Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |       
Autore: Arte84    05/03/2013    2 recensioni
Un destino che sembra già scritto, viene cambiato dal volere degli uomini. Ma un destino segnato, anche se deviato, può ritornare e decidere di far andare le cose così come dovevano essere fin dal principio. (Revisionata).
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
*N.d.A. Dal punto di vista cronologico, vorrei inserire questa FF subito dopo le prime 2 puntate della 5° serie di Merlin. Mi sono sempre divertita ad aggiungere nuovi personaggi a quelli che già in genere si conoscono e cambiare un po’ le carte in tavola. Non me ne vogliate! Inoltre, spero di non risultare eccessivamente descrittiva! E’ che mi piace, tramite le parole, dare la possibilità al lettore di materializzare (per quanto posso) luoghi, personaggi e trame nel modo più vivido possibile. Ed è bene che sappiate che non sono una scrittrice ;) Credo sia importante sapere che questa FF è nata sul treno delle 6:26 che prendo tutte le mattine per andare a lavoro: è evidente che la sonnolenza gioca brutti scherzi! Tutte le critiche, sia buone che cattive – ma non troppo -, sono bene accette! Grazie!!!
Revisionato: Settembre ’13.
 

Capitolo I

 
Uther ed il suo gradito ospite, osservavano dalla finestra i due bambini giocare nel cortile. Re Andrew di Castlesea era venuto in visita ufficiale a Camelot assieme alla sua scorta di cavalieri e a sua figlia di 5 anni. I due re si conoscevano da molti anni e quella visita, oltre ad essere una visita diplomatica tra due regni confinanti, era anche l’occasione di una rimpatriata tra vecchi amici.
“Crescono così in fretta! Ancora qualche anno e ci ritroveremo davanti un uomo coraggioso ed una splendida donna” disse sospirando re Andrew.
“Già. Noi non possiamo far altro che lavorare per rendere i nostri regni solidi così da consegnarli un giorno nelle loro mani” rispose Uther.
“E’ pronto il trattato?” chiese Andrew distogliendo lo sguardo dalla finestra.
“Sai che è solo una mera formalità burocratica” spiegò Uther avvicinandosi al grosso tavolo di quercia pieno di scartoffie, “l’amicizia tra i nostri regni è oramai secolare e l’aggiunta della postilla sul matrimonio tra i nostri figli non farà altro che rafforzarla.”
“Ne sono sicuro” rispose sorridendo l’ospite guardando nuovamente i bambini in cortile.
 
“E questo! E questo! E questo!” urlava la piccola Artemisia mentre menava fendenti con una piccola spada di legno ad Arthur.
“Sei brava per essere una femmina!” rispose il bambino, che con un colpo del suo spadino fece cadere di mano la spada della sua compagna.
“Hei! Non vale!” s’imbronciò la bambina, socchiudendo i brillanti occhi neri.
Ridendo, il piccolo Arthur spiegò: ”Guarda che oramai ho 6 anni e il mio addestramento è già iniziato! Sono abbastanza grande per andare a cavallo e per conoscere le cose che fanno i re!”.
“Ah si? E allora che cosa stanno facendo il tuo papà e il mio papà ora?” chiese con espressione sarcastica Artemisia mentre con una mano si spostava dal viso roseo una ciocca ribelle di capelli ramati.
“Un trattato di alleanza tra Camelot e Castlesea” disse preparato il principino; e spiegò ancora: ”si prendono accordi per le terre e i soldati. E mio padre ha detto che un giorno io e te ci sposeremo, ma non preoccuparti perché io gli ho detto che non voglio.”
Punta sul vivo, la piccola principessa incrociò le braccia e lo guardò indispettita: ”E perché non vuoi? Vuoi un’altra principessa?”
“No, non voglio nessun matrimonio! Voglio solo fare la guerra!” e le puntò lo spadino contro con fare minaccioso.
“Ma i nostri padri non vogliono la guerra! E’ per questo che dobbiamo sposarci! Non sai proprio niente di quello che fanno i re! Hai detto una bugia” e così dicendo afferrò con entrambe le mani lo spadino di Arthur e lo tirò.
Lui oppose resistenza ma lei lo lasciò andare, così che il bambino cadde all’indietro sulle pietre del cortile.
“Se non mi sposerai allora diventerò un soldato più forte di te!” disse tra le risa Artemisia.
“Non puoi! Sei una femmina!” protestò Arthur alzandosi.
La bambina recuperò lo spadino che aveva perso prima e lo sfidò: ”Difenditi!”.
Il cortile di Camelot risuonò delle urla e delle risa dei bambini fino al tramonto.
 
