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Autore: RoseScorpius    01/03/2013    66 recensioni
"Draco Malfoy, nonostante avesse quarant'anni suonati e fosse indubitabilmente un Purosangue ossigenato, non era poi così male. Insomma, per essere un noiosissimo adulto che aveva sposato mia madre, avrebbe potuto andargli peggio.
Almeno, questo era quello che pensavo da quando era entrato a far parte ufficialmente della mia incasinatissima famiglia. Pensavo, in effetti, che Draco Malfoy fosse l'ultima persona sulla faccia della terra a cui sarebbe venuto in mente di farmi quel discorso. Così come, d'altronde, pensavo che tra me e Scorpius non ci sarebbero più stati malintesi e che a Hogwarts non sarebbe mai successo nulla di più pericoloso di una lezione del professor Rüf.
Me illusa.
È scientificamente provato che a Hogwarts deve per forza succedere qualcosa di oscuro e misterioso, almeno una volta ogni cinque anni. Quanto al discorso... sì, beh, quello magari si sarebbe potuto evitare..."
SEQUEL DI "PERCHE' SUL CAMPANELLO DI CASA MIA C'E' SCRITTO WEASLEY-MALFOY?!"
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, James Sirius/Dominique, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita è un biscotto ma se piove si scioglie'
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SEQUEL di: Perché sul campanello di casa mia c'è scritto Weasley-Malfoy?



Titolo: Perché sul campanello di casa mia c'è scritto Malfoy e basta?!
Autore: RoseScorpius
Fandom: Harry Potter

Genere: Commedia, Romantico (con leggere inclinazioni verso il demenziale o verso il depresso, a seconda dell'umore durante la stesura dei vari capitoli), Mistero, Avventura

Rating: Arancione (alzabile)

Avvertimenti: Slash, Het, Triangolo, Incest, Misto Mare, Probabilmente Lemon, Sicuramente nuoce alla salute
Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Albus Potter, Dominique Weasley, James Potter, Tessa MacMillan, Basta Siete Troppo Curiosi e tutta la baracca
Coppie: Ma ve le devo dire proprio tutte? Rose/Scorpius, Draco/Hermione, James/Dominique, Albus/... no, questa non ve la dico.

Note: Sì, è il sequel. E sì, vi odio per avermi obbligata moralmente a scriverlo. Ci sono altre domande? Cincischiamenti a parte, le premesse da fare sono poche, ma importanti. 

  1. Prima di tutto vi spammerò indegnamente questa cosa qua, che è la necessaria premessa a questo sequel. Se non la volete leggere credo che né io né voi cadremo stecchiti al suolo, basta che nel prossimo capitolo non mi chiediate da quando Tizio Caio esiste, perché in tal caso vi rispammerei la cosa di cui sopra e saremmo punto e accapo.
  2. In secondo luogo, a tutti quelli che si aspettano un seguito uguale in tutto e per tutto alla storia precedente, vorrei ricordare che in tal caso forse dovreste andare a rileggervi la storia originale e lasciare perdere questa qua, prima che io vi distrugga l'infanzia. Insomma, no, non è uguale a “Perché sul campanello di casa mia c'è scritto Weasley-Malfoy?!”. È una storia che affronta tematiche un po' più serie e ci sono anche elementi di azione. Anche dal punto di vista della tecnica narrativa, andando avanti, noterete delle sostanziali differenze. Poi, chiaro, non che io sia capace di essere seria... ad ogni modo, credo che rating e avvertimenti parlino abbastanza chiaro. Per il resto, sono sempre io. E non sono ancora diventata schizofrenica.
  3. Dal punto di vista bassamente tecnico e pratico, gli aggiornamenti saranno di venerdì, a settimane alterne. Quindi il prossimo capitolo sarà online il 15 marzo. Ho già un paio di capitoli scritti e betati (dalla solita zuzallove, sempre sia lodata, amen) in cantiere e ce la metterò tutta per essere regolare negli aggiornamenti, visto che devo cominciare da zero una nuova storia. Può darsi che da maggio a luglio gli aggiornamenti arriveranno ogni tre settimane, invece che due, per cause di forza maggiore (leggete: matura e test d'ingresso di medicina), ma se a fine luglio sarò ancora viva spero di riuscire a portare a termine questa storia senza combinare i disastri che sono successi con la precedente. Non mi sto prendendo molto sul serio mentre lo scrivo, eh. Però sono piena di buoni propositi.

