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Autore: aki_penn    06/03/2013    8 recensioni
“Ti pare? Ammalarsi durante la gita di classe, così non puoi scorrazzare per i corridoi di notte?”
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Maka Albarn, Ox, Soul Eater Evans, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’alternativa ai musei

 
Per Mimi, perché sì.
 

 
 
Tsubaki si tirò un po’ più giù la camicia del pigiama di due taglie più largo. Si sentiva un po’ a disagio e si stava pentendo di non essersi messa il reggiseno, ma d’altronde, stava andando a letto. Socchiuse piano la porta della stanza d’albergo che condivideva con Maka per avviarsi per il corridoio vuoto. La moquette era morbida e calda sotto i suoi piedi nudi, seppur di un rivoltante color senape.
La professoressa Azusa aveva detto, durante la cena, che se qualcuno fosse stato trovato fuori dalla propria stanze durante la notte sarebbe finito dritto dal preside. Lei non era mai finita dal preside e non voleva finirci. Black*Star c’era stato varie volte e diceva che era un posto tranquillo dove il signor Preside giocava a scacchi e beveva tea col vicepreside, il signor Sid, infischiandosene delle sue mansioni di direttore. La scuola non aveva mai avuto problemi, in ogni modo.
Zampettò, guardinga, fino alla stanza 205, dall’altra parte del corridoio. Kim aveva detto che la professoressa Azusa era intenta a consolare una crisi della professoressa Marje, che diceva di voler sposare un water, quindi c’era da sperare che non girovagasse per l’hotel cercando di mettere ordine tra gli studenti.
Fu quando era ormai a pochi passi dalla porta alla quale mirava, che questa si aprì, facendo uscire una chioma chiara “Ehi, Tsubaki!” esclamò.
Tsubaki si fermò di scatto, nel bel mezzo del corridoio, dritta come un fuso e ricordandosi di nuovo di non avere il reggiseno, ripiegandosi di nuovo un pochino, perché non si notasse.
Soul, del canto suo, non fece caso a nulla “Sei venuta a trovare Black*Star?” chiese con uno dei suoi ghigni. Tsubaki avvampò e annuì, prima di chiedere “Hai gli occhiali?”
Fu il turno di Soul, per arrossire. Si grattò la testa “Non posso mica stare tutto il giorno con le lenti a contatto…” borbottò senza guardarla. Essere miope non era cool per niente, per quanto Maka dicesse di trovarlo carino anche con gli occhiali, sembrava un secchione. La gente si stupiva sempre quando lo vedeva con quelli addosso.
“Stavi andando da Maka? Ho lasciato la porta socchiusa, ma lei sta dormendo…ha la febbre, che è una bella sfortuna, durante una gita!” disse a bassa voce, torturandosi le mani in grembo, con le maniche del pigiama a righe, troppo lunghe.
Anche il pigiama di Soul era a righe e nemmeno quello era molto cool, se doveva essere sincero, ma non ci fece caso e si appoggiò baldanzoso allo stipite, sistemandosi gli occhiali sul naso “No, stavo andando da Kid, Liz ha detto di aver comprato delle birre al discount qui sotto”
Tsubaki alzò le sopracciglia “E i prof?” domandò preoccupata. Soul alzò le sopracciglia, divertito “Prima è passato Stein a dirci che se facevamo casino ci vivisezionava tutti, ma proprio nel mentre è stato  preso per la cravatta e portato via. Non ho visto ma posso immaginare da chi. Non ho capito cosa stanno combinando, se si stanno picchiando, stanno spostando i mobili o cos’altro…in ogni modo stanno facendo così tanto caos che nessuno baderebbe mai a noi studenti” ridacchiò. E Tsubaki sorrise a sua volta, non voleva che le toccasse scappare dalla finestra in mutande come aveva fatto durante la gita dell’anno prima, all’agriturismo. Quell’anno erano pure al secondo piano e la cosa diventava doppiamente pericolosa!
Le aprì un poco di più la porta e sgusciò via “Divertitevi” sogghignò, superandola. Tsubaki si voltò, rossa come un pomodoro “Gu-guarda che non è come pensi…è…è che siamo in gita e…e…pensavo che fosse carino fare un giro e…”
Soul si voltò a guardarla, continuando a procedere all’indietro con qualche passo e sventolò la mano come per dire non ti preoccupare. Tsubaki si coprì la faccia con le mani, ma comunque corse dentro la stanza di Soul.
Il ragazzo avanzò per il corridoio trascinando i piedi sulla moquette, fino ad arrivare alla stanza dalla quale, neanche un minuto prima, era uscita Tsubaki. La spinse con le dita e la aprì senza sforzo e uno spiraglio di luce illuminò uno spicchio di stanza. Fu abbastanza per fargli capire che il primo letto, ancora integro, era quello di Tsubaki, il secondo invece apparteneva a Maka.
Fece richiudere morbidamente la porta, accompagnandola fino a farla appoggiare nuovamente contro lo stipite.
Avanzò nel buio della stanza, nonostante avesse visto dove si trovavano i letti riuscì comunque a sbattere il mignolo del piede contro quello di Tsubaki. Soffocò un’imprecazione in bocca, mentre saltellava, su un solo piede fino al giaciglio di Maka.
Si tolse gli occhiali e li appoggiò a tentoni sul comodino, tanto era buio, e non  ci vedeva comunque nulla.
Maka brontolò qualche cosa, da sotto le coperte. Era sveglia, lo sapeva, ma decisamente intontita. Alzò un po’ la coperta e ci si infilò sotto, con un balzo, passando le mani sui fianchi di lei.
“Soul” piagnucolò lei “lasciami dormire”
“Ti pare? Ammalarsi durante la gita di classe, così non puoi scorrazzare per i corridoi di notte?” fece lui, ridanciano, per prenderla in giro, mentre la abbracciava più stretta. Maka allungò la mano cercando di tirare su la coperta, con il casino che aveva fatto infilandosi sotto era rimasta con la spalla all’aria.
“A me interessa perdermi i musei, non il girovagare furtivo di notte” disse lei, con un po’ di rancore, ed era ormai completamente sveglia, anche se la testa le faceva un gran male.
Soul infilò la gamba tra quelle di Maka, mentre la teneva stretta per far aderire ancora di più la schiena di lei contro il suo petto.
“Che secchiona…insomma, è l’unica sera dell’anno in cui possiamo dormire insieme senza aver paura che tuo padre torni dal night club alle cinque di mattina e mi scacci a calci o che mia madre si lamenti del mancato bon ton perché viene a trovarmi una ragazza che non è di buona famiglia…” fece lui, sussurrando nel suo orecchio, languido.
Maka, nel buio, cercò di scrollarselo di dosso, ma strinse le cosce attorno alla sua gamba “Sto male, Soul, ho freddo e mi fa male tutto…” piagnucolò, sentendo la gamba di Soul strusciare tra le sue.
Soul sospirò, ecco un’altra cosa davvero poco cool “E va bene, come non detto” si arrese, mettendosi comodo, con le mani intrecciate sotto la camicia del pigiama di lei. Non sembrava intenzionato a risalire e palpare alcunché, sembrava aver trovato la posizione per dormire, avvinghiato a lei, con le mani poggiate sulla sua pancia bollente.
“Soul?” chiamò Maka, mentre lui se ne stava già con gli occhi chiusi e il viso appoggiato alla schiena di lei, scossa ogni tanto da brividi.
“Che c’è?” domandò, un po’ scocciato.
“Ho la febbre”
“E quindi?”
“Non dovresti dormire aggrappato a me, come un cucciolo di koala”
“Prima di tutto non darmi mai più del cucciolo di koala, secondo: hai detto che hai freddo, ti faccio io da coperta”
Maka boccheggiò, mentre Soul le schioccava un bacio sulla sua nuca e appoggiava la testa sul cuscino “Buona notte” disse, senza lasciare spazio a repliche.
 
