Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LyliRose    04/03/2013    4 recensioni
Una donna viene uccisa a Diagon Alley, sul corpo viene ritrovato un anello che porta lo stemma dei Black. Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley sono chiamati a investigare; destinazione Malfoy Manor. La villa degli orrori ospiterà le misteriose avventure del Trio dei Miracoli, tra maledizioni di sangue, fantasmi inquietanti e incontri ravvicinati.
« E tu, Granger? Anche tu hai paura dei fantasmi e preferisci una camera nell’ala nord? »
Hermione alzò la testa per guardarlo negli occhi. Le parve che per un istante tutto fosse più nitido, anche la scalinata polverosa che portava ai piani superiori sembrava brillare di luce nuova.
« No, io voglio la camera migliore del maniero »
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Draco Horror Picture Show

Epilogo
L’anello

“Darkness cannot drive out darkness: only light can do that.
Hate cannot drive out hate: only love can do that.”
― Martin Luther King


Porta.

Statua.

Armatura.

Gira a destra.

Quadro.

Gira a sinistra…

Ogni corridoio era uguale agli altri, gli sgabuzzini e le stanze da letto si ripetevano in continuazione, come in un incubo da cui non si riesce a scappare. E se fosse stato così anche per Hermione? Se la Maledizione avesse intrappolato anche lei in un sogno senza speranza? Se fosse stata costretta a vivere in quella casa per il resto della sua esistenza? Come avevano potuto lasciarla da sola?

« Di qua, sento delle voci » gridò Ron, girando all’improvviso in un corridoio buio.

Harry, il cuore in gola, un leggero velo di sudore sulla nuca, seguì l’amico nella disperata corsa. All’improvviso, l’inaspettato: una lama di luce che filtrava da sotto una porta, voci fioche dall’altra parte, sospiri lievi.

Eccola!

L’uscio di legno sbatté forte; Ron entrò senza nessuna esitazione.

« Lasciala stare! » urlò Harry, ancora prima di mettere a fuoco la stanza.

E poi si sentì uno stupido.

Draco Malfoy sedeva composto in una poltrona accanto la fuoco, un paio di occhiali da lettura sul naso; li stava fissando con un’espressione sorpresa in volto. Hermione, neanche a dirlo, era in piedi di fronte a uno scaffale altissimo, prima del loro arrivo era sicuramente girata verso i volumi, intenta a leggerne i titoli, ma ora li guardava entrambi con la bocca spalancata. Naturalmente tra  i due c’erano almeno tre metri di distanza e la ragazza sembrava illesa.

« Che cosa diavolo combinate? » chiese loro, avvicinandosi.

« Io… tu.. lui… » balbettò Ron, osservando la scena.

« Lui ti vuole uccidere! » disse Harry senza preamboli.

« Come, scusa? » domandò Malfoy, alzandosi.

« Sì, proprio come quella ragazza a Diagon Alley! » incalzò Ron. « C’è una maledizione su tutta la casata dei Malfoy! Gli serve del sangue per spezzarla! »

Hermione parve valutare la cosa per qualche secondo; li fissò dritto negli occhi, in viso un’espressione cupa.

« E questo da chi lo avreste saputo? » chiese poi.

« Da un fantasma! » disse Harry.

« Da un fantasma? » Era chiaro che pensava fossero pazzi.

« Sì, Caspar Herbert Malfoy, da cui ebbe inizio la Maledizione stessa! » spiegò Ron.

Era indubbio però, almeno per Harry, che Hermione non aveva la più pallida idea di cosa stessero dicendo; non che la biasimasse, erano entrati nella biblioteca come dei pazzi e ora stavano blaterando di maledizioni e fantasmi.

« Diglielo, Malfoy! Spiegale della Maledizione e di cosa stavi tentando di farle! » inveì allora Harry.

Il padrone di casa avanzò lentamente verso di lui, sembrava tranquillo, ma gli occhi gli brillavano riflettendo la luce del candelabro posato sul tavolo. Harry fece appena in tempo a  notare la cera caduta sul pianale di legno e a chiedersi cosa avesse causato quella macchia prima che Malfoy parlasse.

« Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando, Potter e francamente la cosa non rientra nei miei interessi, ma trovo il fatto che tu mi accusi di aver anche solo tentato di fare del male a un’ospite in casa mia alquanto denigratorio » Malfoy gli afferrò il colletto della camicia.

« Granger, quanto sei stata in questa stanza con me, stasera? » chiese poi, rivolto ad Hermione.

La ragazza soppesò un attimo la domanda. « Credo tre ore » rispose.

« Bene, un tempo ragionevolmente lungo, che mi avrebbe permesso agevolmente di ucciderti, nel caso ne avessi avuta l’intenzione, giusto? »

« Beh, credo si sì »  replicò lei, quasi ridendo.

« Ti ho toccato, Granger? »

« Mi hai offerto una tazza di tè e ti sei messo a leggere mentre io esploravo gli scaffali ».

Malfoy lasciò andare Harry e fece un passo indietro.

« Credo sia meglio che ve ne andiate » disse asciutto. « Creep! » urlò poi; l'Elfo apparve al suo fianco poco dopo.

« Sì, Padrone? » l’esserino si profuse in un inchino malandato, scoprendo una ragguardevole porzione di fondoschiena grazie al sacco che portava indosso.

Harry era incredulo. Possibile che si fosse sbagliato su tutto? Possibile che avesse sognato le parole di Caspar Malfoy? E Ron, anche lui aveva sognato? No, a giudicare dalla sua espressione nemmeno lui credeva di aver immaginato ogni cosa.

E allora?

Harry guardò Hermione: la ragazza li stava fissando con aria preoccupata, credeva fossero impazziti!

« Accompagna alla porta i nostri ospiti. A eccezione della signorina Granger, nessuno di loro sarà più il benvenuto nella tenuta » disse Malfoy, interrompendo i suoi pensieri.

L’Elfo s’inchinò di nuovo e in un batter di ciglia tutti e tre si ritrovarono fuori sotto la pioggia battente, i mantelli da viaggio a terra di fronte a loro. La stupida creatura non si era degnata nemmeno di accompagnarli fuori: li aveva smaterializzati.

Harry si guardò indietro, confuso. Quanto tempo era passato dalla scoperta dell’esistenza della Maledizione alla loro brusca uscita dal Manor? Di certo non più di venti minuti.

Era stato tutto troppo veloce… troppo… affrettato.

†††

Ministero della Magia - Ufficio Auror- due ore più tardi

Hermione chinò la testa sulla scrivania e si coprì le orecchie con le mani per non sentire le urla.

« COME SAREBBE A DIRE CHE IL CORPO È SPARITO? I MORTI NON CAMMINANO, SOPHIA! »

Sophia Tattleburr, apprendista Medimago Forense al Dipartimento Magiscientifico, aveva le lacrime agli occhi e cercava di non guardare il famoso Harry Potter mentre inveiva come una belva feroce contro di lei.

« Sì, si-signore, ne sono convinta, fatto sta che la squadra di ripulitura della scena non ha fatto in tempo a consegnarci il corpo che quello era sparito! Le giuro che mi sono girata per un solo secondo! Firmavo i moduli per l’autopsia, signore! » balbettò la ragazza.

Hermione vide Harry passarsi una mano tra i capelli, un gesto fin troppo stizzito.

« Dimmi almeno che sei riuscita a scattare qualche foto »

Sophia si raddrizzò subito. « Sì, signore, ne ho fatte alcune! »

E allora fu Hermione a mettersi una mano nei capelli… per poi afferrare il mantello e andarsene.

†††

« Non è possibile… Harry, sei sicuro che queste… » sussurrò Ron.

« Siano le foto della vittima? » lo precedette Harry. « Sì, molto sicuro. Le ha scattate Sophia poco prima che il corpo scomparisse »

« Miseriaccia, Harry! Questa è… »

« Identica a Louise Marie Harrington? Oh, sì, lo è eccome! » rispose, fissando la foto.

Perfino la veste elegante era la stessa del ritratto che avevano visto a Malfoy Manor, gli stessi riccioli biondi, lo stesso volto angelico.

