Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: adrienne riordan    20/09/2007    6 recensioni
“Qual è il tuo desiderio più grande?”. “Non è affar tuo!”. “Lo so che non è affar mio. E neppure mi interessa. Ma interessa ad una persona molto importante per me”. “Desidero solo stare in pace, essere lasciato in pace, vuoi capirlo?!”. Kurogane avanzava nell’acqua e il mago non opponeva resistenza ma non mollava neanche la presa.“Perché hai dato il tuo sangue?”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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AL DI LÁ DEI SOGNI    (1)

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

**spoiler capitolo 166**

E devo aspettare due settimane per leggere il cap 167?!  *Adrienne sviene*

Hola! Stavo passando la serata a cercare inutilmente di spremere le meningi per scrivere un nuovo capitolo sensato della mia ff a puntate quando la penna quasi si mette a scrivere da sola questa ff! Sarà stato qualche fantasma (capirete la battuta solo a fic letta)? In realtà l’idea di base ce l’avevo già da tempo ma aspettavo l’occasione giusta per metterla su carta, Word e HTML.

Si tratta di un capitolo unico, quindi si può leggere tranquillamente.

Che posso dire ancora? Ah, sì, leggete e recensite! Mi piace ricevere consigli per migliorare ^__^

Buona lettura!!

 

 

 

 

Kurogane si sentiva davvero bene. Quando era stata l’ultima volta che si era concesso una pennichella sdraiato sull’erba? Ne aveva davvero bisogno, dopo tutto quello che era successo ultimamente. Ormai quegli avvenimenti erano lontani come gli incubi che si allontanano al risveglio, che restano nella memoria ma non ti turbano più come prima. Non aveva voglia di lasciarsi andare a cupi ricordi. L’erba soffice come un cuscino sotto il suo corpo, l’aria gentile che trasportava i dolci profumi della sua infanzia, il sole luminoso che regalava un dolce tepore; il rumore della corrente calma di un fiume dall’acqua limpida e cristallina a pochi passi da sé. Avrebbe potuto immergersi, se avesse voluto, l’acqua era invitante. Forse dopo l’avrebbe fatto. Ora però voleva solo perdersi in quella pace….

“Awww come si sta bene qui, non è vero Kuropon?”.

….Ecco, era troppo bello per poter durare. Voltò pigramente la testa in direzione della voce familiare. Lo stupido mago, a gambe incrociate accanto a lui, lo stava osservando con insistenza. Stranamente, il ninja non aveva reagito sgarbatamente. La verità è che in quel momento nulla sembrava potergli dare fastidio. In quel momento nulla sembrava preoccuparlo, nemmeno i particolari più strani e fuori posto. Ad esempio, non sapeva come c’era arrivato in quel luogo. Oppure, non capiva perché aveva ancora entrambe le braccia al loro posto. Ancora, non riusciva a capire perché il mago lo stava fissando con entrambi gli occhi color cielo, così grandi da far venir voglia di fissarli a tua volta, cosa che il ninja fece senza alcuna vergogna. Stava davvero troppo bene per porsi alcun problema.

“Sei sicuro di stare davvero bene, Kurotan?”.

“Non mi sono mai sentito meglio di così”.

“Non metto in dubbio la tua affermazione, Kurorin. Voglio dire, chi non lo sarebbe qui?”.

“Tu lo sei?”.

“Uh?”.

“Nei lunghi mesi in cui abbiamo viaggiato assieme non ti ho mai visto davvero rilassato. Ti trovi bene qui?”.

“Permettimi di dissentire da questa tua ultima osservazione, Kuropippi. Se avessi osservato in passato con più attenzione, oppure, se mi osservassi meglio adesso, forse capiresti l’enormità della cavolata che hai appena detto”.

“Bah, parli per enigmi, mago, e al momento non ho voglia di arrovellarmi dietro i tuoi discorsi. Comunque, se sei in vena di rompere coi tuoi piagnistei a proposito della tua abitudine ad accollarti la responsabilità di tutti i mali del mondo allora và a rompere da un’altra parte!”.

