RESCUE AND RECOVER IN SUNA
CAPITOLO 10
"E
così, ci hanno salvato loro?"
Hinata
annuì silenziosamente, guardando di sottecchi il biondo, con stampata in faccia
un'espressione teatralmente stupita.
"Ma,
quando...dove...COME?"
Lui
si era avvicinato, in preda ad un mezzo attacco isterico, e lei non poté fare
altro che arrossire, mentre cominciava a spiegare.
Il
gruppo formato da Kiba, Chouji, TenTen e Neji era
arrivato facilmente al luogo dello scontro, grazie alle informazioni raccolte
in un vicino villaggio e anche perché la lotta si era protratta fino a poche
ore di marcia da Konoha.
Una
volta arrivati trovarono solamente Orochimaru e Sasuke sul campo di battaglia,
intenti a trasportare un malridotto Kabuto.
Senza
neanche pensarci due volte li avevano attaccati, finendo sotto il tiro di una
ventina di trappole sistemate nei dintorni e attivate da alcuni ninja del
Suono.
Riconobbero
Tayuya che aveva partecipato alla guerra fra Konoha e i villaggi di Suna e Oto,
e Suigetsu.
Neji
aveva una vaga immagine di quel ragazzo che, ancora bambino, era nelle file di Zabusa il Diavolo.
Non
ci misero molto a liberarsi di loro, ma questo contrattempo aveva fatto sì che
Uchiha e il Sennin scappassero.
Avevano
cominciato le ricerche dei loro amici e, a sera inoltrata, li avevano riportati
nel villaggio della sabbia.
Ed
era che lì che si trovavano ancora, tutti sotto le cure mediche dello staff
dell'ospedale. Le ferite che si erano procurati erano gravi e alcuni erano
ancora sotto osservazione in una delle tante camere messe a disposizione del
Kazekage Gaara per ringraziarli di tutto.
Gli
unici che avevano ricevuto il permesso di uscire erano Sakura, Lee e Shikamaru.
Questa
scelta aveva sollevato molte proteste, soprattutto di Naruto e Ino, ma alla
fine anche loro furono costretti a cedere.
In
quel momento il ragazzo e la Hyuuga erano nel grande
giardino che si estendeva attorno all'edificio e stavano parlando del più e del
meno tranquillamente.
Tranquillità
che fu interrotta dalle grida del biondo che attirarono su di loro non pochi
sguardi severi.
"N-Naruto-kun"
"Si,
cosa c'è Hinata?"
"Ci...ci
stanno fissando tutti..."
Resosi
conto di essere al centro del palcoscenico si grattò imbarazzato la testa e,
afferrata saldamente la mano alla ragazza, cominciò a correre fino a quando non
giunsero sul tetto.
"Un
po' di pace, almeno così potrò parlare senza essere squadrato stile
alieno"
Rise,
sedendosi con la schiena contro il parapetto, facendo segno ad Hinata di
raggiungerlo.
Inutile
dire che la ragazza aveva assunto tutte le tonalità dell'arcobaleno a
quell'invito.
"Su,
non ti mangio mica. Volevo solo....ringraziarti"
Sollevò
gli occhi dalle sue mani, dalle nocche ormai bianche, e incrociò il suo
sguardo.
Per
la prima volta in vita sua, vedeva Naruto Uzumaki, colui che voleva diventare
Hokage, arrossire.
"D-di che?"
"Bhè,
se non fosse stato per te io adesso sarei finito trafitto dagli attacchi di
quello schifoso viscido d'Orochimaru, non trovi?"
Flash
del combattimento le tornarono vivi davanti agli occhi, in una filmina muta.
Deglutì
con difficoltà, per poi riabbassare la testa, in modo che le lunghe ciocche
bluastre le coprissero il volto.
"Non
è vero..."
"Cos..."
"NON
E' VERO!"
Con
uno scattò si ritrovò in piedi, il viso rigato dalle lacrime.
Naruto
la stava fissando, impalato come uno stoccafisso.
"Io...io
non servo a niente. Voi avete indebolito Orochimaru, voi avete protetto Gaara. Voi, voi, voi.
Sempre e solo voi. Io
sono sempre rimasta nell'ombra e...e..."
Le
gambe le cedettero e ricadde in avanti.
Si
accovacciò come un gatto, le mani tra i capelli e con uno sguardo di triste
consapevolezza.
