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Autore: Mimi18    15/09/2007    7 recensioni
Cancellate ogni ricordo che avete dell'attacco a Gaara.
L'Akatsuki è arrivato a Suna, ma gli alleati sono pronti a dare la propria vita per difenderla.
Long-Fic scritta da me e Gio93.
[Shikamaru x Ino - Lee x Sakura - Naruto x Hinata]
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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RESCUE AND RECOVER IN SUNA

RESCUE AND RECOVER IN SUNA
CAPITOLO 10

 

"E così, ci hanno salvato loro?"

Hinata annuì silenziosamente, guardando di sottecchi il biondo, con stampata in faccia un'espressione teatralmente stupita.

"Ma, quando...dove...COME?"

Lui si era avvicinato, in preda ad un mezzo attacco isterico, e lei non poté fare altro che arrossire, mentre cominciava a spiegare.

Il gruppo formato da Kiba, Chouji, TenTen e Neji era arrivato facilmente al luogo dello scontro, grazie alle informazioni raccolte in un vicino villaggio e anche perché la lotta si era protratta fino a poche ore di marcia da Konoha.

Una volta arrivati trovarono solamente Orochimaru e Sasuke sul campo di battaglia, intenti a trasportare un malridotto Kabuto.

Senza neanche pensarci due volte li avevano attaccati, finendo sotto il tiro di una ventina di trappole sistemate nei dintorni e attivate da alcuni ninja del Suono.

Riconobbero Tayuya che aveva partecipato alla guerra fra Konoha e i villaggi di Suna e Oto, e Suigetsu.

Neji aveva una vaga immagine di quel ragazzo che, ancora bambino, era nelle file di Zabusa il Diavolo.

Non ci misero molto a liberarsi di loro, ma questo contrattempo aveva fatto sì che Uchiha e il Sennin scappassero.

Avevano cominciato le ricerche dei loro amici e, a sera inoltrata, li avevano riportati nel villaggio della sabbia.

Ed era che lì che si trovavano ancora, tutti sotto le cure mediche dello staff dell'ospedale. Le ferite che si erano procurati erano gravi e alcuni erano ancora sotto osservazione in una delle tante camere messe a disposizione del Kazekage Gaara per ringraziarli di tutto.

Gli unici che avevano ricevuto il permesso di uscire erano Sakura, Lee e Shikamaru.

Questa scelta aveva sollevato molte proteste, soprattutto di Naruto e Ino, ma alla fine anche loro furono costretti a cedere.

In quel momento il ragazzo e la Hyuuga erano nel grande giardino che si estendeva attorno all'edificio e stavano parlando del più e del meno tranquillamente.

Tranquillità che fu interrotta dalle grida del biondo che attirarono su di loro non pochi sguardi severi.

"N-Naruto-kun"

"Si, cosa c'è Hinata?"

"Ci...ci stanno fissando tutti..."

Resosi conto di essere al centro del palcoscenico si grattò imbarazzato la testa e, afferrata saldamente la mano alla ragazza, cominciò a correre fino a quando non giunsero sul tetto.

"Un po' di pace, almeno così potrò parlare senza essere squadrato stile alieno"

Rise, sedendosi con la schiena contro il parapetto, facendo segno ad Hinata di raggiungerlo.

Inutile dire che la ragazza aveva assunto tutte le tonalità dell'arcobaleno a quell'invito.

"Su, non ti mangio mica. Volevo solo....ringraziarti"

Sollevò gli occhi dalle sue mani, dalle nocche ormai bianche, e incrociò il suo sguardo.

Per la prima volta in vita sua, vedeva Naruto Uzumaki, colui che voleva diventare Hokage, arrossire.

"D-di che?"

"Bhè, se non fosse stato per te io adesso sarei finito trafitto dagli attacchi di quello schifoso viscido d'Orochimaru, non trovi?"

Flash del combattimento le tornarono vivi davanti agli occhi, in una filmina muta.

Deglutì con difficoltà, per poi riabbassare la testa, in modo che le lunghe ciocche bluastre le coprissero il volto.

"Non è vero..."

"Cos..."

"NON E' VERO!"

Con uno scattò si ritrovò in piedi, il viso rigato dalle lacrime.

Naruto la stava fissando, impalato come uno stoccafisso.