Spero di non deludere nessuno con questo sequel e spero che continuerete a seguirmi ed incoraggiarmi come avete sempre fatto.

 

RoseScorpius

 

Perché sul campanello di casa mia c'è scritto Malfoy e basta?!
 

A Chiara,

e credo che non ci sia bisogno

di spiegare perché.

 

 

Prologo

 

Draco Malfoy, nonostante avesse quarant'anni suonati e fosse indubitabilmente un Purosangue ossigenato, non era poi così male. Insomma, per essere un noiosissimo adulto che aveva sposato mia madre, avrebbe potuto andargli peggio. 

Almeno, questo era quello che pensavo da quando era entrato a far parte ufficialmente della mia incasinatissima famiglia. Pensavo, in effetti, che Draco Malfoy fosse l'ultima persona sulla faccia della terra a cui sarebbe venuto in mente di farmi quel discorso. Così come, d'altronde, pensavo che tra me e Scorpius non ci sarebbero più stati malintesi e che a Hogwarts non sarebbe mai successo nulla di più pericoloso di una lezione del professor Rüf.

Me illusa.

È scientificamente provato che a Hogwarts deve per forza succedere qualcosa di oscuro e misterioso, almeno una volta ogni cinque anni. Quanto al discorso... sì, beh, quello magari si sarebbe potuto evitare...

 

***

 

Le vacanze di Natale quell'anno passarono più in fretta del solito. Forse perché, per la prima volta dopo parecchi anni, avevo una famiglia vera con cui festeggiare. Sì, beh, e un fidanzato con cui continuare i festeggiamenti chiusi nello sgabuzzino delle scope. Supponevo che anche quello avesse fatto la sua parte...

Ovviamente nessuno degli adulti sapeva quanto poco di platonico ci fosse nella relazione tra me e Scorpius, o avrei avuto ben pochi motivi per trovarmi stampato in faccia il sorriso ebete che mi ero portata in giro per tutte le vacanze. Più verosimilmente sarebbe stato Scorpius ad avere qualcosa stampato sulla faccia, ed ero pronta a scommettere che si sarebbe trattato del segno di un poderoso schiaffo di Ronald Weasley. Mio padre non si era ancora del tutto ripreso dal trauma di vedere la propria ex moglie sposata con Draco Malfoy; se avesse saputo di me e Scorpius ero pronta a scommettere sarebbe morto d'infarto. Non prima di averci uccisi, era chiaro.

L'unico adulto a conoscenza della nostra relazione illecita era Draco, che generalmente ci copriva  le spalle di buon grado, al modico prezzo (perché ovviamente c'era un prezzo) della nostra perpetua schiavitù e della facoltà di sfotterci a piacimento. Il che era quasi generoso, per i suoi standard, se si pensava a quanto gli sarebbe piaciuto causare un infarto a Ron Weasley.

Sì, beh...

Per dirla tutta, non ero ancora del tutto convinta che la sua reale intenzione non fosse quella di aspettare il momento più propizio per sbattere la notizia in faccia al suo vecchio rivale, ma confidavo che si sentisse abbastanza in debito con me da trattenersi. Dopotutto era stato solo grazie a me se lui e mia madre si erano riappacificati, l'estate scorsa. Certo, avevo anche avuto una certa responsabilità quando si erano quasi lasciati, ma quello era un dettaglio del tutto insignificante. 

Agguantai un calzino spaiato, sorridendogli con entusiasmo, e lo gettai nel baule, tra il guazzabuglio di vestiti stropicciati e libri perfettamente intonsi che lo popolavano (uno dei tanti vantaggi di stare con Scorpius era che potevo studiare dai suoi appunti. Perché io studiavo. Insomma, ogni tanto). Agguantai una maglietta e una scarpa, continuando a sorridere come se qualcuno mi avesse lanciato un Incantesimo Rallegrante particolarmente forte. O un Incantesimo della Demenza da Piccioncini Innamorati, per come la vedeva Domi.

Oh, chi se ne importa!

