorrà molto tempo, prima che il Giardino torni al suo antico splendore...”
“Voi Fiori siete tutti radunati qui?”
“Soltanto alcuni. Molti sono stati catturati...”
La strega avrebbe voluto chiedere altro, ma in quel momento le fronde dell'albero si mossero piuttosto bruscamente. I pirati, che avevano osservato con stupore la ragazza e la rosa parlare, alzarono lo sguardo e si misero all'erta, sperando che non piombasse un altro nano arrabbiato.
“Ecco fatto.” Gérard era appena atterrato. Shachi avrebbe voluto chiedere dove era questo famoso Magnus, ma una voce cavernosa lo bloccò.
“Gérard... proprio non conosci le buone maniere...!”
“Sei tu che non ti svegli in altro modo!”
“Dovresti avere un po' più rispetto per chi è anziano...!”
“Guarda che abbiamo ospiti. Non te ne eri nemmeno accorto.”
“Cos...? Ma... ma sì che me ne ero accorto!”
“Non dire bugie!” Gérard tirò un colpo a mano aperta sul tronco. Fu allora che i pirati capirono. Realizzarono che anche Magnus, come Una e Monos, era un albero vivo. Guardando meglio nel tronco poterono scorgere i tratti di un volto. L'irregolarità del fusto sembrava disegnargli delle rughe.
“Un altro albero parlante?!? Questo posto è troppo figo!!!” Rufy era ora incontenibile. Syvään Valoon si stava rivelando persino più eccitante di Punk Hazard!
“Ma chi sono?...” domandò un po' confuso il salice.
“Uff... Te la faccio breve. Questa qui” Gérard trascinò la strega di fronte al volto rugoso. “è mademoiselle Lilith, la nipotina del vecchio Xavier. Questi invece sono... bah, degli amici, diciamo così. Sono venuti perché pensano di sconfiggere Bafometto. Ah, e c'è anche il sacco di pelo.”
“Non mi sembra cresciuto molto...” disse il salice cercando di mettere a fuoco Chopper.
“Il sacco di pelo è quest'altro!” il nano gli tirò un'altra manata.
“Oh, giusto. E il tuo nome era... Bipo, vero?”
“Bepo...” corresse l'orso.
“Ma non vedo la piccola Lilith...”
“Ce l'hai davanti agli occhi, vecchiaccio!”
“Certo che non siete cambiati di una virgola, voi due...!” sorrise la strega. I pirati invece erano basiti. Bepo non aveva detto loro che Magnus – anche se era un albero, e aveva omesso questo particolare – era l'essere magico più antico di tutta l'isola? E si faceva trattare così da un nanetto? E soprattutto: davvero ci vedeva così poco?
“Ehi, albero parlante...!”
"Rufy! Un po' di rispetto!” gli sibilò Nami.
“Noi non pensiamo di sconfiggere Baffetto. Noi lo sconfiggeremo sicuramente!”
“Bafometto...” corresse Bepo.
L'affermazione di Cappello di Paglia incuriosì il salice.
“Come ti chiami, ragazzo?”
“Io sono Rufy, piacere! Tu sei Mangius, giusto?”
“Magnus...” corresse nuovamente l'orso bianco.
“Sei il ragazzino della guerra di Marineford, colui che ha contribuito all'evasione di numerosi prigionieri a Impel Down...”
“Come fai a sapere tutte queste cose?” chiese sospettoso Gérard.
“Io, i giornali, li leggo, anche se la vista non è più quella di una volta. E dovresti cominciare a farlo anche tu...” il nano stava per attaccare briga, ma Lilith intervenne:
“Suvvia, non ricominciate! Abbiamo altre questioni da risolvere.”
“Giusto, giusto. Se volete sconfiggere Bafometto non avete tempo da perdere.” Magnus si rivolse alla strega:
“Dimmi cosa vuoi sapere.”
“Dove Bafometto ha stanziato la sua base, quanti uomini ha a disposizione e che poteri hanno.”
Magnus sospirò:
“Di uomini, nel vero senso della parola, ne ha tre, e probabilmente te li ricordi: sono Anteone, Lennart e Walthanar. Gli altri sono spiritelli che richiama col suo potere. Non sono molto forti, ma sono tanti e fastidiosi. La sua base...” fece una pausa, come se gli costasse fatica continuare, “l'ha stabilita nella villa, mademoiselle.”
Bepo fece un passo indietro alla rivelazione. Law notò come Lilith si fosse irrigidita e avesse stretto i pugni, fino a farsi diventare le nocche bianche.
“Che posto è?” domandò il chirurgo per spezzare il silenzio che si era creato.
“È casa mia.” fu la lapidaria risposta della strega. Seguì un breve, ma teso momento di silenzio.
“Nella villa sono vi sono tenuti i prigionieri. I Fiori, le Fate, i Nani... anche se non so di preciso dove. Chi ha resistito si è rifugiato qui. Ma, come puoi ben vedere, siamo rimasti davvero in pochi... Fino ad ora sono riuscito a fronteggiare i nostri nemici, ma adesso non posso far altro che proteggere chi è riuscito a non farsi catturare... ma il mio potere si sta esaurendo...”
“Bene! Ora che sappiamo dov'è Baffetto, non ci resta che andare e prenderlo a calci! Lilith! Portaci da lui!” Rufy si era arrabbiato. Quel vustuist aveva imprigionato tutte quelle creature magiche così fighe. L'avrebbe pagata cara!
“Calma, Rufy. Dobbiamo prima elaborare una strategia.” lo fermò Zoro.
“Per una volta sono d'accordo col marimo. Inoltre quel tipo non sa che siamo sbarcati, e dobbiamo approfittare di questo vantaggio.” aggiunse Sanji inalando del fumo.
“Ci sono dei prigionieri... se le cose si mettessero male per il nemico, potrebbe anche usarli come ostaggi...” la riflessione di Usopp fece tremare le fate e i fiori.
“Che cosa facciamo, miss Lilith?” domandò Bepo con un tono implorante. La strega trasse un respiro profondo.
“Datemi un po' di tempo. Ho bisogno di pensare ad una strategia.” e si inoltrò tra le fitte fronde del salice.
“E noi, mentre aspettiamo Lilith, che facciamo?” chiese Chopper buttandosi a sedere, un po' sconfortato.
“Potremmo cantare una canzone! Yohohohoh!”
“Perché invece non mettiamo qualcosa sotto ai denti?” propose il cuoco con un sorriso.
“Evviva, si mangia!! Inge, vieni ad assaggiare la carne!”
Shachi e Penguin si guardarono perplessi, poi si unirono alla baldoria. Persino Gérard, i Fiori e alcune delle fate erano stupiti, ma vedere quella ciurma così allegra li rinfrancò. Forse mademoiselle Lilith non aveva scelto male i suoi compagni di viaggio...
La strega tornò dopo un po' di tempo, prima del tramonto, ed espose il suo piano, davanti ad una ciotola di zuppa calda preparata 'con tanto amore' da Sanji.

