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Autore: Salice_    04/03/2013    9 recensioni
La storia parte dall'episodio 43 dell'anime, quando Mew Zakuro rivela alle sue compagne il motivo della presenza di Kisshu nella cattedrale. Lei dice a Mew Ichigo: "Ti ricordi quando hai detto che gli alieni possono provare dei sentimenti? Visto che era lì ho pensato di chiederglielo di persona."
Ma la vita, si sa, è imprevedibile e ha l'abitudine di giocare con i destini delle persone, allontanando, incrociando, spezzando i fili che legano i rapporti. In un mondo alle porte della guerra, cosa succederebbe se l'alieno dagli occhi dorati iniziasse a provare dei sentimenti per la Mew Lupo?
DAL CAPITOLO QUARTO:
“E tu perché sei favorevole a questa tregua?” si chiese mentalmente Zakuro. “Forse perché in fondo allo sguardo arrogante e strafottente di Kisshu mi è parso di leggere una muta supplica. So come ci si sente ad essere abbandonati da tutti, potendo contare soltanto sulle proprie forze. Non vorrei essere troppo caritatevole, ma qualcosa negli occhi di quel ragazzo mi dice di fidarmi. Anche il mio istinto di animale selvatico lo conferma, e quello non sbaglia mai.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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You Can Save Me.

- No… Non è possibile… - mormorò Ichigo con voce quasi impercettibile.
Il gruppo fissava con sguardo incredulo Deep Blue, il capo degli alieni, appena risorto di fronte a loro. Questo puntò i suoi occhi di ghiaccio in quelli d’oro di Kisshu, che, a differenza di Taruto e Pie, non aveva accennato il minimo segno di reverenza nei suoi confronti.
- Ah Kisshu, bene, ci sei anche tu! – fece Deep Blue con una nota di sarcasmo nella voce. – A quanto pare hai deciso di comportarti da giovane ribelle. -
Kisshu, dal canto suo, non rispose, limitandosi a sostenere lo sguardo carico di disprezzo del suo ex leader; non voleva dargli alcuna soddisfazione, non era il momento.
“Ora l’unica cosa che conta è distruggerlo!” pensò con ardore l’alieno dai capelli verdi.
- Vedo che c’è anche il piccolo Shirogane! – continuò Deep Blue rivoltò a Ryan, che lo stava fissando stringendo i pugni – Se ti va sono disposto a farti raggiungere i tuoi genitori all’altro mondo! – dopodiché proruppe in una risata folle.
Ryan digrignò i denti, mormorando: - Assassino… -
La risata dell’alieno si spense. – Che cosa avresti detto, stupido umano?! – chiese quello con voce pericolosa.
- ASSASSINO! – urlò Ryan, accecato dalla rabbia: a nulla servirono le proteste delle ragazze per cercare di farlo tacere, ormai era troppo tardi. Lo sguardo di Deep Blue si era assottigliato e il suo volto era una maschera di disgusto.
- Bene Shirogane, tu sostieni che io sia un assassino… Ora te lo dimostrerò! –
E con questo, scagliò un potente fulmine azzurro che partì direttamente dal palmo della sua mano sul biondo, che cadde a terra, sollevando della polvere. Le ragazze, spaventate, gridarono. Non contento, l’alieno continuò a lanciare fulmini sul ragazzo, in preda ad una risata sadica; fu in quel momento che la squadra Mew Mew intervenne.
- Forza ragazze! – gridò Ichigo; le cinque si gettarono tra Ryan e il loro nemico, creando una barriera luminosa come scudo. Purtroppo, questa durò solo pochi secondi, giusto il tempo che ebbe Kisshu di afferrare Ryan e trarlo in salvo, portandolo in disparte, prima che la forza di Deep Blue facesse saltare in aria la barriera, con le Mew Mew al seguito. Atterrarono scompostamente a terra, gemendo di dolore: nessuno dei tre alieni con cui erano abituate a combattere disponeva di un potere del genere.
Ichigo sollevò il busto a fatica, incrociando il suo sguardo rosato con quello gelido di Deep Blue.
- Perché? Perché vuoi distruggere l’umanità?! -
- Perché questo pianeta mi appartiene: la mia gente deve tornare a vivere sulla Terra, e per permettere ciò intendo eliminare tutti voi esseri umani! –
- Noi non te lo permetteremo! – gridò Mew Minto con rabbia, mentre stava già incoccando una freccia nella sua balestra. Le altre quattro la imitarono, riprendendo le proprie armi e scagliandosi nuovamente sul nemico: per la seconda volta, finirono respinte al suolo con un semplice movimento della mano dell’alieno. Nel frattempo Kisshu, in disparte, era riuscito a far rinvenire Ryan, che aveva perso i sensi per qualche minuto in seguito all’attacco di Deep Blue. Il biondo aprì gli occhi e fissò Kisshu, sussurrandogli: - Grazie Kisshu. –
- Sei un pazzo, Shirogane. – constatò per tutta risposta l’alieno.