Da quando io e Scorpius ci eravamo messi assieme tutta la mia vita sembrava aver cominciato a girare per il verso giusto: a scuola passavo la maggior parte del mio tempo nella Sala Comune di Serpeverde, in compagnia di Scorpius, di mio cugino Al e dei loro compagni di stanza, Marshall e Mortimer. Spesso a noi si univa anche Lily, che si era sempre tenuta sul vago per quanto riguardava lei e Marshall, ma intanto non perdeva occasione per ripassarselo su ogni superficie disponibile. Intanto ero il portiere titolare della squadra di Grifondoro e, dopo aver clamorosamente stracciato Corvonero nella prima partita del campionato, eravamo in testa alla classifica. Incredibilmente, avevo anche deciso di proseguire con il corso MAGO di Trasfigurazione. In questa decisione c'erano, più che lo zampino, proprio tutte e due le gambe di Scorpius, che mi aveva convinta un po' con le suppliche e un po' con i calci nel sedere. Più che altro con i calci nel sedere.

Ma valeva comunque la pena di frequentare gli stessi corsi di Scorpius, anche se questo significava studiare il doppio delle materie che avrei seguito di mia spontanea volontà, per il semplice fatto di averlo costretto a continuare con Cura delle Creature Magiche: vederlo scappare da una mandria di Ippogrifi inferociti, alla prima lezione, era stato un vero spasso. Portarlo in infermeria a farsi rimettere a posto le parti del corpo mancanti un po' meno, ma beh... evidentemente c'era una specie di faida in atto tra i Malfoy e gli Ippogrifi. Dovevano essere in lizza per il titolo di creature più permalose del Mondo Magico, o qualcosa del genere.

« Ehi, Weasley ».

La voce di Scorpius, alle mie spalle, mi richiamò alla realtà. Realtà nella quale stavo continuando imperterrita a sorridere in direzione del manuale di Incantesimi. Mi chiesi se esistesse un modo onorevole per convincerlo che non stavo flirtando con un testo scolastico, ma poi decisi di optare per la strategia del “tu non hai visto niente”. Lanciai il manuale nel baule e mi voltai verso di lui con quella che avrebbe voluto essere nonchalance.

« Malfoy, perché hai invaso il mio regno? Non hai dei bagagli da preparare? » chiesi.

« Io sono una persona previdente, al contrario di qualcuno » replicò, dandomi un buffetto sul naso per mettere in chiaro di chi si stesse parlando. « Ho preparato il mio baule ieri sera ».

Chiaro, come ho potuto dubitarne?

« A proposito » aggiunse Scorpius, gettando un'occhiata vagamente preoccupata dentro il mio baule. « Dove hai messo il pullover blu che ti avevo prestato? »

Arrossii violentemente e mi affrettai a trovare qualcos'altro da ficcare nel baule per non guardarlo in faccia.

« Oh, nel baule, da qualche parte... » risposi con tono casuale. « Salterà fuori ».

Mi ero fatta prestare il suo pullover durante una lezione di pozioni nei sotterranei, qualche settimana prima, perché stavo letteralmente congelando... oh, d'accordo, in realtà la mia pozione fumava così tanto che sembrava di essere ai Tropici. È che adoravo mettermi addosso i suoi vestiti.

L'ultima volta che avevo visto il pullover, dopo averlo usato come pigiama/orsetto Teddy per una settimana, aveva un discreto aroma di stalla e giaceva spiegazzato e mezzo rivoltato ai piedi del mio letto. Era meglio per tutti che Scorpius non lo vedesse in quello stato. Molto meglio. 

Con la coda dell'occhio colsi l'espressione scettica di Scorpius.

« In che condizioni l'hai ridotto? » indagò.

Mi voltai verso di lui con un sorriso sornione e mi alzai sulle punte dei piedi per stampargli un piccolo bacio colpevole sulle labbra.

« Credimi, non vuoi saperlo ». 

Scorpius aprì la bocca per replicare, ma fu interrotto dalla voce semi-isterica di mia madre, che ci richiamò all'ordine dal piano di sotto.

« Rose, Scorpius, se non vi muovete faremo tardi! »

« Faremo tardi, certo ».

Lanciai un'occhiata ironica all'orologio del cellulare, che segnava le nove e tre quarti, ma colsi l'occasione per defilarmi prima che Scorpius potesse fare altre domande inopportune sullo stato e sulla precisa ubicazione del suo pullover. Posai il cellulare sul comodino – non sarebbe stato molto utile a Hogwarts – e chiusi il baule con una pedata. Ero abbastanza certa di aver dimenticato qualcosa di importante, probabilmente nascosto sotto al letto o in fondo all'armadio, ma mamma, come al solito, me lo avrebbe spedito per gufo prima ancora che potessi accorgermi di averlo lasciato a casa.

