Serie TV > Being Human
Ricorda la storia  |      
Autore: literatureonhowtolose    28/02/2013    3 recensioni
«Quanti San Valentini hai festeggiato, Hal?» la domanda gli uscì in modo talmente spontaneo che quasi non si accorse di averla fatta. La mano aveva cominciato a tremargli, e la ritirò portandosela sulle gambe e abbandonandola lì insieme all'altra.
«Davvero troppi.» rispose seccamente Hal, al quale non piaceva pensare a determinate cose. «Tu?»
«Io? Fino a poco tempo fa non ero nemmeno a conoscenza di festività del genere.» mormorò Tom, sconsolato.
Il succhiasangue fece un sorrisetto, prima di ribattere nuovamente.
«E' meglio così.» grugnì, portando la mano che poco prima aveva cercato quella dell'altro a reggere la propria testa ciondolante.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Flavia, anche se ormai siamo molto fragili.
A werewolf and his first Valentine.
Si stava facendo tardi, e l'orario di chiusura si avvicinava con passo deciso. Tom e Hal avevano concluso che nel giorno di San Valentino il loro cafè non dovesse apparire più allettante agli occhi dei cittadini di Barry Island di quanto non lo apparisse durante il resto dell'anno, perciò si stavano occupando a testa bassa di pulire un locale già praticamente immacolato e dal pavimento calpestato da null'altro che dai loro piedi; era routine, ormai. Ogni tanto qualche cliente solitario entrava, ordinava da bere e magari addirittura un panino, ma succedeva di rado e di solito non era gente del posto, perciò non tornava mai una seconda volta.
Non c'era molto lavoro, in effetti, e quando ce n'era non occupava mai tempo sufficiente e non procurava mai sufficiente denaro. Gli affari non andavano bene.
Tom sbuffò, lasciandosi cadere su una delle sedie che contornavano i tavoli e posando lo strofinaccio sulla liscia superficie di uno di quelli. Era stanco; stanco di non poter avere una vita normale, stanco più di quanto potrebbe esserlo un ragazzo che di «esperienze» ne ha avute molte più di lui. Perché si sa, il peso che ha il non aver vissuto abbastanza è decisamente superiore a quello che ha l'aver vissuto forse un po' troppo: ogni cosa non fatta, ogni stimolo di cui ci si priva, va ad accumularsi dentro all'animo, rendendolo pesante e affaticato, facendolo invecchiare precocemente. Tom non era più un ragazzo, era stato privato di questo piacere. Eppure c'era ancora, in lui, la voglia di provare a esserlo. La voglia di provare a essere umano, con tutti i suoi pro e i suoi contro, con tutte le emozioni che comporta l'esserlo. Con tutti i passaggi e le prime volte che lui non aveva mai avuto.
Hal notò che c'era qualcosa che non andava nell'altro; non era sua abitudine stare zitto per un lasso prolungato di tempo, e quelle sue folte sopracciglia sembravano perfino più corrucciate del solito. Stava raschiando via con le unghie una vecchia macchia di caffé che si ostinava a rimanere lì dov'era anche con tutte le passate di straccio che il ragazzo aveva già provato a dargli, e di tanto in tanto sospirava.
Il vampiro si sedette davanti a lui e, posata una mano sopra a quella in movimento dell'altro, lo portò a fermarsi. Quando il licantropo alzò lo sguardo trovò le iridi di Hal a fissarlo, e si perse per qualche attimo in quella tonalità nocciola cosparsa di pigmenti verdi qua e là. Quante cose dovevano aver visto quegli occhi, quante vite dovevano aver vissuto.
«Quanti San Valentini hai festeggiato, Hal?» la domanda gli uscì in modo talmente spontaneo che quasi non si accorse di averla fatta. La mano aveva cominciato a tremargli, e la ritirò portandosela sulle gambe e abbandonandola lì insieme all'altra.
«Davvero troppi.» rispose seccamente Hal, al quale non piaceva pensare a determinate cose. «Tu?»
«Io? Fino a poco tempo fa non ero nemmeno a conoscenza di festività del genere.» mormorò Tom, sconsolato.
Il succhiasangue fece un sorrisetto, prima di ribattere nuovamente.
«E' meglio così.» grugnì, portando la mano che poco prima aveva cercato quella dell'altro a reggere la propria testa ciondolante.
«Ne sei convinto?» domandò Tom, con una genuinità così marcata da far tenerezza.
L'espressione di Hal si fece improvvisamente seria, e la sua voce più solenne e chiara.
«Tu non hai idea di cosa significhi l'averne visti passare così tanti. Credi, probabilmente, che sia una cosa fantastica, ma non sai quanto darei per essere te, Tom. Per non avere ricordi.»
«Io ne vorrei, e tanti. Tantissimi.»
«Non i miei.» concluse Hal, con un tono che non lasciava spazio a contraddizioni.
Dopo alcuni minuti passati immersi in un silenzio pesante come il piombo, Tom parlò.
«Scusami.»
Una singola parola, che però può mettere a posto ogni cosa istantaneamente. Il lupo non era certo famoso per le sue doti da oratore, ma era proprio la sua semplice naturalezza ciò che lo rendeva una bella persona agli occhi degli altri. Perfino a quelli di Hal, re dello scetticismo nei confronti dei rapporti umani. 