Zakuro fu la prima a riprendersi dal nuovo attacco, alzandosi in piedi sulle lunghe gambe e facendo schioccare la sua frusta verso Deep Blue, procurandogli un taglio verticale sulla guancia destra, dal quale schizzò del sangue che andò ad imbrattare il suo lungo abito blu. Dopo essersi portato una mano alla parte lesa, l’alieno scoppiò nuovamente a ridere. – Povere illuse. Come pensate di poter contrastarmi? Il danno peggiore che siete riuscite a provocarmi fino ad ora è stato un taglietto! –
Purin si rivolse alle compagne, afflitta: - Ragazze, che cosa possiamo fare? È troppo forte! –
- Forza, non arrendiamoci! – si fece sentire di nuovo Ichigo, che non aveva nessuna intenzione di gettare la spugna. – Attacchiamolo di nuovo tutte insieme! -
E, per l’ennesima volta, le cinque paladine della giustizia si lanciarono su Deep Blue sferrando i loro attacchi, ma finendo nuovamente respinte dai colpi precisi e potenti che partivano dalle mani del capo degli alieni. Quest’ultimo, dopo aver osservato per qualche secondo le sue avversarie, riverse a terra e incapaci di rialzarsi, fece comparire nella sua mano destra una lunghissima spada regale e dalla lama affilata; fece forza sulle braccia e la conficcò nel terreno erboso, provocando una potente scossa di terremoto, la quale portò allo spaccamento del suolo. Il gruppo si ritrovò diviso dalle profonde crepe che si erano formate: Kisshu e Ryan da una parte, Purin e Retasu da quella opposta, Minto e Ichigo da un’altra parte ancora. Zakuro era isolata dalle altre, sola, mentre cercava di far forza sulle braccia per sollevarsi.
Pie e Taruto stavano sospesi a mezz’aria, osservando il loro padrone mentre straziava la squadra delle Mew Mew. Deep Blue si guardò intorno, compiacendosi del fatto che le sue avversarie fossero ormai prive di energie per reagire, dopodiché parlò con tono imperioso.
- Ho già perso troppo tempo con queste patetiche umane. Pie! -
- Si, mio Signore. – fece l’alieno abbassando il capo.
- Occupati di loro. È il momento che io cominci la mia opera di eliminazione dell’umanità; penso che il faro della Baia di Tokyo sia il punto migliore dal quale lanciare un attacco in grado di distruggere la città. –
E, detto questo, Deep Blue si alzò in volo, dirigendosi con una calma irreale verso il basso, in direzione della Baia e del faro che la dominava dalla cima della scogliera.
La situazione era critica: di lì a poco tempo, la città sarebbe stata distrutta e le Mew Mew erano troppo deboli per poterlo impedire. Avevano fallito.
“No, non è ancora finita.” Si disse Zakuro, mentre sollevava il viso dalle macerie “Ci deve essere un modo per fermarlo. Non posso permettere che la Terra venga distrutta.” “Non ho mai avuto nulla in cui credere, e, di conseguenza, nulla da perdere. Mai, fino a che non ho conosciuto Kisshu.” Il suo sguardo cadde sull’alieno dagli occhi d’oro, accasciato al fianco di Ryan. “Ora, finalmente, ho qualcosa per cui vale la pena combattere. E poi Ryan… Quando sono venuta a conoscenza del motivo che l’ha spinto ad avviare il Mew Project ho promesso a me stessa che avrei fatto di tutto, qualsiasi cosa in mio potere, pur di fare in modo che il suo progetto andasse a buon fine. Non posso tirarmi indietro proprio adesso che loro hanno più bisogno di me. Devo farcela…”
- Devo farcela! – gridò Zakuro, spalancando i suoi bellissimi occhi blu, mentre una sensazione mai provata la invadeva completamente. Era come se il suo corpo stesse prendendo fuoco, come se le fiamme scorressero attorno a lei, dentro di lei; come se fosse lei stessa il fuoco, la forza distruttrice della natura.
In quel momento, dai palmi delle sue mani, aperti e appoggiati al suolo, cominciarono a nascere delle fiamme, che nel giro di pochi secondi la circondarono, arrivando ad un’altezza di due metri; Zakuro sentiva di nuovo di avere tutte le sue energie, e si rialzò, mentre le fiamme, che fino a poco prima l’avevano circondata fino a coprirle la visuale, le facevano spazio, permettendole di incrociare gli sguardi attoniti dei suoi compagni.
- Che… Che cosa sta succedendo? – mormorò Ryan guardando incantato la figura di Zakuro. Inaspettatamente, alle orecchie del gruppo giunse la voce di Kyle, distorta dai loro ciondoli Mew.
- Ragazzi, mi sentite? – e, senza attendere risposta: - Con il computer ho rilevato che Mew Zakuro è appena riuscita ad attivare un potere che è stato a noi sconosciuto fino a questo momento. Si tratta del potere del fuoco: evidentemente, ora è capace di controllare questo elemento e la cosa le ha fornito anche nuova energia. –
- Ma Kyle, come è possibile? – domandò il biondo, stupito.
- Non lo so con certezza, per ora posso solo fare ipotesi, e la più attendibile è questa: deve essere un potere nascosto che è stato attivato dal DNA del Lupo Grigio che ha reagito con le emozioni e con il carattere di Zakuro. La sua stessa anima è in fiamme. –
La comunicazione si interruppe e tutti gli sguardi tornarono a puntarsi sulla Mew Lupo, avvolta dalle fiamme che ondeggiavano a fianco a lei senza ferirla.