"Io...non
servo a nessuno. Mio padre me lo ripete sempre. Sono inutile"
"Non
dire cazzate!"
Sentì
un fruscio e poi due mani le afferrarono gentilmente i polsi per permetterle di
guardarla in faccia.
Vide
Naruto sorridere dolcemente, mentre le lasciava le mani e le sistemava i
capelli dietro le orecchie.
"Tu
sei una delle kunoichi più brave che conosco e ci sarebbe molto da imparare da
te. Sei degna di fiducia e sai tenere compagnia semplicemente con la tua
presenza. E poi, sei un membro del nostro team, ci aiuti quando siamo nei guai.
Noi non ti consideriamo inutile..."
La
stessa mano di prima le sfiorò un orecchio e, leggera, le asciugò le lacrime,
una ad una. Piano, con lentezza, come se pensasse che con più forza si sarebbe
rotta.
"Io
non ti considero inutile"
Si
ritrasse, le guance colorate di porpora, e si sedette di nuovo.
Una
farfalla volteggiò attorno alle loro teste, per poi posarsi a pochi centimetri
da loro.
Lui
teneva lo sguardo fisso sulla bestiola, non avendo il coraggio di guardarla
negli occhi dopo questa sua pseudo confessione.
Hinata
sorrise dolcemente.
Faceva
bene a fidarsi di quel ragazzo scalmanato e senza regole.
Lui,
più di chiunque altro, avrebbe potuto aiutarla a superare tutto ciò che le era
accaduto, e ora lo capiva meglio che mai.
Lentamente
lei si avvicinò di più, facendo sfiorare i loro fianchi e le loro spalle.
Lui,
sempre con gli occhi bassi, le cinse la vita, facendole appoggiare la testa al
suo petto. Non passò molto quando Hinata si accoccolò meglio, seduta fra le
gambe aperte di Naruto.
Rimasero
abbracciati, semplicemente, scambiandosi calore e affetto.
Per
ora, quello era più che sufficiente.
Indietreggiò
fino a quando il muro non lo bloccò.
Tremava come una foglia e balbettava frasi
sconnesse.
La sua ultima preghiera, prima del viaggio
di sola andata per il Paradiso.
Stavolta non gliel'avrebbe tolto nessuno.
"Calmati ragazzo, non puoi tu e non
posso io"
Un rivolo di sudore gli scese lungo la
tempia destra, causandogli un leggero solletico.
E pensare che quella mattina era iniziata
tanto bene...ora terminava nel peggiore dei modi.
Ma perché tutte a lui capitavano?
Un ringhio sommesso e continuato, mentre
l'altro soffiava aria dal naso come un drago pronto ad attaccare.
"Eddai,
troviamo una soluzione..." una risatina stentata riuscì solo ad infuriarlo
di più.
"Io - non - voglio - compromessi"
"Ma non si può! Ho ricevuto ordini
precisi di non fare entrare nessuno!"
Al rallentatore, vide un pugno arrivare
verso di lui, dritto al suo naso.
Con uno scatto si spostò e fuggì, gambe in
spalla.
Ma la sua corsa non durò a lungo.
Un'ombra si parò davanti a lui e, con un
manrovescio, lo fece andare a sbattere contro la parete di destra.
Un dolore acuto alla spalla, di sicuro era
lussata.
Lo fissò e, in un ultimo moto di coraggio,
sbottò
"Senti, carino, io non so chi ti credi
d'essere, ma non sei il capo. Qui comandano altre persone, e queste persone mi
hanno detto di non dare la stanza a nessuno. Quindi adesso sturati le orecchie
e gira al largo altrim..."
La terra gli mancò da sotto i piedi e venne
schiacciato ancora di più al muro.
Il fiato caldo dell'altro gli rimbalzò sul viso
e fu investito da una furia senza limiti.
"No, ora mi stai a sentire tu! Siamo
stati mandati qui apposta per salvare quella testa calda del vostro Kazekage
perché era stato minacciato. Ci hanno spedito stile pacco postale, dicendo che
era di un'importanza fuori dal comune, omettendo tranquillamente che centrava
l'Akatsuki e che rischiavamo di morire. Ma fino a qui si può anche
omettere"
Prese un attimo di pausa, per poi
ricominciare.