« Oh, beh, almeno l’abbiamo identificata, no? »

Harry annuì piano. « Peccato sapessimo già che era morta…da almeno centoquaranta anni »

†††

Campagna del Wiltshire- una settimana dopo

Pioveva a dirotto. Era frequente, da quelle parti, ma non per questo meno fastidioso. Le pesanti gocce di pioggia si attaccavano al mantello di lana e il cielo non prometteva niente di buono. Forse sarebbe nevicato nel fine settimana.

Hermione era stanca di camminare, ma far perdere le proprie tracce a un gruppo di Auror esperti non era semplice. Non credeva ci sarebbe riuscita del tutto, ma le sarebbe bastato arrivare a destinazione e avere il tempo di accertarsi che tutto quello che scriveva la Gazzetta di quel giorno fosse vero. Che lui stesse davvero bene.

La pioggia cadeva a tratti anche sul giornale fresco di stampa, gocciolando dai lembi dell’ombrello aperto e diluendo l’inchiostro nero.

Scandalo al dipartimento Auror” si leggeva in prima pagina “ Cadavere sparisce dall’obitorio

E poi, in basso sulla sinistra un piccolo trafiletto che rimandava a un articolo più approfondito a pagina quattro: “ La rinascita dei Malfoy: l’erede Draco annuncia la sua ascesa in politica. Che sia la fine della fantomatica maledizione dei Black?

E allora Hermione si permise di ricordare quella notte. Le mani bianche di Draco, le sue labbra morbide, la pelle bollente, quell’assurdo desiderio di toccarlo, di amarlo.

E poi una goccia di sangue, una scheggia di legno impigliata nel dito e un’improvvisa lucidità.

« Cosa mi hai dato? Cosa c’era nel tè? E nel vino della cena? » gli aveva chiesto, fermando la corsa delle sue mani su per l’interno coscia.

Lui l’aveva guardata, si era accorto del sangue sulla sua mano e si era allontanato subito, quasi scottato.

« Amortentia » aveva risposto. « Non preoccuparti, era una dose irrisoria. »

Ed eccola allora, la rabbia che l’aveva invasa. Quello sì che era un sentimento che associava a Draco Malfoy, molto più che il desiderio(1).

« Cosa vuoi da me? Sesso? »

« No, no, assolutamente no! » sembrava disperato, continuava ad andare avanti e indietro e a toccarsi i capelli.

Lo aveva guardato raccogliere il panciotto argentato e la camicia candida e infilarseli. Poi l’aveva visto osservarsi le mani, rigirandole come se fossero state sporche, macchiate da chissà cosa.

« Come mi sono ridotto… » aveva sussurrato. Un’affermazione molto più che una domanda.

Hermione sapeva che c’era qualcosa che non andava,ma non riusciva a capire cosa fosse. Si era rivestita piano, tenendo d’occhio Draco, e poi gli si era avvicinata. Lui era seduto in terra, la testa tra le mani; le braci ardenti del camino illuminavano parzialmente il suo volto, accendendolo.

« L’hai messo tu quell’anello su quel corpo, vero? »

Draco a quel punto aveva alzato gli occhi, l’aveva guardata e senza dire nulla aveva sorriso. Hermione non sapeva se fosse stato quel sorriso, un’espressione talmente anomala sul viso di Malfoy da fare quasi tenerezza, oppure la disperazione che era arrivata  subito dopo a farla cedere.

« Cosa ti serve da me? » gli aveva chiesto allora, completamente sconfitta.

« Il tuo sangue»

L’aveva schiantato. Reazione naturale, aveva pensato, quasi istintiva. Lui però si era fatto schiantare. Avrebbe potuto benissimo schivare il colpo;, era un bravo duellante, dopotutto, e questo fatto l’aveva fatta pensare. E se Malfoy avesse davvero avuto bisogno di lei?

« Comincia a raccontare tutto dall’inizio » gli aveva intimato allora, dopo averlo fatto rinvenire.

Era così che aveva saputo tutta la storia: di Caspar Herbert Malfoy e di Louise Marie Harrington, dell’amore impossibile tra un ricchissimo Mago e una Babbana priva anche solo della più piccola scintilla di magia. Della vergogna di una famiglia Purosangue da generazioni che aveva tenuto nascosta la cosa, ricorrendo all’aiuto, pagato a caro prezzo, del più grande Mago oscuro di tutti i tempi. Della rovina lenta e ignobile di un maniero destinato a seppellire il suo ultimo abitante.