Pie era sconcertato. – Non posso crederci! –
Le altre quattro Mew Mew riuscirono con fatica ad alzarsi a loro volta, riafferrando le proprie armi; Ryan in quel momento si fece sentire.
- Mew Zakuro, tu sei l’unica che può sconfiggere Deep Blue! -
In quel momento, dal faro della Baia di Tokyo partì un enorme fascio di luce che andò ad abbattersi in un punto imprecisato della città radendo al suolo case e grattacieli. La situazione era ormai critica.
Dopo essersi ripreso da quella scena, Ryan continuò: - Ora che hai questo nuovo potere, devi recarti al faro e fermare Deep Blue. Pensi di potercela fare? –
Zakuro annuì, determinata. – Certo, lo farò! –
- In quanto a voi, ragazze - riprese il biondo guardando le altre - Dovrete fare in modo che Zakuro possa raggiungere il faro! -
- Va bene! – urlarono quelle all’unisono.
Pie digrignò i denti, rabbioso, e invocò il suo ventaglio. – No! Non ve lo permetterò! – E con questo scagliò un potente fulmine in direzione delle Mew Mew, che fortunatamente riuscirono a schivare l’attacco in tempo.
Mentre Pie cercava di colpire Zakuro, e le sue compagne facevano di tutto pur di ostacolarlo, Kisshu riuscì a rialzarsi e a sferrare a sua volta degli attacchi diretti a Pie. Taruto si teneva fuori della battaglia.
Dopo alcuni tentativi, Mew Zakuro riuscì a schivare l’ennesimo attacco di Pie, portandosi alle sue spalle con rapidità, per poi avviarsi velocemente verso la Baia; l’alieno provò a fermarla, ma il resto del gruppo glielo impedì.
- Poco importa se un’umana entrerà nel farò. – fece Pie dopo aver respinto gli attacchi nemici – In ogni caso, non riuscirà ad avere la meglio contro Deep Blue! –
 
 “Devo farcela, devo raggiungerlo in tempo!”
Zakuro correva a perdifiato tra le macerie, mentre l’imponente costruzione del faro si faceva sempre più vicina. “Non ho ancora idea di come utilizzare questo mio nuovo potere, ma una cosa è certa: posso farlo e ci riuscirò!”
Una volta giunta ai piedi del faro, forzò la porta ed entrò senza problemi, per poi percorrere di corsa le lunghe scale che conducevano alla parte più alta. Il cuore le batteva all’impazzata nel petto e la sua mano destra stringeva spasmodicamente la sua arma a forma di croce, mentre con l’altra mano la ragazza si apprestava ad aprire la porta che l’avrebbe condotta nella stanza in cui si trovava Deep Blue. Buttò fuori l’aria dai polmoni, fece forza sulla maniglia ed entrò.
Deep Blue le stava dando la schiena, intento ad ammirare la distruzione che stava causando colpendo Tokyo dall’alto della sua postazione; non appena avvertì la presenza di Zakuro alle sue spalle, però, si voltò.
- Vedo che qualcuno non ne ha ancora avuto abbastanza. – osservò l’alieno con sufficienza, mentre il suo sguardo gelido ricadeva sul corpo livido e pieno di graffi della ragazza. – Tu vorresti farmi credere che pensi di potermi fermare? -
- Posso giurartelo. – ribatté Zakuro con fierezza.
Deep Blue distorse il suo viso in una smorfia di rabbia e indignazione, dopodiché scagliò un attacco in direzione della Mew Lupo; fortunatamente, i suoi riflessi la indussero a scansarsi all’ultimo secondo, lasciando che il lampo di luce azzurra si abbattesse sulla parete alle sue spalle. Poi, lei invocò la sua arma, ma delle nuove parole si fecero strada dalla sua gola, fino ad uscire dalle labbra della ragazza.
- FIOCCO D’INCENDIO! -
Dalla sua arma scaturì un potente turbine di fuoco che colpì Deep Blue, facendolo cadere a terra, i vestiti fumanti. Egli si rialzò faticosamente, e rivolse uno sguardo carico d’odio a Zakuro.
- Non immaginavo che possedessi un potere simile. Penso che con te dovrò iniziare a fare sul serio. -
E, con questo, lanciò un potente raggio nella direzione della Mew Lupo, che cercò di resistere con tutte le sue forze creando uno scudo di luce, ma invano: venne scagliata brutalmente contro il muro, per poi accasciarsi al fianco della parete spoglia della stanza.
Zakuro alzò gli occhi sul suo nemico: aveva preso posto di fronte a lei, a diversi metri di distanza, e, con il palmo rivolto nella sua direzione, stava creando una sfera di energia enorme.
“E’ finita.” Pensò Zakuro fissando spaventata il proprio nemico.
In quel momento, però, accadde qualcosa di inaspettato: l’aria sopra i due si increspò e Kisshu fece la sua comparsa all’interno del faro. Cadde in ginocchio tra la Mew Lupo e l’alieno dai capelli neri, abbassando la testa con reverenza, prima di rivolgersi al suo ex leader.