“Stai tranquillo, Kurosama. Anch’io sto davvero bene qui”. Avvicinò il suo volto a quello del ninja e, puntando il dito verso se stesso, esclamò tutto allegro: “Vuoi che ti faccia un bel massaggio alla schiena Kurowanko?”.

“Non provarci neppure, idiota! Sfiorami soltanto e ti elimino seduta stante”.

Sorrisino malizioso del mago: “Credo che sarà molto difficile realizzare questo proposito, Kurokiwi”.

Silenzio. Poi il mago riprese a parlare: “Posso chiederti una cosa, Kuropuu?”.

“Mmmm”.

”Cosa ne pensi degli ultimi avvenimenti?”.

“Perché devi proprio scocciarmi adesso con questi discorsi?”

“Perché dopo non potrò più farlo”.

“Non dire scemenze!”. Cominciava ad essere irritato parecchio. Voleva solo starsene un po’ tranquillo. Non gli sembrava di pretendere la luna! Non voleva sentire quello che il mago aveva da dirgli. Aveva il presentimento che non gli sarebbe piaciuto.

“Dai, rispondi a questa domanda e ti prometto che, almeno da parte mia, non avrai più altre seccature!”. Aveva sfoggiato un sorriso sornione. Di quelli che ti fanno venire voglia di allungare le braccia verso quel viso e attirarlo verso il tuo per depositare un bacio sulle labbra. Ancora una volta Kurogane non si vergognò del pensiero appena avuto ma non aveva la benché minima voglia di metterlo in pratica. Non sapeva perché ma sentiva che non doveva. Si concentrò di malavoglia sulla domanda postagli ma trovare le parole per rispondere gli costava un grande sforzo. Si alzò in piedi, all’improvviso si era fatto irrequieto.

“Puoi seccarmi pure quanto vuoi, mago da strapazzo, ma ora non ho intenzione di parlare di questo. Ciò che è successo non può essere cambiato”.

“Questo lo so benissimo” replicò il mago tranquillo. Per chi conosceva quei due, il quadro della situazione poteva risultare rovesciato in modo bizzarro: lo stupido mago che appariva sereno come non era stato mai, persino felice; Kurogane che, con la sua inquietudine improvvisa, aveva dimostrato che la pace provata fino a quel momento altro non era che illusione.

“Non voglio ascoltarti”. Detto questo, il ninja si incamminò verso il fiume. Voleva mettere in atto il buon proposito di prima. Aveva già i piedi nell’acqua fino alle caviglie quando sentì una presa delicata ma decisa attorno al suo polso.

“Resta qui”.

“Mollami immediatamente idiota!”.

“Non farai un altro passo fino a che non mi darai retta”.

“Voglio proprio vedere come farai ad impedirmelo!”.

“Qual è il tuo desiderio più grande?”.

“Non è affar tuo!”.

“Lo so che non è affar mio. E neppure mi interessa. Ma interessa ad una persona molto importante per me”.

“Desidero solo stare in pace, essere lasciato in pace, vuoi capirlo?!”.

Kurogane avanzava nell’acqua e il mago non opponeva resistenza ma non mollava neanche la presa.

“Perché hai dato il tuo sangue? Perché hai rinunciato al tuo braccio?”.

Il ninja non riusciva ad ascoltarlo. Voleva solo attraversare il fiume. Sapeva che qualcosa… Qualcuno… lo stava aspettando dall’altra parte del fiume e quel qualcosa era carico di promesse e la tentazione di raggiungerlo era davvero allettante. Ma il mago continuava a tenergli il polso. Le sue parole inducevano il ninja a cercare con ancora più urgenza di attraversare il fiume, ma allo stesso tempo, frenava quello stesso impulso. Si trovava ad un bivio. Voleva andare avanti ma sentiva che, facendolo, avrebbe perso qualcosa di bello. Ma cos’era?

“Non farai un altro passo fino a che non risponderai alle mie domande” ripetè ancora il mago in tono più pacato. E, incredibilmente, Kurogane si ritrovò con le gambe bloccate!

