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Autore: Bambu    20/09/2007    4 recensioni
Hermione si precipitò di nuovo nel vicino tunnel, ansiosa di trovare Harry e Ron, sperando che la notte potesse finire così come doveva essere.
Spoiler Deathly Hallows
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: Tutto della Rowling, che ha potere di vita e di morte su suoi personaggi. Forse...

Note, varie ed eventuali. Questa oneshot è una traduzione. Non sono io ad aver affrontato di prima mano e di mia iniziativa questo testo, l'autrice della traduzione originale - che potete leggere nei commenti alla storia originale sull'archivio Ashwinder - è infatti Cuccussette, che ha postato il suo lavoro come dono a Bambu.
Bambu è una delle maggiori autrici inglesi per quanto riguarda i pairing Draco/Hermione e per questa ragione è un'autrice che conosco da diverso tempo. Ricevuto il dono ma non riuscendo a comunicare con Cuccussette, mi ha chiesto se potevo betare la traduzione e, nel caso fossi riuscita a contattare Cuccussette, mi ha detto sarebbe stata molto felice di vederla on-line sugli archivi italiani.
Tutti i nomi propri, per desiderio di Cuccussette sono lasciati nella loro rispettiva versione originale inglese.
Questo è quanto; la storia è un missing moment di Harry Potter and the Deathly Hallows. Al solito, se non avete ancora letto il libro e non volete rovinarvi la sorpresa, chiudete questa pagina.

Alla prossima,

Kit_05



SAVING A DEATH EATER



~o0o~


Fred era morto. A fatica Hermione, aggrappata a Ginny - entrambe in lacrime -, riusciva a crederlo.

Il tumulto nel Salone di Hogwarts, dove in quell’intervallo generosamente concesso da Voldemort si stavano valutando le condizioni dei feriti, si era in qualche modo sopito e Hermione stava cercando un nuovo equilibrio per le sue opinioni su quello che stava succedendo. Questa continua mutevolezza era un qualcosa con cui aveva imparato a convivere nei mesi passati, ma non era stato facile.

Con un sospiro singhiozzante, Ginny si aggrappò stretta a Hermione e poi la lasciò voltandosi verso un visibilmente scosso e piangente Ron. Battendo le palpebre furiosamente, Hermione guardò in alto, verso il Soffitto Incantato; era nuvoloso, con nubi nere che ondeggiavano al vento.

Che ondeggiavano.

Le ricordarono Snape.

Snape.

Non si era aspettata un comportamento simili - da parte sua -, nella Shierking Shack. Le era parso che cercasse di sfuggire a Voldemort.

Non le era parso… malvagio.

E negli ultimi tempi lei era diventata abbastanza familiare con la malvagità.

Inconsciamente, le dita di Hermione strofinarono la sottile cicatrice lungo la gola, dove Bellatrix Lestrange le aveva tagliato la pelle a Malfoy Manor. Gli occhi marroni si posarono rapidi sui corpi sdraiati l’uno accanto all’altro di Tonks e di Remus Lupin, e le lacrime sgorgarono di nuovo. Povero piccolo Teddy Lupin. Sarebbe cresciuto senza genitori, sebbene Harry sarebbe stato un eccellente padrino.

Harry.

Dov’era Harry?

Di colpo Hermione girò su se stessa, in cerca della sagoma familiare. Non lontano, Luna si stava curvando su una Lavender Brown pesantemente bendata, e più avanti nella linea dei feriti, Madama Pomfrey era china su qualcuno, la sua bacchetta si arcuava e dava fendenti in un movimento confuso. La faccia della Matrona era tesa per la concentrazione.

Con la coda dell’occhio, Hermione vide Michael Corner e Parvati Patil portare un altro corpo attraverso l’ingresso. Di colpo, si allontanò dai Weasley in lutto e si fece strada al fianco della Medimaga.

“Hermione?"

Era Cho Chang. I suoi capelli, un tempo lucidi, erano bruciacchiati irregolarmente da un lato, e le mancava un sopracciglio, ma la sua espressione era decisa.

“Sì, Cho?"

“Pensi che Harry…"

“Sì," rispose Hermione, la voce costretta. “Penso che Harry farà esattamente quello che è necessario per sconfiggere quel… quel Tu –Sai-Chi. Puoi scusarmi?" Senza attendere risposta, Hermione superò l’altra strega e con tre passi fu nel campo visivo di Poppy Pomfrey.