- Ti prego Deep Blue, aspetta. -
Zakuro lo guardò stupita, mormorando: - Che c’è Kisshu? –
L’alieno dagli occhi d’oro però le lanciò uno sguardo pericoloso, carico d’ira, che la spinse immediatamente a tacere.
- Si può sapere che cosa vuoi da me Kisshu? Avanti, parla! – tuonò Deep Blue, irritato.
- E’ molto semplice: sono qui per chiederti scusa per la mia condotta. –
Con queste parole, Kisshu si alzò in piedi e cominciò a camminare lentamente verso Zakuro, inginocchiata per terra, dando le spalle a Deep Blue.
- Che vuoi fare? – sussurrò la ragazza, confusa, senza però ricevere risposta; infatti, Kisshu riprese a parlare con Deep Blue.
- Per farmi perdonare degli errori che ho fatto, eliminerò questo inutile essere umano con le mie mani. – disse, richiamando entrambi i suoi Sai.
“Ma che ha intenzione di fare? Che sta dicendo?” si domandò Zakuro ormai in preda al panico.
- Lascia che me ne occupi io, per favore. – continuò Kisshu. – Non è il caso che tu ti sporchi le mani con un’insulsa creatura terrestre. -
Kisshu procedeva lentamente, le armi tra le mani, e i capelli verdi che gli ricadevano sugli occhi, nascondendo la sua espressione.
Deep Blue ruppe il silenzio. – Se ho capito bene sei venuto a chiedere il mio perdono. –
- Esatto. Ho capito che il pianeta Terra appartiene a te, mio supremo Signore. -
Deep Blue abbassò la mano, facendo sparire nel nulla la sfera di energia che stava creando.
Kisshu sollevò impercettibilmente la testa, e la frangia si sposto, rivelando i suoi bellissimi occhi dorati, dallo sguardo duro. Le sue labbra sottili si incresparono in un ghigno: - Ma prima… -
E, in quel momento, Kisshu si smaterializzò, per poi ricomparire al fianco di Deep Blue, puntandogli uno dei suoi Sai alla gola.
- Come ti permetti?! – sputò con rabbia l’alieno dai capelli neri.
- Non avresti mai dovuto abbassare la guardia. La verità è che tu volevi conquistare questo pianeta per te stesso: non avevi intenzione di usare il tuo potere per salvarci. –
A quelle accuse, Deep Blue non rispose, confermando così la teoria di Kisshu, che riprese: - Se ci tieni così tanto a mettere le grinfie sulla Terra fai pure, ma sappi che c’è una cosa che non riuscirai a portarmi via, e quella cosa è Zakuro! –
La Mew Lupo continuava a guardare la scena rapita, con un nodo alla gola che aveva tutta l’aria di volerla soffocare.
Deep Blue parlò di nuovo. – Sospettavo che fossi un traditore, e ora me lo dimostri! –
- Molto arguto – fece Kisshu con falsa ironia, prima di sollevare l’arma che reggeva nella mano sinistra. – ADDIO! – e affondò.
Un rumore di lama che trapassa la carne giunse spaventosamente alle orecchie di Zakuro, ma la cosa peggiore la videro i suoi occhi: Kisshu infilzato dalla spada di Deep Blue, che gli aveva trapassato il torace da parte a parte.
Le labbra di Kisshu si piegarono in un sorriso amaro, mentre soffiava: - Mi spiace, ho perso la battaglia. –
- OH NO, KISSHU! – urlò Zakuro.
Deep Blue ritrasse rapidamente la spada dal corpo di Kisshu, facendolo rotolare miseramente dall’altra parte della stanza, fino a che non giunse di fronte a Zakuro, ancora in ginocchio. Con quel gesto, il capo degli alieni aveva espresso tutto il disprezzo che provava nei confronti di Kisshu e dell’amore che lui nutriva per la Mew Lupo.
Zakuro si affrettò a sollevare il capo di Kisshu, facendo adagiare l’alieno contro il suo petto; dalla ferita continuava a zampillare il sangue, sporcandole i vestiti da Mew Mew.
Con fatica, Kisshu aprì gli occhi dorati, incatenandoli in quelli blu di Zakuro.
- Sai Zakuro, in fin dei conti sono fortunato: me ne vado tra le tue braccia. Addio per sempre. -
Zakuro si sentiva distrutta, tutto il suo sangue freddo l’aveva abbandonata. Mentre guardava il volto morente del suo amato, dai suoi occhi color dell’oceano cominciarono a farsi strada delle lacrime, che caddero sulla pelle diafana dell’alieno, seguite subito dai singhiozzi. Erano le prime lacrime che versava dopo sei anni.
Lo sguardo di Kisshu si accigliò. – Zakuro, stai piangendo? –
- Oh Kisshu… - mormorò la Mew Lupo in balia del dolore.
Dopo tanto tempo, le parole le uscirono spontanee dalle labbra, struggenti, impastate dal sale delle lacrime. – Io ti amo, Kisshu! Ti prego, non morire! –
Sul volto pallido dell’alieno si poté intravedere l’ombra di un sorriso; Kisshu si sollevò a fatica fino a raggiungere le labbra di Zakuro, depositandovi un ultimo bacio.