"Abbiamo protetto il villaggio da tutti
gli attacchi di quei manigoldi, cosa che voi da soli non avreste potuto fare.
Abbiamo aiutato i civili a lasciare il villaggio e curato coloro che ne avevano
bisogno. Quando Kabuto ha tentato di portare via Gaara lo abbiamo fermato e,
ultimo ma non ultimo, abbiamo inseguito i nemici fino alla foresta a due giorni
da qui, coprendo quella distanza in poche ore. Li abbiamo affrontati,
riportando ferite serie e quasi mortali, esaurendo totalmente il chakra. A
furia di insistere siamo riusciti a cacciarli via e a farli desistere dal
riattaccarvi di nuovo, riportando quello sconsiderato qui. Siamo stati
ricoverati e rimessi in sesto, costretti all'immobilità per una settimana...e
tu vieni a raccontarmi che non puoi dirmi dove si trova perché te lo hanno
ordinato? Bhè, amico, sturati TU le orecchie e ascoltami attentamente, che ti
riformulo la domanda...DOV'E' LA MIA COMPAGNA DI SQUADRA?"
Le mani strette attorno al suo collo lo
lasciarono libero di accasciarsi al suolo, gli occhi vitrei e il corpo senza un
briciolo di forza.
"248..." balbettò, prima di
fuggire, stavolta per sempre, da quel ragazzo.
Sospirò, prima di sentire una presenza
dietro di lui.
Si voltò, per poi trovarsi davanti Ino,
vestita con degli abiti nuovi e i capelli sciolti, che rideva allegramente.
"Certo che l'hai proprio strapazzato
per bene"
Camminò risoluto e si fermò solo a pochi
passi.
"Sai com'è, avevo voglia di
vederti"
Lei lo guardò duramente.
"Non fraintendere, sai? Solo che dopo
una settimana non uscivi ancora e cominciavamo a chiederci se ti fossi persa o
qualcosa del genere..."
Una ciocca dei suoi capelli venne tirata,
mentre bisbigliava al suo orecchio
"Sempre voglia di scherzare, Nara"
Ringhiò.
Gli riusciva piuttosto bene in quel periodo,
per un motivo o per l'altro.
"Allora..."
Ino saltellò all'indietro e batté le mani.
"Dopo questa sfuriata, hai ancora
voglia di spiegarmi cosa mi sono persa, chiusa in quel bunker?"
Si grattò il mento, in una perfetta
imitazione di Asuma-sensei prima di decretare, burbero
"Direi che è al corrente di tutto madamoiselle. Non ci sono stati nuovi ordini e gli
incaricati di mantenere i contatti con Konoha sono TenTen
e Neji che, come segretezza, sono peggio di una cassaforte"
Lei scosse la testa.
"Allora prima ti sei arrabbiato per
nulla?"
"Ti ho già detto che gli altri mi hanno
costretto a venire in avanguardia per scoprire come stavi e..."
"E un ninja mantiene sempre le sue
promesse. Lo so, lo so, stavo solo scherzando"
Il silenzio calò su di loro.
Fastidioso e inesorabile.
Da ragazzini erano stati abilissimi a
dissiparlo con una battuta o una smorfia, ricominciando a litigare a modo loro.
Ma non adesso.
Ormai adulti avevano abbandonato quelle
abitudini e, l'unica cosa che furono capaci di fare, fu di rimanere fermi.
Aspettando una mossa, una parola che li distraesse
dai loro pensieri.
"Uff,
dannazione!"
Ino alzò lo sguardo e vide Shikamaru
grattarsi la testa, lo sguardo basso e le orecchie arrossate.
Come al suo solito si era scordato cosa
doveva dire.
E poi diceva a lei che era una frana!
"Vediamo un po'...era...era..."
Sospirò.
"Una festa di rimpatriata, una notizia
importante, un compleanno, un matrimonio, un anniversario, un funerale,
un'altra missione che mi hai tenuta nascosta, sviluppi sugli altri, Temari che
ha fatto giustizia di Kankuro e le sue riviste..."
"Trovato!"
"Oh, bene. Sentiamo un po', cos'era
così importante da fare in modo che tu te ne scord..."
Non finì mai di prendere in giro Shikamaru
per la sua inerzia.
Tutto ciò perché quest'ultimo, contro la sua
stessa natura e logica di sfaticato patentato, le aveva tappato la bocca.
Ebbene sì, c'era riuscito.