«Non c'è bisogno di scusarsi, le nostre non sono situazioni in grado di essere comparate, probabilmente io non riuscirò mai a capire come ti senti tu e tu non riuscirai mai a capire come mi sento io. Non è facile.» lo rassicurò, abbassando un attimo le palpebre.
Quando le rialzò, Tom ebbe l'impressione che si fosse di colpo ricordato qualcosa di importante.
«Una volta, in occasione di uno dei miei numerosi San Valentini passati, ho fatto consegnare mille tulipani a casa di una donna.» spiegò, concretizzando i propri pensieri.
Tom sgranò gli occhi e sorrise, increulo, sbattendo entrambi i palmi sul tavolo.
«No, non ci credo! Come ha reagito, lei?» chiese, veramente curioso di saperlo.
«Come vuoi che abbia reagito? Insomma, erano mille tulipani, giudica tu.» disse Hal, divertito da quella reazione esagerata. «Tu, quindi, non hai mai avuto una Valentina?»
L'espressione di Tom si rabbuiò così come si era illuminata, e dopo aver trascinato ancora una volta le mani giù dalla superificie liscia e piatta nella quale le aveva poggiate volse il viso verso la vetrina del negozio, nonostante i suoi occhi fossero fissi sul pavimento lustro.
Quindi Hal decise che le parole, in questo caso e per la prima volta da molto tempo, non gli sarebbero state utili, e agì. Si sporse in avanti, posò il dorso del dito indice sotto al mento del ventunenne e, dopo aver virato con delicatezza il suo volto lo avvicinò al proprio e posò un delicato bacio sulle sue labbra rosee.
Tom spalancò gli occhi, rendendosi conto che non aveva nemmeno avuto il tempo di acconsentire o dissentire; si trovò a chiedersi se gli andasse bene ciò che stava succedendo, e per quanto disperatamente tentasse di dire a se stesso che no, non andava bene niente, il  cuore gli batteva talmente forte da dare l'impressione che avrebbe voluto saltare fuori dal suo petto e andare a farsi un giro. Quando Hal si allontanò da lui, il licantropo desiderò ardentemente che non l'avesse fatto, che fosse rimasto lì per sempre, con la bocca premuta sulla sua; perché per quanto dovesse sembrare sbagliato, a Tom pareva così giusto da bruciare, quasi. 
«Buon San Valentino.» sussurrò il vampiro, per poi sorridergli nella maniera più dolce che il suo animo consumato gli permettesse di adoperare. «Non sono esattamente una Valentina, ma chi si accontenta gode.» aggiunse, buttandola sul ridere per evitare qualsiasi pericolo di futuro imbarazzo fra i due.
Tom ci mise un po' a riprendersi. Sbattè le palpebre un paio di volte, guardò l'altro con aria assente per qualche secondo, e poi finalmente rise e tornò a guardare in basso.
«La tua era una risata a scoppio ritardato per la mia affermazione o c'è qualcos'altro che ti frulla per la testa?» domandò Hal, incrociando le braccia e assottigliando gli occhi.
Il lupo sorrise, torturandosi nervosamente le dita.
«No, è solo che credo di aver capito come dev'essersi sentita la donna dei tulipani.» ammise.
Fu la volta di Hal di rimanere di stucco. Era da molto tempo che nessuno gli diceva cose del genere o gli faceva provare un'emozione di qualsiasi tipo, e venne letteralmente distrutto dalla facilità con cui le parole uscirono dalle labbra dischiuse di Tom. Il semplice, giovane e vitale Tom. Il licantropo. Il suo licantropo.
Il ventunenne sorrise di nuovo dolcemente nel vederlo confuso quanto lo era lui stesso. Poi si alzò e una volta arrivato di fianco a lui si chinò a dargli un bacio sulla guancia.«Buon San Valentino anche a te, Hal.» gli sussurrò all'orecchio, prima di andare a togliersi il grembiule a righe lasciandolo seduto da solo a quel tavolo, rosso in viso nonostante la sua natura vampirica e i suoi cinquecentovent'anni di esperienza.


Angolo del San Valentino che passioneMAINVECENO.
"Io odio San Valentino, va bene- lo detesto, eppure non so per quale assurda ragione ho preso la decisione di scrivere una serie di fanfiction dedicate alle mie OTP preferite e il loro modo diverso e variegato di passare insieme questo giorno. Ora, visto che sono impedita e le mie OTP appartengono a fandom diversi, non posso fare una raccolta, quindi le pubblicherò in singolo, e non saranno mai lunghissime, penso. E oltretutto le pubblicherò a caso(?), questa la pubblico oggi ma può darsi che la prossima la pubblichi fra vent'anni, per dire(..). Che poi non c'entra, perché comunque voi siete qua per leggere questa, non le altre. Era solo per dirlo, così(..)." (cit. dal commento alla mia fanfic JohnLock,
Naive Raindrops, perché vale lo stesso discorso). A parte citazioni/spiegazioni varie, nulla, ecco qua. Praticamente nessuno conosce Being Human, perciò vedo difficile che qualcuno arrivi a leggere questa cosa, ma l'ho scritta e - siccome adoro Tom e Hal - ho deciso di metterla lo stesso. Se mai qualcuno dovesse leggere, non so-- prima di tutto grazie per averlo fatto, e poi spero vi sia piaciuta, anche se non è nulla di particolare.
A presto!

FINNtastic.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Being Human / Vai alla pagina dell'autore: literatureonhowtolose