- Ti amo anche io. – Le accarezzò dolcemente una guancia, tremando per lo sforzo impiegato per compiere persino un gesto così semplice. - Ho giurato di proteggerti, e l’ho fatto. La tua vita vale molto più della mia. -
- Ti prego, non dire così! – fece Zakuro tra i singhiozzi, stringendo a sé Kisshu con dolcezza. Il ragazzo prese a tossire e sputare sangue, cosa che fece allarmare ancora di più la Lupa. Kisshu puntò nuovamente i suoi occhi in quelli della ragazza, mormorando le sue ultime parole.
- E’ stato bello… Finché è durato… -
Spirò. Il suo cuore smise di battere, per sempre; la mano che stava accarezzando i capelli di Zakuro ricadde verso il basso, penzolando. Era finita: Kisshu era morto.
L’urlo straziante di Zakuro rimbombò per tutto il faro, facendosi strada anche all’esterno, in mezzo a tutto il dolore e alla distruzione che aleggiavano nella città.
- KISSHUUU!!! -
 
La Mew Lupo abbassò le palpebre dell’amato, per poi stringere il suo corpo privo di vita a sé, piangendo disperata. Per la seconda volta nella sua vita, si trovava a versare lacrime sul cadavere della persona che più aveva amato.
Deep Blue, dall’altra parte della stanza, osservava quella scena che risultava patetica ai suoi occhi.
- Povero illuso. Credeva veramente di uccidermi perché mosso dall’amore; che cosa stupida. Guarda dove lo ha portato l’amore per una sporca terrestre: alla morte. Questo piccolo quadretto è veramente patetico. -
Zakuro sollevò di scatto lo sguardo su Deep Blue, fissandolo con rabbia; l’alieno, per tutta risposta, prese a ridere di gusto, deridendo la morte di Kisshu. In quel momento, Zakuro sentì montare dentro di sé un odio che non aveva mai provato in tutta la sua vita: era come se tutta la rabbia del mondo si stesse raccogliendo dentro di lei, bruciandole l’anima. Ed effettivamente, attorno a lei si innalzarono nuovamente delle fiamme, che crepitavano furiose. La ragazza depose il corpo di Kisshu sul freddo pavimento e si alzò in piedi, circondata dal fuoco, che la seguiva fedelmente mentre lei si avvicinava lentamente a Deep Blue.
- Tu pagherai per quello che hai fatto. Io ti ucciderò! – ringhiò Zakuro richiamando la sua arma.
- FIOCCO D’INCENDIO! –
Il turbine di fuoco colpì l’alieno, che non aveva fatto in tempo a proteggersi; cadde a terra e La Mew Lupo, con un semplice gesto della mano, aizzò il fuoco contro di lui, facendolo circondare da un muro di fiamme. Zakuro procedeva sicura verso il suo nemico e, al suo passaggio, calciò lontano la sua spada, ancora sporca del sangue di Kisshu, che era sfuggita di mano al capo degli alieni. Quest’ultimo provò comunque ad attaccarla, ma il fuoco, che sembrava dotato di vita propria, si adoperava a proteggere la sua padrona; Zakuro avanzava a passo risoluto, mentre le fiamme si spostavano al suo passaggio. Una volta che fu davanti a Deep Blue stese il braccio di fronte a sé e chiuse di botto la mano a pugno: a quel gesto, le fiamme imprigionarono l’alieno in un vortice, le braccia bloccate lungo i fianchi, lasciando libera solo la testa.
Deep Blue cominciò ad urlare di dolore, mentre le fiamme bruciavano insistentemente la sua carne, ma Zakuro voleva di più dalla sua vendetta. Si piegò a raccogliere uno dei Sai di Kisshu, che era rimasto a terra ai piedi del suo nemico, puntando poi i suoi occhi blu in quelli di ghiaccio dell’alieno.
- Non oserai… - cominciò quello.
Zakuro, spietata, portò l’arma di fronte a sé, per poi rivolgersi a Deep Blue.
- Voglio che tu mi guardi negli occhi, mentre stai morendo. -
E, con queste parole, affondò l’arma di Kisshu nel torace di Deep Blue, inferendogli il colpo mortale.
L’alieno venne avvolto da una luce azzurra e qualcosa uscì dal suo petto e si sollevò, per poi disintegrarsi e piovere su tutta la città di Tokyo: si trattava dell’Acqua Mew che era stata utilizzata per consentire il suo completo risveglio.
Inaspettatamente, però, pochi istanti prima che Deep Blue si dissolvesse del tutto, Zakuro venne sbalzata all’indietro con forza e lei ebbe tutta l’impressione che qualcosa si stesse facendo strada attraverso di lei. Il petto della ragazza fu per qualche secondo attanagliato da una sensazione di gelo, come se le si fosse congelato tutto il sangue nelle vene, ma poi anche quello passò. Riversa al suolo, dalla sua posizione poté vedere Deep Blue dissolversi del tutto, mentre le gocce di Acqua Mew piovevano su Tokyo, risanando la città e i suoi abitanti.
“Ci sono riuscita…” E, con questo ultimo pensiero, Zakuro perse i sensi.