« È per questo che la casa è in queste condizioni? » aveva chiesto Hermione.

« Malfoy Manor riflette lo stato di chi la abita »

« Premesso che ti aiuterò » gli aveva detto. « Volevi attirare la mia attenzione con quell’anello? »

« No » lo aveva sentito rispondere, sconfitto. « Di Potter, ma quel buono a nulla… »

« Ah, era Harry che volevi? » aveva chiesto, ridendo. « Beh, non credo che con lui avresti avuto molta fortuna poco fa su quel tavolo »

E allora l’aveva guardata. Uno sguardo penetrante, uno di quelli che ti mozzano il fiato.

« Non avevo di certo bisogno di te in quel senso, Hermione » l’aveva sentito affermare. « È vero, all’inizio avevo pensato che Potter potesse aiutarmi, poi ti ho vista; mi serviva sangue Babbano e speravo che il tuo bastasse a scindere la Maledizione, ma non è successo e ora mi sento un codardo e un vile solo per aver tentato una cosa simile su di te ».

Le si era avvicinato, la aveva preso il viso tra le mani. E lei aveva smesso di respirare.

« Era tutto vero, Hermione; quello che ti ho detto prima era tutto vero! Mi sono innamorato di te ancora prima di scoprire cosa aveva fatto Caspar a questa famiglia! E una volta saputo della Maledizione, non sono più stato in grado di biasimarlo: avrei fatto la stessa cosa, per te. »

E ancora una volta era rimasta senza parole.

« Come fai a sapere che il mio sangue non ti basta? » aveva cercato di glissare. Non poteva pensare a Draco Malfoy che l’amava, no, non ora.

Lui aveva indicato con un gesto del capo il tavolo: sopra di esso, accanto alla macchia di cera che era colata dal candeliere, c’era una piccolissima macchia rossa.

« E tu pensi che una quantità così irrisoria di sangue sia sufficiente? Ti ricordo che il mio non è sangue Babbano comune, Malfoy! Io sono anche una Strega! » aveva esclamato, prendendolo per un braccio. « Andiamo, qui serve ben altro che una gocciolina spaurita e sicuramente tutti questi libri ci saranno d’aiuto ».

Ora, camminando da sola per la campagna inglese, si ricordò come un’ora dopo erano riusciti ad arrivare a una soluzione accettabile. Tutti quei libri oscuri contenevano una serie di contro maledizioni universali che, combinate al sangue, avrebbero dovuto dare l’effetto desiderato. Il problema era stato verificare l’effettiva cessazione della Maledizione.

Era esattamente quello che stavano facendo quando erano entrati Harry e Ron: i due deficienti. Hermione aveva già progettato di non rivelare loro nulla di quella notte, ma naturalmente Caspar l’aveva pensata diversamente. E così si era ritrovata a dover mentire! Mai avrebbe pensato di doverlo fare, con i suoi amici, poi!

Fortunatamente la sparizione del “corpo” ( se così si poteva chiamare) aveva gettato tutti nel panico più profondo e le accuse contro Draco erano state interpretate come le solite esagerazioni di Harry.

« Andiamo, Harry, sappiamo tutti che hai certi… precedenti… nell’accusare Malfoy! » aveva detto Kingsley. « E francamente, la tua storia di fantasmi è buona solo per la notte di Halloween ».

Harry si era arrabbiato, aveva puntato i piedi; Ron l’aveva appoggiato in pieno, ma non era servito a nulla.

I cancelli del Manor apparvero di fronte a lei. Non una traccia di ruggine, non un cigolio nell’aprirsi. E si erano schiusi da soli, come se l’avessero riconosciuta. Se non fosse stata sicura di essere nel posto giusto avrebbe giurato che quella non fosse Villa Malfoy.

Il giardino ai lati del vialetto d’accesso era completamente trasformato. Erba verdissima ricopriva le aiuole e fiori dai colori tropicali sbocciavano dappertutto. Anche le alte siepi che solo qualche giorno prima le erano parse mani scheletriche pronte ad afferrarla ora sembravano lussureggianti cespugli ombrosi, prefetti per un tè pomeridiano in primavera.