“Se risponderai ti libererai. E allora potrai fare quello che vuoi”.

Adesso sì che avrebbe voluto veramente aprire in due la testa di quell’insopportabile idiota!

“Perché nei momenti di pericolo hai sempre assunto atteggiamenti di protezione e difesa nei suoi confronti?”.

“Non volevo perderlo”.

“Perché hai donato il tuo sangue quando eri ad Acid Tokio?”.

“Non volevo perderlo”.

“Perché hai ucciso Ashura-oh?”.

“Non volevo perderlo”.

“Perché hai voluto sacrificare il tuo braccio?”.

“Non volevo perderlo”.  (3)

Silenzio.

“Se attraverserai questo fiume lo perderai davvero”.

Tu ricordi tutto quello che è successo fino ad oggi ma qui, in questo luogo, tutto ti appare lontano. Per questo ti sembra più facile separartene.

“Lui non è mai stato mio. Più mi offrivo a lui più lui mi rifiutava. Sentivo la sua paura ma lui non riusciva a credere che io avrei voluto e avrei potuto lenirla. Ora sta male… e io sono così impotente…così impotente…”.

“Qual è il tuo più grande desiderio?”

“Voglio che lui sia felice. Vorrei che lo fosse al mio fianco”.

“Questo è esattamente ciò che vuole anche lui. So che è così. Sì, ha paura; ha visto morire tutti coloro che amava e da cui era riamato e teme che la stessa cosa accadrà a te. A ragione, se ti ostini a voler attraversare questo fiume” ora lo sguardo del mago è fisso in quello di Kurogane “Se tu dovessi morire anche lui morirà. Questo lo sai bene. Ciò che ignori è che non potrete mai più rincontrarvi perché non hai voluto tentare il tutto per tutto quando ancora avevi la possibilità di farlo. È questo che vuoi, Kuropii?”.

“No”.

“Allora vai a prenderlo. Ti prometto che andrà tutto bene”. Detto questo liberò il polso del ninja dalla sua stretta. Le gambe erano di nuovo libere. Kurogane guardò titubante per l’ultima volta l’altra sponda. Poi cambiò lievemente espressione, che si riempì di speranza.

E ritornò sui propri passi.

“Ah, Kurochu… Vorresti portargli un messaggio da parte mia?”.

(2)

 

***

 

 

Il tempo scorreva lento, le ore sembravano non passare mai. Eppure ne erano passate molte. Quante? Non lo sapeva. Erano finiti in un nuovo mondo. Nuovo per lui e i bambini, ma non per il ninja. Finalmente il suo desiderio era stato esaudito. Era tornato a casa, dritto dritto nel cortile del castello Shirasagi. La polpetta bianca aveva fatto centro stavolta ma Kurogane non l’aveva saputo. Aveva perduto i sensi per l’emorragia eppure teneva ancora stretto Yuui, caduto nel frattempo in preda ad una crisi isterica malgrado il profondo grado di spossamento in cui si era trovato a seguito della strenua battaglia combattuta poco prima a Celes. Era stata una fortuna essere finiti finalmente in un paese non ostile. Furono subito soccorsi e subito curati (ok, per Sakura non c’era molto da fare ma pazienza, Shaoran avrebbe comunque vegliato su di lei). Yuui non si era ancora ripreso del tutto ma aveva insistito per restare al capezzale del ninja. Non riusciva a sopportarne la lontananza fisica. Kurogane giaceva immobile nel letto, pallido, il respiro regolare ma così lento…così debole…

La principessa Tomolo non aveva nascosto a Yuui la gravità delle sue condizioni:

“Abbiamo arrestato l’emorragia e abbiamo reintegrato il sangue perduto. Ora stiamo impiegando su di lui tutti i tipi di magia curativa di cui disponiamo e non possiamo fare altro che aspettare e pregare che si svegli. Ora tutto dipende da lui”. Alla fine anche la dolce Tomoyo non riuscì più trattenere le lacrime. Yuui si era messo in contatto con Yuko grazie a Mokona, finalmente ripresosi dal suo malessere, e aveva supplicato la strega di fare qualunque cosa a qualunque prezzo per salvare il ninja. Quest’ultima tuttavia si era rifiutata, spiegandogli che il prezzo era troppo alto e lui non aveva nulla da offrire di eguale valore ma lo aveva invitato a calmarsi e ad avere fiducia in Kurogane. La faceva facile lei, maledetta!!

