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Autore: Mizar    04/03/2013    3 recensioni
La guardava a occhi sgranati, le guance accese di un insolito rossore, le mani sudate.
Il sogno della sua vita, il suo santo Graal, la sua Pietra filosofale era tra le sue mani.
Stava tutto lì, tra quelle parole spigolose vergate su vecchia pergamena, l’inchiostro sbavato dal tempo, le macchie di muffa che lo rendevano, in alcuni punti, quasi illeggibile, ma quelle poche righe facevano la differenza tra una triste e inutile vita e l’eterna felicità…
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Lucius Malfoy, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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31 ottobre 1981



A casa Potter il piccolo Harry ululava a pieni polmoni, più tremendo e scalmanato che mai.
Sicuramente la causa di tutti quegli strilli erano i due nuovi dentini appena spuntati e la conseguente irritazione al culetto arrivata insieme a loro, ma il risultato era una Lily stressata e un James sull’orlo di una crisi di nervi.
“James prova a preparargli un biberon di latte”, ringhiò la Evans cullando il pargolo inferocito con la grazia di uno sbattitore elettrico.
“Subito cara”, scattò Potter con una luce maligna negli occhi e un flacone di valium ben nascosto nelle tasche.
“Tu rilassati pure con un bel bagno caldo che al nostro piccolino penso io”. Alle diciotto e trenta, dopo una poppata da orco in astinenza, il diabolico fanciullo accennò a socchiudere gli occhi e subito James lo smaterializzò nella culla al piano di sopra, senza neppure controllare se avesse fatto il ruttino o se avesse bisogno di essere cambiato.
Quel silenzio e quella pace mettevano a tacere i pochissimi sensi di colpa che provavano ad affacciarsi alla sua coscienza e mentalmente ringraziò Sirius, che gli aveva dato quella meravigliosa idea (insieme al farmaco). Tutto giulivo si precipitò in bagno con l’intento di poter finalmente godere della compagnia della moglie, dopo tanta astinenza, e anche se la rossa non pareva troppo predisposta, saltò letteralmente nella vasca.
“Lillina, amore, non posso credere che finalmente noi potremo…” ma un urlaccio lo ammutolì all’istante.
Alzato lo sguardo al soffitto e si ritrovò, occhi negli occhi, col fantasma di Severus.
“Malnato d’un delinquente, è così che proteggi Lily nella serata del 31 ottobre?” gli sibilò feroce, mentre la povera ragazza sveniva dallo spavento.
Poco dopo in soggiorno, avvolto in un accappatoio rosso a boccini dorati, Potter tentava di far rinvenire la moglie e nello stesso tempo di discolparsi dalle infamanti accuse che Severus gli continuava a riversare addosso.
“Io…io non ricordavo che giorno fosse oggi. Sto sempre chiuso in casa con un marmocchio ululante e una moglie isterica. Credo che un po’ di comprensione ci vorrebbe…”
“Pezzo di delinquente, pendaglio da forca, solo un disgraziato come te può avere così poca cura della propria famiglia!” gridò ancora Severus, ma non potè continuare la sua predica perché dal camino sbucò Sirius a bacchetta sguainata.
“Che sta succedendo qui?” chiese sospettoso, osservando Lily a terra e il suo migliore amico in accappatoio.
“Con tutto quello che gli avevo raccomandato questa sera LUI stava per fare QUELLO, invece di proteggere la sua famiglia”, sbraitò lo spettro di Severus, mentre alle sue spalle quello di Lucius annuiva.
“Mi…mi ero dimenticato della data! D'altronde quando sei prigioniero in un buco come questo con un bambino che strilla giorno e notte fai fatica a mantenere la lucidità mentale”, insorse James.
“Sei un depravato, uno spostato, un…”, ma la voce del fantasma venne sovrastata dal grido di Lily che era rinvenuta.
“Severus, sei forse morto?” alitò additando lo spettro con fare melodrammatico.
“Non gliel’hai neppure detto?” ringhiò Piton fissando Potter con astio.
“Detto cosa?”chiese la rossa già sul chi vive.