"Io...io non servo a niente. Voi avete indebolito Orochimaru, voi avete protetto Gaara. Voi, voi, voi. Sempre e solo voi. Io sono sempre rimasta nell'ombra e...e..."

Le gambe le cedettero e ricadde in avanti.

Si accovacciò come un gatto, le mani tra i capelli e con uno sguardo di triste consapevolezza.

"Io...non servo a nessuno. Mio padre me lo ripete sempre. Sono inutile"

"Non dire cazzate!"

Sentì un fruscio e poi due mani le afferrarono gentilmente i polsi per permetterle di guardarla in faccia.

Vide Naruto sorridere dolcemente, mentre le lasciava le mani e le sistemava i capelli dietro le orecchie.

"Tu sei una delle kunoichi più brave che conosco e ci sarebbe molto da imparare da te. Sei degna di fiducia e sai tenere compagnia semplicemente con la tua presenza. E poi, sei un membro del nostro team, ci aiuti quando siamo nei guai. Noi non ti consideriamo inutile..."

La stessa mano di prima le sfiorò un orecchio e, leggera, le asciugò le lacrime, una ad una. Piano, con lentezza, come se pensasse che con più forza si sarebbe rotta. 

"Io non ti considero inutile"

Si ritrasse, le guance colorate di porpora, e si sedette di nuovo.

Una farfalla volteggiò attorno alle loro teste, per poi posarsi a pochi centimetri da loro.

Lui teneva lo sguardo fisso sulla bestiola, non avendo il coraggio di guardarla negli occhi dopo questa sua pseudo confessione.

Hinata sorrise dolcemente.

Faceva bene a fidarsi di quel ragazzo scalmanato e senza regole.

Lui, più di chiunque altro, avrebbe potuto aiutarla a superare tutto ciò che le era accaduto, e ora lo capiva meglio che mai. 

Lentamente lei si avvicinò di più, facendo sfiorare i loro fianchi e le loro spalle.

Lui, sempre con gli occhi bassi, le cinse la vita, facendole appoggiare la testa al suo petto. Non passò molto quando Hinata si accoccolò meglio, seduta fra le gambe aperte di Naruto.

Rimasero abbracciati, semplicemente, scambiandosi calore e affetto.

Per ora, quello era più che sufficiente.

 

Indietreggiò fino a quando il muro non lo bloccò.

Tremava come una foglia e balbettava frasi sconnesse.

La sua ultima preghiera, prima del viaggio di sola andata per il Paradiso.

Stavolta non gliel'avrebbe tolto nessuno.

"Calmati ragazzo, non puoi tu e non posso io"

Un rivolo di sudore gli scese lungo la tempia destra, causandogli un leggero solletico.

E pensare che quella mattina era iniziata tanto bene...ora terminava nel peggiore dei modi.

Ma perché tutte a lui capitavano?

Un ringhio sommesso e continuato, mentre l'altro soffiava aria dal naso come un drago pronto ad attaccare.

"Eddai, troviamo una soluzione..." una risatina stentata riuscì solo ad infuriarlo di più.

"Io - non - voglio - compromessi"

"Ma non si può! Ho ricevuto ordini precisi di non fare entrare nessuno!"

Al rallentatore, vide un pugno arrivare verso di lui, dritto al suo naso.

Con uno scatto si spostò e fuggì, gambe in spalla.

Ma la sua corsa non durò a lungo.

Un'ombra si parò davanti a lui e, con un manrovescio, lo fece andare a sbattere contro la parete di destra.

Un dolore acuto alla spalla, di sicuro era lussata.

Lo fissò e, in un ultimo moto di coraggio, sbottò

"Senti, carino, io non so chi ti credi d'essere, ma non sei il capo. Qui comandano altre persone, e queste persone mi hanno detto di non dare la stanza a nessuno. Quindi adesso sturati le orecchie e gira al largo altrim..."

La terra gli mancò da sotto i piedi e venne schiacciato ancora di più al muro.

Il fiato caldo dell'altro gli rimbalzò sul viso e fu investito da una furia senza limiti.

"No, ora mi stai a sentire tu! Siamo stati mandati qui apposta per salvare quella testa calda del vostro Kazekage perché era stato minacciato. Ci hanno spedito stile pacco postale, dicendo che era di un'importanza fuori dal comune, omettendo tranquillamente che centrava l'Akatsuki e che rischiavamo di morire. Ma fino a qui si può anche omettere"

Prese un attimo di pausa, per poi ricominciare.