La bacchetta della Matrona si sollevò in un ultimo movimento sopra agli occhi privi di espressione del viso di Terry Boot, una sottile copertura verde pallido avvolse il suo corpo. “Ecco, ecco, Signor Boot, andrà tutto bene." Poi alzò la testa e Hermione fu shockata nel vedere l’espressione tirata della dell’anziana strega. Madama Pomfrey appariva sfinita.

Un gemito si levò da un mago vicino e la voce della Pomfrey fu più che impaziente quando parlò. “Cosa c’è Signorina Granger? Dove sei ferita?"

“Non io," disse Hermione. “È –"

“Cosa? Chi ? Non ho molto tempo, Signorina Granger."

“È… è il Professor Snape," rispose Hermione, con la voce tremante. “Credo che sia morto."

Le dita di Madama Pomfrey salirono a coprirsi le labbra. “No," gemette. Poi parve comprendere il punto essenziale. “Tu credi?"

“È stato morso dal serpente di Voi-Sapete-Chi, e ha sanguinato, e lui…" Hermione gettò uno sguardo verso Terry Boot – “sembrava molto simile a Terry."

Pomfrey le afferrò il braccio, con occhi sgranati. “Ne sei certa?"

“Sì, penso di sì."

“Dov’è ?"

“Prego?"

“Sveglia, Signorina Granger! Dov’è Severus Snape?"

“Alla Shrieking Shack."

La Matrona raddrizzò decisa le spalle. “Allora è a Hogsmeade. Non abbiamo un attimo da perdere. Se è come dici, allora è in stato di shock e paralizzato per effetto del veleno di Nagini." La Pomfrey con esperienza scrutò la fila di pazienti, poi agguantò una strega che passava. Era Padma Patil. “Tu, Signorina Patil, sorveglia il Signor Boot, e chiedi al Signor Goldstein di suturare la ferita sulla gamba di Macmillan. Tornerò appena possibile." Fece schioccare il polso in un movimento – scatto e fendente - familiare. “Accio scopa!"

La mente di Hermione si rimise al passo con la situazione. “No, Madama Pomfrey, non deve andare fino a Hogsmeade per raggiungere la Stamberga. C’è un –“

“Il tunnel sotto il Whomping Willow è stato sigillato."

“Lo abbiamo riaperto proprio adesso… prima…" Responsabilità conflittuali lottarono nella coscienza di Hermione ma, con Harry fuori a fare quel che doveva e Ron raccolto in cerchio con la sua famiglia in lutto, lei sapeva che doveva fare quello che poteva per aiutare il Professor Snape, se c’era la minima possibilità che fosse ancora vivo.

Troppo di quella sua conversazione con Voldemort era rimasto inspiegato, e le aveva dato secondi e terzi pensieri riguardo alle vere alleanze di Snape. Ricordando la scena precedente, nel Salone, con le Case riunite che avevano votato di restare e combattere, i suoi pensieri turbinarono senza tanta coerenza, e si soffermarono sul fatto che gli studenti erano stati relativamente al sicuro. Snape, che sapeva che parecchi del personale erano membri dell’Ordine della Fenice, non aveva fatto mai niente per rivelare l’esistenza di quei sostenitori della causa anti-Mangiamorte.

In quel momento una Nimbus 2000 saettò attraverso il Salone, e Hermione si decise.

“Vi porterò là, Madama Pomfrey, ma dobbiamo sbrigarci. Non ho molto tempo."

Si misero a cavalcioni sulla scopa, Hermione seduta dietro alla Matrona. Avvolse un braccio attorno alla vita di Madama Pomfrey, e picchiettò forte la sua bacchetta su ciascuna delle loro teste per Disillusionarle.

“E questo, in nome di Merlino?"

“Ci sono sempre Mangiamorte nei campi," rispose Hermione.

“Oh, non sono uscita dal castello," ammise la Pomfrey, e si lanciarono nell’aria.

Il loro volo fu sfrenato, schivarono detriti e sopravvissuti malconci facendosi strada nel Salone. La Pomfrey non si preoccupò di passare dalle porte rotte nella facciata del castello, angolò invece la scopa spingendola attraverso l’ampio ed irregolare buco nella pietra stessa –aperto dal pugno di un gigante incursore.

Col cuore che batteva forte, Hermione sentì la Pomfrey borbottare un incantesimo, poi un “ Tieniti forte, Signorina Granger," prima che la scopa accelerasse e la testa di Hermione venisse gettata indietro per l’improvviso incremento di velocità.

Pochi attimi dopo erano al Whomping Willow; i suoi rami si agitavano ed elargivano frustrate. Hermione non perse tempo ad usare il trucco usato poco prima da Ron, e fece levitare lo stesso stecco sullo stesso nodo della corteccia dell’albero.