24 anni dopo
 
I sassoni si spingevano sempre più vicino a Camelot. Incursioni su incursioni, villaggi depredati, popolazione uccisa o ridotta in schiavitù. L’alleanza con Morgana li aveva resi ancor più assetati di sangue e bottini.
L’inverno era oramai alle porte e si sperava che il freddo portasse una sorta di tregua ma a quanto pare non era così. Le sentinelle avevano segnalato una possibile razzìa in un villaggio vicino entro un paio di giorni e alle prime luci dell’alba, Arthur, Merlin e un drappello dei migliori cavalieri di Camelot erano partiti per tendere un’imboscata al manipolo sassone prima dell’ennesimo assalto agli innocenti contadini.
Il re aveva deciso di tendere l’agguato in una radura a poche miglia dal villaggio: per la conformazione del luogo, si poteva facilmente prenderli di sorpresa ed accerchiarli.
“Quando i sassoni si troveranno esattamente al centro della radura, allora li assaliremo” questi erano stati gli ordini. I soldati presero posizione dentro il fitto bosco, mimetizzandosi tra gli arbusti, mentre la cavalleria comandata da Arthur si era appostata appena dietro di loro.
“Eccoli!” disse sottovoce al re sir Leon.
“Tenetevi pronti” rispose Arthur. Alzò la spada e quando vide  i sassoni al centro della radura urlò: “Ora!!!”.
Fanteria e cavalleria accerchiarono i sassoni che, presi di sorpresa, si misero in posizione di difesa. Il re, sir Leon, sir Gwaine, sir Elyan, sir Mordred e sir Parsifal menavano fendenti a tutti i nemici che capitavano sotto tiro mentre Merlin, nelle retrovie, dovette suo malgrado deviare qualche colpo, altrimenti mortale, con la magia. Vide un sassone che assaliva da dietro Parsifal senza che lui se ne accorgesse. Mormorò un incantesimo: la mano armata del sassone gli si ritorse contro e Parsifal, girandosi su sé stesso, lo infilzò in pieno petto.
“Bene” disse Merlin tra sé, proprio nel momento in cui, con la coda dell’occhio, vide Arthur inciampare su di un cadavere e cadere su un fianco, mentre dall’alto di un cavallo, un sassone armato di mazza chiodata stava per colpirlo.
Non fece a tempo a mormorare un altro incantesimo che un cavaliere si interpose col suo cavallo bianco tra il nemico ed il re, colpendo dal basso verso l’alto il grosso sassone con la sua spada.
Il cavaliere, scese da cavallo, allungò il braccio verso Arthur per aiutarlo al alzarsi e corse contro altri due sassoni, avendola vinta molto facilmente.
Era abile e veloce nei movimenti, nonostante non fosse di grossa stazza. Il guerriero non portava la cotta di maglia, ma, al di sopra di una leggera tunica nera, indossava un’armatura completa dipinta di blu scuro e tenuta unita da lacci di cuoio robusto e fibbie argentate. Un elmo gli copriva interamente la testa ed il viso, permettendo a mala pena di intravedere gli occhi.
Usava una spada a lama lunga di tipo leggero mentre lo scudo era blu scuro come l’armatura e portava dipinto sopra un simbolo.
“Non porta le insegne di Camelot” pensò Merlin osservando il nuovo venuto.
Dopo pochi altri istanti, la sortita contro i sassoni finì. Non c’erano state perdite tra i soldati di Camelot, mentre i sassoni erano stati tutti uccisi, compresi quelli che avevano tentato la fuga.
Il misterioso guerriero recuperò il suo cavallo, il bagaglio ed un mantello ripiegato nella bisaccia. Arthur, ancora affannato dallo scontro, gli si avvicinò e osservò lo stemma cucito sul mantello e dipinto sullo scudo: la torretta grigia di un castello appoggiato su delle onde marine argentate.
Era un simbolo nobiliare e gli sembrava familiare.
“A chi devo il mio ringraziamento per l’aiuto in battaglia e per avermi salvato la vita?” chiese Arthur.
Il guerriero si girò verso di lui e si sfilò l’elmo.
Una cascata di morbidi capelli ramati si appoggiò sulle spalle del guerriero circondandogli il viso roseo e dalla carnagione chiara, mentre due occhi d’onice brillante gli rivolsero un dolce sorriso. Una ragazza! Arthur era rimasto senza parole e con gli occhi spalancati per la sorpresa.
“Non so se ti ricordi di me” gli disse la ragazza ancora sorridendo mentre con una mano si spostava dal viso una ciocca ribelle di capelli ramati.
Per un attimo, Arthur vide in quegli occhi gli stessi occhi di una bambina, nel cortile del castello di Camelot….”Artemisia!!!” disse il re ridendo ed allargando le braccia. “Non ci posso credere! Sei proprio tu?!”
“Vedo che sei un re dalla lunga memoria!” gli disse Artemisia trasformando il dolce sorriso in un’espressione sarcastica.
Merlin e gli altri cavalieri, ancora più sorpresi ed increduli, guardarono incuriositi il proprio re abbracciare quella misteriosa ragazza.         
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Arte84