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Autore: PotterWatch    02/03/2013    3 recensioni
Amava sedergli al fianco, cane immobile, accarezzato in eterno da una mano di pietra. [Barbas & Clavicus Vile]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Daedra's best friend

“Barbas!”
“Padrone?”
“Sono stufo di te.”

Invisibile a uomini e mer, Clavicus Vile aveva abbandonato la testa su una roccia calda, lasciando cadere una mano inerte nel torrente. Il suo sguardo era fisso al sole da ore, con l'aria più allarmante che Barbas avesse visto in molte ere.

La noia era la compagna eterna del suo Principe. Era il suo tormento, se possibile. L'essenza dei Daedra è incostante e forte come il vento, e Lord Vile
il signore delle ambizioni più audaci – conosceva il desiderio bruciante dei mortali quanto ne pativa la mancanza.

Negli ultimi tempi, sconvolti e rimescolati dalla guerra, i malcapitati disposti a stringere patti erano stati pochissimi. Il tedio, purtroppo, era molto meno raro. Incarnarsi non gli era bastato a ucciderla, non questa volta; con una tale penuria di ingenui, vagare in Mundus ed osservare i mortali nei loro tormenti più segreti poteva diventare monotono persino per Lord Vile.

Accusare Barbas, talvolta a ragione, era da sempre l'ultima risorsa.

“Desiderate che vi lasci?”
“Vattene, randagio.”
“Se vi aiutassi-”
“Sai solo ostacolarmi. Taci.”

Era un rito antico come il mondo. Barbas lo conosceva fin troppo bene.

Se la pazienza dei servi era un concetto estraneo ai Principi, per Clavicus lo era forse più di tutti gli altri messi insieme. Eppure, in qualche modo, la fedeltà si poteva ancora sfiorare. Era stata tracciata dal lungo scorrere degli anni, anche nell'animo di un Daedra tra i più incostanti.

“Sapete di avere bisogno di me, non è vero, padrone?”

Gli occhi di un cane erano un'arma potente, ma soltanto tra i mortali. Tra i Daedra aveva sempre colpito invano, o quasi. Barbas era giustamente orgoglioso della loro influenza, se pure scarsissima, sul suo padrone – gli concedevano sempre un attimo di più, un frammento di vantaggio.

Clavicus sollevò la testa con lentezza. La chioma fluente, nuova di zecca, si staccò dalla pietra in modo quasi minaccioso. Ci volle qualche secondo perché Barbas potesse avvertire il gelo nel suo sguardo.

Un enorme flusso di potere, misto a collera, lo percosse dall'interno nello stesso istante. Il cane guaì di dolore.

“Sparisci.”

Barbas se la diede a gambe.

Molti passi oltre, alle porte di Falkreath, il fedele servitore sentì la presenza di Clavicus svanire.

Era una sensazione nota, divenuta familiare nei secoli. Barbas conosceva la propria forza – sapeva che, in qualunque piano dell'esistenza, metà del suo cuore gli pulsava dentro. Dall'aria trasparente alle quattro zampe, sarebbe sempre ritornato, o Clavicus l'avrebbe richiamato a sé. Amava sedergli al fianco, cane immobile, accarezzato in eterno da una mano di pietra.


Nuovamente rimasto senza nulla da fare, Barbas si limitò a correre in città. Si distese sulla schiena, pronto a farsi grattare la pancia dai piccoli mortali che giocavano in strada.

Nei giorni limpidi, senza vento, osservava sempre i loro giochi. Costruivano eserciti di rami, con la stessa rapidità con cui, un attimo dopo, li riducevano a schegge. Molti si trascinavano dietro bambole di stracci; la gioia con cui le manipolavano, agitandone gli arti e donando loro la parola, era selvaggia. Barbas pensava ai loro padri, e a quanto, nelle mani di Lord Vile, fossero simili a quei cenci.

Barbas trottò via dalla città, lungo il sentiero. I boschi di Skyrim davano il loro meglio a fine inverno 
nelle radure, là dove era ancora rimasto un po' di bianco, si riversavano sempre i primi raggi caldi. La brezza profumava ancora di neve e di legno.

Prima di sparire tra i cespugli, Barbas si voltò e squadrò a lungo le guardie. Rispose ai loro commenti stupiti con il sorriso eterno dei cani.

“Non temete, padrone,” abbaiò. “Tornerò presto.”

_______________

"Perché Clavicus e Barbas sono una coppia di quelle imbattibili!"
Stiamo parlando di due miti, e di una storia durata cinque videogame. Non posso che essere d'accordo con la mia cara Giulia!
Risentirsi dopo qualche mese quando ci si vedeva tutti i giorni fino a poco tempo prima è malinconico, ma bellissimo... e speriamo di rivederci presto in compagnia. Si tratta di una stupidaggine, ma è un piccolo regalo che viene dal cuore. Spero ti sia piaciuto <3

P.S.
Si tratta del mio esordio nella sezione italiana di Elder Scrolls. Drem Yol Lok, zeymahhe! Ho giocato a Skyrim e ad Oblivion, mentre ho iniziato Morrowind da poco. Per chi non lo sapesse, il titolo è il nome originale della quest daedrica di Clavicus Vile in Skyrim.

   
 
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