"Abbiamo protetto il villaggio da tutti gli attacchi di quei manigoldi, cosa che voi da soli non avreste potuto fare. Abbiamo aiutato i civili a lasciare il villaggio e curato coloro che ne avevano bisogno. Quando Kabuto ha tentato di portare via Gaara lo abbiamo fermato e, ultimo ma non ultimo, abbiamo inseguito i nemici fino alla foresta a due giorni da qui, coprendo quella distanza in poche ore. Li abbiamo affrontati, riportando ferite serie e quasi mortali, esaurendo totalmente il chakra. A furia di insistere siamo riusciti a cacciarli via e a farli desistere dal riattaccarvi di nuovo, riportando quello sconsiderato qui. Siamo stati ricoverati e rimessi in sesto, costretti all'immobilità per una settimana...e tu vieni a raccontarmi che non puoi dirmi dove si trova perché te lo hanno ordinato? Bhè, amico, sturati TU le orecchie e ascoltami attentamente, che ti riformulo la domanda...DOV'E' LA MIA COMPAGNA DI SQUADRA?"

Le mani strette attorno al suo collo lo lasciarono libero di accasciarsi al suolo, gli occhi vitrei e il corpo senza un briciolo di forza.

"248..." balbettò, prima di fuggire, stavolta per sempre, da quel ragazzo.

Sospirò, prima di sentire una presenza dietro di lui.

Si voltò, per poi trovarsi davanti Ino, vestita con degli abiti nuovi e i capelli sciolti, che rideva allegramente.

"Certo che l'hai proprio strapazzato per bene"

Camminò risoluto e si fermò solo a pochi passi.

"Sai com'è, avevo voglia di vederti"

Lei lo guardò duramente.

"Non fraintendere, sai? Solo che dopo una settimana non uscivi ancora e cominciavamo a chiederci se ti fossi persa o qualcosa del genere..."

Una ciocca dei suoi capelli venne tirata, mentre bisbigliava al suo orecchio

"Sempre voglia di scherzare, Nara"

Ringhiò.

Gli riusciva piuttosto bene in quel periodo, per un motivo o per l'altro.

"Allora..."

Ino saltellò all'indietro e batté le mani.

"Dopo questa sfuriata, hai ancora voglia di spiegarmi cosa mi sono persa, chiusa in quel bunker?"

Si grattò il mento, in una perfetta imitazione di Asuma-sensei prima di decretare, burbero

"Direi che è al corrente di tutto madamoiselle. Non ci sono stati nuovi ordini e gli incaricati di mantenere i contatti con Konoha sono TenTen e Neji che, come segretezza, sono peggio di una cassaforte"

Lei scosse la testa.

"Allora prima ti sei arrabbiato per nulla?"

"Ti ho già detto che gli altri mi hanno costretto a venire in avanguardia per scoprire come stavi e..."

"E un ninja mantiene sempre le sue promesse. Lo so, lo so, stavo solo scherzando"

Il silenzio calò su di loro.

Fastidioso e inesorabile.

Da ragazzini erano stati abilissimi a dissiparlo con una battuta o una smorfia, ricominciando a litigare a modo loro.

Ma non adesso.

Ormai adulti avevano abbandonato quelle abitudini e, l'unica cosa che furono capaci di fare, fu di rimanere fermi.

Aspettando una mossa, una parola che li distraesse dai loro pensieri.

"Uff, dannazione!"

Ino alzò lo sguardo e vide Shikamaru grattarsi la testa, lo sguardo basso e le orecchie arrossate.

Come al suo solito si era scordato cosa doveva dire.

E poi diceva a lei che era una frana!

"Vediamo un po'...era...era..."

Sospirò.

"Una festa di rimpatriata, una notizia importante, un compleanno, un matrimonio, un anniversario, un funerale, un'altra missione che mi hai tenuta nascosta, sviluppi sugli altri, Temari che ha fatto giustizia di Kankuro e le sue riviste..."

"Trovato!"

"Oh, bene. Sentiamo un po', cos'era così importante da fare in modo che tu te ne scord..."

Non finì mai di prendere in giro Shikamaru per la sua inerzia.

