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Autore: mila96    02/03/2013    61 recensioni
- Signorina – dice una voce.
Merda. Speravo di essere da sola. Cioè so bene che molto spesso la gente viene qui a suicidarsi ma avevo inconsciamente sperato di non incontrare nessuno.
Mi volto verso la voce. Aldilà della statua di San Pietro su cui mi sono arrampicata c’è un giovane. Non mi guarda, fissa le acque scure sotto di noi.
- Signorina, lei è troppo bella per mettere fine alla sua vita – mi dice. Ha un forte accento straniero.
- Fin ora la mia bellezza non è servita a molto – ribatto secca – non mi riporterà mia sorella.
***
Arretro spaventata. È un soldato tedesco e io sono ebrea.
È un soldato tedesco e siamo in guerra.
Genere: Guerra, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mio fratello sbatte la cartellina sul tavolo con così tanta forza da farmi indietreggiare.
-          Helen! Come hai fatto ad avere questi documenti? Sono riservati! – ringhia rosso in viso.
Scrollo le spalle sempre tenendomi a distanza di sicurezza da lui. Non è stato difficile entrare nella vecchia caserma e fingere di essere una vedova di guerra che voleva vedere per l’ultima volta la foto del marito.
-          Non è importante Andrej. L’importante è che ora possiamo dimostrare che Niall è innocente – spiego con un sorriso candido.
-          Il fatto che sia irlandese non lo scagiona! – strilla mio fratello allargando le braccia.
Louis ridacchia, comodamente affondato in una poltrona logora. Sia io che mio fratello ci giriamo a guardarlo stupiti e furiosi allo stesso tempo.
-          Scusate – dice sfogliando le pagine dell’oggetto della nostra discussione – ma Helen ha ragione. Questa è la nostra salvezza.
Mi porge un foglio un po’ stropicciato di cui non capisco niente. Andrej me lo strappa dalle mani e legge avidamente.
-          Non ci credo – esclama basito.
-          Te l’avevo detto – sogghigna Louis facendo spallucce.
Aspetto paziente che rendano anche me partecipe della conversazione, battendo il piede contro il pavimento consumato.
-          Il tuo soldatino era un infiltrato del governo inglese. Qui ci sono tutti i suoi spostamenti. Avevano intenzione di farlo fuori, per questo gli hanno dato tutti quei gradi – spiega Louis alla fine.
Rimango spiazzata. Salto al collo di mio fratello, che ricambia l’abbraccio, sorpreso.
-          Posso vederlo? – gli sussurro all’orecchio.
-          Vai – mi dice con un sorriso tenero.

***

I sotterranei del palazzo di giustizia sono bui e freddi. Avanzo in punta di piedi tra le celle quasi vuote. Niall è seduto su una brandina e guarda per terra, i gomiti appoggiati alle ginocchia. Non indossa più la sua uniforme, solo una maglietta bianca e dei calzoncini grigi. Mi schiarisco la voce per annunciare la mia presenza. Si volta di scatto.
La guardia che mi accompagna apre la cella e se ne va senza dire una parola. Entro e mi fermo davanti a lui, trattenendo a stento il sorriso.
-          Helena – mi dice. Il suo tono triste mi fa rabbrividire.
-          Ho trovato il modo di salvarti – la voce mi trema, il cuore rischia di esplodermi nel petto.
Lui continua a fissarmi a lungo senza dire una parola. Capisco che qualcosa non va.
-          Devi andartene Helena. Il tuo posto non è qui.
Le parole che dice fanno più male della fame, della paura di morire, della paura di perderlo.
-          Perché? – singhiozzo.
-          Perché io non sono l’uomo giusto per te. Non sono neanche più un uomo. Vattene, non ti voglio vedere.

Mi da le spalle, fissando la parete grigia davanti a sé.
-          Cosa… cosa stai dicendo? Cosa vuol dire che non sei l’uomo per me? – balbetto dandogli dei pugni furiosi alla schiena. Mi aggrappo alle sue braccia muscolose, cercando di trattenere le lacrime. Non posso andarmene così, non posso lasciarlo di nuovo.
Lui si volta e mi fulmina con lo sguardo, afferrandomi con forza il polso, tanto da farmi male.
-          Guardami – ringhia, la voce distorta dalla rabbia e dal dolore.
Si strappa la maglietta con un gesto fluido e lo sguardo da pazzo. Arretro spaventata. Enormi cicatrici gli attraversano il petto e le braccia. Come ho fatto a non notarle prima?
-          Sono marchiato a vita Helena. Le stronzate di cui parlavamo alla sera passeggiando lungo la Vistola non si avvereranno mai. Sono solo stronzate. Non esiste la felicità, non per noi, non è mai esistita.
Le mani mi tremano, questa volta per la rabbia.
-          Non sei il solo Niall, non sei il solo ad aver sofferto – balbetto tremante ma decisa.

Tiro su la manica della mia divisa da infermiera e i suoi occhi si incollano alle cifre nere che contrastano con la mia pelle diafana.
Faccio un passo verso di lui. Sembro minuscola vicino a lui, che mi sovrasta con la sua altezza.
-          Se davvero pensi che siano solo stronzate, bene, addio. La tua sentenza è questo pomeriggio. Ti aspetterò al Ponte dei Suicidi, ti aspetterò anche tutta la notte se necessario e se non verrai… capirò.