Imprecando tra i denti, io e Scorpius sollevammo il baule e lo trasportammo giù dalle scale.

« Ancora tre mesi e mezzo... » ansimò Scorpius. « E poi giuro che appena diventerò maggiorenne non solleverò mai più nulla che sia più pesante di una piuma senza usare la magia ».

Mamma e Draco ci stavano aspettando all'ingresso, entrambi in abiti Babbani. Draco, per la precisione, sembrava essere inconsapevole di avere addosso una pelliccia da donna e, a giudicare dall'occhiata ammonitrice che mi scoccò mamma, era molto meglio che continuasse ad esserlo. Repressi un sorrisetto e mi infilai sciarpa e giubbotto, mentre al mio fianco Scorpius si gettava sulle spalle un mantello. Quando mi voltai di nuovo verso i nostri genitori scoprii che Draco ci stava fissando con aria assolutamente scandalizzata.

Si è accorto di indossare abiti da donna?

Scorpius lanciò un'occhiata dubbiosa al padre.

« Ehm... c'è qualche problema? »

Per tutta risposta Draco indicò il suo mantello da mago come se si trattasse di uno Schiopodo Sparacoda particolarmente grosso.

« Scorpius, come ti sei vestito? »

« …Come sempre? » propose Scorpius, che sembrava star ventilando l'ipotesi di chiamare il reparto psichiatrico del San Mungo.

Si voltò e studiò il proprio riflesso nella finestra, aggrottando le sopracciglia. Indossava pantaloni e maglione della divisa sotto a un cappotto scuro. Non mi sembrava nulla di particolarmente scandaloso.

Mamma tossicchiò, a disagio.

« Ehm, Scorpius, credo che Draco intendesse dire che dovresti indossare degli abiti Babbani finché non sali sul treno... sai, per passare inosservati... »

« Come se i Babbani si accorgessero di qualcosa... » grugnii.

Che cavolo, quei pantaloni gli stavano davvero bene sul sedere! Ma evidentemente mamma non era molto interessata alla mia possibilità di godere di un bel panorama durante il viaggio, perché per tutta risposta trasfigurò i nostri bauli in due normalissimi trolley Babbani.

« Questo non significa che dobbiamo andarcene in giro a sbandierare il fatto di essere dei maghi » dichiarò Draco, che notoriamente non aveva mai pensato che ci fosse qualche motivo per vantarsi nell'essere un mago Purosangue.

Scorpius inarcò un sopracciglio, ma si chinò su quello che restava del suo baule per scegliere degli altri vestiti, senza commentare.

« Oh, scusami, Scorpius... » lo interruppe mia madre, prima ancora che Scorpius potesse aprire la cerniera del trolley.

Agitò la bacchetta con un gesto impaziente e subito i vestiti di Scorpius furono sostituiti magicamente da un paio di jeans e da una felpa scura.

Mentre Draco e mamma ci precedevano nel vialetto del giardino, ci scambiammo uno sguardo perplesso.

« Questo non significa che dobbiamo andarcene in giro a sbandierare il fatto di essere dei maghi » sussurrò Scorpius, scimmiottando il padre con una smorfia. « Ma che gli prende? »

Scrollai le spalle.

« Bah, avrà litigato con mamma e vorrà redimersi ai suoi occhi ».

Non sarebbe stata una novità, comunque.

Feci per seguirli, ma Scorpius mi afferrò un polso e mi tirò dentro casa.

« Aspetta un secondo... » sussurrò, e prima che potessi protestare – non che avessi intenzione di farlo, a scanso di equivoci – le sue labbra erano sulle mie.

Mi alzai sulle punte dei piedi e ricambiai il bacio con trasporto. D'accordo, con un po' troppo trasporto, forse. Ma non ci potevo fare niente se ogni volta che lo sfioravo i miei ormoni partivano per la tangente: era Calvin che li aizzava. Calvin che al momento, per l'esattezza, stava mimando delle cose davvero indecenti.

Scorpius mi cinse la vita con un braccio e mi sollevò leggermente per farmi sedere sul mobile dell'ingresso. Per un attimo, quando le nostre labbra si staccarono, ebbi la vaga percezione dei risucchi animaleschi che stavamo producendo, ma l'istante dopo ero troppo impegnata a produrne di più indegni ancora per preoccuparmene.

