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Autore: LovingHimWasRed    06/03/2013    4 recensioni
Scossi la testa, pensando che era solo una mia paranoia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao;)
Breve os derivata dai miei folli pensieri;)
Buona lettura e recensite!:)
 
 

 Finalmente vidi il bus arrivare nella notte buia di Londra.
Mi sporsi sul ciglio della strada e feci un cenno all’autista perché si fermasse. Quello obbedì, fermandosi proprio  davanti a me. Feci per salire e notai due tizi che mi guardarono salire e sorrisero; non era un sorriso cortese o un sorriso divertito tipo ‘guarda questa, ha il dentifricio sulla guancia’. Avranno avuto trent’anni. Scossi la testa, pensando che era solo una mia paranoia. Girare da sola di sera mi metteva sempre un po’ paura. Ero andata a cena dalla mia migliore amica e dovevo tornare a casa da sola.
 Trovai un sedile vuoto e mi sedetti. I due tizi continuavano a fissarmi e io cominciavo a sentirmi a disagio.
L’autobus era quasi vuoto: c’eravamo io, questi due tizi, l’autista e un paio di persone sedute infondo. Cominciai a pensare di scendere alla fermata successiva e aspettare il prossimo, ma quelli si avvicinarono.
 “Ciao..” disse uno biascicando le parole.
Io abbozzai un sorriso e mi alzai per uscire, ma quei due mi bloccarono.
“Che fai,bella?” mi chiese il primo.
Mi schiarii la gola, e cercai di non urlare. “Ehm.. devo scendere..”
“No..” disse l’altro prendendomi per i fianchi e tirandomi a sé.
Io trattenni il fiato e lo spinsi via. “Davvero, devo scendere..”
L’altro mi bloccò e mi buttò sul sedile.
Allora alzai la voce “Per favore..fatemi scendere..”
 Il primo allargò le gambe e si sedette sulle mie ginocchia, cominciò ad aprirmi la giacca.
Io scalciai e cominciai ad urlare “Aiutoo!” ma quello mi mise una mano sulla bocca. Lo morsi ma lui,divertito, mi diede uno schiaffo e disse con un sorrisetto macabro “Hai voglia di mordere,eh?” e scoppiò in una risata spaventosa.
Continuavo a urlare, ma nessuno faceva niente.
Improvvisamente, proprio mentre questo cominciava ad alzarmi la maglietta, arrivò un ragazzo che gli diede un pugno e lo fece cadere. Fece lo stesso con l’altro tizio che si era avvicinato allarmato. Poi mi lanciò uno sguardo, giusto per assicurarsi che avessi ancora le mutande a posto, e si precipitò dall’autista.
“Ma lei è rincoglionito o cosa?”urlò arrabbiato “Non se ne accorge di quello che succede dietro di lei? si fermi! Cazzo, ferma questo autobus!!”
L’autista si fermò e venne dietro a vedere cosa succedeva.
Uno dei due tizi si alzò e,più beffardo di prima, disse al ragazzo “Chi è,la tua ragazza? Sei venuto a proteggerla? Oh,che gesto nobile..”
Ma non riuscì a finire la frase, perché il ragazzo gli diede un altro pugno dritto in faccia.
Allora l’autista tutto preoccupato disse al ragazzo “Ma sei matto? Che fai? Io chiamo la polizia!”
“Eh? Chiami la polizia? Adesso? E che gli dici? Che due stronzi stavano violentando una ragazzina” disse indicandomi “e un ragazzo si è messo in mezzo e gli ha dato un pugno?! Ringrazi che non li ho ammazzati.”
Il secondo tizio stava seduto per terra tenendosi con la mano il naso colpito da cui usciva un po’ di sangue.
L’autista spalancò gli occhi e cominciò a urlare contro quei due tizi.
 In tutto questo, io ero rimasta seduta lì, mezza spogliata, in lacrime, senza respiro.
Il ragazzo si avvicinò. Era alto,magro, riccio, aveva la carnagione un po’ scuretta, e i capelli ricci e castani.
 “Stai bene?” mi chiese mettendomi una mano sulla spalla.
Ansimai decisa ad annuire, ma non ci riuscii.
Si piegò in modo da venirmi più vicino con la faccia, ma io lo allontanai spaventata.
“Scusa..” balbettai, ma lui capì.
“Adesso ti porto via. Ok?”
Io annuii. Mi prese per mano e urlò all’autista “Apri queste cazzo di porte, fammi uscire!!”
Quello disse “Ma.. la denuncia?”
Il ragazzo scosse la testa “Nessuna denuncia. Fammi solo andare via.”
“E lei viene con te?” gli chiese mentre apriva le porte.
Io annuii a testa bassa.
Scesi dall’autobus non capivo neanche dov’ero.
Continuavo a piangere e lui era molto impacciato.
“E’ tutto finito,tranquilla.” Mi disse.
Io lo abbracciai e gli sussurrai “Grazie” fra i singhiozzi.
 
“Io sono Guy” disse tendendomi la mano, quando mi fui calmata un po’.
Gli sorrisi debolmente. “Io sono Alice.”
Restammo fermi lì, in silenzio finchè non passò un altro bus. Ci salimmo senza dire niente.
 Arrivata all’altezza di casa mia, gli dissi “Io devo scendere.. Ciao. E grazie.”
“Aspetta” mi bloccò “Vuoi che ti accompagno?”
“No,grazie, non c’è bisogno.”
Sorrise “Non per essere indelicato, ma sembra proprio di sì.”
Sorrisi anch’io. “Va bene.”
Scese con me e mi accompagnò fino al portone.
“Grazie ancora,Guy.”
Mi sorrise. “Figurati.. ci si vede, ciao,Alice.”
Si girò e se andò.
Ciao, Guy.
 
 

  
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