Era buio nel tunnel, ma le due donne si muovevano rapide. La Pomfrey aveva sollevato la voluminosa gonna trattenendola ai fianchi per potere sgattaiolare più svelta, e si sbucciò le ginocchia per questo.

Il profumo della terra fertile riempì i sensi di Hermione, ma quel salutare odore svanì in fretta, non appena seguì Madama Pomfrey nella successiva stanza ammuffita, e poco illuminata. Snape giaceva sul pavimento polveroso, gli occhi neri vacui fissavano il nulla, aveva uno squarcio irregolare sul collo apparentemente esangue, la pelle cerea.

“Oh, Severus!" gemette Poppy, precipitandosi al fianco dello stregone, con la bacchetta che scattava frenetica. Un getto color verde pallido si sprigionò dalla sua punta, e si estese ad avviluppare l’intero corpo di Snape, avvolgendolo strettamente, come fosse una pellicola: sul volto scarno, i capelli unti, le mani macchiate. “Non potevi essere più prudente, giovanotto?" guaì come una mamma Crup con il suo cucciolo.

Hermione lanciò parecchi incantesimi di protezione nella stanza, prima di accasciarsi in ginocchio al fianco di Snape, con le mani sollevate, desiderosa di aiutare, ma intimorita a toccarlo. Nei profondi anfratti della mente, dove ormai era una persona adulta, si chiese cosa sapesse esattamente Poppy Pomfrey, o da quale parte fosse schierata. E poi Hermione scacciò ogni proprio sospetto. La Medimaga li aveva curati tutti, da anni.

“Cosa posso fare?" chiese infine Hermione, la bacchetta in mano e una parte dei suoi sensi – allenati dai mesi vissuti in pericolo – in allerta per ogni minimo rumore, temendo l’arrivo d’intrusi.

La mano della Pomfrey si mosse imperiosa. “Un bicchiere. Ho bisogno di un bicchiere, ragazza."

In pochi attimi Hermione ne fece apparire uno e lo mise nelle mani della strega più anziana. Guardò con assoluto fascino mentre la Pomfrey frugava in una tasca dentro la tunica. Dalla profondità a cui era sprofondato il braccio – la Pomfrey era affondata nella tasca fin quasi alla spalla – Hermione correttamente desunse che la tasca tanto capace fosse simile alla sua piccola borsa con i rilievi, e che la Matrona portava con sé una varietà di rimedi, sempre.

Ritraendo la mano, la Pomfrey portò con sé due fiale. Hermione riconobbe nella prima una pozione Blood-Replenishing, mentre la seconda, dal suo colore, dedusse che avesse a che fare con i veleni.

Acuti occhi azzurri notarono il suo interesse. “È un antidoto, Signorina Granger. È rischioso, ma è formulato specificamente contro quel vile serpente di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato."

“Oh? Oh! Vuol dire…"

“Voglio dire che quella creatura è nota per aver attaccato senza provocazione." Le mani della Pomfrey si agitavano, versavano e misuravano gli ingredienti, nel piccolo bicchiere che Hermione aveva fatto apparire. “Severus ha fatto del suo meglio per tenere gli studenti lontani dalla linea di attacco, quando quel mostro è arrivato nel castello."

“Allora il Professor Snape non era…" Hermione non riuscì a finire la domanda.

“Un fedele Mangiamorte?" Gettò un’occhiata a Hermione prima di sollevare in aria il miscuglio ben miscelato, e valutare la consistenza corposa con occhio freddo, professionale. “No, infatti non lo era. Aveva solo due confidenti in tutta la scuola. Due di noi cui fidava con i segreti più intimi. Insomma, solo due ancora vivi. Sono stata onorata di essere uno di loro. Albus, ovviamente, era l’altro, ma anche il Bloody Baron sapeva la verità sui sacrifici di Severus, da anni."

Hermione piegò di lato la testa, di scatto, come se cercasse un segno di qualcosa che potesse spezzare il suo stato di torpore. Non c’era niente.. ancora.

“Qua, Signorina – Hermione – dovrai aiutarmi. Alzalo."

Gli occhi di Hermione si sgranarono. “Devo sollevarlo, intende?"

"Sì." La pazienza della Pomfrey era esile. “Sollevalo così che io possa fargli ingurgitare la pozione."

Hermione scivolò in avanti, e posò le mani sulle spalle ammantate di nero di Snape. Le mani scivolarono proprio sotto il campo verde, e il mormorio elettrico della magia le avvolse la pelle, quasi legandola a Snape nell’attimo in cui si toccarono. “Così?" “

“Più alto. Abbraccialo stretto a te, e piegagli la testa all’indietro."