 
Sia le Mew Mew che Pie erano ormai allo stremo delle forze; le ragazze avevano combattuto contro di lui e un Chimero da lui creato con tutti i mezzi che possedevano, avevano sconfitto il mostro e ora si ritrovavano sdraiate a terra, esauste. Anche Pie era in condizioni gravi, ma trovò comunque la forza di rialzarsi; il suo sguardo cadde su Taruto, che non aveva minimamente preso parte alla battaglia, limitandosi a guardare con orrore la scena assieme a Ryan.
“Che Taruto abbia capito tutto?” si domandò Pie “E se questa guerra fosse veramente inutile e insensata? Se Kisshu avesse avuto ragione con le sue teorie su Deep Blue?”
Qualcosa però interruppe i ragionamenti dell’alieno: dal cielo cominciarono a piovere gocce luminose, che risanavano la città e riportavano in vita le vittime di quello scontro.
- L’Acqua Mew! – urlò Mew Retasu. – Ciò significa che… -
- Che Mew Zakuro è riuscita a sconfiggere Deep Blue! – gridò Mew Minto con gioia.
Ichigo prese la parola: - Forza ragazze, andiamo da lei a vedere come sta! –
E con questo, le quattro Mew Mew cominciarono a correre verso il faro, seguite da Ryan.
Una voce riscosse Pie: - Noi non andiamo? –
- A fare cosa Taruto? -
- A vedere come sta Kisshu! –
“Accidenti, Kisshu! È vero, nel bel mezzo della battaglia è sparito.” Riflettè Pie. “E se fosse stato tanto avventato da…”
- Si, Taruto, andiamo! -
Così i due alieni si precipitarono dietro ai cinque umani.
 
Zakuro riprese faticosamente i sensi; si trovava ancora all’interno del faro. I suoi occhi vennero attirati dal colore del cielo: finalmente, era di nuovo azzurro e limpido. L’Acqua Mew aveva dato i risultati sperati. Con uno sforzo incredibile, si voltò dal lato opposto, vedendo Kisshu disteso in modo scomposto a terra. Zakuro si alzò rapidamente, portandosi al suo fianco, e prese a scrollarlo dolcemente.
- Kisshu, svegliati! È finita, la guerra è finita, abbiamo vinto! -
Ma il giovane alieno non accennava a svegliarsi.
“No, non può essere morto. L’Acqua Mew ha risanato la città e riportato in vita i suoi abitanti, quindi anche lui deve essere vivo! –
- Kisshu, ti prego, apri gli occhi! – fece Zakuro mentre la sua voce si incrinava. – Kisshu! -
La Mew Lupo appoggiò l’orecchio al petto dell’alieno: nessuna traccia del battito del suo cuore.
- No… non ci credo… -
Le lacrime presero nuovamente a rigare le guance di Zakuro, che si stese sul cadavere di Kisshu, affondando il volto nell’incavo del collo dell’alieno, per poi abbandonarsi ad un pianto disperato.
In quel momento, le Mew Mew, Ryan, Pie e Taruto fecero irruzione nella stanza, correndo verso di loro.
- Zakuro! Siamo qui! – gridò Ichigo.
- Sei stata grande! – si complimentò Minto.
Taruto stava per correre nella direzione dei due, ma la mano di Pie sulla sua spalla lo bloccò.
Dopo pochi secondi, anche le Mew Mew si accorsero della situazione, portandosi le mani alla bocca con orrore. Mew Ichigo riuscì a dar voce alla generale domanda inespressa. – Zakuro… Che è successo a Kisshu? –
Senza mai staccarsi dal corpo del bell’alieno, la Mew Lupo rispose: - Kisshu ha sacrificato la sua vita per salvare la mia. È stato ucciso da Deep Blue. –
Lacrime sincere invasero anche gli occhi di Ichigo, Minto, Retasu e Purin, che le lasciarono cadere sommessamente, senza sapere come comportarsi in una situazione tanto disperata.
Ryan stava in disparte, stringendo i pugni e tenendo il capo chino. “Solo qualche ora fa, l’intervento di Kisshu mi ha salvato.”
Pie era in piedi, rigido, e teneva il suo sguardo di ghiacciò rivolto al suolo; Taruto, invece, scoppiò a piangere disperato, e subito venne raggiunto da Mew Purin, anche lei in preda ai singhiozzi. I due bambini si ritrovarono così a piangere abbracciati, cercando conforto l’uno nelle braccia dell’altra.
- Mi chiedo come sia possibile. – mormorò Zakuro tra le lacrime. – Perché con lui l’Acqua Mew non ha funzionato? -
Pie si fece avanti lentamente, attirando l’attenzione di tutti i presenti; si avvicinò a Zakuro, che sollevò il capo dal petto dell’alieno, e rispose alla domanda della ragazza.
- Deep Blue era il male fatto a persona; l’Acqua Cristallo ha il potere di resuscitare le persone, ma non può riportare in vita chi è stato stroncato da tutto quel Male. Se Kisshu non fosse morto per mano di Deep Blue, l’Acqua Mew avrebbe avuto effetto su di lui. -
A quella rivelazione, tutti tacquero, stringendosi in un silenzio carico di dolore.
“Quindi, è finita così?” pensò Zakuro, accarezzando il volto freddo di Kisshu. “Non posso permetterlo. Kisshu mi ha salvata in tutti i modi possibili e immaginabili: mi ha salvata dai nemici, dalla morte, ma non solo. Mi ha salvata dal buio del mio passato, facendomi conoscere la luce. Mi ha salvata da me stessa. È riuscito a strappare fuori da me quell’amore che credevo di non poter provare nei confronti di nessuno. E ora, tocca a me salvare lui da un destino ingiusto.”