Tutto ciò perché quest'ultimo, contro la sua stessa natura e logica di sfaticato patentato, le aveva tappato la bocca.

Ebbene sì, c'era riuscito.

Finalmente, dopo tanto tempo il moro aveva preso il toro per le corna e l'aveva fatto.

L'aveva baciata, e la stava baciando tutt'ora, tenendola stretta a se, come se pensasse che avrebbe cercato di andarsene.

Si separò da lei di pochi centimetri, ma quella distanza venne ricolmata dalla ragazza che lo ribaciò, felice, dopo che lui le mormorò, rosso come un peperone

"Dovresti saperlo, Ino. Io non scherzo mai"

 

Atterrarono dolcemente sulla strada trafficata.

Camminarono fianco a fianco, le loro mani che si sfioravano occasionalmente.

Sorpassarono alcuni folti gruppi di persone e si avviarono a passo veloce in un vicolo che portava lontano dal mercato.

Ad ogni passo che facevano sui loro volti si apriva sempre di più un ghigno che non lasciava nulla all'immaginazione.

"Però, chi lo avrebbe mai detto"

Trovarono una panchina e si sedettero, godendosi i raggi pomeridiani. Delle leggere nuvole passarono sulle loro teste, placide.

"Ci si poteva arrivare"

"Dopo quello che abbiamo visto di sicuro!"

Risero di gusto, ricordandosi la scena che si era loro presentata davanti agli occhi.

"Baciarsi così in un corridoio di un ospedale, un po' di ritegno, dico io!"

"Parla il santarellino"

Si scambiarono degli spintoni giocosi, quando lei appoggiò la testa sulle sue gambe.

Una mano le accarezzo le ciocche disordinate, lisciandole.

"Comunque, Hinata ha detto che è da quando sono partiti che quei due si comportavano in modo strano"

"Cosa? E noi non ce ne siamo accorti?"

"Sembra quasi che ti dispiaccia"

"Certo, avevamo tutto sotto il naso e ce lo siamo lasciati sfuggire. La forza della giovinez...Sakura?"

"Si?" solamente un pigolio leggero.

"Stai facendo le fusa?"

Le guance le diventarono violette e si gonfiarono in una smorfia infastidita.

Ma non durò a lungo, infatti si rimisero a ridere come pazzi.

La kunoichi si rimise seduta e fece combaciare le loro fronti, guardando Lee ridere.

Il suo sorriso era contagioso e, si dava mentalmente della stupida per non averlo capito prima, non ne poteva fare assolutamente a meno.

"A che pensi?"

Lui la stava fissando attentamente, cercando un motivo di sconforto.

"A quanto sono cambiate le cose durante questi giorni. Abbiamo combattuto in team diversi e siamo riusciti a sconfiggere Orochimaru e l'Akatsuki. Siamo cambiati molto ed è cambiato il nostro modo di pensare e di metterci in relazione con gli altri e..."

Si schiarì la voce, incerta

"E sono cambiati i rapporti fra di noi. Mai avrei creduto possibile che Ino ed io avremmo scordato Sasuke-kun così facilmente, lei con Shikamaru ed io con te"

"Bhè, forse voi lo avevate già dimenticato da tempo, solo che non ve ne eravate rese conto. Pensavate lo stesso a lui, credendo di amarlo ancora, mentre in realtà era solo un'immagine sfuocata e niente più"

Lei lo fissò, sorpresa, per poi scompigliargli i capelli.

"Sentilo, il nostro filosofo che si atteggia da divo del cinema. Sbruffone che non sei altro, ora capisco perché vai così d'accordo con Naruto! Dovreste formare un club, voi due!"

Altre risate contagiose. Insieme, sembrava così facile.

Lee le diede un leggero bacio sulla guancia.

Ancora dopo una settimana sembrava timoroso. Non sapeva se lei, per un suo gesto troppo avventato, si sarebbe allontanata ancora di più.

"Sabato prossimo all'Ichiraku Ramen. Ti offro la cena e poi facciamo un giro per il bosco, ti va?"

Sakura tirò fuori la lingua, facendolo sorridere.

"Non ne posso più di boschi"

"Allora lungo il lago"

"Vada per il lago..."

Rimasero a guardare una nuvola passeggera che oscurava a tratti il sole, mentre un venticello fresco cominciava a soffiare da ovest.

