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Autore: _Mrs Wellsaid_    06/03/2013    2 recensioni
Harry apre gli occhi.
E’ solo nel nulla, davanti all’ignoto.
Accoglie il buio come se non aspettasse altro da tutta la vita.

ATTENTION: Larry Stylinson.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mr Wellsaid's stories 2013 ©.
Disclaimer: Questa storia è stata scritta per mero diletto personale e per quello di chi vorrà leggerla.
Non si tenta in alcun modo di stravolgere il profilo dei caratteri noti.
Nessuno degli One Direction mi appartiene, in alcun modo.
Se copiate l'ira di Sassy Queen si abbatterà su di voi, illusi.




 


Apri gli occhi.

 

 




Harry apre gli occhi.
L’acqua lo circonda, lo avvolge e gli toglie il respiro.
Si guarda attorno.
I sedili sono fradici, normalmente si infurierebbe, perché “Diavolo, mi sono costati un patrimonio”, invece sorride, cerca di acchiappare le bolle d’aria che gli escono dalla bocca.
Ignora il bisogno di ossigeno nei polmoni, il freddo che gli penetra nella pelle, nelle ossa, il pensiero sempre più insistente di ciò che sta lasciando, di chi sta lasciando. Di cosa sta facendo.
Reclina lo schienale, per quanto glielo permette la pressione, e si mette comodo.
Ride ricordando tutte le volte che ha pensato al suicidio, di come avesse escluso categoricamente l’affogamento, ha sempre avuto paura dell’impossibilità di respirare, scivolare piano nel nulla, silenziosamente.
E ora invece ride, ride perché nel nulla ci è già scivolato da tempo, ride perché al silenzio ci ha fatto l’abitudine.
Non prova più alcuna emozione, percepisce solo il gelo pervaderlo in ogni cellula, e gli piace.
Allunga i piedi poggiandoli sul volante, incrocia le caviglie, si liscia la giacca, aggiusta i ricci sulla fronte per l’ultima volta.
E’ solo nel nulla, davanti all’ignoto.
Accoglie il buio come se non aspettasse altro da tutta la vita.




***




Apre gli occhi.
Una lacrima inconsapevole scivola sulla sua guancia, bagna il collo, la camicia nera.
La bara di rovere davanti a lui, a pochi passi, è aperta.
Dentro una figura fragile, vestita di tutto punto, il ciuffo scarruffato di sempre, gli occhi azzurri chiusi.
Le mani pallide stringono un fiore scarlatto, lo accarezzano immobili.
Un singulto esce dalla gola di Harry, guarda il prete celebrare la funzione e non capisce una parola.
Sa che la chiesa è piena, che su quella panca ci sono persone che gli parlano, che cercano di dargli conforto.
Lui non li sente, solo un brusio fastidioso che gli solletica gli orecchi.
Mani su di lui, braccia sulle sue spalle, volti che lo fissano.
“Andatevene”, vorrebbe urlare.
Strizza le palpebre e pochi secondi dopo puf, più nessuno.
Fissa la bara, incredulo.
“Louis William Tomlinson,” dice fra sé e sé, “morto per l’indifferenza della gente.”
Cammina in avanti come un automa, perché “tutto questo non può essere vero, non può…”
Eppure il corpo di Lou è lì veramente, freddo e impassibile sui cuscini di seta lucida.
Sembra stia dormendo, il viso disteso e rilassato, e Harry vorrebbe davvero addormentarsi anche lui, per sempre, lì su quel petto immobile.
Con un dito lo sfiora per l’ultima volta, poi il buio lo ingoia.




***



Apre gli occhi.
Seduto in una sala enorme vede solo bianco.
Il bianco dei muri, del soffitto, del pavimento.
Il bianco del camice che gli si avvicina, dice che no, non c’è più niente da fare, che hanno provato in ogni modo.
Harry non risponde, sospira e si alza, passo dopo passo si avvicina all’uscita.
L’odore di disinfettante gli punge il naso, flash accecanti lo fanno sbandare.
Spalanca la porta e il buio lo assale.