Qualche stanza più in là, Tsubaki sospirò poggiando la testa sul petto di Black*Star. Doveva ammettere che, per quanto le scocciasse rischiare di farsi beccare dai prof mentre andava in giro di notte per i corridoi, non poteva dire che le dispiacesse rotolarsi tra le lenzuola del letto di Black*Star, non le dava neanche più così tanto fastidio stare nuda vicino a lui.
“Come al solito sono stato fantastico!” gridò lui, alzando il braccio, vittorioso, come se ci fosse stato qualche cosa da vincere. Tsubaki ridacchiò un po’ forzatamente, era incredibile come riuscisse a farla divertire e a metterla in imbarazzo nello stesso momento.
“Sì, bene, adesso spero che abbiate finito” commentarono dall’alto del letto a castello, due metri più in là. Tsubaki sbiancò “Ox?” chiese con voce tremante lei, tirando su le coperte fino a coprirsi anche la faccia.
“Sì?”
“Da quando sei lì?”
“Da …sempre…direi…ma non ho gli occhiali, non ti preoccupare. In compenso vi ho sentiti benissimo. Ora posso dormire?”
Tsubaki infilò la testa nell’incavo del collo di Black*Star, desiderando una morte rapida “Fai pure Ox, fai pure. Magari andiamo da qualche altra parte” commentò il ragazzo, completamente a proprio agio.
“Grazie” fece Ox, un po’ indispettito, voltandosi dall’altra parte.
 
Il giorno dopo, erano le sei quando Tsubaki rientrò nella propria stanza, il più tardi possibile per non doversi perdere la notte in un letto non suo, ma abbastanza presto da non farsi beccare dai prof.
“Soul?” chiamò, e il ragazzo, illuminato dalla luce che filtrava dalla finestra socchiusa, aprì un occhio, gli sembrò che andasse a fuoco e poi non ci vedeva un tubo, anche se ormai era giorno.
“Sei stato con lei tutta la notte?”
Lui grugnì qualche cosa che sembrava un . Tsubaki fece una smorfia “Ma non è che ti ha attaccato la febbre, a stare così vicini tutto il tempo?”
Soul grugnì di nuovo “Male che vada” biascicò “invece che una notte, avremo tutta la gita per dormire insieme” e così dicendo si tirò la coperta fin sopra la testa.


 
Aki_Penn parla a vanvera: Sì, è l’apoteosi del fluff ed è davvero stupida, ma mi andava proprio di scrivere qualche cosa di poco impegnato. Come sempre amo le AU, non c’è bisogno che lo dice.
Soul ha gli occhiali perché di solito chi soffre di albinismo ha problemi di vista, quindi ho deciso di farlo così, non c’è un motivo preciso, e non penso che non sia cool portare gli occhiali, intendiamoci, è Soul ad essere scemo.
A chi interessasse saperlo Kid e Liz hanno passato tutta la notte a parlare di sopracciglia mentre Patty e il suo peluche giraffa si tracannavano le birre. XD
Grazie per aver letto, spero vi sia piaciuta. <3
   
 
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