Al diavolo, è così... così...

Era sempre stato così con Scorpius, fin dal nostro primo bacio: lui poteva essere uno studente modello e un galantuomo, e io probabilmente ero dotata di troppo amor proprio per inscenare la farsa dei “fidanzatini cuore amore”, ma quando ci baciavamo era... beh, molto meglio che nelle fantasie di Calvin. Niente pensieri stupidi del tipo “oddio, cosa penserà se gli metto le mani sotto la maglietta?”, nessun momento di imbarazzo, nemmeno quando ci accorgevamo di essere finiti a rotolarci sul divano come due salamandre nella la stagione degli amori. Baciare Scorpius era un po' come respirare: semplice, naturale, istintivo. Non c'era bisogno di pensarci; il mio corpo sapeva esattamente cosa fare. Ed era... beh, semplicemente wow.

« Rose, Scorpius, vi muovete? Cosa state facendo? »

Finché non diventava terribilmente imbarazzante, certo. Ci separammo bruscamente e ci affrettammo a ricomporci prima che mia madre potesse scoprirci ad amoreggiare sopra la sua scarpiera di noce. 

« A-arriviamo... » balbettò Scorpius, arrossendo furiosamente.

Lo seguii fuori di casa facendo del mio meglio per assumere l'espressione innocente di chi ha appena avuto una garbata conversazione sui compiti di Trasfigurazione.

« Sì, ehm... avevo dimenticato una cosa in camera... » spiegai.

A giudicare dall'occhiatina sarcastica di Draco i miei sforzi non ebbero molto successo.

 

***

 

Com'era prevedibile, arrivammo a King's Cross con quaranta minuti di anticipo. Mamma mise su una scenata incredibile perché, a detta sua, mi ero quasi fatta vedere da una vecchietta mentre attraversavo la barriere, ma a parte l'evidente isteria derivata dai problemi di coppia di qualcuno non successe nulla di particolare. Non fino a che il resto della truppa Weasley-Potter ci ebbe raggiunti, almeno.

Erano le dieci e mezza passate quando i Potter, al seguito di un Harry alquanto corrucciato, ci si presentarono sulla banchina, completando il quadretto familiare.

« Quanta allegria nell'aria... » commentò Hugo con profondo sarcasmo.

In effetti, l'umore degli altri componenti della famiglia non sembrava troppo diverso da quello dello zio Harry: James, che era tornato il giorno prima da un ritiro con i Cannoni di Chudley, si trascinava dietro il baule senza guardare in faccia nessuno, mentre Al non perdeva occasione per scoccargli occhiatine di profondo disgusto. Lily, dal canto suo, doveva essere ancora offesa per la lavata di capo che si era beccata dopo che Ginny aveva messo le mani su una lettera particolarmente compromettente che aveva scritto a un'amica a proposito di Marshall.

Non appena i Potter ci raggiunsero, Domi mi artigliò la mano. Da quando aveva smesso di mandare James a quel paese non appena tentava di rivolgerle la parola, sembrava aver optato per la strategia del “vai in paranoia ogni volta che James è nel raggio di dieci metri”. Il che non era esattamente un miglioramento, soprattutto considerando che il compito di farle da psicologa poi spettava a me.

« Come sto? » sussurrò, sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio.

« A meraviglia » grugnii, senza nemmeno perdere tempo a guardarla.

Domi non parve troppo soddisfatta, perché continuò imperterrita a ficcarsi le dita tra i capelli e sistemarsi la sciarpa attorno al collo. 

« Ciao, James... » lo salutò con voce esitante. « Hai passato... ehm... delle buone vacanze? »

James voltò la testa dall'altra parte e accelerò il passo per salire sul treno, trascinandosi dietro il baule con un clangore assordante. Albus, al fianco di zia Ginny, fece di tutto per evitare il mio sguardo inquisitore.

Stupendo. Vai così, agenzia matrimoniale... 

Ginny alzò gli occhi al cielo.

« Ciao anche a te, James » gli urlò dietro.

La zia Angelina, che quanto a figli problematici la sapeva lunga almeno quanto Ginny, le rivolse uno sguardo di profonda comprensione.

« Crisi adolescenziali? » s'informò.