E la tenuta… oh, che magnificenza!

Non un’imposta cigolante, non una persiana fuori dai cardini, tutto pareva uscito da un romanzo Magico, la casa sembrava appena dipinta di un fresco color crema e l’armonia della facciata rimandava i lampi del temporale, scintillando di un riflesso dorato.

Mancava solo…

« Cerchi qualcuno? »

Hermione si portò una mano al petto per lo spavento. Draco Malfoy le si era avvicinato in silenzio, mentre era intenta a osservare Malfoy Manor in tutto il suo splendore.

Indossava abiti moderni quel giorno: pantaloni scuri e camicia bianca. Un mantello di lana pesante lo proteggeva dalla pioggia, ma il cappuccio era abbassato e i capelli biondissimi si erano bagnati, diventando più scuri.

« Come si fa a far sparire un corpo sotto il naso di Harry Potter e dell’intero Ministero? » gli chiese, curiosa.

« Semplice, si chiede a una coppia di fantasmi maledetti di aiutarti. Sai, essere già morti ti dà un vantaggio non indifferente ».

« Come si fa a spezzare una maledizione vecchia di quasi centocinquant’anni? »

Lui le sorrise. « Non con il sangue ».

Hermione annuì. « Già, una contro maledizione deve essere per forza benigna ».

Lo sapeva, ci aveva pensato tanto durante quella settimana, sicura che i loro goffi tentativi di spezzare la Maledizione non avessero sortito alcun effetto. E poi aveva visto l’articolo… e, beh, quel posto era la dimostrazione che qualcosa era cambiato.

« Mi vuoi dire come hai fatto? » domandò ancora.

Lo vide avvicinarsi, negli occhi il riflesso del cielo tempestoso, sulle labbra poche gocce di pioggia.

« Dimmelo tu, è tutto merito tuo ».

Hermione fece un passo indietro. « Io? No, ti sbagli… io… » negò, scuotendo la testa.

« Granger, sei una donna intelligente, credevo ci saresti arrivata da sola » le rispose lui, continuando ad avanzare sotto l'acquazzone  verso di lei.

Lo sentì sospirare, ormai era arrivato a un soffio da lei. Le afferrò il cappuccio del mantello con le dita, tirandolo indietro delicatamente.

« Come ha fatto Harry Potter a sconfiggere la Maledizione più potente di tutte? » le chiese.

« Con l’amore » rispose lei, senza pensare. E poi si coprì la bocca, rendendosi finalmente conto del peso delle sue parole.

Improvvisamente la pioggia che le bagnava i capelli e il viso, i lampi all’orizzonte e il mantello pesante non significarono più nulla. Si girò un’ultima volta a guardare la villa.

« Draco, io… »

Sentì le sue braccia che le circondavano la vita da dietro. « Sh… » lo sentì dire. « Anch’io ho paura. Ne ho più di te, nonostante io abbia realizzato di essere innamorato di te da anni. L’affronteremo assieme, vedrai ».

E rimasero lì, sotto la pioggia a contemplare un sentimento appena nato, un piccolo seme in grado di cambiare il loro futuro. Rimasero lì abbracciati e bagnati, senza parlare; per le parole ci sarebbero stati altri momenti.


The end
Un grazie ENORME va a Poison Spring che ha betato pazientemente tutta la storia!

CANON O FANON?
Solitamente chi assume Amorentia (o qualsiasi altra pozione d’amore) è soggetto a repulsione verso chi gliel’ha somministrata. In questo caso ho deciso di sorvolare su questo aspetto, ma ringrazio l’attentissima a scrupolosissima Poison Spring per la segnalazione.
NOTE:
Quando ti dicono di non scrivere un epilogo il giorno di S. Valentino hanno dannatamente ragione. No, non sono una sdolcinata, mai stata. E a dimostrazione di questo fatto, questo epilogo doveva finire in modo completamente differente. Non vi dirò come nei particolari, ma solo che non mi aspettavo di certo questo.
Però mi piace, sarà S. Valentino, sarà la tachipirina 500 appena presa, ma mi piace! E spero davvero che questo finale da Baci Perugina piaccia anche a voi! Fatemi sapere!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LyliRose