 

“Ti sei sfogata?”
La domanda di Law la fece sobbalzare. Era notte, e tutti si stavano riposando. Era stato deciso che l'offensiva sarebbe cominciata all'alba, ma Lilith non riusciva a prendere sonno.
“Che cosa stai dicendo?” Si era allontanata un poco da dove i suoi nuovi amici stavano dormendo. Era seduta su un masso, circondata da alcune fate.
“Sai benissimo di cosa sto parlando.” la strega aggrottò la fronte. Poi sussurrò qualcosa alla fatina viola che le volava vicino al viso, e questa si allontanò, seguita dalle sue compagne.
“Come lo hai capito?”
“Non sei poi così brava a nascondere le tue emozioni. Senza contare che ti conosco da molto tempo. Anche se nascondi gli occhi dietro i capelli, avevi l'aria di una che finalmente ha tirato tutto fuori attraverso le lacrime. E ne devi aver piante molte...”
La strega non rispose. Si limitò a voltargli le spalle.
“Ad ogni modo... Complimenti, un piano davvero eccellente.” le mormorò in un orecchio. La sentì rabbrividire. Non lo aveva sentito avvicinare. Law ghignò divertito.
“Ma se non ti riposi, potrebbe andare tutto in fumo...” le bisbigliò nuovamente, prendendola delicatamente per le spalle. Un altro brivido lungo la schiena. Aveva sempre amato quel gioco di tortura psicologica.
“Perché lo stai facendo...” disse in un soffio Lilith.
Cosa? Aiutare i Mugiwara? Aiutare lei?
“Non mi riferisco a queste cose...”
Gli aveva letto nel pensiero! Lo aveva fatto di nuovo! Eppure lo sapeva che non lo aveva mai tollerato!
In gesto d'ira, la fece voltare di scatto. Ma lo sguardo di Lilith lo disarmò. Quegli occhi felini erano tristi e distaccati, come se vedessero ma non guardassero realmente. Le iridi verdi brillavano sotto la luce lunare filtrata dalle fronde. La rabbia, così come era comparsa, svanì di colpo.
Si ritrovarono vicini come quella notte, nella Cittadella. Law aveva ancora le mani appoggiate sulle spalle di Lilith; mentre la strega aveva posato le sue sul suo petto.
“Law...”
Inclinò leggermente la testa di lato, le dita della mano destra che sfioravano appena il pizzetto. I loro volti si fecero più vicini...
“Non dovreste essere a dormire voi due, eh?” la voce di Gérard li fece sobbalzare e staccare in un attimo. Si ricomposero.
“Sì, ha ragione... Pardon.” Lilith si incamminò per tornare all'improvvisato accampamento. Si voltò e si rivolse al ragazzo:
Bonne nuit, Law. Hyvä yötä.”
Bonne nuit, Lilith. Hyvä yötä nuku hyvin.”