Ginny grugnì qualcosa a proposito del fatto che qualcuno sarebbe finito da uno strizzacervelli (non capii se si stesse riferendo a se stessa o a James) e subito dopo si voltò per sfogarsi sul colletto della camicia di Al, che a quanto pareva era fuori posto di mezzo millimetro. Lily sgusciò via di soppiatto e si affrettò a nascondersi tra me e Domi prima di fare la stessa misera fine del fratello. 

« Ciao, Lils » la salutai. « Tutto bene? »

Lo sguardo omicida che ricevetti in risposta fu abbastanza eloquente da convincermi a cambiare argomento. Anche perché Ginny, dopo aver sistemato di vestiti di Al, era appena passata a strigliare il marito per qualche questione riguardante il Ministero della Magia, e “il nostro anniversario” e ancora “ne riparliamo a casa”. E in famiglia sapevamo tutti che era molto meglio non immischiarsi nelle questioni di casa Potter quando zia Ginny era di quell'umore. 

Beh... se non altro i Granger-Malfoy non sono gli unici ad avere problemi di coppia...

« Andiamo a mettere i bauli sul treno, vi prego... » sbuffò Lily.

Lungi da me andarle contro in un momento del genere, mi affrettai a raccogliere il trolley e il resto delle mie cose. Domi ci seguì in silenzio, trascinandosi dietro un baule e un muso lungo da manuale, entrambi molto più ingombranti di quanto avrebbero dovuto essere.

« Tutto a posto, Domi? » chiese Lily.

Domi scrollò le spalle e rispose con una vocina depressa: « Sì, sto bene, perché? »

Lily non parve troppo convinta. Issò il baule a bordo del treno con un calcio e le lanciò uno sguardo indagatore.

« Sicura? Hai una faccia... » Domi aprì la bocca per ribattere, ma Lily fu più veloce. « Non sarà per quel cretino di James, vero? Insomma, non lo so, si è fatto venire le turbe ormonali a scoppio ritardato. La gente normale ce le ha a tredici anni, ma lui è un idiota. Sai cosa? Magari si è preso una cotta per uno dei giocatori, al ritiro. Spiegherebbe perché non si è mai fatto la ragazza, almeno ».

Se l'intento di Lily era quello di tirarle su il morale, Barnaba il Babbeo che tentò di insegnare la danza ai Troll aveva avuto molto più successo di lei. Domi si rabbuiò e borbottò qualche commento acido a proposito del fatto che se ne fregava altamente dei problemi mentali di James, poi sollevò il baule con un incantesimo e sparì lungo il corridoio, dicendo che ci saremmo viste al castello. 

Chissà perché, avevo la netta impressione che avrebbe passato il viaggio a deprimersi nel bagno del treno.

 

***

 

Mancavano poco meno di dieci minuti alle undici quando io e Lily riuscimmo a sistemare i nostri bagagli nello scompartimento dei Serpeverde del sesto anno. Salutai Mort e Marshall con un cenno del capo. Mort, che stava trafficando per rollarsi una sigaretta, mi rivolse un saluto distratto. Marshall, al suo fianco, stava sbirciando Harry e Ginny dal finestrino con aria colpevole e sembrava troppo preso dai propri sensi di colpa per accorgersi del resto del mondo. Di mio cugino, invece, non c'era traccia. 

« Qualcuno ha visto Al? » chiesi.

Mort si strinse nelle spalle, Lily sibilò un aggettivo molto poco carino e Marshall continuò a non dare segni di vita.

« D'accordo, vado a cercarlo » conclusi.

Percorsi il corridoio a ritroso e scesi sulla banchina, guardandomi attorno tra gli ultimi studenti che si affrettavano a raggiungere il treno. Dopo averne combinata una così grossa, Al doveva aver pensato bene di andarsi a nascondere da qualche parte: mica per niente era un Serpeverde. 

E sì, non avevo bisogno di prove per essere sicura che Al avesse ben più di qualcosa a che fare con le turbe ormonali di James: era da quando aveva tre anni che la massima aspirazione della vita di mio cugino consisteva nel far mettere assieme persone che, nel migliore dei casi, non avevano nulla in comune una con l'altra. Nel peggiore si odiavano, come me e Scorpius.

E no, mi rifiuto di pensare che sia merito di Al se ci siamo messi assieme. 

