Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Exium96    05/03/2013    2 recensioni
Sono un uomo di 40 anni, Matteo e Luca sono i miei figli, Kate è mia moglie ma è andata via. Dove sei, ora, Kate?
''La porta si apre ed un fascio di luce bianca, proveniente dal corridoio, illumina la tua parte di letto, sei tornata Kate?''
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono un uomo di 40 anni, l’altro giorno tornando dal lavoro ho trovato mia moglie distesa a terra  coi polsi tagliati. Dalla camera da letto mio figlio, disperato, piangeva; ho preso in braccio Luca e ho chiamato la polizia.
Domani per la prima volta rientrerò in casa, ora sono nel letto, nello stesso letto in cui da bambino sognavo le cose più straordinarie, lo stesso letto che per anni ho bagnato incapace di trattenere la pipì, così come mio padre era incapace  di trattenersi a casa e quando avevo 7 anni andò via.
Mi accendo  una sigaretta  e fisso il lampadario  che lentamente si dissolve con il fumo della sigaretta che mia moglie tanto odiava, i muri verdi della cameretta, del mio io bambino, sembrano impastarsi con il grigio del fumo, di che colore sono, ora, queste pareti ?
Non riesco a prendere sonno, sono terrorizzato  all’idea di tornare nella casa che ha ammazzato mia moglie, o forse sono terrorizzato all’idea che non prenda anche me. Come vivrò senza lei ? Chiudo gli occhi e inconsciamente  aprendoli spero che entri mia moglie coi miei figli, dove sei ora Kate?
Mi sembra di essere ritornato a quando avevo 7 anni, le notti le passavo a piangere e a cercare mio padre, i giorni a dormire e ad arrabbiarmi. Sono nel letto da due giorni, piango da due giorni, non ho più mia moglie da due giorni.
Indosso il jeans blu, la felpa rossa, prendo le chiavi ed entro in casa mia; hanno pulito il pavimento, sono entrato in cucina ho posato le borse, la mattina mia moglie entrava con Luca in braccio, mi dava un bacio e facevamo colazione, la cucina sembra odorare ancora di caffè, oppure di lei; nel lavandino c’è ancora la tazza dove mia moglie ha fatto colazione per l’ultima volta. Dove sei ora Kate?
Lentamente passo il dito sul bordo di quella tazza, mi sembra di sentire il suo respiro sopra, era bella casa nostra, la cucina l’aveva arredata lei, il colore giallo dei muri, invece, l’avevo scelto io. Salgo le scale e entro in camera di Matteo, Matteo è il mio primogenito, ha gli occhi della madre, era a scuola quando successe, frequenta la prima elementare, Kate era fiera di lui, ogni sera lei si sedeva sul letto affianco a Matteo e insieme pregavano Dio, chissà se è lo stesso Dio che la tiene con sé.
Il letto nella nostra stanza è ancora disfatto, la culla di Luca è stata spostata, mi stendo sul letto il cuscino ha ancora il suo odore, un letto per due ha bisogno di due persone. Dove sei ora Kate?
Rincorro i ricordi o meglio solo loro che rincorrono me e mi sento svenire. Perché non mi hai portato con te, Kate? Certo i bambini, perché non ci hai portati con te, Kate? Sul lavandino del bagno ci sono ancora i suoi trucchi, il pennello che le si poggiava sulle guance è a terra, lo specchio ha assorbito la sua immagine, mi sembra di vederla ovunque, anche nel bagno mentre si trucca.
- Devo tornare a casa- penso, vorrei portarti con me Kate.
Vado a prendere Matteo a scuola, aspetto il suono della campanella nella macchina, vedo Matteo correre verso di me, entra in macchina, partiamo.
- Tutto bene a scuola?- gli chiedo.
-  Si- risponde secco.
Lo guardo dallo specchietto retrovisore mentre dai sedili posteriori si morde le labbra, Matteo ha 6 anni, ha gli stessi occhi verdi della madre ma il taglio è il mio, è un bambino timido, ma parlano gli occhi al posto suo.
- Papà?- un sottile filo di voce mi arriva all’orecchio.
-   Dimmi Matteo- spero che non mi chieda della madre, come farò a spiegargli che non ha più una madre?
-  Dov’è la mamma?-  mi chiede abbassando gli occhi, e se sapesse già la risposta? Se la maestra gliel’avesse già detto? Se ha pianto?