Ora era solo nella stanza, accanto al letto del ninja. Avrebbe voluto prendergli la mano ma non osava, temeva di fargli del male, come se fosse stato fragile come il vetro. Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, ansioso com’era di scovare una sua reazione, una qualsiasi al posto di quella fredda immobilità.

“Ti prego, ti prego, svegliati. Non lasciarmi solo”. Lacrime copiose gli scendevano dal viso. Era colpa sua. Tenerlo lontano da sé non gli era bastato a proteggerlo. Forse non aveva fatto abbastanza, si torturava nel pensare a cosa avrebbe potuto fare. Provava una folle disperazione nel sapere che il suo desiderio di salvarlo e il suo desiderio di averlo accanto si escludevano a vicenda; di peggio, c’era che nessuno dei due desideri si sarebbe potuto realizzare. Almeno fino a quando gli occhi del ninja lentamente si aprirono e tentarono faticosamente di mettere a fuoco. A quella vista, Yuui trattenne il respiro.

“Kurogane”. Un sussurro impercettibile con numerose sfaccettature. L’incredulità di vederlo sveglio, credeva di sognare. La felicità, perché le sue preghiere erano state esaudite. La tristezza, perché non aveva dimenticato che se il ninja era in quelle condizioni la colpa era solo sua. A volte gli riusciva incredibile osservare quante emozioni contrastanti potevano essere provate ed espresse contemporaneamente!

Allungò la mano verso il suo volto, titubante, ma la arrestò a mezza strada. Il ninja allungò faticosamente a sua volta la mano e intrecciò le sue dita con quelle della mano sospesa del mago e lentamente se la portò alle labbra per poter coprire di piccoli baci il dorso di quella candida mano. Yuui si irrigidì lievemente: non credeva ai suoi occhi. Avrebbe voluto tenere per sempre la sua mano sulle labbra del ninja ma sapeva che non poteva. I problemi tra loro non erano finiti, per quanto desiderasse disperatamente gettarsi al suo collo e ricoprirlo a sua volta di baci. Fece per allontanare la mano ma Kurogane non aveva intenzione di lasciarla e questo gli fece venire nuovamente le lacrime agli occhi, che presero a scivolare lungo le guance, piccole sfere di cristallo.

“Yuui” la voce malferma, bassa, usciva a fatica ma era chiara. “Il fato di una persona viene guidato da leggi ancestrali indipendenti dalla nostra volontà. Le maledizioni possono intaccarlo, senza dubbio, e questo è ciò che ti è successo. Ma il fato non è immutabile perché viene influenzato a sua volta dalle azioni che una persona sceglie di compiere. Capisci ciò che voglio dire?”.

Per la verità, il ninja stesso comprendeva a stento le sue parole, più adatte ad essere pronunciate dalla Strega delle Dimensioni piuttosto che da lui. Non riusciva a ricordare quando aveva pensato a quel discorso, forse aveva sognato anche quello. Aveva sognato molte cose strane. Ma non ci si soffermò più di tanto, da dovunque venissero quelle parole avevano comunque un importante significato e Kurogane ne approvava il contenuto. D’altro canto, Yuui, sebbene perplesso, sembrava afferrare più facilmente il significato di quel discorso e fece un cenno d’assanso.

“Ciò che voglio dire, Yuui” l’ha chiamato per nome! L’ha chiamato per nome! “è che non hai il diritto di ritenerti responsabile di ciò che mi è successo. Ho scelto di proteggerti e ho agito di conseguenza, di mia spontanea volontà. Anche tuo padre adottivo e il tuo fratellino hanno scelto liberamente di proteggerti a scapito della loro vita. Non sei stato tu a farci del male, noi sapevamo a cosa saremmo andati incontro ma lo abbiamo accettato comunque”.