 

 

 

 

* * * * *

 

 

 

 

NdA: quale scusa si inventerà questa volta FoH? È la domanda che tutte voi, pazienti lettrici, vi starete ponendo. La risposta è una sola parola: Praga. E ho detto tutto. Avrei voluto postare il capitolo venerdì, prima di partire, ma non ce l'ho fatta nemmeno a riguardarlo. Così oggi, primo giorno sull'italico suolo dopo lo short-break ceco, l'ho riletto, corretto e inserito. Ci sarebbe un problemino: siccome sono andata avanti per quattro giorni a birra (pivo in ceco, la prima parola che ho imparato in questa lingua) e ho usato l'acqua solo per lavarmi (giuro che non sto scherzando!), il tasso alcolico nel mio sangue è ancora piuttosto elevato (traduzione: ho la birra nelle vene), non sono perciò sicura di aver corretto bene il capitolo... quindi le critiche saranno più che mai ben accette. Se, nel caso contrario, avessi invece scritto e descritto perbene, vorrà dire che mi darò all'alcool più spesso.
Annotazioni sul capitolo, che ce ne sono un po', sopattutto sui nomi.
Aisling, la fata verde: il suo nome significa vision dream. La sua descrizione l'ho modificata dopo il soggiorno praghese. La fata verde è la fatina che compare su alcune etichette delle bottiglie di assenzio. Siccome sarete sicuramente delle bimbe più brave di me, vi spiego brevemente questa bevanda: è un liquore di colore verde, 70-80% di gradazione alcolica, va bevuto alla goccia dopo averci sciolto con una fiammella una pallina di zucchero. Respirando le sue esalazioni, si possono avere delle visioni, insomma, l'effetto di una droga leggera. Era molto in voga nell'Ottocento. Aisling è quindi un omaggio alla fatina verde dell'assenzio, sia come colore che come nome.
Inge, la fata fucsia: il suo nome vuol dire “veloce”.
Gérard, il nano: il nome significa “eccellente con la lancia”.
La primula, anche se è nominata una volta sola, è un piccolo omaggio a Gelidha Oleron per aver concluso magnificamente la sua fan fiction “Primule Rosse”. Ho letto l'ultimo capitolo il giorno prima di partire.
Il Giardino dei Fiori, i fiori parlanti sono un'ovvia ispirazione a Alice in Wonderland di Lewis Carroll, ma questo lo avevate sicuramente capito.
Hyvä yötä, probabilmente lo avevo già scritto in un capitolo precedente, significa buonanotte. Nuku hyvin è qualcosa che, preceduto da hyvä yötä, si può assimilare al nostro dormi bene o sogni d'oro. L'ultima scena l'ho inserita perché mi andava di far interagire un po' i nostri protagonisti; e ovviamente mi sono ricordata anche di chi aveva commentato positivamente una scena simile (ma meno romantica) nel capitolo dodici “Strategia”.
Per concludere, un po' di ringraziamenti a:

le nove persone che hanno inserito questa storia nelle preferite;

le quattro che l'hanno messa nelle ricordate;

le ventidue (!) che l'hanno messa nelle seguite;

le persone che commentano, in particolare Gelidha Oleron, Agnetha, Namirami, Robin7, Storm_Iky, Zandeng, Silvia97.

Ah, dimenticavo! Nel quartiere di Hradčany, in Praga 1, ho visto un negozio che sull'insegna portava il nome “Lilith”!

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Funeral of Hearts