E, con questi pensieri, intrecciò le dita delle mani con quelle di Kisshu, cercando poi di raccogliere tutta la sua energia. “Ti salverò, donandoti tutti i miei poteri.”
Improvvisamente, attorno a Zakuro cominciarono ad ergersi delle piccole fiammelle; una sfera di luce viola abbandonò il corpo della Mew Lupo, per poi entrare nel petto di Kisshu. Le orecchie e la coda da lupo sparirono dal corpo di Zakuro, e lei si ritrovò ad indossare i suoi abiti normali.
Anche le altre non indossavano più i loro costumi da Mew Mew.
- Il DNA degli animali codice rosso ha smesso di funzionare. La nostra missione è finita. – osservò Minto.
Le fiamme si ritirarono e Zakuro abbassò il capo, esausta. Puntò i suoi occhi blu sulle palpebre abbassate dell’alieno che stava sotto di lei, sperando di rivedere da un momento all’altro quei pozzi d’oro.
“Ti prego Kisshu, apri gli occhi!”
Lentamente, le labbra sottili del ragazzo si schiusero, inspirando ossigeno prezioso; Zakuro, a quel movimento, sgranò gli occhi, incredula. Dopo un secondo Kisshu aprì i suoi bellissimi occhi, fermandosi sul viso rigato di lacrime della ragazza. L’alieno non fece in tempo a realizzare nulla, perché Zakuro gli gettò le braccia al collo, stringendosi a lui.
- Oh mio Dio Kisshu, sei vivo! Sei vivo! -
Kisshu ricambiò l’abbraccio, mentre la consapevolezza di ciò che era successo gli pioveva addosso come una doccia fredda, mormorando: - Si piccola, sono vivo, e tutto questo grazie a te! –
Zakuro accarezzò la guancia di Kisshu, mormorando, con la voce rotta dalle lacrime, questa volta di felicità: - Avevo paura che non ti svegliassi più! –
Kisshu le sorrise, intenerito. – Non potevo di certo lasciare la persona che amo più della mia stessa vita qui da sola. –
Le labbra dei due si avvicinarono, per poi unirsi in un bacio, un bacio sperato, appassionato, un bacio dato come se fosse l’ultimo e il primo.
- Ti amo, Kisshu. -
- Ti amo anche io, Zakuro. – rispose l’alieno sorridendo.
I due vennero poi interrotti dal resto della squadra, che si era letteralmente lanciato loro addosso per festeggiare; tutto era andato per il meglio, la Terra era salva, Deep Blue era stato sconfitto. Dopo i festeggiamenti, Kisshu ebbe un bel da fare per staccare dal suo collo Purin e convincere Taruto a smettere di piangere, dopodiché si voltò verso Pie, che lo fissava con sguardo serio.
- Pie…-
- No Kisshu. – lo interruppe. – Non dire nulla. Ti devo delle scuse: avevi ragione te su Deep Blue. Hai sempre avuto ragione. Io, da stupido, non ho voluto darti ascolto e ho portato avanti questa guerra, servendo un tiranno che non aveva alcuna intenzione di salvare la nostra gente. –
Kisshu gli battè una mano sulla spalla e sorrise. – Non preoccuparti, ormai questa storia è finita. Mi chiedo solo una cosa: come facciamo adesso per il nostro popolo? –
Pie incrociò le braccia al petto, dicendo con voce atona: - Non ne ho idea. Non è rimasta più nemmeno una goccia di Acqua Mew, dal momento che l’ho utilizzata tutta per risvegliare Deep Blue. –
Kisshu abbassò le lunghe orecchie a punta afflitto. Inaspettatamente, però, Taruto si intromise nel discorso.
- Veramente non è vero che l’Acqua Mew è stata esaurita. -
- CHE COSA? – esclamarono tutti e otto all’unisono, rivolgendo la loro attenzione sul piccolo alieno. Egli non rispose: si limitò a estrarre dalla tasca dei suoi calzoncini un piccolo sacchetto di stoffa. Slegò i lacci che lo tenevano chiuso e rovesciò sul palmo della sua manina cinque piccole sfere di luce azzurra, che divennero poi grosse come palle da biliardo, e rimasero sospese a mezz’aria.
Pie era stupefatto. – Mi vorresti dire che quella…? –
Taruto annuì. – Esatto, è Acqua Mew. – Dopo aver osservato le espressioni sorprese impresse sul volto di ciascuno, continuò: - Dopo la battaglia che si è svolta sotto la città per la conquista dell’Acqua Cristallo, ho cominciato a pensare che Kisshu aveva ragione; allora, prima che Pie potesse risvegliare definitivamente Deep Blue, ho scisso queste cinque parti dal Cristallo. Ho pensato che, se le teorie di Kisshu fossero esatte, allora sarebbe stato meglio conservare dell’Acqua Mew per noi e la nostra gente, senza consegnarla tutta a Deep Blue. –
Dopo un attimo di smarrimento, Kisshu si aprì nel suo solito sorriso sghembo, prima di afferrare Taruto e cominciare a scompigliargli i capelli senza la minima delicatezza, euforico. – Sei stato un genio! –
Pie, dal canto suo, sorrise a quella scena, concordando con le parole dell’alieno dagli occhi dorati: - Già Taruto, è stata una mossa molto astuta la tua, e grazie a te ora potremo migliorare il nostro pianeta e salvare il nostro popolo! –
Passarono ancora un po’ di tempo tutti insieme all’interno del faro, prima di decidere di recarsi al Caffè Mew Mew, dove li stava attendendo Kyle. Avrebbero continuato i festeggiamenti di fronte a una bella torta, alieni e umani insieme.