Dall’espressione di Yuui, Kurogane aveva compreso che il mago faceva fatica ad afferrare questa parte di discorso. Cambiò tattica.

“Hai sofferto molto per la morte dei tuoi cari e ora sei in pena per me. È così?”.

Un sussurro e un gesto di assenso: “Sì”.

“Provi un dolore così insopportabile da voler a tua volta morire?”.

“Sì”.

“E come pensi che avrebbero reagito Fay e Ashura se avessero scelto di salvarsi e sacrificare la tua vita?”. Yuui alzò lo sguardo sorpreso. “Avrebbero sofferto, forse, ma poi sarebbero riusciti ad andare avanti”.

“Come puoi essere così sicuro che Fay non si sarebbe roso dai sensi di colpa come stai facendo tu adesso?”.

“Non è la stessa cosa!”.

“Invece sì. Anch’io mi sono trovato nella stessa situazione. Avrei potuto abbandonarti in quel mondo orribile ma sapevo benissimo che se l’avessi fatto non me lo sarei perdonato per tutta la vita. Ho fatto quello che ho fatto e ne sono felice perché tu adesso sei qui, libero, accanto a me, come ho desiderato da tantissimo tempo. E Fay desidera che anche tu sia felice, come lo desidero anch’io!”.

Sarebbe stato corretto dire “Anche Fay avrebbe desiderato che tu fossi felice” ma sapeva che non andava bene. Sapeva ciò che Fay voleva e sapeva che doveva dirlo. Almeno così gli era stato riferito nel sogno. Ma adesso basta, la conversazione stava prendendo una piega troppo seriosa. Abbozzò un lieve sorriso beffardo: “Adesso sei sicuro di essertele levate tutte le maledizioni che ti sono state inflitte da bambino oppure dobbiamo preoccuparci ancora?”

“No, erano solo due. Ma…” leggero tremore “i gemelli della sventura devono vivere infelici, per la felicità di tutti…”.

“È vero. Ma questo valeva solo se entrambi restavate in vita. La maledizione cessa se uno dei due gemelli muore, lo sai, no? Fay ha scelto di salvarti e ciò che adesso tu puoi fare per lui, ma anche per te, è essere felice, alla faccia di tutti coloro che ti sono stati ostili! E rallegrati perché hai risparmiato a lui le sofferenze che ti sei sobbarcato tu interamente per tutti questi anni. Adesso però è giunto il momento di essere felice. E vorrei che tu lo fossi con me”.

Yuui non disse niente ma riprese a singhiozzare sommessamente, sopraffatto dalla commozione, e strinse con più decisione la mano del ninja. In sorriso incerto ma vero affiorò sulle labbra del mago e lentamente si avvicinò a Kurogane per depositare sulle sue labbra un bacio delicato.

“Kurogane…” stavolta aveva pronunciato il suo nome mettendoci dentro tutto l’amore e la felicità che provava in quel momento. Nessuno gli aveva mai rivolto parole parole di consolazione così dolci e così sensate da poterci davvero credere. E giacchè non era solo un suo desiderio, aveva deciso che si sarebbe lasciato finalmente andare e avrebbe accettato a piene mani tutto quello che il ninja voleva offrirgli ricambiando con tutto se stesso. Chi l’avrebbe mai detto che il suo più grande dolore sarebbe stato preceduto dalla sua più grande gioia?

“Yuui. Posso chiederti una cosa?”.

“Sì,dimmi”.

“Davvero Fay ti chiamava Teddy?”.