-  Non lo so- rispondo.
-  Andiamo a cercarlo?- chiede.
-  Andiamo al parco?- gli chiedo persuadendolo dall’idea di cercare la madre.
-  Dici che potrebbe essere  lì?-  chiede speranzoso.
-  Può essere- rispondo.
Scendiamo dalla macchina, mi siedo su una panchina mentre Matteo corre per cercarti. Dove sei ora Kate?
Andiamo a casa, Matteo cerca ancora la madre, la cerca nell’ armadio, in un cassetto. Cerca per tutta casa, non si lascia scappare niente, sotto al tavolo, nel bidone, nella cameretta, fuori al balcone,  se ci penso mi viene da ridere, un cassetto ? Come potrebbe entrare una donna di 35 anni in un cassetto? Dev’essere grande la speranza dei bambini, per poter cercare una persona di 35 anni in un cassetto o in una zuccheriera.
- Mamma? Dove sei? Dai esci fuori- la voce di Matteo rimbomba per i corridoi, già, dove sei ora Kate?
Grattuggio il parmigiano sulla pasta, verso la pastina per Luca nel piatto e chiamo i bambini; assaggio la pasta e mi accorgo che  sono spariti anche i sapori, la sua presenza è ancora così forte che se strizzo gli occhi, la vedo sulla sedia affianco a me che mangia. Il nostro tavolo è a quattro posti, io e i bambini  ne occupiamo tre. Dove sei ora Kate?
Nel buio della nostra stanza da letto sento Luca respirare lentamente, ma non sento te respirare, la foto del nostro matrimonio appesa alla parete sembra assorbirti, stai sparendo anche da casa nostra, Kate,  mi porto il tuo cuscino al petto, ci poggio la testa sopra e il tuo odore mi sballa più di tutte le sigarette che ho fumato; mi si bagnano gli occhi  e vorrei le tue mani ad asciugarli, il letto è troppo grande ed io mi perdo. La porta si apre ed un fascio di luce bianca, proveniente dal corridoio, illumina la tua parte di letto, sei tornata Kate?
Matteo mi guarda dalla porta, aspetta che gli dica di entrare, Matteo mi fissa ancora, ha  le gambe del pigiama una alzata l’altra abbassata, ha i capelli arruffati e continua a mordersi le labbra. Mi sposto verso il lato buio del letto per fargli spazio, corre verso il letto e si stende sopra, mi fissa credo che si aspetti che gli dica qualcosa, invece parla lui
- Non tornerà più, vero?-  chiede.
- Chi?- rispondo facendo finta di niente.
- La mamma- risponde alzandosi sulle ginocchia.
- Ho paura di no- rispondo atterrito.
- Tu sai dov’è andata, papà?- chiede, perché mai un bambino di sei anni dovrebbe interessarsi a cose simili? Vorrei dirtelo dov’è la tua mamma, figlio mio, ma non lo so; ma anche a me mancano i suoi occhi e il suo sorriso, il suo leggero russare la notte, ma non lo so dov’è, se lo sapessi la farei tornare.
- Non lo so Matteo, ma so dov’è rimasta- rispondo.
- E dove?- chiede curioso.
- In questo letto, nel caldo delle tue coperte, in mezzo ai tuoi peluche, nello zaino della scuola, nel bagno mentre ti lavi, accanto agli occhiali che poggi sul comodino, nei calzini sporchi che la mamma raccoglieva dalla tua stanza, nel ciuccio di Luca, nel battito delle sue mani, nell’aria che respiri, la mamma è ovunque tu voglia che sia- rispondo mentre le lacrime solcano il mio viso.
- Anche nelle mie preghiere e nel miei brutti voti?- chiede-
- Si, Matteo, la mamma è anche lì- rispondo mentre gli accarezzo i capelli.
- Credo di aver capito, ma perché è andata via?- chiede mentre i suoi occhi diventano lucidi.
- Non lo so, la vita è come un vestito se ti sta stretto o largo tu lo indossi?- gli chiedo.
- No, ma alla mamma andava stretta o larga la vita?- chiede.
- Non lo so, ma non gli andava bene- rispondo.
Matteo si accuccia tra le mie braccia e chiude gli occhi, un passerotto entra dalla finestra aperta e si posa sul comodino affianco alla tua foto, e vola via. Dove sei, ora, Kate?
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Exium96