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Autore: Meli_mao    21/09/2007    7 recensioni
Terzo: Ho chiesto di dimezzarmi lo stipendio se necessario ma di lasciarmi vicino a te, qui…in questa scuola. E quarto…..sono solo io lo sciocco che ora dovrebbe solo dirti quantoTi ama invece di parlare ancora circa il suo lavoro.
Mi perdonerai comunque anche se dici di non volerlo fare mai? Perché sapere che tu mi detesti, Chidori, mi distrugge”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Forse non è niente di speciale ma è quello che vorrei fosse successo alla fine delle terza serie the second raid. Non volevo necessariamente un bacio e per questo non l’ho messo. Però mi sono sempre aspettata qualcosa di più che un semplice “Perdonami”

Beh ora lascio il tutto al vostro giudizio…fatemi sapere cosa ne pensate! Ciao a tutti!

Sarebbe tornato.

Quella fredda mattina il vento si era alzato dall’alba e soffiava sulla città di Sengawa.

Una bellissima ragazza dai capelli blu, lunghi fino sotto il suo fondoschiena e legati appena da un piccolo fiocco rosso, stava correndo. Correva come una disperata, ma in realtà era semplicemente la persona più felice sulla terra.

Sarebbe tornato.

L’avrebbe rivista.

Un ragazzo dall’aria seria e professionale era appena entrato nella sala professori, per richiedere il suo reinserimento a scuola. Aveva già fatto casino. Che gli era saltato in testa? Si era immaginato che la sua professoressa avesse un fucile puntato in testa da chissà quale edificio vicino e le era saltato addosso per farla stare a terra al sicuro. Ma pensava solo una cosa.

L’avrebbe rivista.

E poi eccolo. Kaname aprì la porta vedendolo a terra, addosso alla loro insegnante. La rabbia la soffocò a tal punto. Ma il suo cuore batteva all’impazzata. Sembrava volesse esplodere da un momento all’altro. Cosa doveva fare ora che era davvero tornato?

E poi eccola. Sousuke la vide affacciarsi sulla soglia della porta scorrevole. La vide arrabbiarsi ancora e urlargli contro, di nuovo. Sembrava così implacabile. Ma lui sapeva solo pensare che non l’avrebbe più lasciata andare per nessuna ragione al mondo. Era così bello poterla rivedere.

Il corridoio deserto faceva rimbombare la voce di Kaname. Urlava e lo faceva ancora, con più foga. Perché urlare le avrebbe impedito di piangere. Solo quando sentì la sua voce biascicare un leggero

“Ti chiedo scusa”

La gola le bruciò a tal punto da farla tacere come sotto un comando divino, e lasciò libero sfogo al suo dolore. A quello che, per mesi, si era tenuta dentro. La scarpa che si era tolta per colpirlo meglio le era scivolata dalle mani, cadendo con un tonfo silenzioso. E le mani ora libere cercarono il contatto che aveva sognato di avere da mesi.

Kaname Chidori, l’idol numero uno che nessuno vorrebbe mai come propria fidanzata, stava piangendo, aggrappata alla divisa di Sousuke Sagara, il fissato di roba militare che si crede sempre in guerra, in un corridoio del terzo piano.

“Non ti perdonerò mai…hai capito????....mai!” pronunciava fra le lacrime.

“Mi dispiace” sapeva solo dire lui, mentre la sentiva stringersi a se sempre più forte. I seni che premevano sul suo torace, la testa che leggermente sfiorava la sua guancia e calde gocce salate che gli solleticavano il collo. Incapace di fare qualunque movimento teneva le braccia lungo i fianchi.

Lui non era stato addestrato per queste cose, non si era mai trovato in una situazione tanto difficile, non aveva mai desiderato tanto di avere una persona a suo fianco quanto lei. Si sarebbe fatto picchiare per sempre se questo sarebbe servito a starle vicino, a sentirla anche solo per poco sua.

E allora perché era così idiota da non ricambiare quell’abbraccio? Perché se ne stava lì e la sentiva tremare fra i singhiozzi e non riusciva a consolarla? Perché, dannazione a lui, era così terrorizzato?

Quando lei parve capire, forse in modo sbagliato, il suo restare rigido, fermo come una statua di ghiaccio, fece per staccarsi leggermente, ora più confusa che mai e terribilmente delusa.

“Scusa…pensava solo…che ti fossi mancata, che sciocca” pronunciò in un sussurro appena percettibile. Ma lui quel sussurrò lo senti come fosse stato detto in un microfono al massimo volume e si sentì gelare il sangue nelle vene.

Sbattè le palpebre e alla fine si decise. Perderla o averla? Era sua la scelta.

Mentre lei stava girando la testa per voltarsi lui l’afferrò per le spalle e la riportò stabile di fronte alla sua figura. La fissò negli occhi.

“Sciocca dici? Tu sei la persona più intelligente che io conosca e non perché sei una Whisper. E chidori…. Voglio dirti due cose, sarò breve. Primo: mi sei mancata così tanto che avevo persino deciso di tornare in qualche campo d’addestramento in Ermajistan quando mi hanno detto che tu eri morta, in attesa di farmi uccidere in uno scontro e rivederti. Secondo: Mi sei mancata così tanto che ho abbandonato una missione, disubbidito a ordini, lasciato un AS di milioni di dollari a marcire per mesi solo perchè tu eri lontana e io non potevo vederti mai più. Terzo: Ho chiesto di dimezzarmi lo stipendio se necessario ma di lasciarmi vicino a te, qui…in questa scuola. E quarto…..sono solo io lo sciocco che ora dovrebbe solo dirti quanto Ti ama invece di parlare ancora circa il suo lavoro.

Ma non so fare altro e ora me ne vergogno.

Mi perdonerai comunque anche se dici di non volerlo fare mai? Perché sapere che tu mi detesti, Chidori, mi distrugge”

Kaname lo fissava, quanto aveva desiderato sentirsi dire quello…forse in modo più naturale ed un ti amo bastava e avanzava in effetti. Ma non sarebbe stato Sousuke, non sarebbe stato credibile detto da lui senza prima averla paragonata al suo mondo militare.

In fondo…sapere che aver rinunciato a tutto quello in cui credeva e che conosceva per lei era molto di più di quello che lei si aspettava. E poi…Ti amo glielo aveva detto.

Sorrise fra le lacrime che ora cadevano per la gioia superando le loro sorelle di tristezza.

“Anche io”

“A cosa fai riferimento?”

“Al fatto che ti amo!”

“….” Era senza parole.

“Sousuke?”

“Si?”

“Andiamo a casa?”

“E la scuola? Rischio di dover ripetere l’anno lo sai vero?”

“Si ma hai anche rischiato di perdere la vita e di perdere me….eppure ce l’hai fatta”

“E’ vero….andiamo allora”

E la prese per mano, in modo deciso.

Appena fuori furono investiti da un’ondata gelida. Sousuke cinse con un braccio le spalle della sua Kaname, mentre da un tetto poco distante una giovane donna con un binocolo e un fucile starnutiva rumorosamente.

“Sta arrivando l’inverno dannazione” disse solo chiudendosi il cappotto.

Meli_mao!

   
 
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