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Autore: Plutarco    28/02/2013    6 recensioni
Storia romantica e travolgente di un giovane ragazzo di 14 anni, Steve, che vive gli ultimi suoi mese di vita, con il suo meraviglioso prima e unico Amore, Alex …
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Contesto generale/vago
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Nota d’autore:

Salve a tutti, questa è la prima storia di questo genere che scrivo, quindi non siate troppo cattivi con me, ma se dovete dire qualcosa fatelo, così potrò migliorare! Grazie infinite, e buona lettura!
Plutarco

 
 

“ Chi non ha mai avuto una ferita, ride di chi ne porta i segni ”
 

William Shakespeare

 

Il tempo passa e non sono più lo stesso, forse perché ho trovato la felicità.
 
Tutto ebbe inizio 5 anni fa, all’età di 14 anni, quando la morte mi venne a bussare alla porta. Ero un ragazzo tranquillo, ben educato ed ero l’orgoglio della mia famiglia, ma le nascondevo un atroce segreto, avevo l’AIDS la così detta “ cura dall’omosessualità ”.
Non n’ero a conoscenza fino al quel fatidico giorno, in cui l’ho contratta, ma è stato anche il giorno in cui conobbi  lui Alex, che divenne il mio ragazzo.  
 
Erano le cinque del pomeriggio e il sole era ancora alto in cielo e stavo tornando dai corsi pomeridiani di francese, e come sempre c’era un ragazzo,  tra Clinton Street e Pierrepont Street, con un cappello da cowboy che mi osservava ogni volta che passavo, ma quando mi giravo in dietro per rivederlo se n’era andato.  Un giorno decisi di fermarmi in un bar a prendere qualcosa per placare la mia pancia che brontolava  e accade una cosa che mi spiazzò. Lui non se ne andò, ma venne da me nel bar.
Si avvicino al bancone e si sedette sullo sgabello vicino a dove stavo io e chiese un soda water e dopo che ne prese un sorso si girò verso di me e mi disse:
 “ Ciao, so che ti posso sembrare strano e un maniaco, ma tu mi interessi, mi sembri un ragazzo simpatico e serio e io cerco un tipo come te.. Ops, scusa io sono Alex, piacere! ”
 Non sapevo cosa dire, la mia mente viaggiava da un pensiero all’altro con  una velocità assurda, ma il pensiero che balenò subito dinanzi a tutti gli altri fu: come ha fatto a capire che ero omosessuale?
Con gesto istintivo presi coraggio e gli rivolsi la parola:
 “ Ciao a te, mi lusingano le tue attenzioni, ma perché io tra tanti ragazzi che sicuramente conosci? ”
Sulla sua faccia crebbe in modo naturale un sorriso stupendo, e mi rispose ridendo:
“ Ecco, perché tu, pur avendo un aria seria, che mi farebbe dire che hai ben diciassette anni, hai un’aria infantile che mi piace parecchio…”
Arrossii per l’imbarazzo e risposi:
“ Grazie per il complimento, ma penso che sarei troppo piccolo per te, ho solo quattordici anni!”
Mi rispose con un’aria ironica:
“ Perché scusa, secondo te quanti ne ho io? ”
Io di tutta risposa, con sorriso gli risposi:
“ Beh, secondo me ne hai almeno diciannove, venti…”
Lui fece una clamorosa risata, si girarono tutti nel bar. Comincia ad arrossire per l’imbarazzo e gli chiesi subito di smetterla. Dopo che si riprese, mi rispose seriamente:
“ Mi hai invecchiato un po’ troppo, ho appena due anni in più di te! ”
Feci una faccia meravigliata, ma tornai immediatamente serio e decisi di buttarmi in quest’avventura, forse sarebbe stato il  mio primo ragazzo. Dopo una pausa gli dissi:
“ OK, va bene! Io sono Steve..”
Con uno sguardo dolce mi guarda negli occhi e dice:
“ Ciao Steve, ho una proposta per te, la vuoi ascoltare? ”
Lo guardai con una faccia perplessa, e con cenno, lo incitai a continuare:
“ … questa sera ti va di andare a fare un giro, per prendere una pizza? ”
Continuando ad essere perplesso dissi:
“ E’ un appuntamento?”
Fece un sorriso ironico e disse:
“ Direi proprio di sì..”
Stranamente ero felice, non capivo perché, era un estraneo per me, ma sapevo di esserne attratto, quindi gli risposi di sì e concordammo l’appuntamento per le 19:00 al ponte di Brooklyn.