Impacciata, Hermione tirò e spinse il corpo dell’uomo – era più pesante di quanto non sembrasse, e si rifiutò di pensare a lui come ad un peso morto – fino a quando non fu praticamente adagiato sul suo grembo, con la testa che ciondolava contro l’incavo del braccio. Si accorse con timore che gli abiti dell’uomo erano umidi e, involontariamente, il suo sguardo vagò fin allo squarcio scomposto sul collo, e lo stomaco le si contrasse. Le sue mani si erano coperte con il suo sangue.

Aveva visto parecchie cose orribili durante i mesi trascorsi, ma questo era differente… in un certo senso, era più intimo e personale. Sentì la magia avvolgerla fino a che sia lei che Snape furono coperti dal campo verde pallido, come se fossero un solo essere.

Poppy borbottò, “Non è la soluzione, e temo che dovrà negoziare con gli unicorni per purificare il sangue, ammesso questo funzioni. E dove troveremo una… non importa."

“Una vergine?"

Gli occhi blu della Pomfrey incontrarono il suo sguardo acuto. “Sì. Avrà bisogno di una vergine che interceda in sua vece. Ammesso che questo funzioni."

Hermione annuì velocemente, “Se necessario, lo aiuterò."

Poi trattenne la testa di Snape mentre la Pomfrey forzava la bocca ad aprirsi. La Medimaga borbottò un incantesimo in una lingua che Hermione non aveva sentito prima di allora, e la pozione divenne argento iridescente. All’istante, versò il denso liquido in bocca. Un po’ dalla pozione si riversò dalle labbra di Snape, e scorse in un rivoletto giù per la guancia, giù sulla mascella e fino alla carne squarciata. Dove il liquido lucente toccava la pelle, veniva subito assorbito, e Hermione fu stupita dal potere della magia: la ferita veniva chiusa con lo scorrere della pozione.

Le dita della Pomfrey operavano sul collo di Snape, costringendo i muscoli a muoversi, per affrettare la pozione nella gola e nello stomaco.

Il mormorio della magia salì nella stanza e le torce tremolarono lungo il muro. Tutti i peli sulle braccia di Hermione, strette attorno a Snape, si rizzarono.

“Forza, Severus!" cantilenò la Pomfrey. “Dicevi che questo avrebbe funzionato. È la tua dannata pozione."

Hermione avvertì un cambiamento nel campo magico che la circondava e rafforzò la stretta attorno al suo ex professore. Scosse appena la testa, e parecchie ciocche di capelli- che catturavano la luce delle torce in un’aureola di bronzo brunito – incorniciarono il suo volto, e quella di lui. Una scossa elettrica esplose nei muscoli dell’uomo, e il respiro di Hermione si mozzò in gola. Quegli occhi neri come pozzi senza fondo non erano più vuoti… c’era qualcosa in essi. Il cuore di Hermione accelerò, incapace di staccare gli occhi dalla faccia dell’uomo, mentre il risveglio illuminava la sua espressione; lo guardò con meraviglia sbattere le palpebre, gli occhi rivolti ai suoi. Un solco apparve sulla sua fronte.

Hermione era consapevole della Matrona che stava lanciando ulteriori incantesimi, che stava evocando un Patronus da dirigere al Guaritore Pauling al St.Mungo, ma lei non riusciva a staccare gli occhi da Snape.

Lui deglutì e il pomo d’Adamo si mosse. “L-l-lily?"

Ed eccola, la risposta.

La risposta a quella sola domanda che Hermione non avrebbe mai osato chiedere né che si aspettava di sentire mai. Dolcemente, mormorò, “No, signore. Sono Hermione Granger. Ma voi guarirete."

La fissò per un lungo momento, poi i suoi occhi si spostarono, e trovarono Madama Pomfrey. La Matrona stava piangendo senza ritegno mentre evocava una barella, e Snape per un istante la osservò, il volto impassibile, poi tornò su Hermione.

Non sapeva se lui avesse visto le sue lacrime, ma ebbe l’impressione di non aver mai visto prima di allora quell’uomo dalla faccia di falco, e ancora una volta il suo giudizio dovette cambiare, questa volta per includere un mondo in cui Severus Snape non era codardo, né Mangiamorte, ma solo un uomo che aveva amato una donna, ed aveva trascorso gran parte della sua vita ad espiare i suoi peccati.