“Lillina , amoruccio mio, è una storia lunga che io e Sirius abbiamo deciso di tacerti per non impressionarti … Sai sei in periodo della tua vita così delicato, sei così fragile…”
“Sputate il rospo” sentenziò la ragazza con una calma glaciale che metteva i brividi, “e vedete di essere chiari, se ci tenete alla pelle”.
Dopo le dovute spiegazioni la Evans era furente.
“Solo una banda di disgraziati come voi due poteva tacermi la verità, mettendo a repentaglio la vita mia e di tutta la famiglia”, gridò furibonda puntando alla giugulare del marito l’attizzatoio del camino.
“Lo abbiamo fatto per te, mia cara”, sospirò James, massaggiandosi l’occhio abbottato dal soprammobile che lei gli aveva lanciato addosso poco prima.
“Zitto, brutto incosciente! Se penso che invece di rimanere vigile volevi…” e presa da un nuovo attacco di rabbia cominciò a percuotere la schiena del marito con una ciabatta.
“Lily, cara, è giusto che sfoghi il tuo rancore verso questo disgraziato , mormorò il fantasma di Severus, con un sorriso a trentadue denti, “magari dopo ti potrò aiutare anch’io, ma adesso dovremmo pensare all’Oscuro, che potrebbe arrivare da un momento all’altro”.
“Per una volta sono pienamente d’accordo con Mocciosus”, alitò Sirius nascosto dietro la credenzina dove s’era eclissato per scampare alla gragnola di ciabattate.
“E’ vero, Sevvie caro, dobbiamo preparare un piano. Poveri noi, povero il mio piccino…”
“Tranquilla, luce dei miei occhi, questa volta non sarete soli e se il Lord dovesse presentarsi troverà degna accoglienza”, la rassicurò dolcemente Piton mostrando la sua bacchetta magica.
“Grazie Sevvie” gli sorrise grata Lily, scatenando la gelosia di James.
“Non sarà certo il fantasma del castello con la sua bacchetta d’aria a salvarti in caso di pericolo” ringhiò sprezzante, additando Severus.
“E’ vero” gli fece eco Sirius alterato.
“Dimentichi che noi siamo i due Auror migliori del ministero e che IO mi sono precipitato qui proprio per aiutarvi”.
“Già, come no! Adesso posso dormire tra due guanciali, con una disgrazia come te per casa ”, assentì sarcastica la rossa già pronta a un nuovo attacco, ma una testa nera che faceva capolino dalla finestra attirò la sua attenzione.
“Altolà” gridò, puntando la malefica ciabatta al vetro.
“Tranquilla cara, quello è solo il mio alter ego” disse Piton, osservando dal vetro il suo doppio spaventato a morte.
“E’ tutta la settimana che vigila su di voi, restando nascosto tra le fronde della siepe del giardino”.
“E’ vero” confermò Lucius, “e il mio sta attaccato al Lord come una zecca per poter essere informato di ogni suo movimento”.
A quell’ammissione Lily s’affacciò alla finestra per ringraziare il giovane Piton, ma invece scorse Silente che si materializzava sul vialetto di casa.
Poco dopo, seduti attorno a lui, tutti ascoltavano le notizie che il preside aveva portato.
“Chi è stato il genio che ha infilato Minus travestito da fantasma di Severus nel vasetto di nutella?” chiese con sguardo omicida osservando i Malandrini.
“Hemmm” si schiarirono la gola James e Sirius, mentre il mago li fissava sdegnoso.
“Lo immaginavo!!! Per colpa vostra per poco il piano non falliva”.
“Quale piano” chiese ansioso il fantasma di Severus, mentre tutti si facevano più attenti.
“Dopo una settimana di trattative ero riuscito a persuadere Voldemort che tenevamo in ostaggio uno dei suoi Mangiamorte venuto dal futuro con notizie sull’esito della guerra e lo avevo invitato al covo per trattare un armistizio. Quando s’è accorto che nel barattolo non c’era Piton ma Minus ha creduto fosse un trucco e ci ha scatenato addosso i suoi Mangiamorte!”