Percorsi il vialetto di casa velocemente, come feci anche per le scale che portavano alla mia camere. Mi coricai sul letto, per riflettere su ciò che era accaduto. Continuavo a non capire come poteva essere che un ragazzo di bell’aspetto, molto colto e simpatico, sicuramente di una famiglia benestante, poteva interessarsi di un povero provincialotto che abitava a Clark Street.
Uscii di corsa da casa, poiché ero in ritardo, presi la metro per un soffio ed arrivai al ponte di Brooklyn e lui stava lì ad aspettarmi, con un piccolo mazzo di fiori. Mi avvicinai a lui e lo salutai lui mi rispose con un sorriso porgendomi il mazzetto di rose rosse sangue. In quel momento mi accorsi che era imbarazzato, lui, che nel bar, era totalmente sicuro di sé. Per rompere il ghiaccio gli dissi:
“ Grazie per i fiori, sono bellissimi, ma non dovevi ”, mentre sorridevo lui rispose:
“ Per una persona bella come te, questo e altro “  il suo sorriso mi imbambolò per un attimo, ma mi ripresi quasi subito.
Passeggiammo per molto tempo, parlammo di tutto, delle nostre passioni, dei nostri hobby, e in un paio di ore era come se lo conoscessi da tutta una vita, lui conosceva tutto di me e io di lui.
La serata continuò a casa sua, con un drink. All’improvviso i nostri visi si trovarono vicini e non riuscì a trattenersi e mi baciò, io non potei fare altro che ricambiare. Ero attratto da lui, come lui da me, ecco perché presi l’iniziativa e ripresi a baciarlo mentre pian piano gli sbottonavo la camicia, che gli copriva quel bel fisico ricoperto da una pelle pallida e profumata. Lui non mi allontanava, mi assecondava e nell’arco di pochi minuti, mi ritrovai sul sui letto con lui sopra che mi baciava il collo fino ad arrivare a togliermi il maglioncino, baciandomi tutto il corpo, facendomi eccitare come non mai. Appena si accorse della mia situazione di godimento, passò al livello superiore, e mi sbottonò delicatamente il pantalone e mi cominciò a massaggiare l’erezione finché non gli chiesi di togliersi i pantaloni. Cominciai a fare la stessa cosa che lui aveva fatto a me, ma con una variazione, appena era arrivato al punto di pieno eccitamento, mi fermò e si mise addosso, e cominciammo a fare l’amore. Mentre lo facevamo, mi coccolava e mi baciava tutto il collo ed era delicato, per paura di farmi del male.
 
Pochi giorni dopo il nostro primo appuntamento, Alex mi disse di essere portatore di AIDS e mi  portò subito a fare l’analisi del sangue per verificare se avessi contratto AIDS, ma quella prima volta fui fortunato. Da allora fummo più cauti.
L’inevitabile accade …
Mi accorsi di aver contratto l’AIDS, un giorno mentre stavo con Alex in un bar a prendere un caffè, mi sentii male e corsi in bagno e vidi un lesione sulla guancia e in quel momento entrò Alex e lo capimmo subito.
Da quel momento cambiò tutto, cambiò la mia intera esistenza. Inizialmente lo tenni nascosto alla mia famiglia e ai controlli dal medico mi accompagnava sempre lui. Finché un giorno mi accorsi che Alex era cambiato era preoccupato, le mie condizioni peggioravano giorno dopo giorno e il fondo tinta non bastava più a coprire le lesione, quindi era arrivato il momento di confessarlo ai miei genitori, visto che il tempo era poco lui venne con me.
 
Quando lo portai per la prima volta a casa, tutti pensarono che eravamo ottimi amici.  I mesi passarono, finché confessai che eravamo fidanzati, i miei genitori non furono sorpresi, ma contenti che finalmente mi ero confidato con loro dandogli fiducia ed erano felici come non mai, ma nello stesso istante il  loro volti si riempirono di dolore, perché dissi loro:
“ Mamma, papà.. ho l’AIDS ”
Gli ultimi mesi della mia vita li passai con la mia famiglia e con Alex, al quale i miei genitori volevano bene come un figlio. Tutto finì un giorno, durante una festa a casa dei genitori di Alex per il suo compleanno. Ero più pallido del solito non riuscivo a stare in piedi, lui se ne accorse, ma era tardi ero già a terra.
L’ambulanza viaggio per tutta New York a sirene spiegate, mi presero e mi portarono al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, dove potei dare l’ultimo saluto alla vita.
Erano passati già due giorni da quando stavo lì e il mio fisico non poteva resistere più, perciò quella stessa sera feci avvicinare Alex al mio volto e gli dissi nell’orecchio:
“ E’ giunto il momento, ma prima che accada.. ” cominciai a tossire, poi ripresi “ ti devo dire che questi mesi passati con te sono stati i più belli della mia vita e ricordati che ti amo e ti amerò per sempre Alex”
Lui scoppio a piangere, prese il mio viso e mi bacio, e in quell’istante gli faci il mio ultimo sorriso e dopo qualche secondo la mia vita si spense, come la AIDS si insinuò in me.

 
“ Eyes, look your last!
  Arms, take your last embrace!
  And, lips, o you the doors of breath,
  Seal with a righteous kiss
  A dateless bargain to engrossing death! ”
               
              William Shakespeare
   
 
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