Finalmente, dopo tanto tempo il moro aveva
preso il toro per le corna e l'aveva fatto.
L'aveva baciata, e la stava baciando
tutt'ora, tenendola stretta a se, come se pensasse che avrebbe cercato di
andarsene.
Si separò da lei di pochi centimetri, ma
quella distanza venne ricolmata dalla ragazza che lo ribaciò,
felice, dopo che lui le mormorò, rosso come un peperone
"Dovresti saperlo, Ino. Io non
scherzo mai"
Atterrarono dolcemente sulla strada
trafficata.
Camminarono fianco a fianco, le loro mani
che si sfioravano occasionalmente.
Sorpassarono alcuni folti gruppi di persone
e si avviarono a passo veloce in un vicolo che portava lontano dal mercato.
Ad ogni passo che facevano sui loro volti si
apriva sempre di più un ghigno che non lasciava nulla all'immaginazione.
"Però, chi lo avrebbe mai detto"
Trovarono una panchina e si sedettero,
godendosi i raggi pomeridiani. Delle leggere nuvole passarono sulle loro teste,
placide.
"Ci si poteva arrivare"
"Dopo quello che abbiamo visto di
sicuro!"
Risero di gusto, ricordandosi la scena che
si era loro presentata davanti agli occhi.
"Baciarsi così in un corridoio di un
ospedale, un po' di ritegno, dico io!"
"Parla il santarellino"
Si scambiarono degli spintoni giocosi,
quando lei appoggiò la testa sulle sue gambe.
Una mano le accarezzo le ciocche
disordinate, lisciandole.
"Comunque, Hinata ha detto che è da
quando sono partiti che quei due si comportavano in modo strano"
"Cosa? E noi non ce ne siamo
accorti?"
"Sembra quasi che ti dispiaccia"
"Certo, avevamo tutto sotto il naso e
ce lo siamo lasciati sfuggire. La forza della giovinez...Sakura?"
"Si?" solamente un pigolio
leggero.
"Stai facendo le fusa?"
Le guance le diventarono violette e si
gonfiarono in una smorfia infastidita.
Ma non durò a lungo, infatti si rimisero a
ridere come pazzi.
La kunoichi si rimise seduta e fece
combaciare le loro fronti, guardando Lee ridere.
Il suo sorriso era contagioso e, si dava
mentalmente della stupida per non averlo capito prima, non ne poteva fare
assolutamente a meno.
"A che pensi?"
Lui la stava fissando attentamente, cercando
un motivo di sconforto.
"A quanto sono cambiate le cose durante
questi giorni. Abbiamo combattuto in team diversi e siamo riusciti a
sconfiggere Orochimaru e l'Akatsuki. Siamo cambiati molto ed è cambiato il
nostro modo di pensare e di metterci in relazione con gli altri e..."
Si schiarì la voce, incerta
"E sono cambiati i rapporti fra di noi.
Mai avrei creduto possibile che Ino ed io avremmo scordato Sasuke-kun così
facilmente, lei con Shikamaru ed io con te"
"Bhè, forse voi lo avevate già
dimenticato da tempo, solo che non ve ne eravate rese conto. Pensavate lo
stesso a lui, credendo di amarlo ancora, mentre in realtà era solo un'immagine
sfuocata e niente più"
Lei lo fissò, sorpresa, per poi
scompigliargli i capelli.
"Sentilo, il nostro filosofo che si
atteggia da divo del cinema. Sbruffone che non sei altro, ora capisco perché
vai così d'accordo con Naruto! Dovreste formare un club, voi due!"
Altre risate contagiose. Insieme, sembrava
così facile.
Lee le diede un leggero bacio sulla guancia.
Ancora dopo una settimana sembrava timoroso.
Non sapeva se lei, per un suo gesto troppo avventato, si sarebbe allontanata ancora
di più.
"Sabato prossimo all'Ichiraku Ramen. Ti offro la cena e poi facciamo un giro per
il bosco, ti va?"
Sakura tirò fuori la lingua, facendolo
sorridere.
"Non ne posso più di boschi"
"Allora lungo il lago"
"Vada per il lago..."
Rimasero a guardare una nuvola passeggera
che oscurava a tratti il sole, mentre un venticello fresco cominciava a
soffiare da ovest.