 
Erano le prime luci dell’alba quando Kisshu lasciò la navicella dove si era ritirato con Pie e Taruto per mettere a posto le ultime cosa per la partenza imminente, per recarsi a casa di Zakuro.
“Mi dispiace andare via, ma devo aiutare la mia gente. Tornerò, questo è sicuro, ma ora devo andare; tutto ciò che voglio in questo momento è rivedere Zakuro per un’ultima volta, prima di ripartire alla volta del mio pianeta.”
Con questi pensieri, l’alieno volò fino alla finestra della camera della modella, avvolta nell’oscurità; entrò senza problemi dalla finestra lasciata socchiusa e si avvicinò sorridendo al grande letto che dominava la stanza. Allungò le mani sulle lenzuola e sussultò: era vuoto.
Immediatamente, accese la luce, e si accorse che Zakuro non era nel letto. In ansia, Kisshu guardò la sveglia sul comodino, che segnava le 05:14, iniziando poi a chiamare il nome della ragazza a gran voce. Non ottenendo risposta, si lasciò cadere sul letto, reggendosi la testa con le mani; solo in quel momento notò qualcosa tra le pieghe delle lenzuola: una lettera. Kisshu la prese con curiosità, che aumentò a dismisura quando lesse il suo nome, scritto con la grafia bella e sinuosa di Zakuro. Tremando, aprì la lettera e iniziò a leggere.
 
Caro Kisshu,
ho saputo grazie a Purin che tu e i tuoi compagni domani sareste partiti per tornare sul vostro pianeta. Immaginavo che ti saresti presentato qui, per salutarmi, per vedermi un’ultima volta; è naturale. Sapendo che avresti fatto questo, me ne sono andata. Ti prego, non odiarmi per quello che ho fatto: io odio gli addii.
Preferisco ricordarmi di te nella quotidianità che abbiamo vissuto insieme, nelle risate, nei momenti di tenerezza, in tutto. Ma non voglio ricordarmi del nostro ultimo saluto. So che per te è difficile comprendere un discorso del genere, ma, ti prego, provaci.
Odio gli addii perché implicano automaticamente il fatto che dopo non possa più esserci nulla; senza un addio, invece, niente viene dato per scontato, c’è sempre una possibilità, per quanto remota sia, che tutto possa cambiare.
Volevo anche dirti un’altra cosa, che spero riesca a farti sorridere: avevi ragione tu quando mi hai detto che io avrei imparato ad amarti.
Io considero la condizione di innamoramento e quella di amare una persona due cose ben distinte. La prima può accadere a chiunque, ed è molto vaga: si può essere innamorati di qualsiasi cosa, dell’amore, della vita, e di molto altro. Amare è ben diverso.
Amare è apprezzare una persona per i suoi peggiori difetti, dal momento che i pregi sappiamo amarli tutti.
Amare è rispetto, considerazione, complicità.
Amare è mettere una persona come tua priorità assoluta sulle altre, nonostante tutto.
Amare è volere sempre il meglio per l’altro.
E poi ancora.
Amare è conoscere la parte peggiore del tuo compagno, e amare anche quella.
Amare è sacrificare la propria vita per salvare quella dell’altro.
Amare è capire quando arriva il momento di lasciare andare l’altra persona, anche quando non si ha altro posto in cui andare.
Grazie di amarmi così tanto.
Ti amo,

Zakuro.

 
Kisshu lasciò cadere a terra la lettera, prendendosi nuovamente la testa fra le mani, mormorando qualcosa: una parola, un nome. Il suo nome.
- Zakuro… -


SPAZIO AUTRICE:
Eccomi qui! Siamo giunti alla fine di questa storia: devo dire che un po' mi dispiace. Voglio approfittare dell'occasione per ringraziare alcune persone.
Grazie a tutti coloro che hanno sempre recensito la mia storia.
Grazie a tutti coloro che hanno seguito la mia FF dal primo capitolo, a chi l'ha scoperta dopo, a chi la sta ancora leggendo.
Grazie a tutti coloro che hanno letto in silenzio, ma che in ogni caso ci sono stati!
Spero che questo mio lavoro (del quale vado molto fiera, dal momento che è il primo!) vi sia piaciuto e che, almeno a qualcuno, abbia trasmesso qualcosa.
E ora, se volete saperne di più,
continuate
a scorrere
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il basso...






Se 20 capitoli su Kisshu e Zakuro non vi sono bastati, allora vi informo che ho intenzione di tornare con un SEQUEL della storia! Allora, che ne dite?
Un abbraccio,
Salice_


   
 
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