Stavo tranquillamente osservando dalla finestra della mia camera il paesaggio autunnale di Londra, calmo e tranquillo; senza nessun movimento se non quello delle foglie mosse dal vento, che con il loro scricchiolio formano una specie di melodia, o più precisamente una ninna nanna che mi stava pian piano portando nel mondo dei sogni. All'improvviso sentii mia madre chiamarmi dal piano di sotto. Subito scesi per vedere cose volesse dirmi; arrivata in salotto mi diede la lista della spesa e mi disse che lei doveva scappare al lavoro, come sempre. Ormai la donna di casa ero diventata io. Gestivo io la famiglia, se si può chiamare così. Mio padre, purtroppo, era morto ormai da 6 mesi e il dolore che provo ancora adesso è ancora forte e sembra non volere più andare via. Lui era la persona che più mi rendeva felice; era l'unico che quando ero triste mi stringeva a se e mi faceva passare il malumore; era colui che mi portava dovunque volessi, perché sia a me che a lui piaceva molto viaggiare. Era un vero e proprio uomo e papà. Il mio uomo e il mio papà. Tutto ciò mi manca, ma non lo faccio vedere. Non amo aver gente apprensiva attorno, e che mi conosce lo sa. Per me quelli che si attacano ad una persona solo quando è successa una disgrazia, sono tutti falsi; se veramente si vuole star vicino ad una persona, le si sta vicino in ogni momento e non quando, per esempio, gli è appena morto il padre.

A volte il mio dolore lo sfogo con mio fratello; anche lui era molto legato a mio padre. Philip, così si chiama mio fratello, ha 2 anni in più di me, ma siamo stati sempre molto legati anche con 2 anni che ci differenziavano.

Io sono Lux, ho 16 anni e nella mia breve vita non ho avuto avventure emozionanti come avrei voluto. Sono una ragazza solare e da come dicono gli altri anche simpatica; il problema che più mi da fastidio nel mio carattere è che mi fisso troppo sul pensiero che hanno le persone su di me. Di conseguenza non ho molto autostima in me stessa, anche se a dire la verità a casa sono una ragazza che si vanta molto, ed è per questo che mio fratello mi prende in giro sempre. Se mi guardassi esteticamente dovrei avere l'autostima a 1000, dato che ho un corpo da modella, magra e alta e con le curve nei posti, tanto che già in molti mi hanno detto di intraprendere quel mestiere.

A scuola non ho molti amici, anzi tre a dire la verità.

Loro sono April, Connor e Andrew. April ha un anno in più di me, ma essendo bocciata frequenta la mia stessa classe. Se lei si mette in confronto con me sembra un troll, e non è un'offesa anzi io la chiamo sempre così. È bassa e robusta, e io e lei ci conosciamo da quando eravamo entrambe all'asilo.

Connor ha 19 anni, ma è stato bocciato anche lui ed è in classe con Andrew, che ha 18 anni. Connor è basso e robusto e quando usciamo fa coppia con April giusto per non farla sentire una nana vicino a me. Andrew è alto e magro e gioca nella squadra di football della scuola. Tutti loro sanno della mia cotta per il capitano della scuadra di football, nonché amico e “collega” di Andrew. Lui si chiama Harry, e ha 18 anni come Andrew. Con gli altri suoi amici, Niall, Liam, Zayn e Louis, forma un gruppetto molto ammirato da tutte le ragazze della mia scuola. A volte Andrew se ne sta con loro, ma preferisce sempre la nostra amicizia alla loro.

Ritornando a quello che mi aveva detto di fare mia madre, comincio a cercare la borsa e i soldi per poi recarmi al supermercato, quando sento all'improvviso il campanello suonare. Solo dalle urla e le risate che provenivano da fuori, avevo capito che erano quei 3 coglioni dei miei migliori amici.

Apro la porta e: -Ciao ragazzi! Entrate su!- non finisco neanche di parlare che loro sono già dentro buttati tutti quanti sul mio comodissimo divano.

-Ehy voi! Non vi ho detto di fare come se foste a casa vostra!-

April subito si mise seduta educatamente prendendomi in giro per quella mia affermazione che non ho mai detto in vita mia, ma solo quel giorno per scherzare un po' con loro. Andrew e Connor intanto aveva copiato April e si misero anche loro seduti educatamente.

-Ragazzi, oggi devo andare al supermercato a fare la spesa. Venite con me?-

-Sinceramente eravamo solo passati per una partita con l'x-box (? XD), ma se proprio insisti...- disse Connor. -Haha, molto spiritosi su alzate quei culetti pelosi e andiamo, mi serve la vostra mano.- Subito controvoglia si alzare imprecando sotto voce, ma io non li badai e ridendo uscimmo di casa.