***




Apre gli occhi e si sente stranamente piccolo.
O forse ciò è che lo circonda enormemente grande.
Una mano lo afferra, lo trascina verso l’alto, verso le nuvole, e lui sa che non si vuole liberare dalla stretta.
Lassù, nell’Infinito, Harry sente un canto.
“Lo sapevo che eri un angelo.”
La voce è sempre più vicina, il riccio la accoglie dentro sé, quasi non aspettasse altro.
“Dove sei, Lou?” chiede all’immensità del cielo.
Un soffio di vento ed eccolo lì davanti, Louis.
Ha smesso di canticchiare, gli sorride dolcemente.
Sorride di rimando, Harry.
Gli occhi limpidi guizzano nei suoi e capisce che no, non vuole lasciarlo andare mai più.
Invece all’improvviso precipita in basso, giù, giù, e non riesce più a vedere il suo sorriso.
Il buio lo soffoca.




***




Apre gli occhi.
Non c’è uscita dalla gabbia intorno a lui.
La rabbia lo assale, colpisce le sbarre e non prova dolore.
Un faro è acceso sopra la sua testa e la luce gialla che produce lo acceca.
Vorrebbe spengerla, dov’è l’interruttore?
Sorride ai suoi carcerieri invisibili, o almeno ci prova, sa che se farà ciò che vogliono allora forse potrà andarsene.
Invece niente.
Respira con calma, ritenta.
Fitte di dolore acuto lo colpiscono al petto, alle gambe, lance invisibili gli mozzano il fiato.
Cerca il buio, sa che arriverà e si prepara a sparire di nuovo.




***




Apre gli occhi.
Nella penombra distingue lenzuola sfatte ai suoi piedi, un tavolo di vetro sommerso da fogli e cartacce di ogni genere, vestiti buttati sul pavimento alla rinfusa.
E poi le luci delle macchine fuori dalla finestra, passi sul linoleum scricchiolante al piano superiore e una mano sottile accanto a lui.
“Lou?” sussurra al soffitto.
Per tutta risposta un ceffone tirato a caso che gli finisce sul naso e lo fa imprecare.
“Lou, ho fatto un sogno assurdo” bisbiglia.
“Haz, tesoro, lo sai che ti amo, ma sono le due e mezzo del mattino, cerca di dormire, mh?”
Harry si rigira sul materasso finendo a pancia sotto e facendo arrotolare ulteriormente la stoffa intorno alle gambe.
“Ho sognato il tuo funerale, sai? Be’, in realtà prima ho sognato che stavo affogando.”
Louis si volta di scatto, le palpebre ancora pesantemente abbassate, le lunghe ciglia ramate gli sfiorano la pelle chiara.
“Almeno mi avevano sistemato decentemente il ciuffo? Ah, e scommetto che quel Nick-coso-Grimshaw sarà stato felice di avere eliminato la concorrenza” gli soffia, sempre più vicino.
Il riccio non riesce a trattenere una risatina e si avvicina a sua volta.
Struscia il naso contro quello del maggiore e gli sussurra “Apri gli occhi.”
E Louis gli dà ascolto, lascia intravedere il cielo nei suoi occhi e lo guarda stranito.
“Hazza, ti senti bene?”
“ Ho sognato anche una stanza totalmente bianca, le nuvole, poi c’eri di nuovo tu e cantavi, una gabbia e anche qualcos’altro che non mi ricordo.”
Il biondo, che tanto biondo non è, gli stampa un lieve bacio, poi si avvicina al suo orecchio.
“Styles, te l’avevo detto di mangiare meno pesante.”



***




I'm about to drive in the ocean,
I'm trying to swim from something bigger than me.

(Frank Ocean - Swim Good)

 




 

_____________________
 

 

*si schiarisce la voce*
Hello people!
Pubblico ‘sta cosetta qui, anche se è una schifezzuola, l’ho scritta un paio di settimane fa mi pare e me la volevo togliere dalla testa c:
Bah, vorrei riuscire a postarne almeno un’altra oggi (uoooohooo!)e… *rullo di tamburi*
NON E’ ANGST!
No, non sto scherzando ahahahahahah non ho veramente idea di come abbia fatto a scrivere qualcosa di non depresso :’)
Mi pare non ci sia altro, sicuramente mi sono scordata qualcosa…
Vabbè, a breve conto di creare un profilo autore su faccia libro (oh yeah.), quindi stay tunes c:
Ah, vi lascio il link della mia ultima os “Tempo.” e aspetto vostri pareri!

Well.
  
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