Quasi in contemporanea i due ragazzi
riabbassarono lo sguardo e lo puntarono sulle loro mani intrecciate.
"Se qualcun'altro ci vedesse, potrebbe
dire le stesse cose che abbiamo pensato su Ino e Shikamaru"
"Non è che me ne importi granché del
giudizio altrui" disse il ragazzo con un'energica scrollata di spalle.
Lei sorrise e balzò in piedi, girando su se
stessa, come una trottola.
"E' una bella giornata..."
"...e anche l'ultima a Suna..."
"...propongo una ricognizione per
rintracciare Naruto e Hinata e andare all'ufficio del Kazekage a fare un po' di
baldoria"
"Non ti facevo così pettegola,
sai?"
Si avviò verso il centro del villaggio,
dondolando una mano accanto al suo viso.
"A fare i turni in ospedale diventi
così e a volte anche peggio"
Rock Lee la raggiunse in un balzo e, mano
nella mano, andarono a cercare i loro compagni.
Poche ore e sarebbero ripartiti. La parola
'casino' era obbligatoria, in quel caso.
Ma per attuare il loro piano avevano bisogno
degli altri.
E, guarda caso, la prima parola sulla loro
vista era 'Spettegolare sugli affari altrui"
Si prospettava molto divertente...
"Eins,
zwei...eins, zwei..."
"Te lo dico e te lo ripeto, ho Akamaru
dalla mia parte!"
"Piantatela, subito"
"Ma è lui!"
"Non ci importa chi è, smettetela, date
i nervi"
Camminavano distanziati, giusto qualche
passo più indietro, gustandosi le chiacchiere esagitate di Naruto e Kiba.
Ma, soprattutto, le facce esasperate di Neji
e TenTen che cercavano di calmarli.
"E così, questa volta partite
davvero"
Kankuro si grattò la schiena soprapensiero.
"Peccato, cominciavamo a ritenervi
simpatici"
"Non ascoltatelo, gli ha fatto male
combattere troppo, i due neuroni ne hanno risentito"
Un lamento li fece girare. Il marionettista
stava riusando la tecnica degli occhi dolci.
"Gaara-san,
non lo tratti troppo male, potrebbe fargli ancora più male!"
"Ha ragione Sakura-chan, è ancora potenzialmente
instabile..."
L'altro li guardò prima con occhi ancora più
lucidi, per poi offendersi e allontanarsi ancora di più.
"E adesso?"
Gaara appoggiò la mano sulla spalla di Lee,
quasi esasperato.
"Fa sempre, e dico, sempre, in
questo modo"
"E' diventata una routine, allora"
"Esattamente, Hinata, esattamente"
Chouji rallentò il passo e si accostò a
Kankuro, che guardava a braccia conserte il rosso prenderlo per i fondelli
insieme a Sakura, Lee e Hinata, che ridevano divertiti.
Unica consolazione, anche suo fratello era
vittima delle battute di quelli di Konoha.
Sgranocchiò e, dopo aver deglutito, afferrò
un'altra manata di patatine e le porse al marionettista.
"Ne vuoi un po'?"
Lo fisso, ponderando la risposta.
"Ma sì, un po' di cibo per tirarsi su di
morale non fa mai male"
"EHI, SIAMO ARRIVATI!"
Ino, davanti a tutti, sventolava la mano e
con l'altra indicava il cancello.
Shikamaru era andato dagli altri ragazzi,
fissandola in modo imperturbabile.
Quella pazza scatenata dei suoi stivali,
sempre a strillare...ma non ne poteva fare a meno, anche se non lo avrebbe mai
ammesso!
"E' arrivato il momento degli
addii" disse Neji, le mani ficcate nelle tasche.
TenTen e Hinata sbatterono un po' gli occhi, per
poi esclamare, indignate
"Insensibile..."
"Neji-nii san,
sei inguaribile!"
Chiacchiere si levarono dal gruppo, alte e ingrovigliate. Sembrava che nessuno, adesso, volesse
interrompere quel momento di calma che si era creato.
"Su, forza, Tsunade-sama
ci aspetta!"
Sakura afferrò Kiba per le spalle e cominciò
a spingerlo, ignorando le sue lamentele.
"Oh, Sakura, aspetta"
"Niente aspetta, Lee. Siamo già in
ritardo!"