Quasi in contemporanea i due ragazzi riabbassarono lo sguardo e lo puntarono sulle loro mani intrecciate.

"Se qualcun'altro ci vedesse, potrebbe dire le stesse cose che abbiamo pensato su Ino e Shikamaru"

"Non è che me ne importi granché del giudizio altrui" disse il ragazzo con un'energica scrollata di spalle.

Lei sorrise e balzò in piedi, girando su se stessa, come una trottola.

"E' una bella giornata..."

"...e anche l'ultima a Suna..."

"...propongo una ricognizione per rintracciare Naruto e Hinata e andare all'ufficio del Kazekage a fare un po' di baldoria"

"Non ti facevo così pettegola, sai?"

Si avviò verso il centro del villaggio, dondolando una mano accanto al suo viso.

"A fare i turni in ospedale diventi così e a volte anche peggio"

Rock Lee la raggiunse in un balzo e, mano nella mano, andarono a cercare i loro compagni.

Poche ore e sarebbero ripartiti. La parola 'casino' era obbligatoria, in quel caso.

Ma per attuare il loro piano avevano bisogno degli altri.

E, guarda caso, la prima parola sulla loro vista era 'Spettegolare sugli affari altrui"

Si prospettava molto divertente...

 

"Eins, zwei...eins, zwei..."

"Te lo dico e te lo ripeto, ho Akamaru dalla mia parte!"

"Piantatela, subito"

"Ma è lui!"

"Non ci importa chi è, smettetela, date i nervi"

Camminavano distanziati, giusto qualche passo più indietro, gustandosi le chiacchiere esagitate di Naruto e Kiba.

Ma, soprattutto, le facce esasperate di Neji e TenTen che cercavano di calmarli.

"E così, questa volta partite davvero"

Kankuro si grattò la schiena soprapensiero.

"Peccato, cominciavamo a ritenervi simpatici"

"Non ascoltatelo, gli ha fatto male combattere troppo, i due neuroni ne hanno risentito"

Un lamento li fece girare. Il marionettista stava riusando la tecnica degli occhi dolci.

"Gaara-san, non lo tratti troppo male, potrebbe fargli ancora più male!"

"Ha ragione Sakura-chan, è ancora potenzialmente instabile..."

L'altro li guardò prima con occhi ancora più lucidi, per poi offendersi e allontanarsi ancora di più.

"E adesso?"

Gaara appoggiò la mano sulla spalla di Lee, quasi esasperato.

"Fa sempre, e dico, sempre, in questo modo"

"E' diventata una routine, allora"

"Esattamente, Hinata, esattamente"

Chouji rallentò il passo e si accostò a Kankuro, che guardava a braccia conserte il rosso prenderlo per i fondelli insieme a Sakura, Lee e Hinata, che ridevano divertiti.

Unica consolazione, anche suo fratello era vittima delle battute di quelli di Konoha.

Sgranocchiò e, dopo aver deglutito, afferrò un'altra manata di patatine e le porse al marionettista.

"Ne vuoi un po'?"

Lo fisso, ponderando la risposta.

"Ma sì, un po' di cibo per tirarsi su di morale non fa mai male"

"EHI, SIAMO ARRIVATI!"

Ino, davanti a tutti, sventolava la mano e con l'altra indicava il cancello.

Shikamaru era andato dagli altri ragazzi, fissandola in modo imperturbabile.

Quella pazza scatenata dei suoi stivali, sempre a strillare...ma non ne poteva fare a meno, anche se non lo avrebbe mai ammesso!

"E' arrivato il momento degli addii" disse Neji, le mani ficcate nelle tasche.

TenTen e Hinata sbatterono un po' gli occhi, per poi esclamare, indignate

"Insensibile..."

"Neji-nii san, sei inguaribile!"

Chiacchiere si levarono dal gruppo, alte e ingrovigliate. Sembrava che nessuno, adesso, volesse interrompere quel momento di calma che si era creato.

"Su, forza, Tsunade-sama ci aspetta!"

Sakura afferrò Kiba per le spalle e cominciò a spingerlo, ignorando le sue lamentele.

"Oh, Sakura, aspetta"

"Niente aspetta, Lee. Siamo già in ritardo!"