La passione smodata di Al per tutto ciò che non rientrava nel campo degli affaracci suoi aveva effetti catastrofici molto più spesso di quanto avesse successo. Come nel caso di James e Dominique, a quanto pareva: non avevo idea di come avesse fatto a scoprire dell'imbarazzante cotta di Domi, ma da quando ne era venuto a conoscenza si era subito dato da fare per rovinare la vita ai due nuovi e sventurati clienti della sua agenzia matrimoniale. A giudicare dal comportamento di James, tra l'altro, ci doveva essere riuscito anche troppo bene: Jamie di solito era la persona più buona che conoscessi. Un po' troglodita, forse, e decisamente insensibile, ma non era mai stato capace di arrabbiarsi seriamente con qualcuno. A parte con le squadre di Quidditch avversarie, certo.

« Ehi, Rose, che ci fai ancora qua? »

Scorpius comparve alle mie spalle armeggiando con il nodo della cravatta verde-argento. Si era già infilato la divisa (probabilmente non vedeva l'ora di togliersi i vestiti che mia madre lo aveva costretto a indossare) e lo stemma di Serpeverde era in bella vista sul maglione. Per i suoi standard era comunque un gesto di ribellione piuttosto eclatante.

« Cercavo Al » risposi, scrollando le spalle.

« Sta ancora tentando di far mettere assieme i vostri cugini? » chiese lui.

Alzai gli occhi al cielo.

« Ovviamente ».

« Beh, se non altro » osservò Scorpius con fare filosofico. « Potrebbe essersi trovato un passatempo per i prossimi cinquant'anni ».

« E questa ti sembra una cosa...? » cominciai, ma fui interrotta dalla voce strascicata di Draco.

« Cosa ci fate ancora qua, voi due? »

Ricambiai il suo sguardo sospettoso con un'occhiataccia (ero ancora piuttosto scossa dal fatto di averlo scambiato per Scorpius due settimane prima). Con mia grande sorpresa, però, Draco sembrava molto più imbarazzato di me al momento.

Wow... questa me la devo segnare...

« Stavamo andando. Non pensavamo di darci alla macchia... » sbuffai, mentre Draco continuava a fissarci con l'espressione di chi si prepara ad affrontare un discorso alquanto spinoso.

« Avete un minuto? » chiese.

Io e Scorpius ci scambiammo uno sguardo perplesso, ma acconsentimmo con una scrollata di spalle. Qualunque cosa fosse, difficilmente avremmo avuto motivo di preoccuparcene: quando doveva fingere di essere un educatore autoritario e responsabile, Draco si assicurava sempre che mamma fosse a portata d'orecchio.

« Sì... » esordì Draco, affondandosi le mani nelle tasche della pelliccia da donna (quando lo avevamo incontrato, mamma aveva dovuto lanciare un Petrificus Totalus a papà per evitare che cadesse a terra in preda alle risate). « Ecco... Non so bene come iniziare questo argomento, ma... ehm... voi due lo sapete com'è che nascono i bambini, no? »

« Che cosa? » sbottò Scorpius, arrossendo così tanto che mi preparai a lanciargli addosso un Aguamenti. 

No, ma sul serio?

I secondi passarono tesi e interminabili, mentre attendevo invano che Draco ci battesse una pacca cameratesca sulla spalla e scoppiasse a ridere, dicendo qualcosa come “pesce di settembre” o “aha, ci siete cascati eh?”. Peccato che Draco non desse il minimo segno di volerlo fare.

Quando fu chiaro che nessun clown sarebbe comparso dal nulla schiamazzando con una trombetta, mi vidi costretta a intervenire.

« Stai scherzando, spero! » sbottai. « Ti prego, dimmi che non stai per farci quel discorso... »

Draco sembrò estremamente oltraggiato dalla nostra mancanza di collaborazione.

« Preferisci che lo dica a tua madre? » sibilò. « Voglio proprio vedere se il suo, di discorso, ti piacerebbe di più... »

Ammesso che non mi avesse incastrato addosso una cintura di castità e tanti saluti, riuscivo a immaginare perfettamente la scena in cui mia madre, in piedi davanti a una lavagna su cui erano disegnati gli apparati riproduttori maschile e femminile, spiegava a me e a Scorpius i perché e i per come della faccenda, usando imbarazzanti parole in codice come il colibrì e la farfallina, o l'ape e il fiorellino al posto di pene e vagina. Rabbrividii al solo pensiero.

« Come non detto, continua pure ».