Gli do le spalle e me ne vado piangendo piano mentre le labbra mi bruciano per il bacio d’addio che non gli ho dato.

Quando arrivo al Ponte dei Suicidi il sole splende alto nel cielo mi appoggio al parapetto vicino alla statua di San Pietro e guardo l’acqua che scroscia sotto si me.
Se mi volto a guardare il ponte vedo una famiglia che passeggia allegra, i bambini che corrono davanti ai genitori che si tengono teneramente per mano. Sento una fitta di nostalgia per la mia famiglia e mi rendo conto di non aver mai pensato a cosa fare nel caso Niall non arrivasse. Sono sola. Non mi è rimasto più niente. La città distrutta si srotola davanti a me, mentre la Vistola luccica sotto il sole alto accecandomi.
Canticchio a bassa voce una vecchia canzone popolare che parla dell’ultima volta che una donna ha visto il suo amore, senza sapere che non avrebbe più avuto l’occasione di dirgli addio.

Se potessi vederti per l'ultima volta
ti chiederei se ti ricordi ancora
di quella volta che abbiamo litigato
e poi abbiamo fatto pace.

Chiudo gli occhi e faccio scorrere la statua del santo sotto le mie dita. Sento la pietra ruvida graffiarmi la pelle e le lacrime salirmi agli occhi, un’emozione improvvisa riempirmi il petto.

Ti chiederei se pensi ancora alle nostre giornate
e se il tuo ultimo pensiero prima di dormire
sono io.
Vorrei poterti dire che tu sei ancora il mio.

Afferro forte il parapetto e mi isso sul bordo. Le mani mi tremano, il vento mi sferza il viso. Non ho idea di quello che sto facendo, so solo che voglio che tutto questo dolore smetta.

Se fosse davvero l'ultima volta,
ti abbraccerei forte, perchè mi manca il tuo profumo
e ti direi che ti voglio bene,
e che mi mancherai.
E che spero di mancarti anche io.

Una lacrima mi scorre lungo la guancia, andando a mischiarsi e a perdersi nell’acqua che scorre veloce sotto di me.

Se avessi saputo che non ci sarebbe stata nessun' ultima volta
ti avrei stretto più forte.

Ritorno a guardare l’acqua scura, aprendo all’improvviso gli occhi. Nessuno mi dice di non sporgermi troppo o mi chiede di scendere, a nessuno importa. Ricaccio indietro le lacrime e lascio la presa sulla statua. Le mie gambe tremano alla ricerca di un equilibrio. Il mio cuore fa un balzo.

Chiudo gli occhi e sento una mano stringermi il polso con forza. Sobbalzo e mi aggrappo alla statua del santo per non cadere.

Mi giro di scatto e mi ritrovo tra le braccia del mio soldato.
-          Niall! – urlo affondando il viso nella sua divisa – lo sapevo… sapevo che saresti venuto – balbetto.
Strofino il naso contro il suo collo, inspirando forte il suo profumo di pulito.
Lui mi stringe così tanto da sollevarmi e mi fa fare una giravolta.
-          Non potevo lasciarti di nuovo, non potevo – sussurra lui – sono libero ora.
Mentre le prime lacrime bagnano la sua divisa non riesco a smettere di stringerlo, come se avessi paura che potesse scomparire da un momento all’altro.

-          Ti amo Niall – dico, e so che al mondo non c’è altra verità.
-          Sposami – risponde lui senza imbarazzo.
Alzo lo sguardo su di lui.
-          Adesso – aggiunge – oggi stesso, qui. Ma sappi che poi sarà per sempre, perché non ti lascerò mai più.
Annuisco. E lo bacio forte.
-          È un si? – chiede sorridendo sulle mie labbra.
-          Si. Sempre, da sempre.
 
 
EPILOGO
Ora, in una foto rovinata e un po’ sbiadita Helen guarda Niall, che sorride felice all’obbiettivo, fiero nella sua divisa militare. I loro sguardi sorridenti rimarranno impressi per sempre in quella foto del loro matrimonio.
Hanno avuto una lunga vita, insieme. Nella verde campagna irlandese Niall ha avuto il suo pezzo di terra da coltivare ed Helen ha potuto sposare un uomo che amava.
Niall c’è sempre stato per cullare Helen quando lei si svegliava dai suoi incubi. Insieme hanno raccontato la loro storia ai nipoti.
Ma questo, dopotutto, non è un finale felice. Hanno dovuto dire addio a tanti amici nel loro lungo viaggio ed Helen ogni tanto si chiede ancora se Harry è riuscito a rivedere il suo amore, così come lei ha ritrovato il suo.
Ma questa, è un’altra storia.



SPAZIO SCRITTRICE
Sono in lacrime, lo giuro.
Non ci credo che è l'ultimo.
Vi amo, davvero, grazie per essere stati con me.
Vi adoro. 
Spero di ritrovare le vostre recensioni. 
Se volete sapere come finirà con Harry
leggete la mia FF "solo finchè non finisce la guerra 
Cami.
  
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