Ed anche gli allievi di Gai si avviarono, seguiti da Shikamaru che borbottava fra se e se

"Voglia di metterci in viaggio, saltaci addosso!"

Ino, Sakura e Chouji intanto avevano trascinato gli altri in un'altra discussione, di cui si udivano solo alcuni sprazzi su missioni impossibili, patatine con paprica e zenzero e qualsiasi altra cosa passasse loro per la mente.

"Fate buon viaggio"

"E attenti al lupo cattivo!"

Naruto si guardò attorno, la mano sugli occhi per ripararsi dal sole.

"Lupi? Io non ne vedo...anzi no, eccone uno! Ops, scusate, è solo un gattino fifone!"

Alte risate si levarono, ancora una volta.

Hinata, con le lacrime agli occhi, era braccetto con il biondino e sembrava sul punto di crollare dal sonno e se ne accorsero tutti.

Anche a fare niente di perdevano energie, e loro ne avevano bisogno per il cammino.

"Forza, ora andiamo e niente storie!"

"Sì, sì, tranquilla"

"Risparmiate il fiato"

"Gaara, perché non ti tappi quella boccaccia?"

"Ino, vale anche per te"

"Ci si rivede, ragazzi!"

"Si, se avete bisogno, sapete dove trovarci..."

"...e come al solito verremo a tirarvi fuori dai guai, Dattebayo!"

"Continua a sperarci, pecorella! AHI!!!"

"Kankuro-san, se le va proprio a cercare!"

E così, dopo altri quindici minuti di 'tempo sprecato a ciarlare a vuoto', come si sono ritrovati a dichiarare Neji e Kiba, il gruppo partì.

Adesso erano solo una massa scura sulla sabbia dorata, lontana, all'orizzonte.

Li osservarono per molto tempo, fino a quando la sera non cominciò a calare e rintracciarli sarebbe stato impossibile.

Sospirò.

"Mi mancheranno, sul serio"

"Non ne dubito"

Le luci delle case, alle loro spalle, si accesero una ad una. Alla fine, l'intero villaggio su illuminato. La notte del deserto, l'ennesima, era giunta.

"Sai per caso dov'è Temari?"

"Indovina?"

"Alle mura...lei è quella a cui mancheranno di più"

"A cui mancherà di più, vorrai dire"

"Già, forse hai ragione Gaara"

Kankuro saltò giù e, con la sua camminata lenta e ciondolante, raggiunse il palazzo centrale.

Almeno quella notte, avrebbe potuto dormire in pace.

Il Kazekage lo guardò sparire tra la gente che ancora si affaccendava per le strade.

Alzando lo sguardo riuscì a scorgere da lontano la sorella che fissava il deserto, incantata. Per lei sarebbe stata dura, ma avrebbe superato la cosa.

Messo di lato i sentimenti.

Come aveva sempre fatto.

Diede un'ultima occhiata in tralice alla distesa nera davanti a lui, per poi seguire le orme di Kankuro verso il palazzo.

Il villaggio di Suna andava ristrutturato e lui, in qualità di Kazekage, avrebbe dovuto guidare i lavori.

"Bisogna sempre affrontare le avversità a testa alta, e ne uscirai sempre vittorioso!"

Sorrise, ripensando a quella frase e, sicuro che nessuno lo ascoltasse, sussurrò alla grande luna che governava nel cielo.

"Arigatou, Naruto...Dattebayo!"

 

 

E anche questa è finita...corta, vero! Ma non c’era alcun bisogno di portarla avanti!!!

Inoltre è stata una nuova esperienza per entrambe...scrivere un genere di storia così...

Quando l’abbiamo pensato, dovete capirci, era dopo almeno due ore di pazzie!! U_U

Per me, Mimi18, è stato un onore scrivere con Gio, anche perché ormai la considero un’amica importante!!!

E questo sono le parole di Gio: anche per me è stato un onore mi hai insegnato un nuovo genere di scrittura e poi, mi hai fatto piacere coppie a cui non ho mai nemmeno pensato...

 

Ora, ringraziamo le persone che hanno recensito lo scorso capitolo:

 

Ginny

Neji’s fan94

Lala chan

Hina22688

Tifalockhart

 

Grazie di cuore...

E grazie anche a chi tiene la storia fra i preferiti! XD

Baciozzi

Alla prossima

Gio93&Mimi18

 

 

 

 

 

   
 
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