« Bene, allora... »

Draco esitò e ci squadrò con sospetto, come se credesse che ci sarebbe spuntata in fronte una vignetta con su scritto “vergine” o “non vergine” a caratteri cubitali. Quando evidentemente non successe nulla di tutto ciò, si schiarì la gola con un colpetto di tosse e disse:

« Insomma, immagino che sappiate com'è che funziona, no? Ci si diverte, si provano nuove esperienze... » 

Qualcosa nel modo in cui disse “nuove esperienze” suggeriva che non si stesse riferendo alla sperimentazione di ricette alternative per la torta alle mele...

« E... ehm... » Draco tossicchiò e si sfregò le mani. « Forse non sono la persona più indicata per dirvelo, ma suppongo sappiate che quando alcune parti del corpo si trovano troppo vicine... »

Qualcosa nel modo in cui disse “alcune parti del corpo” suggeriva altresì che non si stesse riferendo ai lobi delle orecchie...

« … e quando dico troppo vicine intendo una dentro l'altra, non so se mi spiego... Ecco, la sostanza è che può succedere che in certi casi, se non si prendono le dovute precauzioni e se... ehm... se un certo liquido entra in contatto con... ehm... »

Qualcosa nel modo in cui disse “un certo liquido”, d'altronde, suggeriva piuttosto inequivocabilmente che non si trattasse di Succo di Zucca... 

« Sì, ecco, non vorrei che... cioè... forse dovreste... non so se mi sono spiegato... »

L'orologio segnava le undici meno tre minuti, e Draco sembrava aver esaurito le frasi allusive a sua disposizione per spiegarci la faccenda. Per un attimo osai addirittura sperare che avrebbe lasciato cadere l'argomento e avrebbe optato per la versione dei bambini sotto i cavoli. 

« Sì, ecco... »

Draco si schiarì la voce nervosamente e spostò il peso da un piede all'altro.

« Oh, al diavolo! » sbottò alla fine. « Quando si scopa nascono i bambini, chiaro il concetto? »

Fu in quel momento che cominciai a ponderare l'idea della fuga. Scorpius, al mio fianco, stava avendo un violento e alquanto rumoroso attacco d'asma.

Dopo un po', visto che continuavamo a non dare segni di vita più rassicuranti di qualche sporadico rantolo, Draco sembrò rendersi conto di essere stato un po' troppo diretto.

Ma solo un po'. In fondo, chi non vorrebbe farsi spiegare il sesso dal proprio patrigno?

« Beh, sinceramente, non so cosa facciate voi due quando siete da soli, e finché siete minorenni non ho la minima intenzione di saperlo » borbottò. « Ma mi auguro che prendiate le dovute precauzioni... »

« Che... che... che cosa?! » gracchiò Scorpius. 

Io, dal canto mio, stavo cominciando a rimpiangere seriamente mia madre e la lavagna.

« Preservativi, Scorpius » chiarì Malfoy Senior.

Rimasi a fissarlo, in attesa che qualcuno si decidesse a chiamare il San Mungo per farmi rimettere a posto la mascella e restringere i bulbi oculari, mentre Draco si frugava in una tasca e ne estraeva una scatolina di preservativi.

« Usateli ».

Scorpius si rigirò il pacchetto tra le mani, studiandolo come se si aspettasse di venir morso da un momento all'altro. Era talmente pallido che il Barone Sanguinario in quel momento sarebbe parso di gran lunga più sano e vitale di lui.

« P-papà... » balbettò. « N-n-noi n-non facciamo... »

La frase rimase in sospeso in un silenzio imbarazzante che lasciò a Draco tutto il tempo di strabuzzare gli occhi, studiarci con sospetto per assicurarsi che non stessimo mentendo, realizzare che probabilmente avevamo detto la verità e quindi seguitare a fissarci con l'aria di chi ha appena visto un pinguino spiccare il volo. Dopo un paio di interminabili secondi, Draco arricciò un angolo della bocca.

« …no? »

« …no » confermai, pregando che qualcuno mi lanciasse un incantesimo Evanescente al più presto.

Draco tentò piuttosto maldestramente di ricomporsi.

« Oh... davvero? »

Sembrava interdetto, ma più che sollevato lo si sarebbe detto deluso e piuttosto confuso circa la possibilità che Scorpius fosse effettivamente sangue del suo sangue.

« Io alla vostra età ero già piuttosto attivo... » commentò. « Beh, teneteli lo stesso. Non si sa mai... »

   
 
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