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Autore: Merkelig    05/03/2013    3 recensioni
Un accordo fatale. Un patto che ti avvolge e ti lega non lasciandoti scampo. Ma tu lo sai, sai che questa è l'unica via d'uscita. E quindi, l'unica cosa che puoi fare è accettare.
Ispirata al film Frigth night, con quel pezzo di manzo di Colin Farrell
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Glimpse

 
L’oscurità è totale. E il buio è un suo alleato. La creatura che ci bracca non ha nulla di umano, è un’emanazione del male mandata qui per distruggerci. Siamo bloccati in questo pick-up ormai da ore, con la creatura che ci fissa famelica al di là del finestrino. Potrebbe facilmente sfondare un vetro e ucciderci uno per uno. Potrebbe aprire a forza una portiera e trascinarci fuori. Ma per qualche strano motivo non fa nulla di tutto questo. Così resta ferma a fissarci, sapendo benissimo che non possiamo restare qui in eterno. E questo, purtroppo, lo sappiamo anche noi.
 
Okay, ho un piano. Non è granché come piano ma è l’unico che mi viene in mente. In questo piano ci sono un milione di possibilità che le cose precipitino, ma per la prima volta ignoro la vocina che suggerisce di cambiare strategia e restare passivi. Per la prima volta sento che è la cosa giusta che devo fare.
La mia mano afferra decisa la maniglia della portiera.
- Che fai?!- esclama Anna con voce strozzata.
Esito.
- Ragazzi. Avete notato che quando si nutre non presta attenzione a nient’altro?
Assenso.
- Dovete giurarmi che quando sarà distratto voi scenderete dalla macchina e entrerete nella casa qui accanto. Dovete giurarmelo.
Mi libero con uno strattone dalla presa di Anna e salto giù dalla macchina.
- Torna qui!
Cammino in direzione della creatura con passo tranquillo e sicuro.
Okay, può funzionare. Coraggio. Devi fargli una proposta, farlo parlare, fingere di essere sicura di ciò che dici e convincerlo di essere talmente stupida da fidarti di lui. Da essere convinta che una volta  finito con te lui se ne andrà. Fagli credere questo e i ragazzi tremanti nel pick-up saranno salvi.
La creatura si alza lentamente dal muretto e mi viene incontro. Mostra i canini, di un bianco scintillante, in un ghigno tra l’incuriosito e il divertito. I suoi occhi neri rifulgono nel buio in modo magnetico. Si ferma a circa tre passi da me e resta immobile con aria d’attesa. Se potessi leggergli nel pensiero probabilmente capterei: E adesso qual è la tua mossa?
- Voglio proporti un accordo.
Ancora non parla. Resta immobile, sorridendo, le braccia lungo i fianchi, gli avambracci scoperti e chiazzati di rosso, le unghie ricurve, da predatore.
- Lascia in pace i miei amici.
Cavolo. Sembra di sentire parlare un anime. Sapevo che prima o poi avrei pagato con qualcosa di imbarazzante il fatto di essere un’otaku. Se devo essere sincera, in fondo preferisco che l’unico che abbia sentito questa tipica uscita da nerd sia la creatura che mi ucciderà. Se non altro eviterò di sentirmelo rinfacciare nell’aldilà.
Incrocia le braccia, divertito. Socchiude le labbra facendo in modo che sfiorino i canini acuminati.
- E in cambio? – sussurra.
Merda. Okay, persino prima di conoscere questo esemplare in particolare, sapevo che i vampiri sono tutti fighi, o almeno nella maggior parte dei film. Certo, qualche giorno fa ero anche convinta che i vampiri fossero solo una piacevole distrazione dai doveri scolastici, mentre ora ho qualche ripensamento. Per licantropi e fantasmi invece fatemi sapere.
Lui dà una veloce occhiata alla mia mente e sorride di nuovo. Il colore degli occhi da nero declina ad un intenso castano scuro. Occhi umani, che contrastano in modo stridente con gli artigli da fiera.
Deglutisco e pronuncio:
- Avrai me.
Ride. Una risata sommessa, in un altro contesto avrei detto quasi educata. Ride tra se e se. Strano Non sembra ridere di me.
Sempre ridacchiando mi guarda negli occhi, esattamente come la prima volta che l’ ho visto. Come se potesse vedere qualcosa che io non vedo, qualcosa che deve ancora succedere.
- Strano. – commenta, proprio come se mi avesse letto nel pensiero.
Comincia a camminare lentamente verso di me, scrutandomi.
- È insolito, che sia la preda a venire da me di sua spontanea volontà.
Con passo lento si porta alle mie spalle. Sento il suo respiro solleticarmi la nuca mentre inspira lievemente. Sembra quasi che stia annusando i miei pensieri. Ammetto che i brividi che sono causati da questo comportamento in particolare sono difficili da ignorare.
- La tua paura è insolita. – afferma sempre sorridendo, con l’aria di chi sta ricostruendo un ragionamento del proprio avversario di scacchi.
- Voglio dire, lo sento che hai paura. La percepisco e, credimi, ha un odore squisito – continua – ma c’è qualcosa di diverso dal solito. È come se… tu già sapessi cosa si prova ad essere morsi, a sentire che la vita ti scivola via dalle dita per fluire nell’ animale che si sta nutrendo di te. Ma questo, questo non è possibile.
Rimango immobile. Non capisco se sia un complimento o meno, perciò preferisco tacere.
- Quindi esiste una sola spiegazione. Cioè che tu sia pronta per affrontare tutto questo. Per morire. Il che è anomalo per un umano, per certi versi impossibile.
Si avvicina di un passo. Ora i miei capelli gli sfiorano il mento. Sembra che voglia affondarmi i canini nel collo, e invece accosta le labbra al mio orecchio.
- Tutto questo ti rende decisamente interessante. Vieni con me.
Irrigidisco le spalle. Non riesco a capire se sia una trappola oppure no. Insomma, che cosa vuole davvero?
La creatura legge la mia indecisione nella curva delle mie spalle.
- Vedi, parte del piacere che traggo dal nutrirmi, deriva dal fatto che gli umani, quando giungono alla consapevolezza di essere ad un passo dalla morte, sono assaliti dai rimpianti. Tu invece no.
Tu sei… qualcosa di diverso. – dichiara, arrotolandosi una ciocca dei miei capelli attorno al dito - E mi hai incuriosito parecchio. Ecco perché voglio essere io a proporre un accordo a te.
Vieni con me. Non morirai e non sarai trasformata. Mi nutrirò solo una volta al giorno, senza dissanguare o infettare altri umani, e in particolar modo lascerò stare la tua famiglia e i tuoi amici. –
- In cambio? – mi ritrovo a sussurrare con la bocca secca.
Sorride, con l’aria di chi si aspettava proprio quella domanda e non vedeva l’ora di poter rispondere.
- Il tuo orgoglio – mi sussurra all’orecchio, con tono suadente – è ciò che ti rende diversa ai miei occhi. Quando assaggerò il tuo dolcissimo sangue non sentirò un solo gemito. Tu non piangerai mai, non urlerai, non singhiozzerai. Se mi pregherai, anche una volta sola, se ti mostrerai debole una volta soltanto, considererò l’accordo chiuso. Ecco il mio patto.
 
Respiro lentamente. I miei battiti sono stranamente regolari. Guardo il vampiro di fronte a me. Quando afferro la sua mano tesa in un invito fatale, lui sorride. 
  
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