Rafforzando la sua presa, Hermione chinò la sua testa, i suoi occhi sempre inchiodati in quelli di lui, e mormorò, “Lei sarebbe stata molto fiera di voi. Vi prometto che farò qualsiasi cosa per aiutare Harry a finire tutto questo."

“Bene, Signorina Granger," Poppy Pomfrey si era alzata in piedi, e aveva fatto levitare la barella. “Attenderò l’arrivo del mio amico e porteremo Severus direttamente al St Mungo." Si protese attraverso il campo di forza magica per dare una pacca al braccio di Snape. Lui voltò appena la testa verso di lei, un gesto che dovette costargli molto sforzo. Non aveva ancora veramente parlato, ma la Pomfrey non appariva preoccupata. “Faremo del nostro meglio per curarti. La Signorina Granger si è mostrata d’accordo per trattare con gli unicorni se necessario, e penso che il tuo antidoto abbia funzionato."

Di colpo un tremore scosse la casa diroccata. Erano assai prossimi alla Foresta Proibita e così quando i giganti si muovevano, la terra si scuoteva sotto la Casa Più Infestata di tutta la Gran Bretagna.

Hermione trattenne il respiro. Occhi neri ed azzurri incontrarono i suoi. “Devo andare," disse. “Temo che Harry abbia fatto qualcosa di avventato."

Quello che poteva essere una mancanza di ossigeno scosse il petto di Snape, e Hermione gemette, “Professore? Si sente bene?"

Ma sembrava, a dispetto di tutto, che Snape avesse ancora il suo baldanzoso senso dell’humor baldanzoso e, per quanto gli consentiva il suo stato di debolezza, stava ridendo.

La bacchetta della Pomfrey brillò ambrata e poi divenne verde cupo. “Non lo fare più, Severus," disse, rimproverandolo.

“Così… sembra," fece una pausa per respirare, e le due streghe si protesero ad ascoltare ogni seguente parola – “che la Granger… abbia… un dono… per … comprendere." La Matrona chiocciò, e a dispetto della paura, della preoccupazione e del bisogno di trovare Harry e Ron Hermione sorrise a Snape. Era il primo sorriso genuino che mai gli avesse rivolto; e gli occhi di lui parevano incollati alle sua labbra.

La casa di nuovo si scosse, ma non fermò la forma lattiginosa di un gufo che entrò, volando attraverso la porta spaccata e penzolante. Tubò il suo messaggio. “Siamo per strada con una squadra. Ti troverò. Gli altri verranno con gli Auror. Stai al sicuro, Poppy."

“Devo andare," annunciò Hermione, e si districò da Snape. Sorprendentemente, non l’aveva disturbata il sorreggerlo. Una delle mani dell’uomo le afferrò flebilmente il polso. Di nuovo guardò gli occhi scuri, impenetrabili. “Sapete che devo. Harry ha bisogno di aiuto anche se lui non lo crede."

Snape chiuse gli occhi, d’accordo.

“Signorina Granger, di certo…" iniziò la Pomfrey.

“Ho altri obblighi." Con la mano libera ed un incantesimo non verbale, Hermione fece levitare Snape dal suo grembo. La separazione del campo di forza magica tra loro fu un dolore intenso e Hermione inspirò aria di colpo, sbattendo furiosamente le palpebre per combattere l’improvvisa mancanza. Notò che anche Snape batteva le palpebre e le sue labbra erano serrate come se sentisse dolore. Poi, con estrema cura, lo spostò sulla barella che la Medimaga aveva posizionato sotto il suo corpo.

La stamberga si scosse ancora, cumuli di polvere caddero dalle crepe nel soffitto. Hermione si alzò in piedi, si strofinò le gambe addormentate per far riprendere la circolazione. Mentre aggirava la barella e marciava verso porta lanciò un rapido incanto detergente per ripulire il sangue che le aveva inzuppato abiti e pelle, poi si volse per un’ultima occhiata. Entrambi gli occupanti della stanza la scrutarono, con espressioni serie.

“Non mi dimenticherò degli unicorni," disse. “State al sicuro."

Hermione si precipitò di nuovo nel vicino tunnel, ansiosa di trovare Harry e Ron, sperando che la notte potesse finire così come doveva essere.

~o0o~


Fine


Eccoci alla fine, spero che questa shot - scritta di getto dall'autrice dopo la lettura del fatidico 32° capitolo - vi sia piaciuta. Della stessa autrice pubblicherò presto un'altra one-shot, sebbene sarà molto diversa da questa per atmosfere, ambientazione e, soprattutto^^, rating...

Un bacio,

Kit05

  
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