Una espressione di estrema incredulità e sbigottimento si dipinsero sul volto del mago dopo che aveva realizzato il senso della frase di Kurogane. Quello era un segreto che aveva giurato di portare nella tomba!! Un tempo lontanissimo, Fay gli diceva sempre che era tenero e dolce come un orsacchiotto e aveva cominciato a chiamarlo così. A Yuui quel nome non piaceva affatto e si arrabbiava spesso col fratello per questo, e lo rincorreva per tutto il castello brandendo un peluche a mo’ di arma per tappargli la bocca, mentre il fratellino rideva sguaiatamente…

“Non hai fatto altro che affibbiarmi nomignoli idioti dall’inizio del viaggio, proprio te che ti chiamavano Teddy?”.

In effetti il ninja non aveva torto ma Yuui, a sentirsi chiamare di nuovo così, fece riemergere il vecchio riflesso condizionato di mettere le mani al collo di Kurogane e gridargli “Non chiamarmi più cosìììììì!!” ma si trattenne. Anzitutto non era il caso di infierire su un ferito grave. Inoltre aveva un altro pensiero che andava espresso con urgenza.

“Come fai a saperlo?”.

“Me l’ha detto Fay in sogno. Ma vedendo la tua reazione forse non si trattava affatto di un sogno dopotutto… ma il ricordo è così vago…”. Kurogane, chiuse gli occhi. Era evidente che si era stancato molto a parlare così a lungo.

“Riposa adesso. Vado a chiamare la principessa Tomoyo. Sì, Kurogane, sei di nuovo a casa! E passerò anche da Shaoran-kun a dargli la bella notizia che ti sei ripreso”. Con un sorriso radioso e una certa riluttanza a lasciare la mano del ninja il mago uscì dalla stanza. Mentre raggiungeva il cortile dove sapeva che avrebbe trovato la principessa, Yuui pensava all’ultima notizia appena ricevuta. Un sogno… Yuui sapeva qualcosa dai suoi studi di magia. Aveva letto che quando si era vicini alla morte era possibile avere fugaci visioni dell’Aldilà e incontrare i propri cari. C’erano ottime probabilità che Kurogane avesse incontrato davvero suo fratello e che si fossero parlati! In effetti, aveva avuto già da prima il sospetto che il discorso del ninja non fosse tutta farina del suo sacco, e ora sapeva da chi aveva ricevuto l’incipit.

Dunque davvero Fay non era in collera con lui e desiderava che lui fosse felice. Sorrise, col cuore colmo di gratitudine. Era una promessa. Avrebbe realizzato il desiderio del suo amato fratellino. E quello del ninja. E anche il suo. Tanto, erano identici.

 

FINE!!

 

 

 

 

 

Note finali:

  1. Il titolo è tratto da un film di Robin Williams, ambientato tutto in Paradiso. Da prosciugarsi i dotti lacrimari (spero di ricordare il nome giusto!) da quanto ho pianto a vederlo!
  2. Avete presente la famosa immagine del tunnel con in fondo la luce che molte persone dichiarano di aver visto quando sono state ad un passo dalla morte? Una volta ho letto che in Oriente non hanno questa immagine ma hanno quella di fiume da attraversare, però non so se è vero (ho visto che questo tipo di immagine è stata usata nel manga di Ransie la strega, dove Narumi, in pericolo di vita, aveva sognato di voler raggiungere la madre morta che si trovava sulla sponda opposta di un fiume). Una analogia è che il fondo luminoso del tunnel e la sponda opposta del fiume, una volta raggiunti, fungono da punto di non ritorno (cioè sei morto) e la persona moribonda desidera raggiungere il fondo luminoso del tunnel o la sponda opposta del fiume perché percepisce che si tratta di un luogo di pace e viene accolto dai suoi cari morti prima di lui, che possono invitarlo a restare oppure a tornare. Chi sopravvive lo fa perché avverte dietro di sé i richiami dei cari ancora in vita o la consapevolezza di avere qualcosa da fare prima di morire. Detto ciò, avrete capito che il mago non è Yuui ma è Fay e sulla riva opposta del fiume c’erano i genitori di Kurogane ^___^
  3. sì, ho usato il copia e incolla…spero non risulti eccessivamente sgradito    -__-
 
  
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