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Autore: Mahiv    04/03/2013    1 recensioni
Ciò che pensa e prova Holmes durante e dopo il trasferimento di Watson, sulle note di una canzone degli Avanged Sevenfold.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Warmness of the soul'
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Non avevo mai provato la paura, prima di averla al mio fianco, Watson.
Forse non avevo mai realmente avuto qualcosa da perdere, o qualcosa per cui essere disposto a combattere.
Lei invece ne era pregno sin dal nostro primo incontro, ancora immerso negli orribili ricordi dell'Afghanistan.
Cercavamo solo di salvarci a vicenda.
Io la facevo addormentare, tranquillizzandola dai suoi incubi con il mio stradivari, e lei tentava di azionare il mio cuore con tutto ciò che poteva.
Ora sta a me tentare di guarirlo, annebbiarlo, con ciò di cui dispongo.

Mi domando se tornerà mai, dottore, o se sarà troppo felice della sua nuova vita per volerla contaminare con la vista di ciò che rimane del suo vecchio collega.
Spero che non n lo faccia. Che non torni.
Non lo sopporterei.

Ho saputo risolvere ciò che per la gente comune era mistero, ho visto oltre quello che potevano vedere, ma mi ritrovo esattamente come loro, ora, a chiedermi come andare avanti senza ciò che amo.
Ormai nemmeno il drogarmi mi è più di sollievo.
E' liberatorio ovviamente, riesco ad andarmene, anche se per poco, da tutto questo.
Ma lei mi segue anche lì, nel mezzo dell'oblio.
Non riesco a farla uscire dalla mia mente, in ogni momento ed in ogni luogo.

Mi credevo immune a tutto questo, superiore, forse ...la verità è fredda, e non esita a colpirmi ogni qual volta io riesca a distrarmi.
Sarebbe stato migliore per entrambi se non fossimo stati presentati.
Lei non si sentirebbe in colpa, non si starebbe ingannando, ed io sarei rimasto con la mia ferrea logica, persistendo nell'ingnorare i sentimenti, senza dover soffocare tutto questo dolore.

La parte miserabile di tutto questo, o la parte ancor più miserabile, è che non riesco a volerlo davvero.
Posso solo cercare un posto nella mia mente dove lei possa rimanere sveglio, insieme alle sue lezioni sull'amare, e alle sue stupide bugie dull'invecchiare.

La luce che mi ha lasciato rimane, ma è così difficile ritrovarla, ne scorgo un bagliore solo grazie a ciò che lei tanto odiava, iniettandomelo endovena.
Ma ogni volta è più distante, ed ogni volta la mia soluzione sembra non bastare mai, costringendomi ad usarne altra, troppa, probabilmente.
Ma lei non è qui a raccogliermi, ad infuriarsi, e questo mi fa solamente premere l'ago più a fondo.

L'amo.
Non concepisco queste parole, ma ne sono assuefatto, sicuro che non possa essere diversamente.
Altrimenti il dolore non sarebbe così lacerante, e neppure il desiderio.
Ma la rivedrò, quando riuscirò a trovare quella luce, perchè ne ho bisogno. Ho bisogno di sapere.

Ora è libero, John.
Il suo timore di essere scoperti non ha più motivo di esistere, le sue mani sono slegate.


   
 
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