Ed anche gli allievi di Gai si avviarono,
seguiti da Shikamaru che borbottava fra se e se
"Voglia di metterci in viaggio, saltaci
addosso!"
Ino, Sakura e Chouji intanto avevano
trascinato gli altri in un'altra discussione, di cui si udivano solo alcuni
sprazzi su missioni impossibili, patatine con paprica e zenzero e qualsiasi
altra cosa passasse loro per la mente.
"Fate buon viaggio"
"E attenti al lupo cattivo!"
Naruto si guardò attorno, la mano sugli
occhi per ripararsi dal sole.
"Lupi? Io non ne vedo...anzi no, eccone uno! Ops, scusate, è solo un gattino fifone!"
Alte risate si levarono, ancora una volta.
Hinata, con le lacrime agli occhi, era
braccetto con il biondino e sembrava sul punto di crollare dal sonno e se ne
accorsero tutti.
Anche a fare niente di perdevano energie, e
loro ne avevano bisogno per il cammino.
"Forza, ora andiamo e niente
storie!"
"Sì, sì, tranquilla"
"Risparmiate il fiato"
"Gaara, perché non ti tappi quella
boccaccia?"
"Ino, vale anche per te"
"Ci si rivede, ragazzi!"
"Si, se avete bisogno, sapete dove
trovarci..."
"...e come al solito verremo a tirarvi
fuori dai guai, Dattebayo!"
"Continua a sperarci, pecorella! AHI!!!"
"Kankuro-san,
se le va proprio a cercare!"
E così, dopo altri quindici minuti di 'tempo
sprecato a ciarlare a vuoto', come si sono ritrovati
a dichiarare Neji e Kiba, il gruppo partì.
Adesso erano solo una massa scura sulla
sabbia dorata, lontana, all'orizzonte.
Li osservarono per molto tempo, fino a
quando la sera non cominciò a calare e rintracciarli sarebbe stato impossibile.
Sospirò.
"Mi mancheranno, sul serio"
"Non ne dubito"
Le luci delle case, alle loro spalle, si
accesero una ad una. Alla fine, l'intero villaggio su illuminato. La notte del
deserto, l'ennesima, era giunta.
"Sai per caso dov'è Temari?"
"Indovina?"
"Alle mura...lei è quella a cui
mancheranno di più"
"A cui mancherà di più, vorrai
dire"
"Già, forse hai ragione Gaara"
Kankuro saltò giù e, con la sua camminata
lenta e ciondolante, raggiunse il palazzo centrale.
Almeno quella notte, avrebbe potuto dormire
in pace.
Il Kazekage lo guardò sparire tra la gente
che ancora si affaccendava per le strade.
Alzando lo sguardo riuscì a scorgere da
lontano la sorella che fissava il deserto, incantata. Per lei sarebbe stata
dura, ma avrebbe superato la cosa.
Messo di lato i sentimenti.
Come aveva sempre fatto.
Diede un'ultima occhiata in tralice alla
distesa nera davanti a lui, per poi seguire le orme di Kankuro verso il
palazzo.
Il villaggio di Suna andava ristrutturato e
lui, in qualità di Kazekage, avrebbe dovuto guidare i lavori.
"Bisogna sempre affrontare le avversità
a testa alta, e ne uscirai sempre vittorioso!"
Sorrise, ripensando a quella frase e, sicuro
che nessuno lo ascoltasse, sussurrò alla grande luna che governava nel cielo.
"Arigatou,
Naruto...Dattebayo!"
E anche questa è finita...corta, vero! Ma
non c’era alcun bisogno di portarla avanti!!!
Inoltre è stata una nuova esperienza per
entrambe...scrivere un genere di storia così...
Quando l’abbiamo pensato, dovete
capirci, era dopo almeno due ore di pazzie!! U_U
Per me, Mimi18, è stato un onore
scrivere con Gio, anche perché ormai la considero un’amica importante!!!
E questo sono le parole di Gio: anche per me è stato un onore mi hai insegnato un nuovo genere di
scrittura e poi, mi hai fatto piacere coppie a cui non ho mai nemmeno pensato...
Ora, ringraziamo le persone che hanno
recensito lo scorso capitolo:
Ginny
Neji’s fan94
Lala chan
Hina22688
Tifalockhart
Grazie di cuore...
E grazie anche a chi tiene la storia fra
i preferiti! XD
Baciozzi
Alla prossima
Gio93&Mimi18