A quelle parole i ragazzi sbiancarono.
“Ci sono state molte vittime?”, alitò Lily, sconvolta.
“Grazie al Cielo no, ma vedeste in che stato è il nostro covo…Comunque alla fine tutto s’è risolto bene” continuò il preside con un sorrisetto.
“Lord Voldemort ha deciso di… Diciamo allontanarsi dal Mondo Magico e dai suoi Mangiamorte a tempo indeterminato!”
“Quindi la guerra è finita?” chiesero in coro tutti.
“La guerra è finita e voi siete salvi” affermò il preside sorridendo a Lily.
“Adesso però, voi due incoscienti”, aggiunse additando Sirius e James “, lavorerete gratis per ricostruire il nostro covo, insieme al vostro complice imbottigliato e a quell’altro finto moribondo e non accetto scuse!!!”.

Epilogo

Il salvataggio dei Potter e la fine della guerra magica portarono molti cambiamenti nel futuro.
Paciock e la moglie crebbero con amore il loro Neville, che non divenne il bambino goffo e imbranato che tutti conosciamo, ma un normalissimo bimbo amato e felice.
Severus non passò la vita a rimpiangere la donna amata, morta a vent’anni, ma ebbe modo di sperimentare le delizie della vita coniugale dopo che la Evans, stufa di un marito inaffidabile quale Potter, lo scelse come amante.
Così, complice il lavoro d’insegnante che li aveva portati ad Hogwarts, i due vissero felici e contenti la loro tresca amorosa che li rese genitori di due pestifere gemelline.
Naturalmente le bambine presero il cognome del marito e il povero James, ignaro di essere sempre più Ramoso, passava le notti a cullare le tre ululanti creature.
Neanche Lupin nelle peggiori notti di luna piena arrivava a fare il casino che generavano quelle tre boccucce e Sirius, che finalmente poteva dar sfogo ai suoi bollenti spiriti col licantropo del suo cuore, ringraziava Merlino tutti i giorni che i gay non potessero procreare spontaneamente.
Lucius, che prima della ritirata dell’Oscuro era riuscito a vendere tutte le azioni della Voldemort s.p.a, continuò la vita da ricco nullafacente, trastullandosi con il nobile pargolo, troppo Malfoy perché potesse piangere o sporcare pannolini.
La sua idilliaca esistenza durò fino a che un gufo anonimo avvisò Potter della tresca che si compiva alle sue spalle. Sirius, che dopo quella lettera si era ritrovato in casa il suo migliore amico in piena crisi depressiva, con annessi mostriciattoli ululanti, pensò bene di trovare una soluzione e, acchiappati i pargoli si smaterializzò ad Hogwarts, con l’intento di mollarli alla moglie fedifraga, ma vi trovò solo Piton in lacrime.
Lily, aveva vinto una borsa di studio per un dottorato sui riti magici delle popolazioni awaiane e se n’era andata insieme al professor Allock .
Al povero Severus, abbandonato da tutti con le tre belve a carico, non rimase che cercare conforto a casa dell’amico di una vita: Lucius Malfoy, anche lui rimasto single dopo che Narcisa era fuggita a Durmstrang con Igor Karkaroff.
Harry crebbe quindi insieme al piccolo Draco, devastandogli i costosi giocattoli e facendogli ogni sorta di scherzo idiota, aiutato dalle due gemelle rosse di capelli e d’animo.
Le prime parole del fanciullino biondo, pronunciate all’età di quattro anni, quando ormai tutti lo credevano muto, furono: “Vi prego, portatemi via da questa casa: voglio crescere in solitudine presso un lontano monastero del Tibet e farmi monaco.
Lucius e Severus, però, stavano benissimo insieme e, più che mai convinti che fossero solo i capricci di un bambino un po’ introverso, non lo ascoltarono, da qui spiegati i problemi psichici del giovane Malfoy.
Così vissero tutti felici e contenti e…
Che altro devo dire ancora?
Stretta la foglia larga la via
finisce la storia in allegria!
Alla prossima.
   
 
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